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RICERCA LOTTI

Asta 31 - Dipinti selezionati XIX e XX secolo

dettaglio asta
  • Lotto 1  

    Pesche

    Filippo Vacchetti Filippo Vacchetti
    Carru (CN) 1873 - 1945 Torino
    Olio su tavola cm 49x50 firmato in basso a dx F.Vacchetti

    Filippo Vacchetti nacque il 28 maggio 1873 a Carrù, in provincia di Cuneo, e morì nel 1945 a Torino. Fu un pittore italiano che si distinse per la sua abilità nella rappresentazione di nature morte e paesaggi, ma anche per la sua attenzione alla luce e ai dettagli.
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    La sua formazione avvenne principalmente a Torino, dove entrò in contatto con l’ambiente artistico della città, che in quegli anni stava vivendo una stagione di grande fermento culturale.

    Nel corso della sua carriera, Vacchetti si fece apprezzare per la sua maestria nell'uso del colore e per la capacità di rendere con finezza la bellezza degli oggetti e dei paesaggi, trattati con un realismo preciso ma al contempo affascinante. La sua pittura non era solo un’esercizio tecnico, ma un modo per trasmettere emozioni e sensazioni attraverso la resa accurata delle atmosfere.

    Pur non appartenendo a una scuola specifica, Vacchetti fu influenzato dalle correnti artistiche del suo tempo, ma seppe rimanere fedele alla propria visione, facendo della luce e dei particolari il punto di forza delle sue opere. La sua produzione fu ampiamente apprezzata e le sue opere furono esposte in numerose gallerie e mostre, guadagnandosi un posto di rilievo nel panorama artistico piemontese.

    STIMA:
    min € 1200 - max € 1400
  • Licinio Barzanti Licinio Barzanti
    Forli 1857 - Como 1944
    Olio su tela cm 66x90,5 firmato in basso a dx L.Barzanti

    Licinio Barzanti nacque a Forlì il 29 ottobre 1857 e morì a Como il 4 dicembre 1944. Cresciuto in un ambiente che favoriva la formazione artistica, si formò all'Accademia di Belle Arti di Firenze, sebbene gran parte del suo sviluppo artistico fosse autodidatta.
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    Fu principalmente attratto dalla pittura dal vero e dal ritratto, ma trovò la sua vera espressione nelle composizioni floreali e nei paesaggi, che divennero il suo principale campo di indagine.

    Il suo stile si distingue per la fusione di tradizione classica e tendenze veriste, unendo un realismo attento ai dettagli a una sensibilità per le luci e i colori. Le sue opere erano caratterizzate da una delicata armonia cromatica e atmosfere che spesso richiamano una visione romantica della natura. Barzanti partecipò a numerose mostre in Italia e all'estero, guadagnandosi consensi anche in Russia, dove le sue opere furono particolarmente apprezzate.

    Nel corso della sua carriera, Barzanti ebbe modo di esporre in importanti gallerie, e nel 1931 organizzò una mostra personale presso la Galleria Micheli di Milano. Nonostante il successo ottenuto durante la sua vita, fu solo successivamente, in occasione di una retrospettiva dedicata a lui nel 2014 a Forlì, che venne riconosciuto pienamente il valore del suo contributo alla pittura.

    STIMA:
    min € 2000 - max € 2500
  • Lotto 3  

    Fiori

    Alfio Paolo Graziani Alfio Paolo Graziani
    Roncoferraro (MN) 1900 - Gavirate (VA) 1981
    Olio su tela cm 70x100 firmato in basso a sx A.Graziani

    Alfio Paolo Graziani nacque il 29 ottobre 1900 a Roncoferraro, in provincia di Mantova, e morì il 28 novembre 1981 a Gavirate, nel Varesotto. La sua formazione artistica iniziò presto, grazie a borse di studio che gli permisero di frequentare il Corso di pittura all'Istituto G.
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    Franchetti di Mantova e, successivamente, l'Accademia Cignaroli di Verona. Si trasferì poi a Milano, dove proseguì gli studi all'Accademia di Brera, entrando in contatto con maestri come Cesare Tallone e Ambrogio Alciati.

    Durante la sua carriera, Graziani partecipò a numerose esposizioni di grande rilevanza, tra cui l'Esposizione Nazionale di Belle Arti di Brera a Milano e varie mostre organizzate dalla Società per le Belle Arti di Milano. Il suo talento fu riconosciuto anche a livello internazionale, con la sua partecipazione alla Biennale di Venezia e alla Mostra d'Arte Italiana di Barcellona.

    Le sue opere si distinsero per la qualità e la delicatezza, in particolare nei ritratti e nelle composizioni di figure femminili, che gli garantirono numerosi premi e riconoscimenti. Nel 1933, per esempio, ottenne una medaglia d'argento per l'affresco "Il Mercato" e una medaglia d'oro per il dipinto "Fanciulla in verde".

    Dal 1931 al 1942, Graziani si dedicò anche all'insegnamento, contribuendo alla formazione di nuove generazioni di artisti all'Umanitaria di Milano.

    STIMA:
    min € 1200 - max € 1400
  • Lotto 4  

    Anfora

    Ugo Celada da Virgilio Ugo Celada da Virgilio
    Cerese (MN) 1895 - Varese 1995
    Olio su tavola cm 40x50 firmato in basso a sx Ugo Celada

    Ugo Celada da Virgilio nacque il 25 maggio 1895 a Virgilio, un piccolo comune della provincia di Mantova. Sin da giovane dimostrò un talento eccezionale per l'arte, esponendo già all'età di tredici anni alla mostra di fine corso a Palazzo Ducale di Mantova.
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    Fu proprio in quella occasione che il suo lavoro attirò l'attenzione di importanti critici e intellettuali, tra cui Gabriele D'Annunzio e Ugo Ojetti, che ne lodarono la maestria.

    Nel 1914, grazie a una borsa di studio Franchetti, si trasferì a Milano per frequentare l'Accademia di Brera, dove fu allievo di Cesare Tallone. Fu in quegli anni che il suo stile pittorico si affinò e divenne sempre più riconoscibile. La sua carriera decollò nel 1920, quando partecipò alla XII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, conquistando un posto di rilievo nel panorama artistico italiano e internazionale.

    Nel 1926 sposò Teresa e, nel 1932, ottenne uno studio presso il Teatro alla Scala di Milano, grazie al sostegno del sovrintendente Jenner Mataloni. Tuttavia, la sua carriera subì un colpo devastante nel 1943, quando durante un bombardamento aereo, il suo studio fu distrutto, insieme a tutte le sue opere. Nonostante questa tragedia, Celada continuò a lavorare e a partecipare a importanti mostre, sebbene la sua adesione al manifesto antinovecentista lo isolò ulteriormente dal panorama artistico ufficiale.

    Gli anni successivi videro una diminuzione della sua visibilità, ma nel 1959 partecipò alla Prima Mostra di Pittori Oggettivi a Milano. Nel 1985, il Comune di Cerese di Virgilio gli rese omaggio con l'inaugurazione della Galleria Ugo Celada, dedicata alle sue opere, in cui vennero esposte cinquanta delle sue creazioni donate dall'artista. Questo atto contribuì alla riscoperta del suo talento, che, seppur dimenticato per un lungo periodo, rimane un'importante testimonianza della pittura italiana del XX secolo.

    Celada morì il 9 agosto 1995 a Varese, all'età di 100 anni. La sua produzione spaziò dal ritratto alla natura morta, passando per il nudo. I suoi ritratti si caratterizzano per un'attenzione minuziosa ai dettagli e per la capacità di rappresentare i soggetti con un'idealizzazione che li rendeva quasi fuori dal tempo. Le sue nature morte, così come i paesaggi dipinti en plein air, testimoniano un equilibrato incontro tra classicismo e modernità, avvicinandosi per certi versi alla sensibilità di artisti come Giorgio Morandi.

    STIMA:
    min € 3500 - max € 4000
  • Lotto 5  

    Rose

    Lino Baccarini Lino Baccarini
    Gonzaga ( MN ) 1893 - Milano 1973
    Olio su tavola diametro cm 65 firmato in basso a dx L.Baccarini

    Lino Baccarini nacque il 6 dicembre 1893 a Gonzaga, in provincia di Mantova, e si trasferì a Milano nel 1908 per intraprendere gli studi presso l'Accademia di Brera. Qui fu allievo di Cesare Tallone e Giuseppe Mentessi, distinguendosi fin da subito per il suo talento e ricevendo importanti riconoscimenti, tra cui il Premio Bozzi-Caimi nel 1916-1917 e la pensione Hayez nel 1917-1918.
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    La sua carriera espositiva ebbe inizio nel 1915, quando partecipò alla Mostra Artistica Mantovana, e continuò con diverse esposizioni nazionali, tra cui quelle a Brera e alla Permanente di Milano. Nel 1921 fu nominato socio onorario della Regia Accademia di Belle Arti di Milano, e nel 1924 prese parte alla Mostra del Ritratto Femminile Contemporaneo a Monza, dove espose opere di grande valore come il "Ritratto delle signore Li Greci" e il "Ritratto di Salvioni".

    Nel corso degli anni, Baccarini espose in numerose mostre personali e collettive in Italia e all'estero, come quella di Buenos Aires nel 1930, e ottenne diversi riconoscimenti, tra cui medaglie d'oro e premi prestigiosi. Alcune delle sue opere furono acquisite dalla Galleria Civica di Milano e dall'Ospedale Maggiore di Milano, dove realizzò il celebre "Ritratto di Benefattore Benedetto Fossati" nel 1926.

    La sua produzione artistica spaziò dal ritratto alla natura morta, sempre con uno stile che combinava tradizione e modernità. La sua tecnica raffinata e la capacità di cogliere la psicologia dei suoi soggetti lo resero uno dei più apprezzati ritrattisti del suo tempo. Nel 1955 vinse una medaglia d'oro al Premio Amaro Ramazzotti e, nel corso della sua carriera, partecipò a importanti Biennali, come quella di Brera e quella di Milano.

    Lino Baccarini morì il 20 gennaio 1973 a MilanoLino Baccarini nacque il 6 dicembre 1893 a Gonzaga, in provincia di Mantova, e si trasferì a Milano nel 1908 per intraprendere gli studi presso l'Accademia di Brera. Qui fu allievo di Cesare Tallone e Giuseppe Mentessi, distinguendosi fin da subito per il suo talento e ricevendo importanti riconoscimenti, tra cui il Premio Bozzi-Caimi nel 1916-1917 e la pensione Hayez nel 1917-1918.

    La sua carriera espositiva ebbe inizio nel 1915, quando partecipò alla Mostra Artistica Mantovana, e continuò con diverse esposizioni nazionali, tra cui quelle a Brera e alla Permanente di Milano. Nel 1921 fu nominato socio onorario della Regia Accademia di Belle Arti di Milano, e nel 1924 prese parte alla Mostra del Ritratto Femminile Contemporaneo a Monza, dove espose opere di grande valore come il "Ritratto delle signore Li Greci" e il "Ritratto di Salvioni".

    Nel corso degli anni, Baccarini espose in numerose mostre personali e collettive in Italia e all'estero, come quella di Buenos Aires nel 1930, e ottenne diversi riconoscimenti, tra cui medaglie d'oro e premi prestigiosi. Alcune delle sue opere furono acquisite dalla Galleria Civica di Milano e dall'Ospedale Maggiore di Milano, dove realizzò il celebre "Ritratto di Benefattore Benedetto Fossati" nel 1926.

    La sua produzione artistica spaziò dal ritratto alla natura morta, sempre con uno stile che combinava tradizione e modernità. La sua tecnica raffinata e la capacità di cogliere la psicologia dei suoi soggetti lo resero uno dei più apprezzati ritrattisti del suo tempo. Nel 1955 vinse una medaglia d'oro al Premio Amaro Ramazzotti e, nel corso della sua carriera, partecipò a importanti Biennali, come quella di Brera e quella di Milano.

    Lino Baccarini morì il 20 gennaio 1973 a Milano.

    STIMA:
    min € 800 - max € 1000
  • Lotto 6  

    Vaso di fiori

    Adriano Bogoni Adriano Bogoni
    Monteforte d'Alpone (VR) 1896 - Cesena 1970
    Olio su tela cm 60x50 firmato in basso a dx A.Bogoni

    Adriano Bogoni nacque il 16 luglio 1896 a Monteforte d'Alpone, in provincia di Verona. Si formò presso l'Accademia Cignaroli di Verona e successivamente nello studio di Angelo Dall'Oca Bianca.
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    Dalla fine della Prima Guerra Mondiale, si stabilì a Milano, dove iniziò la sua attività artistica, partecipando a diverse esposizioni.
    Nel 1919, Bogoni espose per la prima volta alla Quadriennale di Torino, e l'anno successivo partecipò alla XII Biennale di Venezia. Nel 1925, presentò una mostra personale a Sanremo, seguita da un'altra a Torino nel 1926. Nel 1927, espose a Gardone Riviera, e nel 1931 partecipò alla "Famegia Veneziana" a Milano, ottenendo un buon successo.
    La sua pittura iniziale era di natura analitica, con ritratti che evidenziavano una forte carica psicologica e introspettiva. Successivamente, negli anni '50, si dedicò a nature morte e paesaggi, in particolare del mare ligure, trasferendo nelle sue opere la passione per l'analisi delle emozioni e dei sentimenti.
    Nel Castello scaligero di Malcesine, sul Lago di Garda, Bogoni fondò l'Accademia Internazionale del Paesaggio, riconosciuta dallo Stato. Nel periodo 1937-1939, l'Accademia accolse circa novanta allievi provenienti da diversi Paesi, tra cui Italia, Germania, Stati Uniti, Olanda, Russia, Francia e Polonia. Nel corso della sua carriera, l'artista ricevette numerosi premi nazionali e internazionali.
    Le sue opere sono presenti in raccolte private e in gallerie d'arte moderna di città come Roma, Milano, Berlino, Monaco di Baviera, Barcellona e New York. Nel 1976, la moglie Maria Pia donò tredici sue opere alla Pinacoteca Comunale di Malcesine.
    Adriano Bogoni morì a Milano nel 1970.

    STIMA:
    min € 1000 - max € 1200
  • Lotto 7  

    Natura morta

    Luigi Zago Luigi Zago
    Villafranca di Verona (VR) 1894 - Mendoza 1952
    Olio su cartone cm 48x68 firmato in basso a dx Luigi Zago

    Luigi Zago nacque il 14 febbraio 1894 a Villafranca di Verona, in Italia. Fin da giovane, mostrò una spiccata inclinazione per l'arte, iniziando a dipingere come autodidatta.
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    Nel 1924, sotto la guida del pittore Vettore Zanetti Zilla, affinò ulteriormente le sue capacità artistiche.
    La sua carriera espositiva ebbe inizio nel 1924 al Lyceum di Milano, dove le sue opere catturarono l'attenzione di critici e artisti, tra cui Carlo Carrà. Nel 1925, partecipò alla Biennale di Roma, ottenendo riconoscimenti significativi. Continuò a esporre in importanti sedi come la Quadriennale di Torino e in altre città italiane, tra cui Milano, Firenze e Bologna. Nel 1926, in occasione del Centenario Francescano, Zago realizzò ottanta opere dedicate ai luoghi legati a San Francesco d'Assisi. Questi dipinti furono pubblicati nei tre volumi dei "Santuari Francescani" di Padre Vittorino Facchinetti. L'anno successivo, dipinse una serie di cinquanta opere ispirate ai luoghi e alle atmosfere dei "Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni, raffigurando scene come quelle di Don Abbondio e Pescarenico.
    Nel 1928, Zago allestì una mostra personale alla Galleria Micheli di Milano, presentando opere che ritraevano i luoghi della Prima Guerra Mondiale. Nello stesso anno, partecipò alla Biennale di Venezia con i dipinti "La Fonte" e "Finestra". Per il ventennale della Vittoria, intraprese un viaggio a piedi attraverso i luoghi dove aveva combattuto, creando una serie di opere esposte nella "Mostra dei campi di battaglia – dal Timavo all'Adamello" a Milano. Queste opere gli valsero il titolo di "pittore delle visioni di pace sui luoghi di guerra".
    Nel 1929, Zago vinse il primo premio alla Mostra del Paesaggio di Baveno e, nel 1942, ottenne lo stesso riconoscimento alla Mostra Sindacale di Milano con il dipinto "Alto Lago di Como", successivamente acquisito dalla Provincia di Milano. Tuttavia, nel 1943, un bombardamento distrusse gran parte del suo studio a Milano, perdendo numerose opere. Nonostante ciò, organizzò una mostra con i lavori rimasti e continuò a esporre in città come Biella, Bergamo e Como.
    Nel 1946, Zago ricevette il primo premio alla "Mostra del Mare" di San Remo. L'anno seguente, la moglie Magda Martinelli portò alcune sue opere in Sud America, presentandole in musei e gallerie. Nel 1949, Zago si trasferì a Buenos Aires, in Argentina, dove lavorò per il Ministero delle Belle Arti. In Sud America, ottenne numerosi successi, esponendo in città come Rosario, Mendoza, Cordoba, Punta del Este e Montevideo. Il governo della provincia di Cordoba gli commissionò cinquanta tele raffiguranti la città e i suoi paesaggi, pubblicate nel catalogo "Cordoba y sus Sierras en su poesía de colores".
    Noto anche come "il pittore di Evita Perón", Zago morì improvvisamente a Buenos Aires l'8 luglio 1952, prima di poter completare un ulteriore incarico a Posadas, nella provincia di Misiones. Nel 1953, Villafranca di Verona gli rese omaggio con una grande mostra postuma, seguita nel 1954 dalla posa di una lapide commemorativa sulla sua casa natale in via Pace. Le sue opere sono conservate in importanti collezioni pubbliche e private, sia in Italia che all'estero, tra cui musei a Buenos Aires, Montevideo, Rosario e Santiago.

    STIMA:
    min € 1000 - max € 1200
  • Lotto 8  

    Vaso

    Remo Wolf Remo Wolf
    Trento 1912 - Trento 2009
    Pastello su carta cm 24x31 firmato in basso a dx Wolf

    Remo Wolf nacque il 29 febbraio 1912 a Trento, in Italia. Fin da giovane, dimostrò una passione per l'arte che lo portò a intraprendere studi in diverse città italiane.
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    Nel 1928, frequentò l'Istituto d'Arte di Parma, dove si diplomò nel 1930. Successivamente, si iscrisse all'Istituto di Magistero d'Arte di Firenze, concludendo gli studi con l'abilitazione all'insegnamento del "disegno e storia dell'arte" a Roma.
    La carriera di Wolf come insegnante iniziò a Bolzano e Merano. Nel 1935, tenne la sua prima mostra personale a Merano. Nel 1939, fu richiamato alle armi, prestando servizio prima sul fronte francese e successivamente in Africa Settentrionale. Dopo la sconfitta di El Alamein nel 1942, fu fatto prigioniero e trascorse diversi anni nei campi di prigionia in Egitto. Decorato al valor militare, tornò in patria nel 1946.

    STIMA:
    min € 1000 - max € 1200
  • Lotto 9  

    Frutti

    Casimiro Jodi Casimiro Jodi
    Modena 1886 - Rovigo 1948
    Olio su tavola cm 47X48 firmato in basso a dx Casimiro Jodi

    Casimiro Jodi nacque a Modena il 30 ottobre 1886. Fin da giovane, si distinse per il suo talento artistico, iniziando a frequentare l'Istituto di Belle Arti della sua città.
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    La sua formazione proseguì a Roma, dove studiò presso l'Accademia di San Luca, e a Firenze, dove perfezionò la sua tecnica. Durante gli anni di formazione, Jodi mostrò un'inclinazione per il ritratto, la natura morta e la pittura paesaggistica, con uno stile che combinava precisione tecnica e grande sensibilità per i dettagli.

    Nel 1910, partecipò alla IX Esposizione Internazionale di Venezia, presentando alcune delle sue prime opere, tra cui "Vecchio calciaiuolo" e "Impressione". Queste opere, così come quelle successive, riflettevano una poetica che fondeva il simbolismo e il realismo, con una particolare attenzione alla resa dei volumi e alla luce. La sua carriera espositiva fu costellata di successi, con mostre a Milano, Verona e Napoli, dove il suo lavoro suscitò l'apprezzamento di critica e pubblico.

    Nel 1913, Jodi tornò a Modena, dove intraprese la carriera di insegnante di disegno, prima come professore alla Scuola Normale Maschile, poi come docente presso il Liceo Artistico della città. Nonostante i suoi impegni didattici, continuò a dedicarsi alla pittura, realizzando opere significative come il "Ritratto di donna con cappello nero", che ritraeva la sorella Camilla, scrittrice e giornalista.

    La sua arte spaziò tra temi diversi, ma la natura morta, il ritratto e il paesaggio rimasero i soggetti privilegiati. Il suo stile, sobrio e pacato, lo rese un artista apprezzato per la sua capacità di catturare l'anima delle cose e delle persone. Nelle mostre internazionali, come quelle della Biennale di Venezia, Jodi presentò lavori che si distinsero per la forza evocativa e la cura nei dettagli.

    Nel 1939, allestì una personale a Rovigo, dove espose opere come "I crisantemi sul tavolo" e "Ritratto di giovane convalescente". Queste opere rappresentano il culmine della sua ricerca stilistica, caratterizzata da una pittura che, pur nella sua meticolosità, riusciva ad esprimere una grande spontaneità.

    Casimiro Jodi morì il 26 agosto 1948 a RovigoCasimiro Jodi nacque a Modena il 30 ottobre 1886. Fin da giovane, si distinse per il suo talento artistico, iniziando a frequentare l'Istituto di Belle Arti della sua città. La sua formazione proseguì a Roma, dove studiò presso l'Accademia di San Luca, e a Firenze, dove perfezionò la sua tecnica. Durante gli anni di formazione, Jodi mostrò un'inclinazione per il ritratto, la natura morta e la pittura paesaggistica, con uno stile che combinava precisione tecnica e grande sensibilità per i dettagli.

    Nel 1910, partecipò alla IX Esposizione Internazionale di Venezia, presentando alcune delle sue prime opere, tra cui "Vecchio calciaiuolo" e "Impressione". Queste opere, così come quelle successive, riflettevano una poetica che fondeva il simbolismo e il realismo, con una particolare attenzione alla resa dei volumi e alla luce. La sua carriera espositiva fu costellata di successi, con mostre a Milano, Verona e Napoli, dove il suo lavoro suscitò l'apprezzamento di critica e pubblico.

    Nel 1913, Jodi tornò a Modena, dove intraprese la carriera di insegnante di disegno, prima come professore alla Scuola Normale Maschile, poi come docente presso il Liceo Artistico della città. Nonostante i suoi impegni didattici, continuò a dedicarsi alla pittura, realizzando opere significative come il "Ritratto di donna con cappello nero", che ritraeva la sorella Camilla, scrittrice e giornalista.

    La sua arte spaziò tra temi diversi, ma la natura morta, il ritratto e il paesaggio rimasero i soggetti privilegiati. Il suo stile, sobrio e pacato, lo rese un artista apprezzato per la sua capacità di catturare l'anima delle cose e delle persone. Nelle mostre internazionali, come quelle della Biennale di Venezia, Jodi presentò lavori che si distinsero per la forza evocativa e la cura nei dettagli.

    Nel 1939, allestì una personale a Rovigo, dove espose opere come "I crisantemi sul tavolo" e "Ritratto di giovane convalescente". Queste opere rappresentano il culmine della sua ricerca stilistica, caratterizzata da una pittura che, pur nella sua meticolosità, riusciva ad esprimere una grande spontaneità.

    Casimiro Jodi morì il 26 agosto 1948 a Rovigo.

    STIMA:
    min € 1200 - max € 1400
  • Lotto 10  

    I funghi porcini

    Casimiro Jodi Casimiro Jodi
    Modena 1886 - Rovigo 1948
    Olio su tavola cm 42x56,5 firmato in basso a sx Casimiro Jodi

    Casimiro Jodi nacque a Modena il 30 ottobre 1886. Fin da giovane, si distinse per il suo talento artistico, iniziando a frequentare l'Istituto di Belle Arti della sua città.
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    La sua formazione proseguì a Roma, dove studiò presso l'Accademia di San Luca, e a Firenze, dove perfezionò la sua tecnica. Durante gli anni di formazione, Jodi mostrò un'inclinazione per il ritratto, la natura morta e la pittura paesaggistica, con uno stile che combinava precisione tecnica e grande sensibilità per i dettagli.

    Nel 1910, partecipò alla IX Esposizione Internazionale di Venezia, presentando alcune delle sue prime opere, tra cui "Vecchio calciaiuolo" e "Impressione". Queste opere, così come quelle successive, riflettevano una poetica che fondeva il simbolismo e il realismo, con una particolare attenzione alla resa dei volumi e alla luce. La sua carriera espositiva fu costellata di successi, con mostre a Milano, Verona e Napoli, dove il suo lavoro suscitò l'apprezzamento di critica e pubblico.

    Nel 1913, Jodi tornò a Modena, dove intraprese la carriera di insegnante di disegno, prima come professore alla Scuola Normale Maschile, poi come docente presso il Liceo Artistico della città. Nonostante i suoi impegni didattici, continuò a dedicarsi alla pittura, realizzando opere significative come il "Ritratto di donna con cappello nero", che ritraeva la sorella Camilla, scrittrice e giornalista.

    La sua arte spaziò tra temi diversi, ma la natura morta, il ritratto e il paesaggio rimasero i soggetti privilegiati. Il suo stile, sobrio e pacato, lo rese un artista apprezzato per la sua capacità di catturare l'anima delle cose e delle persone. Nelle mostre internazionali, come quelle della Biennale di Venezia, Jodi presentò lavori che si distinsero per la forza evocativa e la cura nei dettagli.

    Nel 1939, allestì una personale a Rovigo, dove espose opere come "I crisantemi sul tavolo" e "Ritratto di giovane convalescente". Queste opere rappresentano il culmine della sua ricerca stilistica, caratterizzata da una pittura che, pur nella sua meticolosità, riusciva ad esprimere una grande spontaneità.

    Casimiro Jodi morì il 26 agosto 1948 a RovigoCasimiro Jodi nacque a Modena il 30 ottobre 1886. Fin da giovane, si distinse per il suo talento artistico, iniziando a frequentare l'Istituto di Belle Arti della sua città. La sua formazione proseguì a Roma, dove studiò presso l'Accademia di San Luca, e a Firenze, dove perfezionò la sua tecnica. Durante gli anni di formazione, Jodi mostrò un'inclinazione per il ritratto, la natura morta e la pittura paesaggistica, con uno stile che combinava precisione tecnica e grande sensibilità per i dettagli.

    Nel 1910, partecipò alla IX Esposizione Internazionale di Venezia, presentando alcune delle sue prime opere, tra cui "Vecchio calciaiuolo" e "Impressione". Queste opere, così come quelle successive, riflettevano una poetica che fondeva il simbolismo e il realismo, con una particolare attenzione alla resa dei volumi e alla luce. La sua carriera espositiva fu costellata di successi, con mostre a Milano, Verona e Napoli, dove il suo lavoro suscitò l'apprezzamento di critica e pubblico.

    Nel 1913, Jodi tornò a Modena, dove intraprese la carriera di insegnante di disegno, prima come professore alla Scuola Normale Maschile, poi come docente presso il Liceo Artistico della città. Nonostante i suoi impegni didattici, continuò a dedicarsi alla pittura, realizzando opere significative come il "Ritratto di donna con cappello nero", che ritraeva la sorella Camilla, scrittrice e giornalista.

    La sua arte spaziò tra temi diversi, ma la natura morta, il ritratto e il paesaggio rimasero i soggetti privilegiati. Il suo stile, sobrio e pacato, lo rese un artista apprezzato per la sua capacità di catturare l'anima delle cose e delle persone. Nelle mostre internazionali, come quelle della Biennale di Venezia, Jodi presentò lavori che si distinsero per la forza evocativa e la cura nei dettagli.

    Nel 1939, allestì una personale a Rovigo, dove espose opere come "I crisantemi sul tavolo" e "Ritratto di giovane convalescente". Queste opere rappresentano il culmine della sua ricerca stilistica, caratterizzata da una pittura che, pur nella sua meticolosità, riusciva ad esprimere una grande spontaneità.

    Casimiro Jodi morì il 26 agosto 1948 a Rovigo.

    STIMA:
    min € 800 - max € 1000
  • Lotto 11  

    Natura morta

    Oscar Sogaro Oscar Sogaro
    Dolo 1888 - Venezia 1967
    Olio su tela cm 51,5x76 firmato in basso a sx O.Sogaro datato 31

    Oscar Sogaro nacque il 14 settembre 1888 a Dolo, in provincia di Venezia. Frequentò l'Accademia di Belle Arti di Bologna sotto la guida del professor Domenico Ferri, diplomandosi con il premio ministeriale.
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    Durante la Prima Guerra Mondiale, espose alla Mostra dei Veneti a Bologna, iniziando a farsi conoscere nel panorama artistico.
    Nel 1900, Sogaro aderì al movimento dei "Ribelli di Cà Pesaro", un gruppo di pittori che includeva nomi come Umberto Moggioli, Felice Castegnaro, Mario Disertori e Pio Semeghini. Questo gruppo si distinse per la sua ricerca artistica innovativa e per l'approccio critico verso le tradizioni pittoriche consolidate.
    La sua partecipazione alla Biennale d'Arte di Venezia fu significativa: espose in questa sede dal 1922 al 1935, ottenendo riconoscimenti e consolidando la sua reputazione. Oltre a Venezia, le sue opere furono presentate in mostre a Milano, Roma, Padova, Bruxelles e Trieste, dimostrando la sua presenza attiva nel circuito artistico internazionale.
    Sogaro trattò vari generi pittorici, tra cui il ritratto psicologico, la natura morta e, in particolare, il paesaggio. Le sue rappresentazioni della laguna veneziana e del fiume Brenta sono note per la delicatezza e la profondità emotiva, catturando le sfumature di luce e atmosfera dei luoghi.
    Sue opere sono conservate presso il Municipio e la Cassa di Risparmio di Venezia, nelle collezioni D'Angelo di Venezia e Costantini di Padova, oltre che in numerose collezioni private. Oscar Sogaro morì il 13 dicembre 1967 a Venezia.

    STIMA:
    min € 3000 - max € 3500
  • Lotto 12  

    Vasi

    Oscar Sogaro Oscar Sogaro
    Dolo 1888 - Venezia 1967
    Olio su cartone cm 51x47,5 firmato in basso a sx O.Sogaro datato 28

    Oscar Sogaro nacque il 14 settembre 1888 a Dolo, in provincia di Venezia. Frequentò l'Accademia di Belle Arti di Bologna sotto la guida del professor Domenico Ferri, diplomandosi con il premio ministeriale.
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    Durante la Prima Guerra Mondiale, espose alla Mostra dei Veneti a Bologna, iniziando a farsi conoscere nel panorama artistico.
    Nel 1900, Sogaro aderì al movimento dei "Ribelli di Cà Pesaro", un gruppo di pittori che includeva nomi come Umberto Moggioli, Felice Castegnaro, Mario Disertori e Pio Semeghini. Questo gruppo si distinse per la sua ricerca artistica innovativa e per l'approccio critico verso le tradizioni pittoriche consolidate.
    La sua partecipazione alla Biennale d'Arte di Venezia fu significativa: espose in questa sede dal 1922 al 1935, ottenendo riconoscimenti e consolidando la sua reputazione. Oltre a Venezia, le sue opere furono presentate in mostre a Milano, Roma, Padova, Bruxelles e Trieste, dimostrando la sua presenza attiva nel circuito artistico internazionale.
    Sogaro trattò vari generi pittorici, tra cui il ritratto psicologico, la natura morta e, in particolare, il paesaggio. Le sue rappresentazioni della laguna veneziana e del fiume Brenta sono note per la delicatezza e la profondità emotiva, catturando le sfumature di luce e atmosfera dei luoghi.
    Sue opere sono conservate presso il Municipio e la Cassa di Risparmio di Venezia, nelle collezioni D'Angelo di Venezia e Costantini di Padova, oltre che in numerose collezioni private. Oscar Sogaro morì il 13 dicembre 1967 a Venezia.

    STIMA:
    min € 2000 - max € 2500
  • Lotto 13  

    Tulipani a Venezia

    Oscar Sogaro Oscar Sogaro
    Dolo 1888 - Venezia 1967
    Olio su tela cm 70x50 firmato in basso a sx O.Sogaro datato 4 - 56

    Oscar Sogaro nacque il 14 settembre 1888 a Dolo, in provincia di Venezia. Frequentò l'Accademia di Belle Arti di Bologna sotto la guida del professor Domenico Ferri, diplomandosi con il premio ministeriale.
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    Durante la Prima Guerra Mondiale, espose alla Mostra dei Veneti a Bologna, iniziando a farsi conoscere nel panorama artistico.
    Nel 1900, Sogaro aderì al movimento dei "Ribelli di Cà Pesaro", un gruppo di pittori che includeva nomi come Umberto Moggioli, Felice Castegnaro, Mario Disertori e Pio Semeghini. Questo gruppo si distinse per la sua ricerca artistica innovativa e per l'approccio critico verso le tradizioni pittoriche consolidate.
    La sua partecipazione alla Biennale d'Arte di Venezia fu significativa: espose in questa sede dal 1922 al 1935, ottenendo riconoscimenti e consolidando la sua reputazione. Oltre a Venezia, le sue opere furono presentate in mostre a Milano, Roma, Padova, Bruxelles e Trieste, dimostrando la sua presenza attiva nel circuito artistico internazionale.
    Sogaro trattò vari generi pittorici, tra cui il ritratto psicologico, la natura morta e, in particolare, il paesaggio. Le sue rappresentazioni della laguna veneziana e del fiume Brenta sono note per la delicatezza e la profondità emotiva, catturando le sfumature di luce e atmosfera dei luoghi.
    Sue opere sono conservate presso il Municipio e la Cassa di Risparmio di Venezia, nelle collezioni D'Angelo di Venezia e Costantini di Padova, oltre che in numerose collezioni private. Oscar Sogaro morì il 13 dicembre 1967 a Venezia.

    STIMA:
    min € 2000 - max € 2500
  • Lotto 14  

    Vaso di fiori

    Oscar Sogaro Oscar Sogaro
    Dolo 1888 - Venezia 1967
    Olio su cartone cm 20x29,5 firmato in basso a dx O.Sogaro

    Oscar Sogaro nacque il 14 settembre 1888 a Dolo, in provincia di Venezia. Frequentò l'Accademia di Belle Arti di Bologna sotto la guida del professor Domenico Ferri, diplomandosi con il premio ministeriale.
    Clicca per espandere

    Durante la Prima Guerra Mondiale, espose alla Mostra dei Veneti a Bologna, iniziando a farsi conoscere nel panorama artistico.
    Nel 1900, Sogaro aderì al movimento dei "Ribelli di Cà Pesaro", un gruppo di pittori che includeva nomi come Umberto Moggioli, Felice Castegnaro, Mario Disertori e Pio Semeghini. Questo gruppo si distinse per la sua ricerca artistica innovativa e per l'approccio critico verso le tradizioni pittoriche consolidate.
    La sua partecipazione alla Biennale d'Arte di Venezia fu significativa: espose in questa sede dal 1922 al 1935, ottenendo riconoscimenti e consolidando la sua reputazione. Oltre a Venezia, le sue opere furono presentate in mostre a Milano, Roma, Padova, Bruxelles e Trieste, dimostrando la sua presenza attiva nel circuito artistico internazionale.
    Sogaro trattò vari generi pittorici, tra cui il ritratto psicologico, la natura morta e, in particolare, il paesaggio. Le sue rappresentazioni della laguna veneziana e del fiume Brenta sono note per la delicatezza e la profondità emotiva, catturando le sfumature di luce e atmosfera dei luoghi.
    Sue opere sono conservate presso il Municipio e la Cassa di Risparmio di Venezia, nelle collezioni D'Angelo di Venezia e Costantini di Padova, oltre che in numerose collezioni private. Oscar Sogaro morì il 13 dicembre 1967 a Venezia.

    STIMA:
    min € 1000 - max € 1200
  • Lotto 15  

    Natura morta

    Amedeo Bianchi Amedeo Bianchi
    Rovigo 1882 - Venezia 1949
    Olio su tavola cm 30x36 firmato in basso a dx A.Bianchi

    Amedeo Bianchi nacque a Badia Polesine nel 1882 e morì a Venezia nel 1949. Allievo di Giacomo Grosso all'Accademia Albertina di Torino, Bianchi si distinse come ritrattista e paesaggista.
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    Nel 1913, durante un soggiorno a Catania, ebbe l'opportunità di ritrarre lo scrittore Giovanni Verga. Partecipò a diverse edizioni della Biennale di Venezia, contribuendo al panorama artistico dell'epoca.

    STIMA:
    min € 1000 - max € 1200
  • Lotto 16  

    Ciliegie

    Emo Mazzetti Emo Mazzetti
    Treviso 1870 - Venezia 1955
    Olio su tavola cm 33,5x50 firmato in basso a dx E.Mazzetti

    Emo Mazzetti nacque a Treviso nel 1870 e morì a Venezia nel 1955. Dopo aver studiato agricoltura a Schio e Varese, si trasferì a Venezia nel 1897 per dedicarsi alla pittura.
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    La sua arte si concentrò principalmente su paesaggi e nature morte, con una particolare predilezione per scene che ritraevano la laguna veneziana e le Dolomiti. Le sue opere sono state esposte in numerose mostre, tra cui la Biennale di Venezia, e sono conservate in collezioni pubbliche e private.

    STIMA:
    min € 3000 - max € 3500
  • Lino Selvatico Lino Selvatico
    Padova 1872 - Treviso 1924
    Fiori

    Lino Selvatico, figlio di Riccardo rinomato promotore delle mostre veneziane, nacque e crebbe sotto l'influenza e la guida del padre. Grazie a lui, fu introdotto agli studi giuridici e artistici, avendo anche l'opportunità di apprendere sotto la tutela di Cesare Laurenti.
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    Questa formazione eclettica segnò l'inizio di una carriera artistica promettente.

    La sua opera inaugurale, il "Ritratto del professor G. Bordiga," fu presentata alla III Internazionale d'Arte veneziana nel 1899, evidenziando fin da subito il suo talento emergente. Selvatico, attento osservatore dell'arte veneziana del suo tempo, iniziò la sua carriera ispirandosi a due eminenti artisti locali, Giacomo Favretto ed Ettore Tito. Mentre si distanziò dal filone aneddotico di Favretto, abbracciò la tecnica ritrattistica di Tito, modellando le sue opere su eleganti e mondani stili. Questa scelta artistica si rivelò un successo, guadagnandogli il favore dell'aristocrazia e dell'alta borghesia veneziana.

    La sua partecipazione attiva alle Internazionali veneziane, inclusi due spettacoli individuali nel 1912 e nel 1922, contribuì a consolidare la sua reputazione nel panorama artistico. Nonostante la sua prematura scomparsa il 25 luglio 1924, a seguito di un tragico incidente stradale mentre guidava la sua motocicletta, il suo lascito artistico perdurò.

    Il riconoscimento postumo di Lino Selvatico si manifestò nel 1926, con l'organizzazione di una retrospettiva che presentava ben 45 delle sue opere. Questo evento sottolineò la sua significativa contribuzione all'arte veneziana, celebrando la sua abilità nel ritratto e il suo impatto duraturo sulla scena artistica locale. La sua eredità artistica continuò a ispirare generazioni successive di artisti, confermando la sua posizione di rilievo nella storia dell'arte veneziana del XX secolo.

    STIMA:
    min € 4000 - max € 5000
  • Lotto 18  

    Selvaggina

    Umberto Martina Umberto Martina
    Dardago di Budoia (PN) 1880 - Tauriano di Spilimbergo (PN) 1945
    Olio su tela cm 39,5x50 firmato in basso a dx Martina

    Umberto Martina nacque il 12 luglio 1880 a Dardago di Budoia, in provincia di Pordenone, da una famiglia di contadini. La sua passione per l'arte si manifestò fin da giovane, e nel 1895 si trasferì con la famiglia a Venezia, dove il padre gestiva il "Caffè Cavallo".
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    Nonostante le resistenze familiari, il giovane Umberto riuscì a seguire la sua vocazione, frequentando l'Accademia di Belle Arti di Venezia dal 1895 al 1900, sotto la guida del maestro Ettore Tito. Qui si distinse nello studio della figura, sviluppando un talento che avrebbe segnato il suo percorso artistico.

    Nel 1904, desideroso di ampliare la sua formazione, Martina si trasferì a Monaco di Baviera per studiare all'Accademia locale, dove poté perfezionarsi con il pittore Carl von Marr. Al suo ritorno a Venezia nel 1906, partecipò alla Mostra nazionale di belle arti di Milano, con opere che includevano "Cappello rosso", "Ritratto di bambina" e "Ritratto di signorina", segnando il suo ingresso nel panorama artistico. La sua carriera si consolidò a Venezia, dove divenne noto come ritrattista di grande talento, partecipando a numerose edizioni della Biennale di Venezia e prendendo parte alle mostre di Ca' Pesaro organizzate da Nino Barbantini.

    Oltre ai ritratti, Martina fu anche richiesto per lavori di arte sacra, e le sue opere trovarono spazio in molte chiese del Friuli, del Veneto e del Trentino. La sua pittura, caratterizzata da un approccio vivace e profondo alla psicologia dei soggetti, lo rese un artista di rilievo nel panorama artistico del suo tempo. Tuttavia, durante la Seconda Guerra Mondiale, si rifugiò a Tauriano di Spilimbergo, dove morì il 14 gennaio 1945.

    Nel cinquantenario della sua morte, nel 1995-1996, gli fu dedicata una mostra a Tauriano, esponendo numerosi lavori inediti, tra cui diversi ritratti che ne confermarono la maestria.

    STIMA:
    min € 2000 - max € 2500
  • Lotto 19  

    Natura morta

    E.Cavalli E.Cavalli
    Artista del XX secolo
    Olio su cartone cm 26x34 firmato in basso a sx E.Cavalli

    STIMA:
    min € 2500 - max € 3000
  • Lotto 20  

    Vaso di fiori

    Giuseppe Casciaro Giuseppe Casciaro
    Ortello 1863 -

    Giuseppe Casciaro nacque il 9 marzo 1863 a Ortelle, un piccolo comune della Puglia. Rimasto orfano da giovane, fu accolto dallo zio sacerdote, che gli permise di frequentare il liceo classico, ma la sua passione per l'arte lo portò presto verso gli studi pittorici.
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    Si iscrisse alla scuola di disegno di Paolo Emilio Stasi a Spongano, che riconobbe il suo talento e lo indirizzò a frequentare il Real Istituto di Belle Arti di Napoli. A Napoli, studiò sotto la guida di Gioacchino Toma e dello scultore Stanislao Lista, ma fu l'incontro con Francesco Paolo Michetti a segnare un punto di svolta nella sua carriera, insegnandogli a usare il pastello.

    Il suo debutto artistico avvenne nel 1887 alla Promotrice "Salvator Rosa" di Napoli, dove espose undici paesaggi che gli valsero lodi e riconoscimenti. Da quel momento, partecipò a numerose esposizioni in Italia e all'estero, tra cui quelle di Palermo, Roma, Torino, Milano, Parigi, Bruxelles, Berlino e Vienna. Nel 1893, al Salon de Paris, vinse una medaglia d'oro, consolidando la sua fama. Tra il 1895 e il 1932, Casciaro partecipò quasi senza interruzione alla Biennale di Venezia, dove il suo talento fu ampiamente apprezzato.

    Nel 1906, presentò un ciclo di opere intitolato "Castro e dintorni" all'Esposizione internazionale di Milano, suscitando l'interesse della famiglia reale. La regina Elena, appassionata di pittura, lo nominò suo maestro, un riconoscimento che accrebbe ulteriormente la sua notorietà. Oltre alla pittura, Casciaro si dedicò all'insegnamento, ricoprendo ruoli accademici e contribuendo alla formazione di numerosi giovani artisti. Nel 1929 fu candidato alla Reale Accademia d'Italia, un altro traguardo significativo nella sua carriera.

    Nel 1934, partecipò alla mostra d'arte coloniale di Napoli, avendo l'opportunità di recarsi in Libia per realizzare un ciclo di opere ispirato a quelle terre. Giuseppe Casciaro nacque il 9 marzo 1863 a Ortelle, un piccolo comune della Puglia. Rimasto orfano da giovane, fu accolto dallo zio sacerdote, che gli permise di frequentare il liceo classico, ma la sua passione per l'arte lo portò presto verso gli studi pittorici. Si iscrisse alla scuola di disegno di Paolo Emilio Stasi a Spongano, che riconobbe il suo talento e lo indirizzò a frequentare il Real Istituto di Belle Arti di Napoli. A Napoli, studiò sotto la guida di Gioacchino Toma e dello scultore Stanislao Lista, ma fu l'incontro con Francesco Paolo Michetti a segnare un punto di svolta nella sua carriera, insegnandogli a usare il pastello.

    Il suo debutto artistico avvenne nel 1887 alla Promotrice "Salvator Rosa" di Napoli, dove espose undici paesaggi che gli valsero lodi e riconoscimenti. Da quel momento, partecipò a numerose esposizioni in Italia e all'estero, tra cui quelle di Palermo, Roma, Torino, Milano, Parigi, Bruxelles, Berlino e Vienna. Nel 1893, al Salon de Paris, vinse una medaglia d'oro, consolidando la sua fama. Tra il 1895 e il 1932, Casciaro partecipò quasi senza interruzione alla Biennale di Venezia, dove il suo talento fu ampiamente apprezzato.

    Nel 1906, presentò un ciclo di opere intitolato "Castro e dintorni" all'Esposizione internazionale di Milano, suscitando l'interesse della famiglia reale. La regina Elena, appassionata di pittura, lo nominò suo maestro, un riconoscimento che accrebbe ulteriormente la sua notorietà. Oltre alla pittura, Casciaro si dedicò all'insegnamento, ricoprendo ruoli accademici e contribuendo alla formazione di numerosi giovani artisti. Nel 1929 fu candidato alla Reale Accademia d'Italia, un altro traguardo significativo nella sua carriera.

    Nel 1934, partecipò alla mostra d'arte coloniale di Napoli, avendo l'opportunità di recarsi in Libia per realizzare un ciclo di opere ispirato a quelle terre.
    Giuseppe Casciaro morì a Napoli nel 1945.


    Olio su tela cm 23,8x31,3 firmato in basso a sx G.Casciaro datato 30 Giugno 22
    STIMA:
    min € 2000 - max € 2500
  • Lotto 1  

    Pesche

    Filippo Vacchetti
    Carru (CN) 1873 - 1945 Torino
    Olio su tavola cm 49x50 firmato in basso a dx F.Vacchetti

    Filippo Vacchetti nacque il 28 maggio 1873 a Carrù, in provincia di Cuneo, e morì nel 1945 a Torino. Fu un pittore italiano che si distinse per la sua abilità nella rappresentazione di nature morte e paesaggi, ma anche per la sua attenzione alla luce e ai dettagli.
    Clicca per espandere

    La sua formazione avvenne principalmente a Torino, dove entrò in contatto con l’ambiente artistico della città, che in quegli anni stava vivendo una stagione di grande fermento culturale.

    Nel corso della sua carriera, Vacchetti si fece apprezzare per la sua maestria nell'uso del colore e per la capacità di rendere con finezza la bellezza degli oggetti e dei paesaggi, trattati con un realismo preciso ma al contempo affascinante. La sua pittura non era solo un’esercizio tecnico, ma un modo per trasmettere emozioni e sensazioni attraverso la resa accurata delle atmosfere.

    Pur non appartenendo a una scuola specifica, Vacchetti fu influenzato dalle correnti artistiche del suo tempo, ma seppe rimanere fedele alla propria visione, facendo della luce e dei particolari il punto di forza delle sue opere. La sua produzione fu ampiamente apprezzata e le sue opere furono esposte in numerose gallerie e mostre, guadagnandosi un posto di rilievo nel panorama artistico piemontese.

    STIMA min € 1200 - max € 1400

    Lotto 1  

    Pesche

    Filippo Vacchetti Filippo Vacchetti
    Carru (CN) 1873 - 1945 Torino
    Olio su tavola cm 49x50 firmato in basso a dx F.Vacchetti

    Filippo Vacchetti nacque il 28 maggio 1873 a Carrù, in provincia di Cuneo, e morì nel 1945 a Torino. Fu un pittore italiano che si distinse per la sua abilità nella rappresentazione di nature morte e paesaggi, ma anche per la sua attenzione alla luce e ai dettagli.
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    La sua formazione avvenne principalmente a Torino, dove entrò in contatto con l’ambiente artistico della città, che in quegli anni stava vivendo una stagione di grande fermento culturale.

    Nel corso della sua carriera, Vacchetti si fece apprezzare per la sua maestria nell'uso del colore e per la capacità di rendere con finezza la bellezza degli oggetti e dei paesaggi, trattati con un realismo preciso ma al contempo affascinante. La sua pittura non era solo un’esercizio tecnico, ma un modo per trasmettere emozioni e sensazioni attraverso la resa accurata delle atmosfere.

    Pur non appartenendo a una scuola specifica, Vacchetti fu influenzato dalle correnti artistiche del suo tempo, ma seppe rimanere fedele alla propria visione, facendo della luce e dei particolari il punto di forza delle sue opere. La sua produzione fu ampiamente apprezzata e le sue opere furono esposte in numerose gallerie e mostre, guadagnandosi un posto di rilievo nel panorama artistico piemontese.



    0 offerte pre-asta Dettaglio
  • Licinio Barzanti
    Forli 1857 - Como 1944
    Olio su tela cm 66x90,5 firmato in basso a dx L.Barzanti

    Licinio Barzanti nacque a Forlì il 29 ottobre 1857 e morì a Como il 4 dicembre 1944. Cresciuto in un ambiente che favoriva la formazione artistica, si formò all'Accademia di Belle Arti di Firenze, sebbene gran parte del suo sviluppo artistico fosse autodidatta.
    Clicca per espandere

    Fu principalmente attratto dalla pittura dal vero e dal ritratto, ma trovò la sua vera espressione nelle composizioni floreali e nei paesaggi, che divennero il suo principale campo di indagine.

    Il suo stile si distingue per la fusione di tradizione classica e tendenze veriste, unendo un realismo attento ai dettagli a una sensibilità per le luci e i colori. Le sue opere erano caratterizzate da una delicata armonia cromatica e atmosfere che spesso richiamano una visione romantica della natura. Barzanti partecipò a numerose mostre in Italia e all'estero, guadagnandosi consensi anche in Russia, dove le sue opere furono particolarmente apprezzate.

    Nel corso della sua carriera, Barzanti ebbe modo di esporre in importanti gallerie, e nel 1931 organizzò una mostra personale presso la Galleria Micheli di Milano. Nonostante il successo ottenuto durante la sua vita, fu solo successivamente, in occasione di una retrospettiva dedicata a lui nel 2014 a Forlì, che venne riconosciuto pienamente il valore del suo contributo alla pittura.

    STIMA min € 2000 - max € 2500

    Licinio Barzanti Licinio Barzanti
    Forli 1857 - Como 1944
    Olio su tela cm 66x90,5 firmato in basso a dx L.Barzanti

    Licinio Barzanti nacque a Forlì il 29 ottobre 1857 e morì a Como il 4 dicembre 1944. Cresciuto in un ambiente che favoriva la formazione artistica, si formò all'Accademia di Belle Arti di Firenze, sebbene gran parte del suo sviluppo artistico fosse autodidatta.
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    Fu principalmente attratto dalla pittura dal vero e dal ritratto, ma trovò la sua vera espressione nelle composizioni floreali e nei paesaggi, che divennero il suo principale campo di indagine.

    Il suo stile si distingue per la fusione di tradizione classica e tendenze veriste, unendo un realismo attento ai dettagli a una sensibilità per le luci e i colori. Le sue opere erano caratterizzate da una delicata armonia cromatica e atmosfere che spesso richiamano una visione romantica della natura. Barzanti partecipò a numerose mostre in Italia e all'estero, guadagnandosi consensi anche in Russia, dove le sue opere furono particolarmente apprezzate.

    Nel corso della sua carriera, Barzanti ebbe modo di esporre in importanti gallerie, e nel 1931 organizzò una mostra personale presso la Galleria Micheli di Milano. Nonostante il successo ottenuto durante la sua vita, fu solo successivamente, in occasione di una retrospettiva dedicata a lui nel 2014 a Forlì, che venne riconosciuto pienamente il valore del suo contributo alla pittura.



    0 offerte pre-asta Dettaglio
  • Lotto 3  

    Fiori

    Alfio Paolo Graziani
    Roncoferraro (MN) 1900 - Gavirate (VA) 1981
    Olio su tela cm 70x100 firmato in basso a sx A.Graziani

    Alfio Paolo Graziani nacque il 29 ottobre 1900 a Roncoferraro, in provincia di Mantova, e morì il 28 novembre 1981 a Gavirate, nel Varesotto. La sua formazione artistica iniziò presto, grazie a borse di studio che gli permisero di frequentare il Corso di pittura all'Istituto G.
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    Franchetti di Mantova e, successivamente, l'Accademia Cignaroli di Verona. Si trasferì poi a Milano, dove proseguì gli studi all'Accademia di Brera, entrando in contatto con maestri come Cesare Tallone e Ambrogio Alciati.

    Durante la sua carriera, Graziani partecipò a numerose esposizioni di grande rilevanza, tra cui l'Esposizione Nazionale di Belle Arti di Brera a Milano e varie mostre organizzate dalla Società per le Belle Arti di Milano. Il suo talento fu riconosciuto anche a livello internazionale, con la sua partecipazione alla Biennale di Venezia e alla Mostra d'Arte Italiana di Barcellona.

    Le sue opere si distinsero per la qualità e la delicatezza, in particolare nei ritratti e nelle composizioni di figure femminili, che gli garantirono numerosi premi e riconoscimenti. Nel 1933, per esempio, ottenne una medaglia d'argento per l'affresco "Il Mercato" e una medaglia d'oro per il dipinto "Fanciulla in verde".

    Dal 1931 al 1942, Graziani si dedicò anche all'insegnamento, contribuendo alla formazione di nuove generazioni di artisti all'Umanitaria di Milano.

    STIMA min € 1200 - max € 1400

    Lotto 3  

    Fiori

    Alfio Paolo Graziani Alfio Paolo Graziani
    Roncoferraro (MN) 1900 - Gavirate (VA) 1981
    Olio su tela cm 70x100 firmato in basso a sx A.Graziani

    Alfio Paolo Graziani nacque il 29 ottobre 1900 a Roncoferraro, in provincia di Mantova, e morì il 28 novembre 1981 a Gavirate, nel Varesotto. La sua formazione artistica iniziò presto, grazie a borse di studio che gli permisero di frequentare il Corso di pittura all'Istituto G.
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    Franchetti di Mantova e, successivamente, l'Accademia Cignaroli di Verona. Si trasferì poi a Milano, dove proseguì gli studi all'Accademia di Brera, entrando in contatto con maestri come Cesare Tallone e Ambrogio Alciati.

    Durante la sua carriera, Graziani partecipò a numerose esposizioni di grande rilevanza, tra cui l'Esposizione Nazionale di Belle Arti di Brera a Milano e varie mostre organizzate dalla Società per le Belle Arti di Milano. Il suo talento fu riconosciuto anche a livello internazionale, con la sua partecipazione alla Biennale di Venezia e alla Mostra d'Arte Italiana di Barcellona.

    Le sue opere si distinsero per la qualità e la delicatezza, in particolare nei ritratti e nelle composizioni di figure femminili, che gli garantirono numerosi premi e riconoscimenti. Nel 1933, per esempio, ottenne una medaglia d'argento per l'affresco "Il Mercato" e una medaglia d'oro per il dipinto "Fanciulla in verde".

    Dal 1931 al 1942, Graziani si dedicò anche all'insegnamento, contribuendo alla formazione di nuove generazioni di artisti all'Umanitaria di Milano.



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  • Lotto 4  

    Anfora

    Ugo Celada da Virgilio
    Cerese (MN) 1895 - Varese 1995
    Olio su tavola cm 40x50 firmato in basso a sx Ugo Celada

    Ugo Celada da Virgilio nacque il 25 maggio 1895 a Virgilio, un piccolo comune della provincia di Mantova. Sin da giovane dimostrò un talento eccezionale per l'arte, esponendo già all'età di tredici anni alla mostra di fine corso a Palazzo Ducale di Mantova.
    Clicca per espandere

    Fu proprio in quella occasione che il suo lavoro attirò l'attenzione di importanti critici e intellettuali, tra cui Gabriele D'Annunzio e Ugo Ojetti, che ne lodarono la maestria.

    Nel 1914, grazie a una borsa di studio Franchetti, si trasferì a Milano per frequentare l'Accademia di Brera, dove fu allievo di Cesare Tallone. Fu in quegli anni che il suo stile pittorico si affinò e divenne sempre più riconoscibile. La sua carriera decollò nel 1920, quando partecipò alla XII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, conquistando un posto di rilievo nel panorama artistico italiano e internazionale.

    Nel 1926 sposò Teresa e, nel 1932, ottenne uno studio presso il Teatro alla Scala di Milano, grazie al sostegno del sovrintendente Jenner Mataloni. Tuttavia, la sua carriera subì un colpo devastante nel 1943, quando durante un bombardamento aereo, il suo studio fu distrutto, insieme a tutte le sue opere. Nonostante questa tragedia, Celada continuò a lavorare e a partecipare a importanti mostre, sebbene la sua adesione al manifesto antinovecentista lo isolò ulteriormente dal panorama artistico ufficiale.

    Gli anni successivi videro una diminuzione della sua visibilità, ma nel 1959 partecipò alla Prima Mostra di Pittori Oggettivi a Milano. Nel 1985, il Comune di Cerese di Virgilio gli rese omaggio con l'inaugurazione della Galleria Ugo Celada, dedicata alle sue opere, in cui vennero esposte cinquanta delle sue creazioni donate dall'artista. Questo atto contribuì alla riscoperta del suo talento, che, seppur dimenticato per un lungo periodo, rimane un'importante testimonianza della pittura italiana del XX secolo.

    Celada morì il 9 agosto 1995 a Varese, all'età di 100 anni. La sua produzione spaziò dal ritratto alla natura morta, passando per il nudo. I suoi ritratti si caratterizzano per un'attenzione minuziosa ai dettagli e per la capacità di rappresentare i soggetti con un'idealizzazione che li rendeva quasi fuori dal tempo. Le sue nature morte, così come i paesaggi dipinti en plein air, testimoniano un equilibrato incontro tra classicismo e modernità, avvicinandosi per certi versi alla sensibilità di artisti come Giorgio Morandi.

    STIMA min € 3500 - max € 4000

    Lotto 4  

    Anfora

    Ugo Celada da Virgilio Ugo Celada da Virgilio
    Cerese (MN) 1895 - Varese 1995
    Olio su tavola cm 40x50 firmato in basso a sx Ugo Celada

    Ugo Celada da Virgilio nacque il 25 maggio 1895 a Virgilio, un piccolo comune della provincia di Mantova. Sin da giovane dimostrò un talento eccezionale per l'arte, esponendo già all'età di tredici anni alla mostra di fine corso a Palazzo Ducale di Mantova.
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    Fu proprio in quella occasione che il suo lavoro attirò l'attenzione di importanti critici e intellettuali, tra cui Gabriele D'Annunzio e Ugo Ojetti, che ne lodarono la maestria.

    Nel 1914, grazie a una borsa di studio Franchetti, si trasferì a Milano per frequentare l'Accademia di Brera, dove fu allievo di Cesare Tallone. Fu in quegli anni che il suo stile pittorico si affinò e divenne sempre più riconoscibile. La sua carriera decollò nel 1920, quando partecipò alla XII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, conquistando un posto di rilievo nel panorama artistico italiano e internazionale.

    Nel 1926 sposò Teresa e, nel 1932, ottenne uno studio presso il Teatro alla Scala di Milano, grazie al sostegno del sovrintendente Jenner Mataloni. Tuttavia, la sua carriera subì un colpo devastante nel 1943, quando durante un bombardamento aereo, il suo studio fu distrutto, insieme a tutte le sue opere. Nonostante questa tragedia, Celada continuò a lavorare e a partecipare a importanti mostre, sebbene la sua adesione al manifesto antinovecentista lo isolò ulteriormente dal panorama artistico ufficiale.

    Gli anni successivi videro una diminuzione della sua visibilità, ma nel 1959 partecipò alla Prima Mostra di Pittori Oggettivi a Milano. Nel 1985, il Comune di Cerese di Virgilio gli rese omaggio con l'inaugurazione della Galleria Ugo Celada, dedicata alle sue opere, in cui vennero esposte cinquanta delle sue creazioni donate dall'artista. Questo atto contribuì alla riscoperta del suo talento, che, seppur dimenticato per un lungo periodo, rimane un'importante testimonianza della pittura italiana del XX secolo.

    Celada morì il 9 agosto 1995 a Varese, all'età di 100 anni. La sua produzione spaziò dal ritratto alla natura morta, passando per il nudo. I suoi ritratti si caratterizzano per un'attenzione minuziosa ai dettagli e per la capacità di rappresentare i soggetti con un'idealizzazione che li rendeva quasi fuori dal tempo. Le sue nature morte, così come i paesaggi dipinti en plein air, testimoniano un equilibrato incontro tra classicismo e modernità, avvicinandosi per certi versi alla sensibilità di artisti come Giorgio Morandi.



    0 offerte pre-asta Dettaglio
  • Lotto 5  

    Rose

    Lino Baccarini
    Gonzaga ( MN ) 1893 - Milano 1973
    Olio su tavola diametro cm 65 firmato in basso a dx L.Baccarini

    Lino Baccarini nacque il 6 dicembre 1893 a Gonzaga, in provincia di Mantova, e si trasferì a Milano nel 1908 per intraprendere gli studi presso l'Accademia di Brera. Qui fu allievo di Cesare Tallone e Giuseppe Mentessi, distinguendosi fin da subito per il suo talento e ricevendo importanti riconoscimenti, tra cui il Premio Bozzi-Caimi nel 1916-1917 e la pensione Hayez nel 1917-1918.
    Clicca per espandere



    La sua carriera espositiva ebbe inizio nel 1915, quando partecipò alla Mostra Artistica Mantovana, e continuò con diverse esposizioni nazionali, tra cui quelle a Brera e alla Permanente di Milano. Nel 1921 fu nominato socio onorario della Regia Accademia di Belle Arti di Milano, e nel 1924 prese parte alla Mostra del Ritratto Femminile Contemporaneo a Monza, dove espose opere di grande valore come il "Ritratto delle signore Li Greci" e il "Ritratto di Salvioni".

    Nel corso degli anni, Baccarini espose in numerose mostre personali e collettive in Italia e all'estero, come quella di Buenos Aires nel 1930, e ottenne diversi riconoscimenti, tra cui medaglie d'oro e premi prestigiosi. Alcune delle sue opere furono acquisite dalla Galleria Civica di Milano e dall'Ospedale Maggiore di Milano, dove realizzò il celebre "Ritratto di Benefattore Benedetto Fossati" nel 1926.

    La sua produzione artistica spaziò dal ritratto alla natura morta, sempre con uno stile che combinava tradizione e modernità. La sua tecnica raffinata e la capacità di cogliere la psicologia dei suoi soggetti lo resero uno dei più apprezzati ritrattisti del suo tempo. Nel 1955 vinse una medaglia d'oro al Premio Amaro Ramazzotti e, nel corso della sua carriera, partecipò a importanti Biennali, come quella di Brera e quella di Milano.

    Lino Baccarini morì il 20 gennaio 1973 a MilanoLino Baccarini nacque il 6 dicembre 1893 a Gonzaga, in provincia di Mantova, e si trasferì a Milano nel 1908 per intraprendere gli studi presso l'Accademia di Brera. Qui fu allievo di Cesare Tallone e Giuseppe Mentessi, distinguendosi fin da subito per il suo talento e ricevendo importanti riconoscimenti, tra cui il Premio Bozzi-Caimi nel 1916-1917 e la pensione Hayez nel 1917-1918.

    La sua carriera espositiva ebbe inizio nel 1915, quando partecipò alla Mostra Artistica Mantovana, e continuò con diverse esposizioni nazionali, tra cui quelle a Brera e alla Permanente di Milano. Nel 1921 fu nominato socio onorario della Regia Accademia di Belle Arti di Milano, e nel 1924 prese parte alla Mostra del Ritratto Femminile Contemporaneo a Monza, dove espose opere di grande valore come il "Ritratto delle signore Li Greci" e il "Ritratto di Salvioni".

    Nel corso degli anni, Baccarini espose in numerose mostre personali e collettive in Italia e all'estero, come quella di Buenos Aires nel 1930, e ottenne diversi riconoscimenti, tra cui medaglie d'oro e premi prestigiosi. Alcune delle sue opere furono acquisite dalla Galleria Civica di Milano e dall'Ospedale Maggiore di Milano, dove realizzò il celebre "Ritratto di Benefattore Benedetto Fossati" nel 1926.

    La sua produzione artistica spaziò dal ritratto alla natura morta, sempre con uno stile che combinava tradizione e modernità. La sua tecnica raffinata e la capacità di cogliere la psicologia dei suoi soggetti lo resero uno dei più apprezzati ritrattisti del suo tempo. Nel 1955 vinse una medaglia d'oro al Premio Amaro Ramazzotti e, nel corso della sua carriera, partecipò a importanti Biennali, come quella di Brera e quella di Milano.

    Lino Baccarini morì il 20 gennaio 1973 a Milano.

    STIMA min € 800 - max € 1000

    Lotto 5  

    Rose

    Lino Baccarini Lino Baccarini
    Gonzaga ( MN ) 1893 - Milano 1973
    Olio su tavola diametro cm 65 firmato in basso a dx L.Baccarini

    Lino Baccarini nacque il 6 dicembre 1893 a Gonzaga, in provincia di Mantova, e si trasferì a Milano nel 1908 per intraprendere gli studi presso l'Accademia di Brera. Qui fu allievo di Cesare Tallone e Giuseppe Mentessi, distinguendosi fin da subito per il suo talento e ricevendo importanti riconoscimenti, tra cui il Premio Bozzi-Caimi nel 1916-1917 e la pensione Hayez nel 1917-1918.
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    La sua carriera espositiva ebbe inizio nel 1915, quando partecipò alla Mostra Artistica Mantovana, e continuò con diverse esposizioni nazionali, tra cui quelle a Brera e alla Permanente di Milano. Nel 1921 fu nominato socio onorario della Regia Accademia di Belle Arti di Milano, e nel 1924 prese parte alla Mostra del Ritratto Femminile Contemporaneo a Monza, dove espose opere di grande valore come il "Ritratto delle signore Li Greci" e il "Ritratto di Salvioni".

    Nel corso degli anni, Baccarini espose in numerose mostre personali e collettive in Italia e all'estero, come quella di Buenos Aires nel 1930, e ottenne diversi riconoscimenti, tra cui medaglie d'oro e premi prestigiosi. Alcune delle sue opere furono acquisite dalla Galleria Civica di Milano e dall'Ospedale Maggiore di Milano, dove realizzò il celebre "Ritratto di Benefattore Benedetto Fossati" nel 1926.

    La sua produzione artistica spaziò dal ritratto alla natura morta, sempre con uno stile che combinava tradizione e modernità. La sua tecnica raffinata e la capacità di cogliere la psicologia dei suoi soggetti lo resero uno dei più apprezzati ritrattisti del suo tempo. Nel 1955 vinse una medaglia d'oro al Premio Amaro Ramazzotti e, nel corso della sua carriera, partecipò a importanti Biennali, come quella di Brera e quella di Milano.

    Lino Baccarini morì il 20 gennaio 1973 a MilanoLino Baccarini nacque il 6 dicembre 1893 a Gonzaga, in provincia di Mantova, e si trasferì a Milano nel 1908 per intraprendere gli studi presso l'Accademia di Brera. Qui fu allievo di Cesare Tallone e Giuseppe Mentessi, distinguendosi fin da subito per il suo talento e ricevendo importanti riconoscimenti, tra cui il Premio Bozzi-Caimi nel 1916-1917 e la pensione Hayez nel 1917-1918.

    La sua carriera espositiva ebbe inizio nel 1915, quando partecipò alla Mostra Artistica Mantovana, e continuò con diverse esposizioni nazionali, tra cui quelle a Brera e alla Permanente di Milano. Nel 1921 fu nominato socio onorario della Regia Accademia di Belle Arti di Milano, e nel 1924 prese parte alla Mostra del Ritratto Femminile Contemporaneo a Monza, dove espose opere di grande valore come il "Ritratto delle signore Li Greci" e il "Ritratto di Salvioni".

    Nel corso degli anni, Baccarini espose in numerose mostre personali e collettive in Italia e all'estero, come quella di Buenos Aires nel 1930, e ottenne diversi riconoscimenti, tra cui medaglie d'oro e premi prestigiosi. Alcune delle sue opere furono acquisite dalla Galleria Civica di Milano e dall'Ospedale Maggiore di Milano, dove realizzò il celebre "Ritratto di Benefattore Benedetto Fossati" nel 1926.

    La sua produzione artistica spaziò dal ritratto alla natura morta, sempre con uno stile che combinava tradizione e modernità. La sua tecnica raffinata e la capacità di cogliere la psicologia dei suoi soggetti lo resero uno dei più apprezzati ritrattisti del suo tempo. Nel 1955 vinse una medaglia d'oro al Premio Amaro Ramazzotti e, nel corso della sua carriera, partecipò a importanti Biennali, come quella di Brera e quella di Milano.

    Lino Baccarini morì il 20 gennaio 1973 a Milano.



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  • Lotto 6  

    Vaso di fiori

    Adriano Bogoni
    Monteforte d'Alpone (VR) 1896 - Cesena 1970
    Olio su tela cm 60x50 firmato in basso a dx A.Bogoni

    Adriano Bogoni nacque il 16 luglio 1896 a Monteforte d'Alpone, in provincia di Verona. Si formò presso l'Accademia Cignaroli di Verona e successivamente nello studio di Angelo Dall'Oca Bianca.
    Clicca per espandere

    Dalla fine della Prima Guerra Mondiale, si stabilì a Milano, dove iniziò la sua attività artistica, partecipando a diverse esposizioni.
    Nel 1919, Bogoni espose per la prima volta alla Quadriennale di Torino, e l'anno successivo partecipò alla XII Biennale di Venezia. Nel 1925, presentò una mostra personale a Sanremo, seguita da un'altra a Torino nel 1926. Nel 1927, espose a Gardone Riviera, e nel 1931 partecipò alla "Famegia Veneziana" a Milano, ottenendo un buon successo.
    La sua pittura iniziale era di natura analitica, con ritratti che evidenziavano una forte carica psicologica e introspettiva. Successivamente, negli anni '50, si dedicò a nature morte e paesaggi, in particolare del mare ligure, trasferendo nelle sue opere la passione per l'analisi delle emozioni e dei sentimenti.
    Nel Castello scaligero di Malcesine, sul Lago di Garda, Bogoni fondò l'Accademia Internazionale del Paesaggio, riconosciuta dallo Stato. Nel periodo 1937-1939, l'Accademia accolse circa novanta allievi provenienti da diversi Paesi, tra cui Italia, Germania, Stati Uniti, Olanda, Russia, Francia e Polonia. Nel corso della sua carriera, l'artista ricevette numerosi premi nazionali e internazionali.
    Le sue opere sono presenti in raccolte private e in gallerie d'arte moderna di città come Roma, Milano, Berlino, Monaco di Baviera, Barcellona e New York. Nel 1976, la moglie Maria Pia donò tredici sue opere alla Pinacoteca Comunale di Malcesine.
    Adriano Bogoni morì a Milano nel 1970.

    STIMA min € 1000 - max € 1200

    Lotto 6  

    Vaso di fiori

    Adriano Bogoni Adriano Bogoni
    Monteforte d'Alpone (VR) 1896 - Cesena 1970
    Olio su tela cm 60x50 firmato in basso a dx A.Bogoni

    Adriano Bogoni nacque il 16 luglio 1896 a Monteforte d'Alpone, in provincia di Verona. Si formò presso l'Accademia Cignaroli di Verona e successivamente nello studio di Angelo Dall'Oca Bianca.
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    Dalla fine della Prima Guerra Mondiale, si stabilì a Milano, dove iniziò la sua attività artistica, partecipando a diverse esposizioni.
    Nel 1919, Bogoni espose per la prima volta alla Quadriennale di Torino, e l'anno successivo partecipò alla XII Biennale di Venezia. Nel 1925, presentò una mostra personale a Sanremo, seguita da un'altra a Torino nel 1926. Nel 1927, espose a Gardone Riviera, e nel 1931 partecipò alla "Famegia Veneziana" a Milano, ottenendo un buon successo.
    La sua pittura iniziale era di natura analitica, con ritratti che evidenziavano una forte carica psicologica e introspettiva. Successivamente, negli anni '50, si dedicò a nature morte e paesaggi, in particolare del mare ligure, trasferendo nelle sue opere la passione per l'analisi delle emozioni e dei sentimenti.
    Nel Castello scaligero di Malcesine, sul Lago di Garda, Bogoni fondò l'Accademia Internazionale del Paesaggio, riconosciuta dallo Stato. Nel periodo 1937-1939, l'Accademia accolse circa novanta allievi provenienti da diversi Paesi, tra cui Italia, Germania, Stati Uniti, Olanda, Russia, Francia e Polonia. Nel corso della sua carriera, l'artista ricevette numerosi premi nazionali e internazionali.
    Le sue opere sono presenti in raccolte private e in gallerie d'arte moderna di città come Roma, Milano, Berlino, Monaco di Baviera, Barcellona e New York. Nel 1976, la moglie Maria Pia donò tredici sue opere alla Pinacoteca Comunale di Malcesine.
    Adriano Bogoni morì a Milano nel 1970.



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  • Lotto 7  

    Natura morta

    Luigi Zago
    Villafranca di Verona (VR) 1894 - Mendoza 1952
    Olio su cartone cm 48x68 firmato in basso a dx Luigi Zago

    Luigi Zago nacque il 14 febbraio 1894 a Villafranca di Verona, in Italia. Fin da giovane, mostrò una spiccata inclinazione per l'arte, iniziando a dipingere come autodidatta.
    Clicca per espandere

    Nel 1924, sotto la guida del pittore Vettore Zanetti Zilla, affinò ulteriormente le sue capacità artistiche.
    La sua carriera espositiva ebbe inizio nel 1924 al Lyceum di Milano, dove le sue opere catturarono l'attenzione di critici e artisti, tra cui Carlo Carrà. Nel 1925, partecipò alla Biennale di Roma, ottenendo riconoscimenti significativi. Continuò a esporre in importanti sedi come la Quadriennale di Torino e in altre città italiane, tra cui Milano, Firenze e Bologna. Nel 1926, in occasione del Centenario Francescano, Zago realizzò ottanta opere dedicate ai luoghi legati a San Francesco d'Assisi. Questi dipinti furono pubblicati nei tre volumi dei "Santuari Francescani" di Padre Vittorino Facchinetti. L'anno successivo, dipinse una serie di cinquanta opere ispirate ai luoghi e alle atmosfere dei "Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni, raffigurando scene come quelle di Don Abbondio e Pescarenico.
    Nel 1928, Zago allestì una mostra personale alla Galleria Micheli di Milano, presentando opere che ritraevano i luoghi della Prima Guerra Mondiale. Nello stesso anno, partecipò alla Biennale di Venezia con i dipinti "La Fonte" e "Finestra". Per il ventennale della Vittoria, intraprese un viaggio a piedi attraverso i luoghi dove aveva combattuto, creando una serie di opere esposte nella "Mostra dei campi di battaglia – dal Timavo all'Adamello" a Milano. Queste opere gli valsero il titolo di "pittore delle visioni di pace sui luoghi di guerra".
    Nel 1929, Zago vinse il primo premio alla Mostra del Paesaggio di Baveno e, nel 1942, ottenne lo stesso riconoscimento alla Mostra Sindacale di Milano con il dipinto "Alto Lago di Como", successivamente acquisito dalla Provincia di Milano. Tuttavia, nel 1943, un bombardamento distrusse gran parte del suo studio a Milano, perdendo numerose opere. Nonostante ciò, organizzò una mostra con i lavori rimasti e continuò a esporre in città come Biella, Bergamo e Como.
    Nel 1946, Zago ricevette il primo premio alla "Mostra del Mare" di San Remo. L'anno seguente, la moglie Magda Martinelli portò alcune sue opere in Sud America, presentandole in musei e gallerie. Nel 1949, Zago si trasferì a Buenos Aires, in Argentina, dove lavorò per il Ministero delle Belle Arti. In Sud America, ottenne numerosi successi, esponendo in città come Rosario, Mendoza, Cordoba, Punta del Este e Montevideo. Il governo della provincia di Cordoba gli commissionò cinquanta tele raffiguranti la città e i suoi paesaggi, pubblicate nel catalogo "Cordoba y sus Sierras en su poesía de colores".
    Noto anche come "il pittore di Evita Perón", Zago morì improvvisamente a Buenos Aires l'8 luglio 1952, prima di poter completare un ulteriore incarico a Posadas, nella provincia di Misiones. Nel 1953, Villafranca di Verona gli rese omaggio con una grande mostra postuma, seguita nel 1954 dalla posa di una lapide commemorativa sulla sua casa natale in via Pace. Le sue opere sono conservate in importanti collezioni pubbliche e private, sia in Italia che all'estero, tra cui musei a Buenos Aires, Montevideo, Rosario e Santiago.

    STIMA min € 1000 - max € 1200

    Lotto 7  

    Natura morta

    Luigi Zago Luigi Zago
    Villafranca di Verona (VR) 1894 - Mendoza 1952
    Olio su cartone cm 48x68 firmato in basso a dx Luigi Zago

    Luigi Zago nacque il 14 febbraio 1894 a Villafranca di Verona, in Italia. Fin da giovane, mostrò una spiccata inclinazione per l'arte, iniziando a dipingere come autodidatta.
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    Nel 1924, sotto la guida del pittore Vettore Zanetti Zilla, affinò ulteriormente le sue capacità artistiche.
    La sua carriera espositiva ebbe inizio nel 1924 al Lyceum di Milano, dove le sue opere catturarono l'attenzione di critici e artisti, tra cui Carlo Carrà. Nel 1925, partecipò alla Biennale di Roma, ottenendo riconoscimenti significativi. Continuò a esporre in importanti sedi come la Quadriennale di Torino e in altre città italiane, tra cui Milano, Firenze e Bologna. Nel 1926, in occasione del Centenario Francescano, Zago realizzò ottanta opere dedicate ai luoghi legati a San Francesco d'Assisi. Questi dipinti furono pubblicati nei tre volumi dei "Santuari Francescani" di Padre Vittorino Facchinetti. L'anno successivo, dipinse una serie di cinquanta opere ispirate ai luoghi e alle atmosfere dei "Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni, raffigurando scene come quelle di Don Abbondio e Pescarenico.
    Nel 1928, Zago allestì una mostra personale alla Galleria Micheli di Milano, presentando opere che ritraevano i luoghi della Prima Guerra Mondiale. Nello stesso anno, partecipò alla Biennale di Venezia con i dipinti "La Fonte" e "Finestra". Per il ventennale della Vittoria, intraprese un viaggio a piedi attraverso i luoghi dove aveva combattuto, creando una serie di opere esposte nella "Mostra dei campi di battaglia – dal Timavo all'Adamello" a Milano. Queste opere gli valsero il titolo di "pittore delle visioni di pace sui luoghi di guerra".
    Nel 1929, Zago vinse il primo premio alla Mostra del Paesaggio di Baveno e, nel 1942, ottenne lo stesso riconoscimento alla Mostra Sindacale di Milano con il dipinto "Alto Lago di Como", successivamente acquisito dalla Provincia di Milano. Tuttavia, nel 1943, un bombardamento distrusse gran parte del suo studio a Milano, perdendo numerose opere. Nonostante ciò, organizzò una mostra con i lavori rimasti e continuò a esporre in città come Biella, Bergamo e Como.
    Nel 1946, Zago ricevette il primo premio alla "Mostra del Mare" di San Remo. L'anno seguente, la moglie Magda Martinelli portò alcune sue opere in Sud America, presentandole in musei e gallerie. Nel 1949, Zago si trasferì a Buenos Aires, in Argentina, dove lavorò per il Ministero delle Belle Arti. In Sud America, ottenne numerosi successi, esponendo in città come Rosario, Mendoza, Cordoba, Punta del Este e Montevideo. Il governo della provincia di Cordoba gli commissionò cinquanta tele raffiguranti la città e i suoi paesaggi, pubblicate nel catalogo "Cordoba y sus Sierras en su poesía de colores".
    Noto anche come "il pittore di Evita Perón", Zago morì improvvisamente a Buenos Aires l'8 luglio 1952, prima di poter completare un ulteriore incarico a Posadas, nella provincia di Misiones. Nel 1953, Villafranca di Verona gli rese omaggio con una grande mostra postuma, seguita nel 1954 dalla posa di una lapide commemorativa sulla sua casa natale in via Pace. Le sue opere sono conservate in importanti collezioni pubbliche e private, sia in Italia che all'estero, tra cui musei a Buenos Aires, Montevideo, Rosario e Santiago.



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  • Lotto 8  

    Vaso

    Remo Wolf
    Trento 1912 - Trento 2009
    Pastello su carta cm 24x31 firmato in basso a dx Wolf

    Remo Wolf nacque il 29 febbraio 1912 a Trento, in Italia. Fin da giovane, dimostrò una passione per l'arte che lo portò a intraprendere studi in diverse città italiane.
    Clicca per espandere

    Nel 1928, frequentò l'Istituto d'Arte di Parma, dove si diplomò nel 1930. Successivamente, si iscrisse all'Istituto di Magistero d'Arte di Firenze, concludendo gli studi con l'abilitazione all'insegnamento del "disegno e storia dell'arte" a Roma.
    La carriera di Wolf come insegnante iniziò a Bolzano e Merano. Nel 1935, tenne la sua prima mostra personale a Merano. Nel 1939, fu richiamato alle armi, prestando servizio prima sul fronte francese e successivamente in Africa Settentrionale. Dopo la sconfitta di El Alamein nel 1942, fu fatto prigioniero e trascorse diversi anni nei campi di prigionia in Egitto. Decorato al valor militare, tornò in patria nel 1946.

    STIMA min € 1000 - max € 1200

    Lotto 8  

    Vaso

    Remo Wolf Remo Wolf
    Trento 1912 - Trento 2009
    Pastello su carta cm 24x31 firmato in basso a dx Wolf

    Remo Wolf nacque il 29 febbraio 1912 a Trento, in Italia. Fin da giovane, dimostrò una passione per l'arte che lo portò a intraprendere studi in diverse città italiane.
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    Nel 1928, frequentò l'Istituto d'Arte di Parma, dove si diplomò nel 1930. Successivamente, si iscrisse all'Istituto di Magistero d'Arte di Firenze, concludendo gli studi con l'abilitazione all'insegnamento del "disegno e storia dell'arte" a Roma.
    La carriera di Wolf come insegnante iniziò a Bolzano e Merano. Nel 1935, tenne la sua prima mostra personale a Merano. Nel 1939, fu richiamato alle armi, prestando servizio prima sul fronte francese e successivamente in Africa Settentrionale. Dopo la sconfitta di El Alamein nel 1942, fu fatto prigioniero e trascorse diversi anni nei campi di prigionia in Egitto. Decorato al valor militare, tornò in patria nel 1946.



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  • Lotto 9  

    Frutti

    Casimiro Jodi
    Modena 1886 - Rovigo 1948
    Olio su tavola cm 47X48 firmato in basso a dx Casimiro Jodi

    Casimiro Jodi nacque a Modena il 30 ottobre 1886. Fin da giovane, si distinse per il suo talento artistico, iniziando a frequentare l'Istituto di Belle Arti della sua città.
    Clicca per espandere

    La sua formazione proseguì a Roma, dove studiò presso l'Accademia di San Luca, e a Firenze, dove perfezionò la sua tecnica. Durante gli anni di formazione, Jodi mostrò un'inclinazione per il ritratto, la natura morta e la pittura paesaggistica, con uno stile che combinava precisione tecnica e grande sensibilità per i dettagli.

    Nel 1910, partecipò alla IX Esposizione Internazionale di Venezia, presentando alcune delle sue prime opere, tra cui "Vecchio calciaiuolo" e "Impressione". Queste opere, così come quelle successive, riflettevano una poetica che fondeva il simbolismo e il realismo, con una particolare attenzione alla resa dei volumi e alla luce. La sua carriera espositiva fu costellata di successi, con mostre a Milano, Verona e Napoli, dove il suo lavoro suscitò l'apprezzamento di critica e pubblico.

    Nel 1913, Jodi tornò a Modena, dove intraprese la carriera di insegnante di disegno, prima come professore alla Scuola Normale Maschile, poi come docente presso il Liceo Artistico della città. Nonostante i suoi impegni didattici, continuò a dedicarsi alla pittura, realizzando opere significative come il "Ritratto di donna con cappello nero", che ritraeva la sorella Camilla, scrittrice e giornalista.

    La sua arte spaziò tra temi diversi, ma la natura morta, il ritratto e il paesaggio rimasero i soggetti privilegiati. Il suo stile, sobrio e pacato, lo rese un artista apprezzato per la sua capacità di catturare l'anima delle cose e delle persone. Nelle mostre internazionali, come quelle della Biennale di Venezia, Jodi presentò lavori che si distinsero per la forza evocativa e la cura nei dettagli.

    Nel 1939, allestì una personale a Rovigo, dove espose opere come "I crisantemi sul tavolo" e "Ritratto di giovane convalescente". Queste opere rappresentano il culmine della sua ricerca stilistica, caratterizzata da una pittura che, pur nella sua meticolosità, riusciva ad esprimere una grande spontaneità.

    Casimiro Jodi morì il 26 agosto 1948 a RovigoCasimiro Jodi nacque a Modena il 30 ottobre 1886. Fin da giovane, si distinse per il suo talento artistico, iniziando a frequentare l'Istituto di Belle Arti della sua città. La sua formazione proseguì a Roma, dove studiò presso l'Accademia di San Luca, e a Firenze, dove perfezionò la sua tecnica. Durante gli anni di formazione, Jodi mostrò un'inclinazione per il ritratto, la natura morta e la pittura paesaggistica, con uno stile che combinava precisione tecnica e grande sensibilità per i dettagli.

    Nel 1910, partecipò alla IX Esposizione Internazionale di Venezia, presentando alcune delle sue prime opere, tra cui "Vecchio calciaiuolo" e "Impressione". Queste opere, così come quelle successive, riflettevano una poetica che fondeva il simbolismo e il realismo, con una particolare attenzione alla resa dei volumi e alla luce. La sua carriera espositiva fu costellata di successi, con mostre a Milano, Verona e Napoli, dove il suo lavoro suscitò l'apprezzamento di critica e pubblico.

    Nel 1913, Jodi tornò a Modena, dove intraprese la carriera di insegnante di disegno, prima come professore alla Scuola Normale Maschile, poi come docente presso il Liceo Artistico della città. Nonostante i suoi impegni didattici, continuò a dedicarsi alla pittura, realizzando opere significative come il "Ritratto di donna con cappello nero", che ritraeva la sorella Camilla, scrittrice e giornalista.

    La sua arte spaziò tra temi diversi, ma la natura morta, il ritratto e il paesaggio rimasero i soggetti privilegiati. Il suo stile, sobrio e pacato, lo rese un artista apprezzato per la sua capacità di catturare l'anima delle cose e delle persone. Nelle mostre internazionali, come quelle della Biennale di Venezia, Jodi presentò lavori che si distinsero per la forza evocativa e la cura nei dettagli.

    Nel 1939, allestì una personale a Rovigo, dove espose opere come "I crisantemi sul tavolo" e "Ritratto di giovane convalescente". Queste opere rappresentano il culmine della sua ricerca stilistica, caratterizzata da una pittura che, pur nella sua meticolosità, riusciva ad esprimere una grande spontaneità.

    Casimiro Jodi morì il 26 agosto 1948 a Rovigo.

    STIMA min € 1200 - max € 1400

    Lotto 9  

    Frutti

    Casimiro Jodi Casimiro Jodi
    Modena 1886 - Rovigo 1948
    Olio su tavola cm 47X48 firmato in basso a dx Casimiro Jodi

    Casimiro Jodi nacque a Modena il 30 ottobre 1886. Fin da giovane, si distinse per il suo talento artistico, iniziando a frequentare l'Istituto di Belle Arti della sua città.
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    La sua formazione proseguì a Roma, dove studiò presso l'Accademia di San Luca, e a Firenze, dove perfezionò la sua tecnica. Durante gli anni di formazione, Jodi mostrò un'inclinazione per il ritratto, la natura morta e la pittura paesaggistica, con uno stile che combinava precisione tecnica e grande sensibilità per i dettagli.

    Nel 1910, partecipò alla IX Esposizione Internazionale di Venezia, presentando alcune delle sue prime opere, tra cui "Vecchio calciaiuolo" e "Impressione". Queste opere, così come quelle successive, riflettevano una poetica che fondeva il simbolismo e il realismo, con una particolare attenzione alla resa dei volumi e alla luce. La sua carriera espositiva fu costellata di successi, con mostre a Milano, Verona e Napoli, dove il suo lavoro suscitò l'apprezzamento di critica e pubblico.

    Nel 1913, Jodi tornò a Modena, dove intraprese la carriera di insegnante di disegno, prima come professore alla Scuola Normale Maschile, poi come docente presso il Liceo Artistico della città. Nonostante i suoi impegni didattici, continuò a dedicarsi alla pittura, realizzando opere significative come il "Ritratto di donna con cappello nero", che ritraeva la sorella Camilla, scrittrice e giornalista.

    La sua arte spaziò tra temi diversi, ma la natura morta, il ritratto e il paesaggio rimasero i soggetti privilegiati. Il suo stile, sobrio e pacato, lo rese un artista apprezzato per la sua capacità di catturare l'anima delle cose e delle persone. Nelle mostre internazionali, come quelle della Biennale di Venezia, Jodi presentò lavori che si distinsero per la forza evocativa e la cura nei dettagli.

    Nel 1939, allestì una personale a Rovigo, dove espose opere come "I crisantemi sul tavolo" e "Ritratto di giovane convalescente". Queste opere rappresentano il culmine della sua ricerca stilistica, caratterizzata da una pittura che, pur nella sua meticolosità, riusciva ad esprimere una grande spontaneità.

    Casimiro Jodi morì il 26 agosto 1948 a RovigoCasimiro Jodi nacque a Modena il 30 ottobre 1886. Fin da giovane, si distinse per il suo talento artistico, iniziando a frequentare l'Istituto di Belle Arti della sua città. La sua formazione proseguì a Roma, dove studiò presso l'Accademia di San Luca, e a Firenze, dove perfezionò la sua tecnica. Durante gli anni di formazione, Jodi mostrò un'inclinazione per il ritratto, la natura morta e la pittura paesaggistica, con uno stile che combinava precisione tecnica e grande sensibilità per i dettagli.

    Nel 1910, partecipò alla IX Esposizione Internazionale di Venezia, presentando alcune delle sue prime opere, tra cui "Vecchio calciaiuolo" e "Impressione". Queste opere, così come quelle successive, riflettevano una poetica che fondeva il simbolismo e il realismo, con una particolare attenzione alla resa dei volumi e alla luce. La sua carriera espositiva fu costellata di successi, con mostre a Milano, Verona e Napoli, dove il suo lavoro suscitò l'apprezzamento di critica e pubblico.

    Nel 1913, Jodi tornò a Modena, dove intraprese la carriera di insegnante di disegno, prima come professore alla Scuola Normale Maschile, poi come docente presso il Liceo Artistico della città. Nonostante i suoi impegni didattici, continuò a dedicarsi alla pittura, realizzando opere significative come il "Ritratto di donna con cappello nero", che ritraeva la sorella Camilla, scrittrice e giornalista.

    La sua arte spaziò tra temi diversi, ma la natura morta, il ritratto e il paesaggio rimasero i soggetti privilegiati. Il suo stile, sobrio e pacato, lo rese un artista apprezzato per la sua capacità di catturare l'anima delle cose e delle persone. Nelle mostre internazionali, come quelle della Biennale di Venezia, Jodi presentò lavori che si distinsero per la forza evocativa e la cura nei dettagli.

    Nel 1939, allestì una personale a Rovigo, dove espose opere come "I crisantemi sul tavolo" e "Ritratto di giovane convalescente". Queste opere rappresentano il culmine della sua ricerca stilistica, caratterizzata da una pittura che, pur nella sua meticolosità, riusciva ad esprimere una grande spontaneità.

    Casimiro Jodi morì il 26 agosto 1948 a Rovigo.



    0 offerte pre-asta Dettaglio
  • Lotto 10  

    I funghi porcini

    Casimiro Jodi
    Modena 1886 - Rovigo 1948
    Olio su tavola cm 42x56,5 firmato in basso a sx Casimiro Jodi

    Casimiro Jodi nacque a Modena il 30 ottobre 1886. Fin da giovane, si distinse per il suo talento artistico, iniziando a frequentare l'Istituto di Belle Arti della sua città.
    Clicca per espandere

    La sua formazione proseguì a Roma, dove studiò presso l'Accademia di San Luca, e a Firenze, dove perfezionò la sua tecnica. Durante gli anni di formazione, Jodi mostrò un'inclinazione per il ritratto, la natura morta e la pittura paesaggistica, con uno stile che combinava precisione tecnica e grande sensibilità per i dettagli.

    Nel 1910, partecipò alla IX Esposizione Internazionale di Venezia, presentando alcune delle sue prime opere, tra cui "Vecchio calciaiuolo" e "Impressione". Queste opere, così come quelle successive, riflettevano una poetica che fondeva il simbolismo e il realismo, con una particolare attenzione alla resa dei volumi e alla luce. La sua carriera espositiva fu costellata di successi, con mostre a Milano, Verona e Napoli, dove il suo lavoro suscitò l'apprezzamento di critica e pubblico.

    Nel 1913, Jodi tornò a Modena, dove intraprese la carriera di insegnante di disegno, prima come professore alla Scuola Normale Maschile, poi come docente presso il Liceo Artistico della città. Nonostante i suoi impegni didattici, continuò a dedicarsi alla pittura, realizzando opere significative come il "Ritratto di donna con cappello nero", che ritraeva la sorella Camilla, scrittrice e giornalista.

    La sua arte spaziò tra temi diversi, ma la natura morta, il ritratto e il paesaggio rimasero i soggetti privilegiati. Il suo stile, sobrio e pacato, lo rese un artista apprezzato per la sua capacità di catturare l'anima delle cose e delle persone. Nelle mostre internazionali, come quelle della Biennale di Venezia, Jodi presentò lavori che si distinsero per la forza evocativa e la cura nei dettagli.

    Nel 1939, allestì una personale a Rovigo, dove espose opere come "I crisantemi sul tavolo" e "Ritratto di giovane convalescente". Queste opere rappresentano il culmine della sua ricerca stilistica, caratterizzata da una pittura che, pur nella sua meticolosità, riusciva ad esprimere una grande spontaneità.

    Casimiro Jodi morì il 26 agosto 1948 a RovigoCasimiro Jodi nacque a Modena il 30 ottobre 1886. Fin da giovane, si distinse per il suo talento artistico, iniziando a frequentare l'Istituto di Belle Arti della sua città. La sua formazione proseguì a Roma, dove studiò presso l'Accademia di San Luca, e a Firenze, dove perfezionò la sua tecnica. Durante gli anni di formazione, Jodi mostrò un'inclinazione per il ritratto, la natura morta e la pittura paesaggistica, con uno stile che combinava precisione tecnica e grande sensibilità per i dettagli.

    Nel 1910, partecipò alla IX Esposizione Internazionale di Venezia, presentando alcune delle sue prime opere, tra cui "Vecchio calciaiuolo" e "Impressione". Queste opere, così come quelle successive, riflettevano una poetica che fondeva il simbolismo e il realismo, con una particolare attenzione alla resa dei volumi e alla luce. La sua carriera espositiva fu costellata di successi, con mostre a Milano, Verona e Napoli, dove il suo lavoro suscitò l'apprezzamento di critica e pubblico.

    Nel 1913, Jodi tornò a Modena, dove intraprese la carriera di insegnante di disegno, prima come professore alla Scuola Normale Maschile, poi come docente presso il Liceo Artistico della città. Nonostante i suoi impegni didattici, continuò a dedicarsi alla pittura, realizzando opere significative come il "Ritratto di donna con cappello nero", che ritraeva la sorella Camilla, scrittrice e giornalista.

    La sua arte spaziò tra temi diversi, ma la natura morta, il ritratto e il paesaggio rimasero i soggetti privilegiati. Il suo stile, sobrio e pacato, lo rese un artista apprezzato per la sua capacità di catturare l'anima delle cose e delle persone. Nelle mostre internazionali, come quelle della Biennale di Venezia, Jodi presentò lavori che si distinsero per la forza evocativa e la cura nei dettagli.

    Nel 1939, allestì una personale a Rovigo, dove espose opere come "I crisantemi sul tavolo" e "Ritratto di giovane convalescente". Queste opere rappresentano il culmine della sua ricerca stilistica, caratterizzata da una pittura che, pur nella sua meticolosità, riusciva ad esprimere una grande spontaneità.

    Casimiro Jodi morì il 26 agosto 1948 a Rovigo.

    STIMA min € 800 - max € 1000

    Lotto 10  

    I funghi porcini

    Casimiro Jodi Casimiro Jodi
    Modena 1886 - Rovigo 1948
    Olio su tavola cm 42x56,5 firmato in basso a sx Casimiro Jodi

    Casimiro Jodi nacque a Modena il 30 ottobre 1886. Fin da giovane, si distinse per il suo talento artistico, iniziando a frequentare l'Istituto di Belle Arti della sua città.
    Clicca per espandere

    La sua formazione proseguì a Roma, dove studiò presso l'Accademia di San Luca, e a Firenze, dove perfezionò la sua tecnica. Durante gli anni di formazione, Jodi mostrò un'inclinazione per il ritratto, la natura morta e la pittura paesaggistica, con uno stile che combinava precisione tecnica e grande sensibilità per i dettagli.

    Nel 1910, partecipò alla IX Esposizione Internazionale di Venezia, presentando alcune delle sue prime opere, tra cui "Vecchio calciaiuolo" e "Impressione". Queste opere, così come quelle successive, riflettevano una poetica che fondeva il simbolismo e il realismo, con una particolare attenzione alla resa dei volumi e alla luce. La sua carriera espositiva fu costellata di successi, con mostre a Milano, Verona e Napoli, dove il suo lavoro suscitò l'apprezzamento di critica e pubblico.

    Nel 1913, Jodi tornò a Modena, dove intraprese la carriera di insegnante di disegno, prima come professore alla Scuola Normale Maschile, poi come docente presso il Liceo Artistico della città. Nonostante i suoi impegni didattici, continuò a dedicarsi alla pittura, realizzando opere significative come il "Ritratto di donna con cappello nero", che ritraeva la sorella Camilla, scrittrice e giornalista.

    La sua arte spaziò tra temi diversi, ma la natura morta, il ritratto e il paesaggio rimasero i soggetti privilegiati. Il suo stile, sobrio e pacato, lo rese un artista apprezzato per la sua capacità di catturare l'anima delle cose e delle persone. Nelle mostre internazionali, come quelle della Biennale di Venezia, Jodi presentò lavori che si distinsero per la forza evocativa e la cura nei dettagli.

    Nel 1939, allestì una personale a Rovigo, dove espose opere come "I crisantemi sul tavolo" e "Ritratto di giovane convalescente". Queste opere rappresentano il culmine della sua ricerca stilistica, caratterizzata da una pittura che, pur nella sua meticolosità, riusciva ad esprimere una grande spontaneità.

    Casimiro Jodi morì il 26 agosto 1948 a RovigoCasimiro Jodi nacque a Modena il 30 ottobre 1886. Fin da giovane, si distinse per il suo talento artistico, iniziando a frequentare l'Istituto di Belle Arti della sua città. La sua formazione proseguì a Roma, dove studiò presso l'Accademia di San Luca, e a Firenze, dove perfezionò la sua tecnica. Durante gli anni di formazione, Jodi mostrò un'inclinazione per il ritratto, la natura morta e la pittura paesaggistica, con uno stile che combinava precisione tecnica e grande sensibilità per i dettagli.

    Nel 1910, partecipò alla IX Esposizione Internazionale di Venezia, presentando alcune delle sue prime opere, tra cui "Vecchio calciaiuolo" e "Impressione". Queste opere, così come quelle successive, riflettevano una poetica che fondeva il simbolismo e il realismo, con una particolare attenzione alla resa dei volumi e alla luce. La sua carriera espositiva fu costellata di successi, con mostre a Milano, Verona e Napoli, dove il suo lavoro suscitò l'apprezzamento di critica e pubblico.

    Nel 1913, Jodi tornò a Modena, dove intraprese la carriera di insegnante di disegno, prima come professore alla Scuola Normale Maschile, poi come docente presso il Liceo Artistico della città. Nonostante i suoi impegni didattici, continuò a dedicarsi alla pittura, realizzando opere significative come il "Ritratto di donna con cappello nero", che ritraeva la sorella Camilla, scrittrice e giornalista.

    La sua arte spaziò tra temi diversi, ma la natura morta, il ritratto e il paesaggio rimasero i soggetti privilegiati. Il suo stile, sobrio e pacato, lo rese un artista apprezzato per la sua capacità di catturare l'anima delle cose e delle persone. Nelle mostre internazionali, come quelle della Biennale di Venezia, Jodi presentò lavori che si distinsero per la forza evocativa e la cura nei dettagli.

    Nel 1939, allestì una personale a Rovigo, dove espose opere come "I crisantemi sul tavolo" e "Ritratto di giovane convalescente". Queste opere rappresentano il culmine della sua ricerca stilistica, caratterizzata da una pittura che, pur nella sua meticolosità, riusciva ad esprimere una grande spontaneità.

    Casimiro Jodi morì il 26 agosto 1948 a Rovigo.



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  • Lotto 11  

    Natura morta

    Oscar Sogaro
    Dolo 1888 - Venezia 1967
    Olio su tela cm 51,5x76 firmato in basso a sx O.Sogaro datato 31

    Oscar Sogaro nacque il 14 settembre 1888 a Dolo, in provincia di Venezia. Frequentò l'Accademia di Belle Arti di Bologna sotto la guida del professor Domenico Ferri, diplomandosi con il premio ministeriale.
    Clicca per espandere

    Durante la Prima Guerra Mondiale, espose alla Mostra dei Veneti a Bologna, iniziando a farsi conoscere nel panorama artistico.
    Nel 1900, Sogaro aderì al movimento dei "Ribelli di Cà Pesaro", un gruppo di pittori che includeva nomi come Umberto Moggioli, Felice Castegnaro, Mario Disertori e Pio Semeghini. Questo gruppo si distinse per la sua ricerca artistica innovativa e per l'approccio critico verso le tradizioni pittoriche consolidate.
    La sua partecipazione alla Biennale d'Arte di Venezia fu significativa: espose in questa sede dal 1922 al 1935, ottenendo riconoscimenti e consolidando la sua reputazione. Oltre a Venezia, le sue opere furono presentate in mostre a Milano, Roma, Padova, Bruxelles e Trieste, dimostrando la sua presenza attiva nel circuito artistico internazionale.
    Sogaro trattò vari generi pittorici, tra cui il ritratto psicologico, la natura morta e, in particolare, il paesaggio. Le sue rappresentazioni della laguna veneziana e del fiume Brenta sono note per la delicatezza e la profondità emotiva, catturando le sfumature di luce e atmosfera dei luoghi.
    Sue opere sono conservate presso il Municipio e la Cassa di Risparmio di Venezia, nelle collezioni D'Angelo di Venezia e Costantini di Padova, oltre che in numerose collezioni private. Oscar Sogaro morì il 13 dicembre 1967 a Venezia.

    STIMA min € 3000 - max € 3500

    Lotto 11  

    Natura morta

    Oscar Sogaro Oscar Sogaro
    Dolo 1888 - Venezia 1967
    Olio su tela cm 51,5x76 firmato in basso a sx O.Sogaro datato 31

    Oscar Sogaro nacque il 14 settembre 1888 a Dolo, in provincia di Venezia. Frequentò l'Accademia di Belle Arti di Bologna sotto la guida del professor Domenico Ferri, diplomandosi con il premio ministeriale.
    Clicca per espandere

    Durante la Prima Guerra Mondiale, espose alla Mostra dei Veneti a Bologna, iniziando a farsi conoscere nel panorama artistico.
    Nel 1900, Sogaro aderì al movimento dei "Ribelli di Cà Pesaro", un gruppo di pittori che includeva nomi come Umberto Moggioli, Felice Castegnaro, Mario Disertori e Pio Semeghini. Questo gruppo si distinse per la sua ricerca artistica innovativa e per l'approccio critico verso le tradizioni pittoriche consolidate.
    La sua partecipazione alla Biennale d'Arte di Venezia fu significativa: espose in questa sede dal 1922 al 1935, ottenendo riconoscimenti e consolidando la sua reputazione. Oltre a Venezia, le sue opere furono presentate in mostre a Milano, Roma, Padova, Bruxelles e Trieste, dimostrando la sua presenza attiva nel circuito artistico internazionale.
    Sogaro trattò vari generi pittorici, tra cui il ritratto psicologico, la natura morta e, in particolare, il paesaggio. Le sue rappresentazioni della laguna veneziana e del fiume Brenta sono note per la delicatezza e la profondità emotiva, catturando le sfumature di luce e atmosfera dei luoghi.
    Sue opere sono conservate presso il Municipio e la Cassa di Risparmio di Venezia, nelle collezioni D'Angelo di Venezia e Costantini di Padova, oltre che in numerose collezioni private. Oscar Sogaro morì il 13 dicembre 1967 a Venezia.



    0 offerte pre-asta Dettaglio
  • Lotto 12  

    Vasi

    Oscar Sogaro
    Dolo 1888 - Venezia 1967
    Olio su cartone cm 51x47,5 firmato in basso a sx O.Sogaro datato 28

    Oscar Sogaro nacque il 14 settembre 1888 a Dolo, in provincia di Venezia. Frequentò l'Accademia di Belle Arti di Bologna sotto la guida del professor Domenico Ferri, diplomandosi con il premio ministeriale.
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    Durante la Prima Guerra Mondiale, espose alla Mostra dei Veneti a Bologna, iniziando a farsi conoscere nel panorama artistico.
    Nel 1900, Sogaro aderì al movimento dei "Ribelli di Cà Pesaro", un gruppo di pittori che includeva nomi come Umberto Moggioli, Felice Castegnaro, Mario Disertori e Pio Semeghini. Questo gruppo si distinse per la sua ricerca artistica innovativa e per l'approccio critico verso le tradizioni pittoriche consolidate.
    La sua partecipazione alla Biennale d'Arte di Venezia fu significativa: espose in questa sede dal 1922 al 1935, ottenendo riconoscimenti e consolidando la sua reputazione. Oltre a Venezia, le sue opere furono presentate in mostre a Milano, Roma, Padova, Bruxelles e Trieste, dimostrando la sua presenza attiva nel circuito artistico internazionale.
    Sogaro trattò vari generi pittorici, tra cui il ritratto psicologico, la natura morta e, in particolare, il paesaggio. Le sue rappresentazioni della laguna veneziana e del fiume Brenta sono note per la delicatezza e la profondità emotiva, catturando le sfumature di luce e atmosfera dei luoghi.
    Sue opere sono conservate presso il Municipio e la Cassa di Risparmio di Venezia, nelle collezioni D'Angelo di Venezia e Costantini di Padova, oltre che in numerose collezioni private. Oscar Sogaro morì il 13 dicembre 1967 a Venezia.

    STIMA min € 2000 - max € 2500

    Lotto 12  

    Vasi

    Oscar Sogaro Oscar Sogaro
    Dolo 1888 - Venezia 1967
    Olio su cartone cm 51x47,5 firmato in basso a sx O.Sogaro datato 28

    Oscar Sogaro nacque il 14 settembre 1888 a Dolo, in provincia di Venezia. Frequentò l'Accademia di Belle Arti di Bologna sotto la guida del professor Domenico Ferri, diplomandosi con il premio ministeriale.
    Clicca per espandere

    Durante la Prima Guerra Mondiale, espose alla Mostra dei Veneti a Bologna, iniziando a farsi conoscere nel panorama artistico.
    Nel 1900, Sogaro aderì al movimento dei "Ribelli di Cà Pesaro", un gruppo di pittori che includeva nomi come Umberto Moggioli, Felice Castegnaro, Mario Disertori e Pio Semeghini. Questo gruppo si distinse per la sua ricerca artistica innovativa e per l'approccio critico verso le tradizioni pittoriche consolidate.
    La sua partecipazione alla Biennale d'Arte di Venezia fu significativa: espose in questa sede dal 1922 al 1935, ottenendo riconoscimenti e consolidando la sua reputazione. Oltre a Venezia, le sue opere furono presentate in mostre a Milano, Roma, Padova, Bruxelles e Trieste, dimostrando la sua presenza attiva nel circuito artistico internazionale.
    Sogaro trattò vari generi pittorici, tra cui il ritratto psicologico, la natura morta e, in particolare, il paesaggio. Le sue rappresentazioni della laguna veneziana e del fiume Brenta sono note per la delicatezza e la profondità emotiva, catturando le sfumature di luce e atmosfera dei luoghi.
    Sue opere sono conservate presso il Municipio e la Cassa di Risparmio di Venezia, nelle collezioni D'Angelo di Venezia e Costantini di Padova, oltre che in numerose collezioni private. Oscar Sogaro morì il 13 dicembre 1967 a Venezia.



    0 offerte pre-asta Dettaglio
  • Lotto 13  

    Tulipani a Venezia

    Oscar Sogaro
    Dolo 1888 - Venezia 1967
    Olio su tela cm 70x50 firmato in basso a sx O.Sogaro datato 4 - 56

    Oscar Sogaro nacque il 14 settembre 1888 a Dolo, in provincia di Venezia. Frequentò l'Accademia di Belle Arti di Bologna sotto la guida del professor Domenico Ferri, diplomandosi con il premio ministeriale.
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    Durante la Prima Guerra Mondiale, espose alla Mostra dei Veneti a Bologna, iniziando a farsi conoscere nel panorama artistico.
    Nel 1900, Sogaro aderì al movimento dei "Ribelli di Cà Pesaro", un gruppo di pittori che includeva nomi come Umberto Moggioli, Felice Castegnaro, Mario Disertori e Pio Semeghini. Questo gruppo si distinse per la sua ricerca artistica innovativa e per l'approccio critico verso le tradizioni pittoriche consolidate.
    La sua partecipazione alla Biennale d'Arte di Venezia fu significativa: espose in questa sede dal 1922 al 1935, ottenendo riconoscimenti e consolidando la sua reputazione. Oltre a Venezia, le sue opere furono presentate in mostre a Milano, Roma, Padova, Bruxelles e Trieste, dimostrando la sua presenza attiva nel circuito artistico internazionale.
    Sogaro trattò vari generi pittorici, tra cui il ritratto psicologico, la natura morta e, in particolare, il paesaggio. Le sue rappresentazioni della laguna veneziana e del fiume Brenta sono note per la delicatezza e la profondità emotiva, catturando le sfumature di luce e atmosfera dei luoghi.
    Sue opere sono conservate presso il Municipio e la Cassa di Risparmio di Venezia, nelle collezioni D'Angelo di Venezia e Costantini di Padova, oltre che in numerose collezioni private. Oscar Sogaro morì il 13 dicembre 1967 a Venezia.

    STIMA min € 2000 - max € 2500

    Lotto 13  

    Tulipani a Venezia

    Oscar Sogaro Oscar Sogaro
    Dolo 1888 - Venezia 1967
    Olio su tela cm 70x50 firmato in basso a sx O.Sogaro datato 4 - 56

    Oscar Sogaro nacque il 14 settembre 1888 a Dolo, in provincia di Venezia. Frequentò l'Accademia di Belle Arti di Bologna sotto la guida del professor Domenico Ferri, diplomandosi con il premio ministeriale.
    Clicca per espandere

    Durante la Prima Guerra Mondiale, espose alla Mostra dei Veneti a Bologna, iniziando a farsi conoscere nel panorama artistico.
    Nel 1900, Sogaro aderì al movimento dei "Ribelli di Cà Pesaro", un gruppo di pittori che includeva nomi come Umberto Moggioli, Felice Castegnaro, Mario Disertori e Pio Semeghini. Questo gruppo si distinse per la sua ricerca artistica innovativa e per l'approccio critico verso le tradizioni pittoriche consolidate.
    La sua partecipazione alla Biennale d'Arte di Venezia fu significativa: espose in questa sede dal 1922 al 1935, ottenendo riconoscimenti e consolidando la sua reputazione. Oltre a Venezia, le sue opere furono presentate in mostre a Milano, Roma, Padova, Bruxelles e Trieste, dimostrando la sua presenza attiva nel circuito artistico internazionale.
    Sogaro trattò vari generi pittorici, tra cui il ritratto psicologico, la natura morta e, in particolare, il paesaggio. Le sue rappresentazioni della laguna veneziana e del fiume Brenta sono note per la delicatezza e la profondità emotiva, catturando le sfumature di luce e atmosfera dei luoghi.
    Sue opere sono conservate presso il Municipio e la Cassa di Risparmio di Venezia, nelle collezioni D'Angelo di Venezia e Costantini di Padova, oltre che in numerose collezioni private. Oscar Sogaro morì il 13 dicembre 1967 a Venezia.



    0 offerte pre-asta Dettaglio
  • Lotto 14  

    Vaso di fiori

    Oscar Sogaro
    Dolo 1888 - Venezia 1967
    Olio su cartone cm 20x29,5 firmato in basso a dx O.Sogaro

    Oscar Sogaro nacque il 14 settembre 1888 a Dolo, in provincia di Venezia. Frequentò l'Accademia di Belle Arti di Bologna sotto la guida del professor Domenico Ferri, diplomandosi con il premio ministeriale.
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    Durante la Prima Guerra Mondiale, espose alla Mostra dei Veneti a Bologna, iniziando a farsi conoscere nel panorama artistico.
    Nel 1900, Sogaro aderì al movimento dei "Ribelli di Cà Pesaro", un gruppo di pittori che includeva nomi come Umberto Moggioli, Felice Castegnaro, Mario Disertori e Pio Semeghini. Questo gruppo si distinse per la sua ricerca artistica innovativa e per l'approccio critico verso le tradizioni pittoriche consolidate.
    La sua partecipazione alla Biennale d'Arte di Venezia fu significativa: espose in questa sede dal 1922 al 1935, ottenendo riconoscimenti e consolidando la sua reputazione. Oltre a Venezia, le sue opere furono presentate in mostre a Milano, Roma, Padova, Bruxelles e Trieste, dimostrando la sua presenza attiva nel circuito artistico internazionale.
    Sogaro trattò vari generi pittorici, tra cui il ritratto psicologico, la natura morta e, in particolare, il paesaggio. Le sue rappresentazioni della laguna veneziana e del fiume Brenta sono note per la delicatezza e la profondità emotiva, catturando le sfumature di luce e atmosfera dei luoghi.
    Sue opere sono conservate presso il Municipio e la Cassa di Risparmio di Venezia, nelle collezioni D'Angelo di Venezia e Costantini di Padova, oltre che in numerose collezioni private. Oscar Sogaro morì il 13 dicembre 1967 a Venezia.

    STIMA min € 1000 - max € 1200

    Lotto 14  

    Vaso di fiori

    Oscar Sogaro Oscar Sogaro
    Dolo 1888 - Venezia 1967
    Olio su cartone cm 20x29,5 firmato in basso a dx O.Sogaro

    Oscar Sogaro nacque il 14 settembre 1888 a Dolo, in provincia di Venezia. Frequentò l'Accademia di Belle Arti di Bologna sotto la guida del professor Domenico Ferri, diplomandosi con il premio ministeriale.
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    Durante la Prima Guerra Mondiale, espose alla Mostra dei Veneti a Bologna, iniziando a farsi conoscere nel panorama artistico.
    Nel 1900, Sogaro aderì al movimento dei "Ribelli di Cà Pesaro", un gruppo di pittori che includeva nomi come Umberto Moggioli, Felice Castegnaro, Mario Disertori e Pio Semeghini. Questo gruppo si distinse per la sua ricerca artistica innovativa e per l'approccio critico verso le tradizioni pittoriche consolidate.
    La sua partecipazione alla Biennale d'Arte di Venezia fu significativa: espose in questa sede dal 1922 al 1935, ottenendo riconoscimenti e consolidando la sua reputazione. Oltre a Venezia, le sue opere furono presentate in mostre a Milano, Roma, Padova, Bruxelles e Trieste, dimostrando la sua presenza attiva nel circuito artistico internazionale.
    Sogaro trattò vari generi pittorici, tra cui il ritratto psicologico, la natura morta e, in particolare, il paesaggio. Le sue rappresentazioni della laguna veneziana e del fiume Brenta sono note per la delicatezza e la profondità emotiva, catturando le sfumature di luce e atmosfera dei luoghi.
    Sue opere sono conservate presso il Municipio e la Cassa di Risparmio di Venezia, nelle collezioni D'Angelo di Venezia e Costantini di Padova, oltre che in numerose collezioni private. Oscar Sogaro morì il 13 dicembre 1967 a Venezia.



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  • Lotto 15  

    Natura morta

    Amedeo Bianchi
    Rovigo 1882 - Venezia 1949
    Olio su tavola cm 30x36 firmato in basso a dx A.Bianchi

    Amedeo Bianchi nacque a Badia Polesine nel 1882 e morì a Venezia nel 1949. Allievo di Giacomo Grosso all'Accademia Albertina di Torino, Bianchi si distinse come ritrattista e paesaggista.
    Clicca per espandere

    Nel 1913, durante un soggiorno a Catania, ebbe l'opportunità di ritrarre lo scrittore Giovanni Verga. Partecipò a diverse edizioni della Biennale di Venezia, contribuendo al panorama artistico dell'epoca.

    STIMA min € 1000 - max € 1200

    Lotto 15  

    Natura morta

    Amedeo Bianchi Amedeo Bianchi
    Rovigo 1882 - Venezia 1949
    Olio su tavola cm 30x36 firmato in basso a dx A.Bianchi

    Amedeo Bianchi nacque a Badia Polesine nel 1882 e morì a Venezia nel 1949. Allievo di Giacomo Grosso all'Accademia Albertina di Torino, Bianchi si distinse come ritrattista e paesaggista.
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    Nel 1913, durante un soggiorno a Catania, ebbe l'opportunità di ritrarre lo scrittore Giovanni Verga. Partecipò a diverse edizioni della Biennale di Venezia, contribuendo al panorama artistico dell'epoca.



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  • Lotto 16  

    Ciliegie

    Emo Mazzetti
    Treviso 1870 - Venezia 1955
    Olio su tavola cm 33,5x50 firmato in basso a dx E.Mazzetti

    Emo Mazzetti nacque a Treviso nel 1870 e morì a Venezia nel 1955. Dopo aver studiato agricoltura a Schio e Varese, si trasferì a Venezia nel 1897 per dedicarsi alla pittura.
    Clicca per espandere

    La sua arte si concentrò principalmente su paesaggi e nature morte, con una particolare predilezione per scene che ritraevano la laguna veneziana e le Dolomiti. Le sue opere sono state esposte in numerose mostre, tra cui la Biennale di Venezia, e sono conservate in collezioni pubbliche e private.

    STIMA min € 3000 - max € 3500

    Lotto 16  

    Ciliegie

    Emo Mazzetti Emo Mazzetti
    Treviso 1870 - Venezia 1955
    Olio su tavola cm 33,5x50 firmato in basso a dx E.Mazzetti

    Emo Mazzetti nacque a Treviso nel 1870 e morì a Venezia nel 1955. Dopo aver studiato agricoltura a Schio e Varese, si trasferì a Venezia nel 1897 per dedicarsi alla pittura.
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    La sua arte si concentrò principalmente su paesaggi e nature morte, con una particolare predilezione per scene che ritraevano la laguna veneziana e le Dolomiti. Le sue opere sono state esposte in numerose mostre, tra cui la Biennale di Venezia, e sono conservate in collezioni pubbliche e private.



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  • Lino Selvatico
    Padova 1872 - Treviso 1924
    Fiori

    Lino Selvatico, figlio di Riccardo rinomato promotore delle mostre veneziane, nacque e crebbe sotto l'influenza e la guida del padre. Grazie a lui, fu introdotto agli studi giuridici e artistici, avendo anche l'opportunità di apprendere sotto la tutela di Cesare Laurenti.
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    Questa formazione eclettica segnò l'inizio di una carriera artistica promettente.

    La sua opera inaugurale, il "Ritratto del professor G. Bordiga," fu presentata alla III Internazionale d'Arte veneziana nel 1899, evidenziando fin da subito il suo talento emergente. Selvatico, attento osservatore dell'arte veneziana del suo tempo, iniziò la sua carriera ispirandosi a due eminenti artisti locali, Giacomo Favretto ed Ettore Tito. Mentre si distanziò dal filone aneddotico di Favretto, abbracciò la tecnica ritrattistica di Tito, modellando le sue opere su eleganti e mondani stili. Questa scelta artistica si rivelò un successo, guadagnandogli il favore dell'aristocrazia e dell'alta borghesia veneziana.

    La sua partecipazione attiva alle Internazionali veneziane, inclusi due spettacoli individuali nel 1912 e nel 1922, contribuì a consolidare la sua reputazione nel panorama artistico. Nonostante la sua prematura scomparsa il 25 luglio 1924, a seguito di un tragico incidente stradale mentre guidava la sua motocicletta, il suo lascito artistico perdurò.

    Il riconoscimento postumo di Lino Selvatico si manifestò nel 1926, con l'organizzazione di una retrospettiva che presentava ben 45 delle sue opere. Questo evento sottolineò la sua significativa contribuzione all'arte veneziana, celebrando la sua abilità nel ritratto e il suo impatto duraturo sulla scena artistica locale. La sua eredità artistica continuò a ispirare generazioni successive di artisti, confermando la sua posizione di rilievo nella storia dell'arte veneziana del XX secolo.

    STIMA min € 4000 - max € 5000

    Lino Selvatico Lino Selvatico
    Padova 1872 - Treviso 1924
    Fiori

    Lino Selvatico, figlio di Riccardo rinomato promotore delle mostre veneziane, nacque e crebbe sotto l'influenza e la guida del padre. Grazie a lui, fu introdotto agli studi giuridici e artistici, avendo anche l'opportunità di apprendere sotto la tutela di Cesare Laurenti.
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    Questa formazione eclettica segnò l'inizio di una carriera artistica promettente.

    La sua opera inaugurale, il "Ritratto del professor G. Bordiga," fu presentata alla III Internazionale d'Arte veneziana nel 1899, evidenziando fin da subito il suo talento emergente. Selvatico, attento osservatore dell'arte veneziana del suo tempo, iniziò la sua carriera ispirandosi a due eminenti artisti locali, Giacomo Favretto ed Ettore Tito. Mentre si distanziò dal filone aneddotico di Favretto, abbracciò la tecnica ritrattistica di Tito, modellando le sue opere su eleganti e mondani stili. Questa scelta artistica si rivelò un successo, guadagnandogli il favore dell'aristocrazia e dell'alta borghesia veneziana.

    La sua partecipazione attiva alle Internazionali veneziane, inclusi due spettacoli individuali nel 1912 e nel 1922, contribuì a consolidare la sua reputazione nel panorama artistico. Nonostante la sua prematura scomparsa il 25 luglio 1924, a seguito di un tragico incidente stradale mentre guidava la sua motocicletta, il suo lascito artistico perdurò.

    Il riconoscimento postumo di Lino Selvatico si manifestò nel 1926, con l'organizzazione di una retrospettiva che presentava ben 45 delle sue opere. Questo evento sottolineò la sua significativa contribuzione all'arte veneziana, celebrando la sua abilità nel ritratto e il suo impatto duraturo sulla scena artistica locale. La sua eredità artistica continuò a ispirare generazioni successive di artisti, confermando la sua posizione di rilievo nella storia dell'arte veneziana del XX secolo.



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  • Lotto 18  

    Selvaggina

    Umberto Martina
    Dardago di Budoia (PN) 1880 - Tauriano di Spilimbergo (PN) 1945
    Olio su tela cm 39,5x50 firmato in basso a dx Martina

    Umberto Martina nacque il 12 luglio 1880 a Dardago di Budoia, in provincia di Pordenone, da una famiglia di contadini. La sua passione per l'arte si manifestò fin da giovane, e nel 1895 si trasferì con la famiglia a Venezia, dove il padre gestiva il "Caffè Cavallo".
    Clicca per espandere

    Nonostante le resistenze familiari, il giovane Umberto riuscì a seguire la sua vocazione, frequentando l'Accademia di Belle Arti di Venezia dal 1895 al 1900, sotto la guida del maestro Ettore Tito. Qui si distinse nello studio della figura, sviluppando un talento che avrebbe segnato il suo percorso artistico.

    Nel 1904, desideroso di ampliare la sua formazione, Martina si trasferì a Monaco di Baviera per studiare all'Accademia locale, dove poté perfezionarsi con il pittore Carl von Marr. Al suo ritorno a Venezia nel 1906, partecipò alla Mostra nazionale di belle arti di Milano, con opere che includevano "Cappello rosso", "Ritratto di bambina" e "Ritratto di signorina", segnando il suo ingresso nel panorama artistico. La sua carriera si consolidò a Venezia, dove divenne noto come ritrattista di grande talento, partecipando a numerose edizioni della Biennale di Venezia e prendendo parte alle mostre di Ca' Pesaro organizzate da Nino Barbantini.

    Oltre ai ritratti, Martina fu anche richiesto per lavori di arte sacra, e le sue opere trovarono spazio in molte chiese del Friuli, del Veneto e del Trentino. La sua pittura, caratterizzata da un approccio vivace e profondo alla psicologia dei soggetti, lo rese un artista di rilievo nel panorama artistico del suo tempo. Tuttavia, durante la Seconda Guerra Mondiale, si rifugiò a Tauriano di Spilimbergo, dove morì il 14 gennaio 1945.

    Nel cinquantenario della sua morte, nel 1995-1996, gli fu dedicata una mostra a Tauriano, esponendo numerosi lavori inediti, tra cui diversi ritratti che ne confermarono la maestria.

    STIMA min € 2000 - max € 2500

    Lotto 18  

    Selvaggina

    Umberto Martina Umberto Martina
    Dardago di Budoia (PN) 1880 - Tauriano di Spilimbergo (PN) 1945
    Olio su tela cm 39,5x50 firmato in basso a dx Martina

    Umberto Martina nacque il 12 luglio 1880 a Dardago di Budoia, in provincia di Pordenone, da una famiglia di contadini. La sua passione per l'arte si manifestò fin da giovane, e nel 1895 si trasferì con la famiglia a Venezia, dove il padre gestiva il "Caffè Cavallo".
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    Nonostante le resistenze familiari, il giovane Umberto riuscì a seguire la sua vocazione, frequentando l'Accademia di Belle Arti di Venezia dal 1895 al 1900, sotto la guida del maestro Ettore Tito. Qui si distinse nello studio della figura, sviluppando un talento che avrebbe segnato il suo percorso artistico.

    Nel 1904, desideroso di ampliare la sua formazione, Martina si trasferì a Monaco di Baviera per studiare all'Accademia locale, dove poté perfezionarsi con il pittore Carl von Marr. Al suo ritorno a Venezia nel 1906, partecipò alla Mostra nazionale di belle arti di Milano, con opere che includevano "Cappello rosso", "Ritratto di bambina" e "Ritratto di signorina", segnando il suo ingresso nel panorama artistico. La sua carriera si consolidò a Venezia, dove divenne noto come ritrattista di grande talento, partecipando a numerose edizioni della Biennale di Venezia e prendendo parte alle mostre di Ca' Pesaro organizzate da Nino Barbantini.

    Oltre ai ritratti, Martina fu anche richiesto per lavori di arte sacra, e le sue opere trovarono spazio in molte chiese del Friuli, del Veneto e del Trentino. La sua pittura, caratterizzata da un approccio vivace e profondo alla psicologia dei soggetti, lo rese un artista di rilievo nel panorama artistico del suo tempo. Tuttavia, durante la Seconda Guerra Mondiale, si rifugiò a Tauriano di Spilimbergo, dove morì il 14 gennaio 1945.

    Nel cinquantenario della sua morte, nel 1995-1996, gli fu dedicata una mostra a Tauriano, esponendo numerosi lavori inediti, tra cui diversi ritratti che ne confermarono la maestria.



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  • Lotto 19  

    Natura morta

    E.Cavalli
    Artista del XX secolo
    Olio su cartone cm 26x34 firmato in basso a sx E.Cavalli

    STIMA min € 2500 - max € 3000

    Lotto 19  

    Natura morta

    E.Cavalli E.Cavalli
    Artista del XX secolo
    Olio su cartone cm 26x34 firmato in basso a sx E.Cavalli



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  • Lotto 20  

    Vaso di fiori

    Giuseppe Casciaro
    Ortello 1863 -

    Giuseppe Casciaro nacque il 9 marzo 1863 a Ortelle, un piccolo comune della Puglia. Rimasto orfano da giovane, fu accolto dallo zio sacerdote, che gli permise di frequentare il liceo classico, ma la sua passione per l'arte lo portò presto verso gli studi pittorici.
    Clicca per espandere

    Si iscrisse alla scuola di disegno di Paolo Emilio Stasi a Spongano, che riconobbe il suo talento e lo indirizzò a frequentare il Real Istituto di Belle Arti di Napoli. A Napoli, studiò sotto la guida di Gioacchino Toma e dello scultore Stanislao Lista, ma fu l'incontro con Francesco Paolo Michetti a segnare un punto di svolta nella sua carriera, insegnandogli a usare il pastello.

    Il suo debutto artistico avvenne nel 1887 alla Promotrice "Salvator Rosa" di Napoli, dove espose undici paesaggi che gli valsero lodi e riconoscimenti. Da quel momento, partecipò a numerose esposizioni in Italia e all'estero, tra cui quelle di Palermo, Roma, Torino, Milano, Parigi, Bruxelles, Berlino e Vienna. Nel 1893, al Salon de Paris, vinse una medaglia d'oro, consolidando la sua fama. Tra il 1895 e il 1932, Casciaro partecipò quasi senza interruzione alla Biennale di Venezia, dove il suo talento fu ampiamente apprezzato.

    Nel 1906, presentò un ciclo di opere intitolato "Castro e dintorni" all'Esposizione internazionale di Milano, suscitando l'interesse della famiglia reale. La regina Elena, appassionata di pittura, lo nominò suo maestro, un riconoscimento che accrebbe ulteriormente la sua notorietà. Oltre alla pittura, Casciaro si dedicò all'insegnamento, ricoprendo ruoli accademici e contribuendo alla formazione di numerosi giovani artisti. Nel 1929 fu candidato alla Reale Accademia d'Italia, un altro traguardo significativo nella sua carriera.

    Nel 1934, partecipò alla mostra d'arte coloniale di Napoli, avendo l'opportunità di recarsi in Libia per realizzare un ciclo di opere ispirato a quelle terre. Giuseppe Casciaro nacque il 9 marzo 1863 a Ortelle, un piccolo comune della Puglia. Rimasto orfano da giovane, fu accolto dallo zio sacerdote, che gli permise di frequentare il liceo classico, ma la sua passione per l'arte lo portò presto verso gli studi pittorici. Si iscrisse alla scuola di disegno di Paolo Emilio Stasi a Spongano, che riconobbe il suo talento e lo indirizzò a frequentare il Real Istituto di Belle Arti di Napoli. A Napoli, studiò sotto la guida di Gioacchino Toma e dello scultore Stanislao Lista, ma fu l'incontro con Francesco Paolo Michetti a segnare un punto di svolta nella sua carriera, insegnandogli a usare il pastello.

    Il suo debutto artistico avvenne nel 1887 alla Promotrice "Salvator Rosa" di Napoli, dove espose undici paesaggi che gli valsero lodi e riconoscimenti. Da quel momento, partecipò a numerose esposizioni in Italia e all'estero, tra cui quelle di Palermo, Roma, Torino, Milano, Parigi, Bruxelles, Berlino e Vienna. Nel 1893, al Salon de Paris, vinse una medaglia d'oro, consolidando la sua fama. Tra il 1895 e il 1932, Casciaro partecipò quasi senza interruzione alla Biennale di Venezia, dove il suo talento fu ampiamente apprezzato.

    Nel 1906, presentò un ciclo di opere intitolato "Castro e dintorni" all'Esposizione internazionale di Milano, suscitando l'interesse della famiglia reale. La regina Elena, appassionata di pittura, lo nominò suo maestro, un riconoscimento che accrebbe ulteriormente la sua notorietà. Oltre alla pittura, Casciaro si dedicò all'insegnamento, ricoprendo ruoli accademici e contribuendo alla formazione di numerosi giovani artisti. Nel 1929 fu candidato alla Reale Accademia d'Italia, un altro traguardo significativo nella sua carriera.

    Nel 1934, partecipò alla mostra d'arte coloniale di Napoli, avendo l'opportunità di recarsi in Libia per realizzare un ciclo di opere ispirato a quelle terre.
    Giuseppe Casciaro morì a Napoli nel 1945.


    Olio su tela cm 23,8x31,3 firmato in basso a sx G.Casciaro datato 30 Giugno 22
    STIMA min € 2000 - max € 2500

    Lotto 20  

    Vaso di fiori

    Giuseppe Casciaro Giuseppe Casciaro
    Ortello 1863 -

    Giuseppe Casciaro nacque il 9 marzo 1863 a Ortelle, un piccolo comune della Puglia. Rimasto orfano da giovane, fu accolto dallo zio sacerdote, che gli permise di frequentare il liceo classico, ma la sua passione per l'arte lo portò presto verso gli studi pittorici.
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    Si iscrisse alla scuola di disegno di Paolo Emilio Stasi a Spongano, che riconobbe il suo talento e lo indirizzò a frequentare il Real Istituto di Belle Arti di Napoli. A Napoli, studiò sotto la guida di Gioacchino Toma e dello scultore Stanislao Lista, ma fu l'incontro con Francesco Paolo Michetti a segnare un punto di svolta nella sua carriera, insegnandogli a usare il pastello.

    Il suo debutto artistico avvenne nel 1887 alla Promotrice "Salvator Rosa" di Napoli, dove espose undici paesaggi che gli valsero lodi e riconoscimenti. Da quel momento, partecipò a numerose esposizioni in Italia e all'estero, tra cui quelle di Palermo, Roma, Torino, Milano, Parigi, Bruxelles, Berlino e Vienna. Nel 1893, al Salon de Paris, vinse una medaglia d'oro, consolidando la sua fama. Tra il 1895 e il 1932, Casciaro partecipò quasi senza interruzione alla Biennale di Venezia, dove il suo talento fu ampiamente apprezzato.

    Nel 1906, presentò un ciclo di opere intitolato "Castro e dintorni" all'Esposizione internazionale di Milano, suscitando l'interesse della famiglia reale. La regina Elena, appassionata di pittura, lo nominò suo maestro, un riconoscimento che accrebbe ulteriormente la sua notorietà. Oltre alla pittura, Casciaro si dedicò all'insegnamento, ricoprendo ruoli accademici e contribuendo alla formazione di numerosi giovani artisti. Nel 1929 fu candidato alla Reale Accademia d'Italia, un altro traguardo significativo nella sua carriera.

    Nel 1934, partecipò alla mostra d'arte coloniale di Napoli, avendo l'opportunità di recarsi in Libia per realizzare un ciclo di opere ispirato a quelle terre. Giuseppe Casciaro nacque il 9 marzo 1863 a Ortelle, un piccolo comune della Puglia. Rimasto orfano da giovane, fu accolto dallo zio sacerdote, che gli permise di frequentare il liceo classico, ma la sua passione per l'arte lo portò presto verso gli studi pittorici. Si iscrisse alla scuola di disegno di Paolo Emilio Stasi a Spongano, che riconobbe il suo talento e lo indirizzò a frequentare il Real Istituto di Belle Arti di Napoli. A Napoli, studiò sotto la guida di Gioacchino Toma e dello scultore Stanislao Lista, ma fu l'incontro con Francesco Paolo Michetti a segnare un punto di svolta nella sua carriera, insegnandogli a usare il pastello.

    Il suo debutto artistico avvenne nel 1887 alla Promotrice "Salvator Rosa" di Napoli, dove espose undici paesaggi che gli valsero lodi e riconoscimenti. Da quel momento, partecipò a numerose esposizioni in Italia e all'estero, tra cui quelle di Palermo, Roma, Torino, Milano, Parigi, Bruxelles, Berlino e Vienna. Nel 1893, al Salon de Paris, vinse una medaglia d'oro, consolidando la sua fama. Tra il 1895 e il 1932, Casciaro partecipò quasi senza interruzione alla Biennale di Venezia, dove il suo talento fu ampiamente apprezzato.

    Nel 1906, presentò un ciclo di opere intitolato "Castro e dintorni" all'Esposizione internazionale di Milano, suscitando l'interesse della famiglia reale. La regina Elena, appassionata di pittura, lo nominò suo maestro, un riconoscimento che accrebbe ulteriormente la sua notorietà. Oltre alla pittura, Casciaro si dedicò all'insegnamento, ricoprendo ruoli accademici e contribuendo alla formazione di numerosi giovani artisti. Nel 1929 fu candidato alla Reale Accademia d'Italia, un altro traguardo significativo nella sua carriera.

    Nel 1934, partecipò alla mostra d'arte coloniale di Napoli, avendo l'opportunità di recarsi in Libia per realizzare un ciclo di opere ispirato a quelle terre.
    Giuseppe Casciaro morì a Napoli nel 1945.


    Olio su tela cm 23,8x31,3 firmato in basso a sx G.Casciaro datato 30 Giugno 22


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