Descrizione Lotto
Emilio Notte
Ceglie Messapica 1891 - Napoli 1982
Olio su tavola cm 33x25 firmato in alto a dx E.Notte
Esposto alla Biennale di Venezia del 1912.
Emilio Notte nacque a Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi, il 30 gennaio 1891, da genitori veneti. In seguito ai trasferimenti dovuti all’impiego del padre, la famiglia si spostò in varie località del Sud Italia, esperienze che segnarono la sua formazione giovanile e la sua sensibilità artistica.Clicca per espandere
Dopo aver studiato dapprima nel ginnasio locale, si trasferì a Napoli e poi a Firenze, dove frequentò l’Accademia di Belle Arti e si formò alla scuola di maestri come Adolfo De Carolis e, indirettamente, Giovanni Fattori.
Già durante gli anni di formazione emergente Notte manifestò un talento precoce: in età ancora molto giovane partecipò a importanti esposizioni e venne a contatto con l’ambiente delle avanguardie italiane. A Firenze trovò amicizie decisive — con scrittori, poeti e artisti legati all’ambiente de “La Giovine Etruria” — e fu introdotto al mondo futurista dalla cerchia di figure come Ardengo Soffici.
Tra il 1914 e il 1918 Notte aderì formalmente al movimento futurista, anche se con una visione personale rispetto ai temi dominanti dell’epoca: pur partecipando al dinamismo plastico tipico del movimento, coltivò un’attenzione autentica per la figura, per la sofferenza umana e per la rappresentazione della vita quotidiana, anziché per la mera celebrazione della macchina o del progresso tecnico. Durante la Prima guerra mondiale prestò servizio sul fronte, dove rimase ferito, e ciò influenzò profondamente la sua pittura post-bellica.
Nel corso degli anni Venti il suo stile conobbe una svolta: Notte progressivamente si allontanò dalle forme più radicali dell’avanguardia per avvicinarsi a un “ritorno all’ordine”, dialogando con la pittura rinascimentale, con la tradizione veneta e con un realismo magico sottile. Nel 1923 vinse un concorso per una cattedra presso il Liceo Artistico di Venezia, iniziando una lunga carriera didattica che lo vide insegnante a Roma e poi, dalla fine degli anni Venti, all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Qui, pur in un contesto spesso ostile e critico, svolse un ruolo importante nella diffusione della pittura moderna nel Meridione, influenzando generazioni di allievi.
Durante gli anni Trenta e Quaranta la sua opera continuò a esplorare tematiche di impegno civile — come il lavoro, la guerra, la condizione umana — con un linguaggio pittorico sempre più personale e meditativo. Le sue composizioni grandi, intense e a volte allegoriche, testimoniano una profonda riflessione sul tempo, sul destino, sul sociale. Dagli anni Cinque alla fine della sua vita, Notte intraprese ulteriori percorsi di sperimentazione: la serie dei «neri» ispirata alle isole Eolie, la successiva serie dei «bianchi» con motivi simbolici-ermetici, e addirittura lavori che guardano allo spazio e all’astrofuturismo, segno della sua capacità di restare aperto alle trasformazioni culturali.
Emilio Notte morì a Napoli il 7 luglio 1982, lasciando un’eredità artistica che attraversa il futurismo, il ritorno all’ordine, la riflessione sul contemporaneo e, infine, una sorta di poesia visiva unica nel panorama italiano del Novecento.