La singolarità del tordoMatteo RoversiLa singolarita' del tordo
Matita su carta cm 100x70
Matteo Roversi, nato a Brescia il 19 Giugno 1997, ha frequentato il liceo artistico Maffeo Olivieri conseguendo il diploma nel 2017. Successivamente decide di iscriversi al corso di pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.
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Nel 2021 consegue la laurea.
Il lavoro si focalizza sull'elaborazione di disegni su carta, un processo che trae ispirazione da fotografie scattate durante istanti di vita quotidiana, offrendo non solo una semplice raffigurazione della realtà, ma un’esplorazione intima, soggettiva e al contempo universale dei soggetti rappresentati. Ogni dettaglio, ogni linea tracciata, diviene un punto di partenza per un viaggio alla ricerca della semplicità della vita, del mondo circostante e dell'esistenza stessa; le cose che ci circondano svolgono la funzione di racchiudere e amplificare le pulsioni vitali e primitive di ognuno di noi.


MammaMatteo RoversiMamma
Olio su cartoncino cm 9x20
Matteo Roversi, nato a Brescia il 19 Giugno 1997, ha frequentato il liceo artistico Maffeo Olivieri conseguendo il diploma nel 2017. Successivamente decide di iscriversi al corso di pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.
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Nel 2021 consegue la laurea.
Il lavoro si focalizza sull'elaborazione di disegni su carta, un processo che trae ispirazione da fotografie scattate durante istanti di vita quotidiana, offrendo non solo una semplice raffigurazione della realtà, ma un’esplorazione intima, soggettiva e al contempo universale dei soggetti rappresentati. Ogni dettaglio, ogni linea tracciata, diviene un punto di partenza per un viaggio alla ricerca della semplicità della vita, del mondo circostante e dell'esistenza stessa; le cose che ci circondano svolgono la funzione di racchiudere e amplificare le pulsioni vitali e primitive di ognuno di noi.


PoltronaMatteo RoversiPoltrona
Matita su carta cm 19x28
Matteo Roversi, nato a Brescia il 19 Giugno 1997, ha frequentato il liceo artistico Maffeo Olivieri conseguendo il diploma nel 2017. Successivamente decide di iscriversi al corso di pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.
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Nel 2021 consegue la laurea.
Il lavoro si focalizza sull'elaborazione di disegni su carta, un processo che trae ispirazione da fotografie scattate durante istanti di vita quotidiana, offrendo non solo una semplice raffigurazione della realtà, ma un’esplorazione intima, soggettiva e al contempo universale dei soggetti rappresentati. Ogni dettaglio, ogni linea tracciata, diviene un punto di partenza per un viaggio alla ricerca della semplicità della vita, del mondo circostante e dell'esistenza stessa; le cose che ci circondano svolgono la funzione di racchiudere e amplificare le pulsioni vitali e primitive di ognuno di noi.


L'eco visibileVann GregoryL'eco visibile
Grafite su carta schoellershammer cm 70x50
La ricerca estetica di Andrea Perazzoli, in arte Vann Gregory, nato a Milano nel 1994, si addentra con decisione nei territori del macabro, del surreale e del tema del doppio. La sua pratica artistica, in costante evoluzione, mantiene un filo conduttore ben riconoscibile: l’esplorazione delle complessità della forma umana e delle sue perturbazioni, sia fisiche che simboliche, in un dialogo continuo tra bellezza e deformità, tra luce e ombra.
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Durante i primi anni di formazione all’Accademia, Vann Gregory ha concentrato la propria indagine su malattie dermatologiche e malformazioni congenite, scegliendo coraggiosamente il proprio corpo come soggetto e strumento espressivo. In questo periodo iniziale, la sua produzione si è distinta per un’intensa carica introspettiva, in cui il corpo si fa superficie vulnerabile, veicolo di una riflessione cruda e poetica sulla devianza dalla norma, sulla fragilità e sull’identità.
Negli ultimi anni, la sua attenzione si è rivolta verso figure solo apparentemente più leggere e celestiali: i cherubini. Attraverso questi soggetti, l’artista continua a esplorare il contrasto tra innocenza e grottesco, sacralità e inquietudine, proponendo una visione in cui il sublime si mescola all’orrido. Le sue opere diventano così dispositivi visivi che sfidano lo spettatore, lo provocano, lo costringono a interrogarsi sul confine sempre più labile tra l’estetica classica e l’anomalia contemporanea.


Identità nascoste 2Vann GregoryIdentita' nascoste 2
Grafite su carta schoellershammer cm 25x25
La ricerca estetica di Andrea Perazzoli, in arte Vann Gregory, nato a Milano nel 1994, si addentra con decisione nei territori del macabro, del surreale e del tema del doppio. La sua pratica artistica, in costante evoluzione, mantiene un filo conduttore ben riconoscibile: l’esplorazione delle complessità della forma umana e delle sue perturbazioni, sia fisiche che simboliche, in un dialogo continuo tra bellezza e deformità, tra luce e ombra.
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Durante i primi anni di formazione all’Accademia, Vann Gregory ha concentrato la propria indagine su malattie dermatologiche e malformazioni congenite, scegliendo coraggiosamente il proprio corpo come soggetto e strumento espressivo. In questo periodo iniziale, la sua produzione si è distinta per un’intensa carica introspettiva, in cui il corpo si fa superficie vulnerabile, veicolo di una riflessione cruda e poetica sulla devianza dalla norma, sulla fragilità e sull’identità.
Negli ultimi anni, la sua attenzione si è rivolta verso figure solo apparentemente più leggere e celestiali: i cherubini. Attraverso questi soggetti, l’artista continua a esplorare il contrasto tra innocenza e grottesco, sacralità e inquietudine, proponendo una visione in cui il sublime si mescola all’orrido. Le sue opere diventano così dispositivi visivi che sfidano lo spettatore, lo provocano, lo costringono a interrogarsi sul confine sempre più labile tra l’estetica classica e l’anomalia contemporanea.


Identità nascoste 1Vann GregoryIdentita' nascoste 1
Grafite su carta schoellershammer cm 25x25
La ricerca estetica di Andrea Perazzoli, in arte Vann Gregory, nato a Milano nel 1994, si addentra con decisione nei territori del macabro, del surreale e del tema del doppio. La sua pratica artistica, in costante evoluzione, mantiene un filo conduttore ben riconoscibile: l’esplorazione delle complessità della forma umana e delle sue perturbazioni, sia fisiche che simboliche, in un dialogo continuo tra bellezza e deformità, tra luce e ombra.
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Durante i primi anni di formazione all’Accademia, Vann Gregory ha concentrato la propria indagine su malattie dermatologiche e malformazioni congenite, scegliendo coraggiosamente il proprio corpo come soggetto e strumento espressivo. In questo periodo iniziale, la sua produzione si è distinta per un’intensa carica introspettiva, in cui il corpo si fa superficie vulnerabile, veicolo di una riflessione cruda e poetica sulla devianza dalla norma, sulla fragilità e sull’identità.
Negli ultimi anni, la sua attenzione si è rivolta verso figure solo apparentemente più leggere e celestiali: i cherubini. Attraverso questi soggetti, l’artista continua a esplorare il contrasto tra innocenza e grottesco, sacralità e inquietudine, proponendo una visione in cui il sublime si mescola all’orrido. Le sue opere diventano così dispositivi visivi che sfidano lo spettatore, lo provocano, lo costringono a interrogarsi sul confine sempre più labile tra l’estetica classica e l’anomalia contemporanea.


Apokàlypsis 2Giulia PapettiApokàlypsis 2
Tecnica mista su carta cm 40x30 firmato al retro
Giulia Papetti nasce nella provincia di Milano nel 1997. Fin da piccola manifesta un interesse per il disegno e per la rappresentazione della figura umana; in particolare, il volto attira da sempre la sua attenzione.
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Ogni singolo dettaglio del viso diventa oggetto di osservazione e studio.
Sviluppa questa inclinazione attraverso gli studi al Liceo Artistico Caravaggio di Milano, dove affina la propria educazione artistica, proseguendo poi il percorso formativo all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Negli ultimi anni, oltre alla costante attenzione per la figura umana, matura un’esigenza espressiva legata al dissenso nei confronti dell’Antropocene. Alcuni dei suoi lavori prendono così forma in collage di fotografie vintage e immagini proiettate in un futuro immaginario, che uniscono il passato a un ipotetico scenario apocalittico in cui l’essere umano è l’artefice della distruzione del pianeta.
In questo dialogo tra tempi diversi emerge un velo di speranza, radicato nella riscoperta di alcuni valori fondamentali, come il rinnovato senso di contatto con la natura, che l’essere umano contemporaneo, accecato da un senso di superiorità specista, ha progressivamente smarrito. Questo ritorno alla natura si manifesta attraverso la comparsa di elementi animali nelle figure umane, specchio dell’animo selvaggio che vive in ogni individuo e che è stato nascosto dall’allontanamento dell’uomo dall’ambiente naturale. L’elemento animale diventa così parte integrante dell’identità umana, espressione di una riscoperta del proprio essere in relazione profonda con la natura.


Ritratti/Connessioni 2Giulia PapettiRitratti/Connessioni 2
Grafite su carta cm 17x12
Giulia Papetti nasce nella provincia di Milano nel 1997. Fin da piccola manifesta un interesse per il disegno e per la rappresentazione della figura umana; in particolare, il volto attira da sempre la sua attenzione.
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Ogni singolo dettaglio del viso diventa oggetto di osservazione e studio.
Sviluppa questa inclinazione attraverso gli studi al Liceo Artistico Caravaggio di Milano, dove affina la propria educazione artistica, proseguendo poi il percorso formativo all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Negli ultimi anni, oltre alla costante attenzione per la figura umana, matura un’esigenza espressiva legata al dissenso nei confronti dell’Antropocene. Alcuni dei suoi lavori prendono così forma in collage di fotografie vintage e immagini proiettate in un futuro immaginario, che uniscono il passato a un ipotetico scenario apocalittico in cui l’essere umano è l’artefice della distruzione del pianeta.
In questo dialogo tra tempi diversi emerge un velo di speranza, radicato nella riscoperta di alcuni valori fondamentali, come il rinnovato senso di contatto con la natura, che l’essere umano contemporaneo, accecato da un senso di superiorità specista, ha progressivamente smarrito. Questo ritorno alla natura si manifesta attraverso la comparsa di elementi animali nelle figure umane, specchio dell’animo selvaggio che vive in ogni individuo e che è stato nascosto dall’allontanamento dell’uomo dall’ambiente naturale. L’elemento animale diventa così parte integrante dell’identità umana, espressione di una riscoperta del proprio essere in relazione profonda con la natura.


Ritratti/Connessioni 1Giulia PapettiRitratti/Connessioni 1
Grafite su carta cm 17x12
Giulia Papetti nasce nella provincia di Milano nel 1997. Fin da piccola manifesta un interesse per il disegno e per la rappresentazione della figura umana; in particolare, il volto attira da sempre la sua attenzione.
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Ogni singolo dettaglio del viso diventa oggetto di osservazione e studio.
Sviluppa questa inclinazione attraverso gli studi al Liceo Artistico Caravaggio di Milano, dove affina la propria educazione artistica, proseguendo poi il percorso formativo all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Negli ultimi anni, oltre alla costante attenzione per la figura umana, matura un’esigenza espressiva legata al dissenso nei confronti dell’Antropocene. Alcuni dei suoi lavori prendono così forma in collage di fotografie vintage e immagini proiettate in un futuro immaginario, che uniscono il passato a un ipotetico scenario apocalittico in cui l’essere umano è l’artefice della distruzione del pianeta.
In questo dialogo tra tempi diversi emerge un velo di speranza, radicato nella riscoperta di alcuni valori fondamentali, come il rinnovato senso di contatto con la natura, che l’essere umano contemporaneo, accecato da un senso di superiorità specista, ha progressivamente smarrito. Questo ritorno alla natura si manifesta attraverso la comparsa di elementi animali nelle figure umane, specchio dell’animo selvaggio che vive in ogni individuo e che è stato nascosto dall’allontanamento dell’uomo dall’ambiente naturale. L’elemento animale diventa così parte integrante dell’identità umana, espressione di una riscoperta del proprio essere in relazione profonda con la natura.


Autoritratto 5LottiAutoritratto 5
Tecnica mista su stampa digitale cm 42x30 firmato in basso a dx
La ricerca artistica di Carlotta Bontempi, in arte Lotti, affonda le sue radici nell’esigenza profonda di rendere visibili quei meccanismi interiori e viscerali che muovono il suo agire e il suo pensiero. Attraverso la pratica artistica, riesce a circoscrivere, comprendere e – mediante l’atto stesso del definire – arginare l’intensità emotiva che ne scaturisce.
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Questa necessità si riflette in una grande varietà di scelte tecniche, con una predilezione per quelle capaci di restituire e riflettere su di sé l’azione trasformativa del tempo. I volti che emergono dalle sue opere non si discostano da questa tensione tematica: sono frammenti di un processo di continua mutazione, in cui il tempo e l’emotività del momento assumono il ruolo di protagonisti. Il volto, dunque, si consuma, si scioglie, cambia e si trasfigura, fino a giungere a un’astrazione totale.
Le opere di Lotti si configurano così come testimonianze visive della metamorfosi interiore, dove il corpo e l’identità si fanno soglia tra il visibile e l’invisibile, tra la materia e l’emozione.


Autoritratto 4LottiAutoritratto 4
Tecnica mista su stampa digitale cm 42x30 firmato in basso a dx
La ricerca artistica di Carlotta Bontempi, in arte Lotti, affonda le sue radici nell’esigenza profonda di rendere visibili quei meccanismi interiori e viscerali che muovono il suo agire e il suo pensiero. Attraverso la pratica artistica, riesce a circoscrivere, comprendere e – mediante l’atto stesso del definire – arginare l’intensità emotiva che ne scaturisce.
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Questa necessità si riflette in una grande varietà di scelte tecniche, con una predilezione per quelle capaci di restituire e riflettere su di sé l’azione trasformativa del tempo. I volti che emergono dalle sue opere non si discostano da questa tensione tematica: sono frammenti di un processo di continua mutazione, in cui il tempo e l’emotività del momento assumono il ruolo di protagonisti. Il volto, dunque, si consuma, si scioglie, cambia e si trasfigura, fino a giungere a un’astrazione totale.
Le opere di Lotti si configurano così come testimonianze visive della metamorfosi interiore, dove il corpo e l’identità si fanno soglia tra il visibile e l’invisibile, tra la materia e l’emozione.


L.LottiL.
Tecnica mista su stampa digitale cm 42x30 firmato in basso a dx
La ricerca artistica di Carlotta Bontempi, in arte Lotti, affonda le sue radici nell’esigenza profonda di rendere visibili quei meccanismi interiori e viscerali che muovono il suo agire e il suo pensiero. Attraverso la pratica artistica, riesce a circoscrivere, comprendere e – mediante l’atto stesso del definire – arginare l’intensità emotiva che ne scaturisce.
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Questa necessità si riflette in una grande varietà di scelte tecniche, con una predilezione per quelle capaci di restituire e riflettere su di sé l’azione trasformativa del tempo. I volti che emergono dalle sue opere non si discostano da questa tensione tematica: sono frammenti di un processo di continua mutazione, in cui il tempo e l’emotività del momento assumono il ruolo di protagonisti. Il volto, dunque, si consuma, si scioglie, cambia e si trasfigura, fino a giungere a un’astrazione totale.
Le opere di Lotti si configurano così come testimonianze visive della metamorfosi interiore, dove il corpo e l’identità si fanno soglia tra il visibile e l’invisibile, tra la materia e l’emozione.


Al lago 2Francesco PegurriAl lago 2
Acrilico su tela cm 50x40 firmato al retro
Francesco Pegurri, artista italiano, nasce nel 1997 a Lovere, un borgo in provincia di Bergamo,
Appassionato al disegno, si diploma presso il Liceo Artistico Decio Celeri di Lovere, dove comincia il suo interesse per la calligrafia e le arti visive.
Approda nel mondo del tatuaggio e inizia un periodo di ricerca e di studio della materia calligrafica, soffermandosi sulla struttura dei caratteri e delle svariate forme.
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II momento più caratterizzante del suo percorso è il passaggio da pelle a tela.
Attraverso la pittura, Francesco sviluppa le sue capacità contribuendo così alla formazione del proprio stile artistico. !!!La ricerca artistica di Francesco Pegurri si sviluppa attraverso un'indagine approfondita sulla realtà, trasformando il gesto calligratico in scenari architettonici e paesaggi naturali.
La sua tecnica unisce abilità, disciplina e immaginazione, dando vita a opere che fondono la precisione della scrittura con la fluidità delle forme visive.
Uno degli elementi distintivi del suo lavoro è il rapporto complesso con il colore. Se inizialmente la sua espressione artistica sembrava evitare l'uso cromatico, nel suoi lavori più recenti il colore assume un ruolo centrale, interagendo con forme geometriche, luci e ombre per consolidare il suo stile unico. Questa evoluzione permette alle sue opere di acquisire una nuova profondità, dove il contrasto tra tonalità e strutture visive diventa parte integrante della narrazione artistica.
Il suo stile personale richiama paesaggi naturali e ambientazioni di staticità scenografica, creando un equilibrio tra movimento e immobilità. I pattern calligrafici che caratterizzano le sue opere variano in direzione, spessore e protondita, adattandosi ai soggetti rappresentati e generando volumi, forme contrastanti e giochi di luce e ombra. Questo approccio conterisce alle sue creazioni un taglio contemporaneo e avanguardistico, in cui la tradizione della calligrafia si fonde con una visione moderna dell'arte.
Il suo impegno nello studio della calligratia lo ha portato a collaborare con keaps, uno del più noti artisti calligrafici a livello internazionale. Grazie a questa esperienza, Pegurri ha affinato ulteriormente la sua tecnica, esplorando nuove possibilita espressive. Attualmente continua a collaborare con diversi artisti, partecipando a mostre collettive e contribuendo alla diffusione della calligrafia come forma d'arte contemporanea.


Al lago 3Francesco PegurriAl lago 3
Acrilico su tela cm 50x40 firmato al retro
Francesco Pegurri, artista italiano, nasce nel 1997 a Lovere, un borgo in provincia di Bergamo,
Appassionato al disegno, si diploma presso il Liceo Artistico Decio Celeri di Lovere, dove comincia il suo interesse per la calligrafia e le arti visive.
Approda nel mondo del tatuaggio e inizia un periodo di ricerca e di studio della materia calligrafica, soffermandosi sulla struttura dei caratteri e delle svariate forme.
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II momento più caratterizzante del suo percorso è il passaggio da pelle a tela.
Attraverso la pittura, Francesco sviluppa le sue capacità contribuendo così alla formazione del proprio stile artistico. !!!La ricerca artistica di Francesco Pegurri si sviluppa attraverso un'indagine approfondita sulla realtà, trasformando il gesto calligratico in scenari architettonici e paesaggi naturali.
La sua tecnica unisce abilità, disciplina e immaginazione, dando vita a opere che fondono la precisione della scrittura con la fluidità delle forme visive.
Uno degli elementi distintivi del suo lavoro è il rapporto complesso con il colore. Se inizialmente la sua espressione artistica sembrava evitare l'uso cromatico, nel suoi lavori più recenti il colore assume un ruolo centrale, interagendo con forme geometriche, luci e ombre per consolidare il suo stile unico. Questa evoluzione permette alle sue opere di acquisire una nuova profondità, dove il contrasto tra tonalità e strutture visive diventa parte integrante della narrazione artistica.
Il suo stile personale richiama paesaggi naturali e ambientazioni di staticità scenografica, creando un equilibrio tra movimento e immobilità. I pattern calligrafici che caratterizzano le sue opere variano in direzione, spessore e protondita, adattandosi ai soggetti rappresentati e generando volumi, forme contrastanti e giochi di luce e ombra. Questo approccio conterisce alle sue creazioni un taglio contemporaneo e avanguardistico, in cui la tradizione della calligrafia si fonde con una visione moderna dell'arte.
Il suo impegno nello studio della calligratia lo ha portato a collaborare con keaps, uno del più noti artisti calligrafici a livello internazionale. Grazie a questa esperienza, Pegurri ha affinato ulteriormente la sua tecnica, esplorando nuove possibilita espressive. Attualmente continua a collaborare con diversi artisti, partecipando a mostre collettive e contribuendo alla diffusione della calligrafia come forma d'arte contemporanea.


Connessioni 6Francesco PegurriConnessioni 6
Acrilico su tela cm 50x40 firmato al retro
Francesco Pegurri, artista italiano, nasce nel 1997 a Lovere, un borgo in provincia di Bergamo,
Appassionato al disegno, si diploma presso il Liceo Artistico Decio Celeri di Lovere, dove comincia il suo interesse per la calligrafia e le arti visive.
Approda nel mondo del tatuaggio e inizia un periodo di ricerca e di studio della materia calligrafica, soffermandosi sulla struttura dei caratteri e delle svariate forme.
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II momento più caratterizzante del suo percorso è il passaggio da pelle a tela.
Attraverso la pittura, Francesco sviluppa le sue capacità contribuendo così alla formazione del proprio stile artistico. !!!La ricerca artistica di Francesco Pegurri si sviluppa attraverso un'indagine approfondita sulla realtà, trasformando il gesto calligratico in scenari architettonici e paesaggi naturali.
La sua tecnica unisce abilità, disciplina e immaginazione, dando vita a opere che fondono la precisione della scrittura con la fluidità delle forme visive.
Uno degli elementi distintivi del suo lavoro è il rapporto complesso con il colore. Se inizialmente la sua espressione artistica sembrava evitare l'uso cromatico, nel suoi lavori più recenti il colore assume un ruolo centrale, interagendo con forme geometriche, luci e ombre per consolidare il suo stile unico. Questa evoluzione permette alle sue opere di acquisire una nuova profondità, dove il contrasto tra tonalità e strutture visive diventa parte integrante della narrazione artistica.
Il suo stile personale richiama paesaggi naturali e ambientazioni di staticità scenografica, creando un equilibrio tra movimento e immobilità. I pattern calligrafici che caratterizzano le sue opere variano in direzione, spessore e protondita, adattandosi ai soggetti rappresentati e generando volumi, forme contrastanti e giochi di luce e ombra. Questo approccio conterisce alle sue creazioni un taglio contemporaneo e avanguardistico, in cui la tradizione della calligrafia si fonde con una visione moderna dell'arte.
Il suo impegno nello studio della calligratia lo ha portato a collaborare con keaps, uno del più noti artisti calligrafici a livello internazionale. Grazie a questa esperienza, Pegurri ha affinato ulteriormente la sua tecnica, esplorando nuove possibilita espressive. Attualmente continua a collaborare con diversi artisti, partecipando a mostre collettive e contribuendo alla diffusione della calligrafia come forma d'arte contemporanea.


FratturaElisa BeniniFrattura
Olio su tela cm 80x75 firmato al retro
Nata nel 1999 a Calcinate (BG), vive e lavora a Grumello del Monte (BG).
Dopo aver frequentato la Scuola Superiore Cristoforo Marzoli di Palazzolo sull’Oglio (BS) dal 2014 al 2018, prosegue gli studi presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia (2018–2019), per poi dedicarsi completamente alla formazione artistica.
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Dal 2020 al 2023 frequenta l’Accademia di Belle Arti SantaGiulia di Brescia, e dal 2023 prosegue il suo percorso accademico all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.
Ha preso parte a diverse mostre collettive, tra cui Art-Drive (2022, Brescia), in collaborazione con l’Accademia SantaGiulia e Peter Halley per Generali, e Arte in Vigna presso Cà del Bosco a Erbusco (BS). Nel 2023 è tra gli artisti selezionati per DIGITAL ATTITUDE, a cura di Paola Sacchini e Davide Sarchioni, promossa da Var Digital Art e Accademia SantaGiulia. Nel 2024 espone in Premio EQUITA per Brera – VII Edizione, presso l’Accademia di Belle Arti di Brera e Editoriale Domus, e in Luce, Occhio e Visione, a cura di CAMO – Centro Ambrosiano Oftalmico, al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano. Sempre nel 2024 prende parte a Storie, a cura di M. Buelli, presso Palazzo Micheli a Grumello del Monte (BG). Nel 2025 espone in Quotidianità Deposte, a cura di V. Schito, alla Galleria Glenda Cinquegrana di Milano, e in Incontri fuori tema, ancora a Palazzo Micheli.
Elemento ricorrente nei suoi lavori è il paesaggio, spesso attraversato dalla figura del fiore, mai intesi come oggetti, ma come presenze in movimento, immerse in uno spazio abitato dal tempo. Il colore si fa luogo instabile, dove la forma si dissolve nel tentativo di evocare, più che rappresentare: ciò che appare si manifesta solo in parte, lasciando al fruitore frammenti, tracce, segni di un passaggio che resta sempre inafferrabile.


Studio di fioreElisa BeniniStudio di fiore
Olio su tela cm 30x25 firmato al retro
Nata nel 1999 a Calcinate (BG), vive e lavora a Grumello del Monte (BG).
Dopo aver frequentato la Scuola Superiore Cristoforo Marzoli di Palazzolo sull’Oglio (BS) dal 2014 al 2018, prosegue gli studi presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia (2018–2019), per poi dedicarsi completamente alla formazione artistica.
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Dal 2020 al 2023 frequenta l’Accademia di Belle Arti SantaGiulia di Brescia, e dal 2023 prosegue il suo percorso accademico all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.
Ha preso parte a diverse mostre collettive, tra cui Art-Drive (2022, Brescia), in collaborazione con l’Accademia SantaGiulia e Peter Halley per Generali, e Arte in Vigna presso Cà del Bosco a Erbusco (BS). Nel 2023 è tra gli artisti selezionati per DIGITAL ATTITUDE, a cura di Paola Sacchini e Davide Sarchioni, promossa da Var Digital Art e Accademia SantaGiulia. Nel 2024 espone in Premio EQUITA per Brera – VII Edizione, presso l’Accademia di Belle Arti di Brera e Editoriale Domus, e in Luce, Occhio e Visione, a cura di CAMO – Centro Ambrosiano Oftalmico, al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano. Sempre nel 2024 prende parte a Storie, a cura di M. Buelli, presso Palazzo Micheli a Grumello del Monte (BG). Nel 2025 espone in Quotidianità Deposte, a cura di V. Schito, alla Galleria Glenda Cinquegrana di Milano, e in Incontri fuori tema, ancora a Palazzo Micheli.
Elemento ricorrente nei suoi lavori è il paesaggio, spesso attraversato dalla figura del fiore, mai intesi come oggetti, ma come presenze in movimento, immerse in uno spazio abitato dal tempo. Il colore si fa luogo instabile, dove la forma si dissolve nel tentativo di evocare, più che rappresentare: ciò che appare si manifesta solo in parte, lasciando al fruitore frammenti, tracce, segni di un passaggio che resta sempre inafferrabile.


Studio con fiore 2Elisa BeniniStudio con fiore 2
Olio su tela cm 30x25 firmato al retro
Nata nel 1999 a Calcinate (BG), vive e lavora a Grumello del Monte (BG).
Dopo aver frequentato la Scuola Superiore Cristoforo Marzoli di Palazzolo sull’Oglio (BS) dal 2014 al 2018, prosegue gli studi presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia (2018–2019), per poi dedicarsi completamente alla formazione artistica.
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Dal 2020 al 2023 frequenta l’Accademia di Belle Arti SantaGiulia di Brescia, e dal 2023 prosegue il suo percorso accademico all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.
Ha preso parte a diverse mostre collettive, tra cui Art-Drive (2022, Brescia), in collaborazione con l’Accademia SantaGiulia e Peter Halley per Generali, e Arte in Vigna presso Cà del Bosco a Erbusco (BS). Nel 2023 è tra gli artisti selezionati per DIGITAL ATTITUDE, a cura di Paola Sacchini e Davide Sarchioni, promossa da Var Digital Art e Accademia SantaGiulia. Nel 2024 espone in Premio EQUITA per Brera – VII Edizione, presso l’Accademia di Belle Arti di Brera e Editoriale Domus, e in Luce, Occhio e Visione, a cura di CAMO – Centro Ambrosiano Oftalmico, al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano. Sempre nel 2024 prende parte a Storie, a cura di M. Buelli, presso Palazzo Micheli a Grumello del Monte (BG). Nel 2025 espone in Quotidianità Deposte, a cura di V. Schito, alla Galleria Glenda Cinquegrana di Milano, e in Incontri fuori tema, ancora a Palazzo Micheli.
Elemento ricorrente nei suoi lavori è il paesaggio, spesso attraversato dalla figura del fiore, mai intesi come oggetti, ma come presenze in movimento, immerse in uno spazio abitato dal tempo. Il colore si fa luogo instabile, dove la forma si dissolve nel tentativo di evocare, più che rappresentare: ciò che appare si manifesta solo in parte, lasciando al fruitore frammenti, tracce, segni di un passaggio che resta sempre inafferrabile.


Diurno e Notturno (Dittico)Alice GalizziDiurno e Notturno (Dittico)
2 Olio su tela cm 48x32, firmato al retro
Alice Galizzi nasce a Bergamo il 17 gennaio 2000. Frequenta prima il liceo
artistico statale di Bergamo Giacomo e Pio Manzù, e successivamente
l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano in cui attualmente è iscritta al biennio
di pittura.
Clicca per espandere
Dal 2023 inizia a partecipare ed esporre in diverse mostre sul territorio italiano:
VII Premio Arte Acqua dell’Elba, Portoferraio (LI), 2023; VI Premio Equita,
Milano (MI), 2024; Arte e design. Design è arte/HYPERDESIGN MAGA,
Gallarate (VA), 2024; Luce, occhio, visione, Milano (MI), 2024; Superficies-quarta parete, Milano (MI), 2024; Alt_ra, Milano (MI), 2024-25; Quotidianità
deposte, Milano (MI), 2025.
La ricerca pittorica di Galizzi muove i primi passi dal reale e dalla cattura
fotografica di elementi architettonici strutturali come palazzi, sedie e tavoli le
cui forme vengono decantate e riportate su tela in sagome piatte e
geometriche. Alle campiture di colore vengono accostate a pennellate più
gestuali, texture e trasparenze che sottolineano l’ex natura tridimensionale degli
oggetti annullandola. In un infinito gioco di rimbalzi, l’occhio si muove incerto
sulla superficie della tela incapace di percepire nella sua totalità la profondità
della rappresentazione.


Non ho nulla da nascondereAlice GalizziNon ho nulla da nascondere
Tecnica mista su tela cm 54x46 firmato al retro
Alice Galizzi nasce a Bergamo il 17 gennaio 2000. Frequenta prima il liceo
artistico statale di Bergamo Giacomo e Pio Manzù, e successivamente
l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano in cui attualmente è iscritta al biennio
di pittura.
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Dal 2023 inizia a partecipare ed esporre in diverse mostre sul territorio italiano:
VII Premio Arte Acqua dell’Elba, Portoferraio (LI), 2023; VI Premio Equita,
Milano (MI), 2024; Arte e design. Design è arte/HYPERDESIGN MAGA,
Gallarate (VA), 2024; Luce, occhio, visione, Milano (MI), 2024; Superficies-quarta parete, Milano (MI), 2024; Alt_ra, Milano (MI), 2024-25; Quotidianità
deposte, Milano (MI), 2025.
La ricerca pittorica di Galizzi muove i primi passi dal reale e dalla cattura
fotografica di elementi architettonici strutturali come palazzi, sedie e tavoli le
cui forme vengono decantate e riportate su tela in sagome piatte e
geometriche. Alle campiture di colore vengono accostate a pennellate più
gestuali, texture e trasparenze che sottolineano l’ex natura tridimensionale degli
oggetti annullandola. In un infinito gioco di rimbalzi, l’occhio si muove incerto
sulla superficie della tela incapace di percepire nella sua totalità la profondità
della rappresentazione.


L'intravistoAlice GalizziL'intravisto
Tecnica mista su tela cm 45x45 firmato al retro
Alice Galizzi nasce a Bergamo il 17 gennaio 2000. Frequenta prima il liceo
artistico statale di Bergamo Giacomo e Pio Manzù, e successivamente
l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano in cui attualmente è iscritta al biennio
di pittura.
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Dal 2023 inizia a partecipare ed esporre in diverse mostre sul territorio italiano:
VII Premio Arte Acqua dell’Elba, Portoferraio (LI), 2023; VI Premio Equita,
Milano (MI), 2024; Arte e design. Design è arte/HYPERDESIGN MAGA,
Gallarate (VA), 2024; Luce, occhio, visione, Milano (MI), 2024; Superficies-quarta parete, Milano (MI), 2024; Alt_ra, Milano (MI), 2024-25; Quotidianità
deposte, Milano (MI), 2025.
La ricerca pittorica di Galizzi muove i primi passi dal reale e dalla cattura
fotografica di elementi architettonici strutturali come palazzi, sedie e tavoli le
cui forme vengono decantate e riportate su tela in sagome piatte e
geometriche. Alle campiture di colore vengono accostate a pennellate più
gestuali, texture e trasparenze che sottolineano l’ex natura tridimensionale degli
oggetti annullandola. In un infinito gioco di rimbalzi, l’occhio si muove incerto
sulla superficie della tela incapace di percepire nella sua totalità la profondità
della rappresentazione.


Al di là del bluBeatrice RosminoAl di la' del blu
Tecnica mista su tela cm 77x96 firmato al retro
Beatrice Rosmino, nata a Genova nel 2001, si diploma al Liceo Artistico Paul Klee di Genova con indirizzo Arti Figurative. Prosegue gli studi all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove consegue la Laurea Triennale in Pittura e frequenta attualmente l’ultimo anno del Biennio Specialistico.
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Durante il percorso accademico partecipa a diverse esposizioni tra Milano e Genova: Mostra ‘Ritorno a Rodoy’ 2021-22 organizzata dal Collegio dei Maestri di sci del Veneto in collaborazione con l’AMSI del Veneto; Mostra ‘Luce, occhio, visione’ al congresso annuale VideoCatarattaRefrattiva e altri - ottobre 2024; Live Painting presso Ladidà Genova - novembre 2024; Esposizioni al locale Bottini - Milano Dicembre/Gennaio 2025.
Nel 2024 lavora come mediatrice culturale presso la Fondazione Prada a Milano e prende parte all’edizione del Progetto BAU contenitore di Cultura Contemporanea – BAU 20.
Realizza principalmente quadri astratti, traendo ispirazione dalla realtà per restituirla secondo una visione personale: un insieme di colori, sfumature e segni che si intrecciano, convivono e si completano a vicenda in un unico meccanismo. Le sue opere mirano a suscitare nell’osservatore una visione intima e soggettiva, capace di evocare esperienze vissute o luoghi carichi di emozione.


Lost in the skyBeatrice RosminoLost in the sky
Tecnica mista su tela cm 70x100 firmato al retro
Beatrice Rosmino, nata a Genova nel 2001, si diploma al Liceo Artistico Paul Klee di Genova con indirizzo Arti Figurative. Prosegue gli studi all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove consegue la Laurea Triennale in Pittura e frequenta attualmente l’ultimo anno del Biennio Specialistico.
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Durante il percorso accademico partecipa a diverse esposizioni tra Milano e Genova: Mostra ‘Ritorno a Rodoy’ 2021-22 organizzata dal Collegio dei Maestri di sci del Veneto in collaborazione con l’AMSI del Veneto; Mostra ‘Luce, occhio, visione’ al congresso annuale VideoCatarattaRefrattiva e altri - ottobre 2024; Live Painting presso Ladidà Genova - novembre 2024; Esposizioni al locale Bottini - Milano Dicembre/Gennaio 2025.
Nel 2024 lavora come mediatrice culturale presso la Fondazione Prada a Milano e prende parte all’edizione del Progetto BAU contenitore di Cultura Contemporanea – BAU 20.
Realizza principalmente quadri astratti, traendo ispirazione dalla realtà per restituirla secondo una visione personale: un insieme di colori, sfumature e segni che si intrecciano, convivono e si completano a vicenda in un unico meccanismo. Le sue opere mirano a suscitare nell’osservatore una visione intima e soggettiva, capace di evocare esperienze vissute o luoghi carichi di emozione.


Land of fireBeatrice RosminoLand of fire
Acrilico su tela cm 20x20 firmato al retro
Beatrice Rosmino, nata a Genova nel 2001, si diploma al Liceo Artistico Paul Klee di Genova con indirizzo Arti Figurative. Prosegue gli studi all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove consegue la Laurea Triennale in Pittura e frequenta attualmente l’ultimo anno del Biennio Specialistico.
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Durante il percorso accademico partecipa a diverse esposizioni tra Milano e Genova: Mostra ‘Ritorno a Rodoy’ 2021-22 organizzata dal Collegio dei Maestri di sci del Veneto in collaborazione con l’AMSI del Veneto; Mostra ‘Luce, occhio, visione’ al congresso annuale VideoCatarattaRefrattiva e altri - ottobre 2024; Live Painting presso Ladidà Genova - novembre 2024; Esposizioni al locale Bottini - Milano Dicembre/Gennaio 2025.
Nel 2024 lavora come mediatrice culturale presso la Fondazione Prada a Milano e prende parte all’edizione del Progetto BAU contenitore di Cultura Contemporanea – BAU 20.
Realizza principalmente quadri astratti, traendo ispirazione dalla realtà per restituirla secondo una visione personale: un insieme di colori, sfumature e segni che si intrecciano, convivono e si completano a vicenda in un unico meccanismo. Le sue opere mirano a suscitare nell’osservatore una visione intima e soggettiva, capace di evocare esperienze vissute o luoghi carichi di emozione.


Healing PeopleDrawbeatsHealing People
Multidisciplinare audio e acrilico su tela cm 50x40 firmato in basso a dx Drawbeats
DRAW BEATS è un progetto multidisciplinare a cura di Andrea Gazzurelli & Marco Faglia
che fonde arte visiva e musica elettronica, dando vita a un'opera multisensoriale da vedere e ascoltare. Il duo è composto da:Andrea Gazzurelli, in arte GAZBY, artista visivo e pittore sperimentale e Marco Faglia, compositore, producer e sound designer.
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Il processo creativo parte da un’opera pittorica realizzata da GAZBY su tela: ogni gesto, colpo di pennello, e materiale utilizzato viene microfonato e registrato in tempo reale. Questi suoni grezzi, che nascono direttamente dalla tela, vengono successivamente campionati, trattati e trasformati da Marco Faglia in composizioni musicali originali. A ogni quadro corrisponde un beat unico, e viceversa: l'opera finale è quindi indissolubilmente legata sia alla dimensione visiva che a quella sonora. Ogni DRAW BEAT include: l’opera pittorica originale; un QR Code esclusivo integrato nell’opera, attraverso cui è possibile ascoltare il relativo beat; un tassello in rilievo (7x7x0,8 cm) che riporta lo stesso motivo visivo del quadro e contiene il QR code. DRAW BEATS è una riflessione sul gesto artistico, sulla sinestesia tra suono e immagine, e sulla possibilità di archiviare musicalmente il processo creativo, trasformandolo in un’esperienza immersiva e personale.
Andrea Gazzurelli (GAZBY) – Pittore
Nato a Brescia il 21/11/1994, GAZBY è un artista visivo con una formazione al Liceo Artistico e un approccio sperimentale alla pittura. Dopo un decennio di pausa creativa, nel 2021 ritrova l’urgenza espressiva e torna alla tela con un linguaggio visivo in continua evoluzione. La sua arte si basa su contrasti materici e cromatici, sulla curiosità per nuove tecniche e sull’esplorazione continua del gesto pittorico.
Marco Faglia – Compositore e Sound Designer
Marco Faglia, classe 1994, si avvicina in un primo tempo allo studio della musica frequentando lezioni di Pianoforte. La sua indole poliedrica lo ha sempre portato a coltivare fin da giovane più
progetti musicali in parallelo: studia Canto Pop e incide tre album insieme alla band di cui tutt'oggi è membro (“Barriga”). Curioso di apprendere i meccanismi sottostanti le partiture, si iscrive al corso di Composizione presso il Conservatorio Luca Marenzio di Brescia, sua città natale. D’altro canto, la decisione di frequentare contestualmente anche l’Università, ne determina il trasferimento presso
la città di Trento, dove consegue a pieni voti la laurea Triennale e Magistrale di Economia rispettivamente nel 2017 e nel 2021, nonché la Laurea in Composizione presso il Conservatorio Bonporti (2020). Inizia a svolgere quotidianamente attività di producing e di tecnico del suono da freelance, collaborando con svariati artisti indipendenti, nonché offrendo le proprie competenze per
lavori audiovisivi aziendali e/o cinematografici, tanto sul set quanto in fase di post-produzione. Nel 2024 lavora come Producer e Sound Designer nel team di Clockbeats Music Group, nota casa di produzione musicale ed etichetta discografica bresciana; inizia altresì l’aBvità di produFore per il
progetto multidisciplinare Drawbeats.
Ad oggi, è in procinto di conseguire il titolo di SoundDesigner per Videogames dal Berklee College of Music e, recentemente, ha aperto Brix Music Studio, dove porta avanti attvità di produzione musicale, sonorizzazione audio (spot pubblicitari, podcast, film, cortometraggi…) e consulenza giuridico economica sulla gestione dei diritti d’autore in ambito musicale.


Buenos DìasDrawbeatsBuenos Dìas
Multidisciplinare audio e acrilico su tela cm 70x50 firmato in basso a dx Drawbeats
DRAW BEATS è un progetto multidisciplinare a cura di Andrea Gazzurelli & Marco Faglia
che fonde arte visiva e musica elettronica, dando vita a un'opera multisensoriale da vedere e ascoltare. Il duo è composto da:Andrea Gazzurelli, in arte GAZBY, artista visivo e pittore sperimentale e Marco Faglia, compositore, producer e sound designer.
Clicca per espandere
Il processo creativo parte da un’opera pittorica realizzata da GAZBY su tela: ogni gesto, colpo di pennello, e materiale utilizzato viene microfonato e registrato in tempo reale. Questi suoni grezzi, che nascono direttamente dalla tela, vengono successivamente campionati, trattati e trasformati da Marco Faglia in composizioni musicali originali. A ogni quadro corrisponde un beat unico, e viceversa: l'opera finale è quindi indissolubilmente legata sia alla dimensione visiva che a quella sonora. Ogni DRAW BEAT include: l’opera pittorica originale; un QR Code esclusivo integrato nell’opera, attraverso cui è possibile ascoltare il relativo beat; un tassello in rilievo (7x7x0,8 cm) che riporta lo stesso motivo visivo del quadro e contiene il QR code. DRAW BEATS è una riflessione sul gesto artistico, sulla sinestesia tra suono e immagine, e sulla possibilità di archiviare musicalmente il processo creativo, trasformandolo in un’esperienza immersiva e personale.
Andrea Gazzurelli (GAZBY) – Pittore
Nato a Brescia il 21/11/1994, GAZBY è un artista visivo con una formazione al Liceo Artistico e un approccio sperimentale alla pittura. Dopo un decennio di pausa creativa, nel 2021 ritrova l’urgenza espressiva e torna alla tela con un linguaggio visivo in continua evoluzione. La sua arte si basa su contrasti materici e cromatici, sulla curiosità per nuove tecniche e sull’esplorazione continua del gesto pittorico.
Marco Faglia – Compositore e Sound Designer
Marco Faglia, classe 1994, si avvicina in un primo tempo allo studio della musica frequentando lezioni di Pianoforte. La sua indole poliedrica lo ha sempre portato a coltivare fin da giovane più
progetti musicali in parallelo: studia Canto Pop e incide tre album insieme alla band di cui tutt'oggi è membro (“Barriga”). Curioso di apprendere i meccanismi sottostanti le partiture, si iscrive al corso di Composizione presso il Conservatorio Luca Marenzio di Brescia, sua città natale. D’altro canto, la decisione di frequentare contestualmente anche l’Università, ne determina il trasferimento presso
la città di Trento, dove consegue a pieni voti la laurea Triennale e Magistrale di Economia rispettivamente nel 2017 e nel 2021, nonché la Laurea in Composizione presso il Conservatorio Bonporti (2020). Inizia a svolgere quotidianamente attività di producing e di tecnico del suono da freelance, collaborando con svariati artisti indipendenti, nonché offrendo le proprie competenze per
lavori audiovisivi aziendali e/o cinematografici, tanto sul set quanto in fase di post-produzione. Nel 2024 lavora come Producer e Sound Designer nel team di Clockbeats Music Group, nota casa di produzione musicale ed etichetta discografica bresciana; inizia altresì l’aBvità di produFore per il
progetto multidisciplinare Drawbeats.
Ad oggi, è in procinto di conseguire il titolo di SoundDesigner per Videogames dal Berklee College of Music e, recentemente, ha aperto Brix Music Studio, dove porta avanti attvità di produzione musicale, sonorizzazione audio (spot pubblicitari, podcast, film, cortometraggi…) e consulenza giuridico economica sulla gestione dei diritti d’autore in ambito musicale.


Little ThingsDrawbeatsLittle Things
Multidisciplinare audio e acrilico su tela cm 50x50 firmato in basso a dx Drawbeats
DRAW BEATS è un progetto multidisciplinare a cura di Andrea Gazzurelli & Marco Faglia
che fonde arte visiva e musica elettronica, dando vita a un'opera multisensoriale da vedere e ascoltare. Il duo è composto da:Andrea Gazzurelli, in arte GAZBY, artista visivo e pittore sperimentale e Marco Faglia, compositore, producer e sound designer.
Clicca per espandere
Il processo creativo parte da un’opera pittorica realizzata da GAZBY su tela: ogni gesto, colpo di pennello, e materiale utilizzato viene microfonato e registrato in tempo reale. Questi suoni grezzi, che nascono direttamente dalla tela, vengono successivamente campionati, trattati e trasformati da Marco Faglia in composizioni musicali originali. A ogni quadro corrisponde un beat unico, e viceversa: l'opera finale è quindi indissolubilmente legata sia alla dimensione visiva che a quella sonora. Ogni DRAW BEAT include: l’opera pittorica originale; un QR Code esclusivo integrato nell’opera, attraverso cui è possibile ascoltare il relativo beat; un tassello in rilievo (7x7x0,8 cm) che riporta lo stesso motivo visivo del quadro e contiene il QR code. DRAW BEATS è una riflessione sul gesto artistico, sulla sinestesia tra suono e immagine, e sulla possibilità di archiviare musicalmente il processo creativo, trasformandolo in un’esperienza immersiva e personale.
Andrea Gazzurelli (GAZBY) – Pittore
Nato a Brescia il 21/11/1994, GAZBY è un artista visivo con una formazione al Liceo Artistico e un approccio sperimentale alla pittura. Dopo un decennio di pausa creativa, nel 2021 ritrova l’urgenza espressiva e torna alla tela con un linguaggio visivo in continua evoluzione. La sua arte si basa su contrasti materici e cromatici, sulla curiosità per nuove tecniche e sull’esplorazione continua del gesto pittorico.
Marco Faglia – Compositore e Sound Designer
Marco Faglia, classe 1994, si avvicina in un primo tempo allo studio della musica frequentando lezioni di Pianoforte. La sua indole poliedrica lo ha sempre portato a coltivare fin da giovane più
progetti musicali in parallelo: studia Canto Pop e incide tre album insieme alla band di cui tutt'oggi è membro (“Barriga”). Curioso di apprendere i meccanismi sottostanti le partiture, si iscrive al corso di Composizione presso il Conservatorio Luca Marenzio di Brescia, sua città natale. D’altro canto, la decisione di frequentare contestualmente anche l’Università, ne determina il trasferimento presso
la città di Trento, dove consegue a pieni voti la laurea Triennale e Magistrale di Economia rispettivamente nel 2017 e nel 2021, nonché la Laurea in Composizione presso il Conservatorio Bonporti (2020). Inizia a svolgere quotidianamente attività di producing e di tecnico del suono da freelance, collaborando con svariati artisti indipendenti, nonché offrendo le proprie competenze per
lavori audiovisivi aziendali e/o cinematografici, tanto sul set quanto in fase di post-produzione. Nel 2024 lavora come Producer e Sound Designer nel team di Clockbeats Music Group, nota casa di produzione musicale ed etichetta discografica bresciana; inizia altresì l’aBvità di produFore per il
progetto multidisciplinare Drawbeats.
Ad oggi, è in procinto di conseguire il titolo di SoundDesigner per Videogames dal Berklee College of Music e, recentemente, ha aperto Brix Music Studio, dove porta avanti attvità di produzione musicale, sonorizzazione audio (spot pubblicitari, podcast, film, cortometraggi…) e consulenza giuridico economica sulla gestione dei diritti d’autore in ambito musicale.


Riposa in meMichele Maria CanditoneRiposa in me
China su carta cm 19x19
Nato a Napoli nel 1994, vive e lavora a Milano.
Si forma all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove consegue sia la Laurea Triennale che il Biennio Specialistico in Pittura.
Clicca per espandere
Durante gli studi, risulta determinante l’incontro con il professor Gianluigi Rocca, che lo guida alla scoperta di una sensibilità e di una cura nel segno – e nel disegno – che da allora diventano centrali nella sua ricerca. Il suo percorso artistico nasce da una prolungata osservazione del cielo, da una riflessione sulla noia, sulla lentezza delle cose e su quell’abitudine dimenticata di alzare lo sguardo e semplicemente fermarsi. I movimenti del cielo si trasformano così in sospiri tracciati su carta: una scrittura fatta di segni che si sfiorano, si allontanano, svaniscono, alla ricerca di un paesaggio interiore e silenzioso. Ispirata dalle incisioni di Piranesi, dall’opera di Dadamaino e da letture di Bernhard, Moravia, Dostoevskij e Pessoa, la sua ricerca prende la forma di una cartografia immaginaria: il cielo si capovolge lentamente diventando terra – isole viste dall’alto. Questo ribaltamento dello sguardo coincide con un’evoluzione tecnica, che trasforma le lastre in negativi. In esse, il segno non rappresenta più qualcosa di definito, ma diventa protagonista nel tracciare le incertezze del proprio muoversi, lasciando memoria del passaggio.
Attraverso un agire disinteressato – privo di finalità – il segno si fa sismografo di un gesto in parte inconsapevole, guidato dall’osservazione di micromondi: cute, involucri, superfici. In questo processo emerge progressivamente la sensazione che qualcosa si muova al di sotto della superficie visibile, come in un tentativo di affiorare. È in questa sottile tensione tra volontà e incertezza che si riconosce il senso della sua ricerca: non un percorso lineare o finalizzato, ma un vagare, un errare. Una pratica che rinuncia all’illusione di sapere in anticipo cosa cercare, cosa voler trovare.
Nel 2022 riceve una menzione d’onore al Premio Equita e nel 2023 viene selezionato tra gli artisti in evidenza al Premio Cramum.
«Contro la mia volontà sono istruito e così in realtà neppure so quali pensieri sono i miei e provengono da me, e quali li ho letti».
Bohumil Hrabal, Una solitudine troppo rumorosa


Nell'abissoMichele Maria CanditoneNell'abisso
Inchiostro bianco su dibond cm 30x45 firmato al retro
Nato a Napoli nel 1994, vive e lavora a Milano.
Si forma all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove consegue sia la Laurea Triennale che il Biennio Specialistico in Pittura.
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Durante gli studi, risulta determinante l’incontro con il professor Gianluigi Rocca, che lo guida alla scoperta di una sensibilità e di una cura nel segno – e nel disegno – che da allora diventano centrali nella sua ricerca. Il suo percorso artistico nasce da una prolungata osservazione del cielo, da una riflessione sulla noia, sulla lentezza delle cose e su quell’abitudine dimenticata di alzare lo sguardo e semplicemente fermarsi. I movimenti del cielo si trasformano così in sospiri tracciati su carta: una scrittura fatta di segni che si sfiorano, si allontanano, svaniscono, alla ricerca di un paesaggio interiore e silenzioso. Ispirata dalle incisioni di Piranesi, dall’opera di Dadamaino e da letture di Bernhard, Moravia, Dostoevskij e Pessoa, la sua ricerca prende la forma di una cartografia immaginaria: il cielo si capovolge lentamente diventando terra – isole viste dall’alto. Questo ribaltamento dello sguardo coincide con un’evoluzione tecnica, che trasforma le lastre in negativi. In esse, il segno non rappresenta più qualcosa di definito, ma diventa protagonista nel tracciare le incertezze del proprio muoversi, lasciando memoria del passaggio.
Attraverso un agire disinteressato – privo di finalità – il segno si fa sismografo di un gesto in parte inconsapevole, guidato dall’osservazione di micromondi: cute, involucri, superfici. In questo processo emerge progressivamente la sensazione che qualcosa si muova al di sotto della superficie visibile, come in un tentativo di affiorare. È in questa sottile tensione tra volontà e incertezza che si riconosce il senso della sua ricerca: non un percorso lineare o finalizzato, ma un vagare, un errare. Una pratica che rinuncia all’illusione di sapere in anticipo cosa cercare, cosa voler trovare.
Nel 2022 riceve una menzione d’onore al Premio Equita e nel 2023 viene selezionato tra gli artisti in evidenza al Premio Cramum.
«Contro la mia volontà sono istruito e così in realtà neppure so quali pensieri sono i miei e provengono da me, e quali li ho letti».
Bohumil Hrabal, Una solitudine troppo rumorosa


In stasiMichele Maria CanditoneIn stasi
Inchiostro bianco su dibond cm 17,5x25 firmato al retro
Nato a Napoli nel 1994, vive e lavora a Milano.
Si forma all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove consegue sia la Laurea Triennale che il Biennio Specialistico in Pittura.
Clicca per espandere
Durante gli studi, risulta determinante l’incontro con il professor Gianluigi Rocca, che lo guida alla scoperta di una sensibilità e di una cura nel segno – e nel disegno – che da allora diventano centrali nella sua ricerca. Il suo percorso artistico nasce da una prolungata osservazione del cielo, da una riflessione sulla noia, sulla lentezza delle cose e su quell’abitudine dimenticata di alzare lo sguardo e semplicemente fermarsi. I movimenti del cielo si trasformano così in sospiri tracciati su carta: una scrittura fatta di segni che si sfiorano, si allontanano, svaniscono, alla ricerca di un paesaggio interiore e silenzioso. Ispirata dalle incisioni di Piranesi, dall’opera di Dadamaino e da letture di Bernhard, Moravia, Dostoevskij e Pessoa, la sua ricerca prende la forma di una cartografia immaginaria: il cielo si capovolge lentamente diventando terra – isole viste dall’alto. Questo ribaltamento dello sguardo coincide con un’evoluzione tecnica, che trasforma le lastre in negativi. In esse, il segno non rappresenta più qualcosa di definito, ma diventa protagonista nel tracciare le incertezze del proprio muoversi, lasciando memoria del passaggio.
Attraverso un agire disinteressato – privo di finalità – il segno si fa sismografo di un gesto in parte inconsapevole, guidato dall’osservazione di micromondi: cute, involucri, superfici. In questo processo emerge progressivamente la sensazione che qualcosa si muova al di sotto della superficie visibile, come in un tentativo di affiorare. È in questa sottile tensione tra volontà e incertezza che si riconosce il senso della sua ricerca: non un percorso lineare o finalizzato, ma un vagare, un errare. Una pratica che rinuncia all’illusione di sapere in anticipo cosa cercare, cosa voler trovare.
Nel 2022 riceve una menzione d’onore al Premio Equita e nel 2023 viene selezionato tra gli artisti in evidenza al Premio Cramum.
«Contro la mia volontà sono istruito e così in realtà neppure so quali pensieri sono i miei e provengono da me, e quali li ho letti».
Bohumil Hrabal, Una solitudine troppo rumorosa

