Descrizione Lotto
Paolo Punzo
Ponteranica (BG) 1906 - Bergamo 1979
Olio su cartone cm 40x50 firmato in basso a sx Punzo
Paolo Punzo nacque a Bergamo il 1° marzo 1906, quarto di sette figli in una famiglia guidata dal padre Antonino, ufficiale originario di Nola e trasferito a Bergamo nel 1901. Fin dalla giovinezza Punzo mostrò una forte passione per la montagna e per l’alpinismo: divenne membro del Club Alpino Italiano (CAI) e frequentò con entusiasmo la natura alpina lombarda, in particolare le valli della Valtellina e della Val Chiavenna.Clicca per espandere
Autodidatta nella pittura, Punzo elaborò un proprio linguaggio visivo fortemente legato all’esperienza dell’alta quota: salì in vetta con tavolozza e colori, dipingendo «en plein air» rocce, nevi perenni, altopiani e riflessi luminosi che solo chi vive la montagna può cogliere. Il suo lavoro lo portò a restituire non una semplice veduta panoramica, ma la percezione diretta del paesaggio alpino: la luce che gioca sul ghiaccio, le sfumature celesti della sera, la rapidità dei cambi di tempo, l’essenza della montagna catturata con spontaneità e sincerità.
Durante gli anni ’30, ’40 e ’50 Punzo espose con regolarità a Sondrio, Bergamo, Milano, St. Moritz e Cortina, e ben presto divenne noto, anche grazie all’attenzione della critica e della stampa, come «il pittore della montagna». Pur immerso nella tradizione dell’osservazione del vero, Punzo mostrò negli anni un’apertura verso l’espressione più libera della forma: alcuni dei suoi paesaggi liguri degli anni ’40, per esempio, rivelano una tavolozza più sciolta e un tocco meno accademico.
Lo stile di Punzo combina rigore e immediatezza: non pretende la spettacolarità, bensì la verità del momento vissuto — la vetta, il ghiacciaio, la roccia — e lo fa con una pennellata che sa essere veloce come il riflesso della luce e misurata come la pietra che scolpisce. I suoi dipinti costituiscono non solo testimonianze di luoghi alpini, ma anche segni del passaggio del tempo: oggi le sue tele dialogano con il tema del cambiamento climatico, con le montagne che mutano e con i ghiacciai che arretrano.
Paolo Punzo si spense nel 1979Paolo Punzo nacque a Bergamo il 1° marzo 1906, quarto di sette figli in una famiglia guidata dal padre Antonino, ufficiale originario di Nola e trasferito a Bergamo nel 1901. Fin dalla giovinezza Punzo mostrò una forte passione per la montagna e per l’alpinismo: divenne membro del Club Alpino Italiano (CAI) e frequentò con entusiasmo la natura alpina lombarda, in particolare le valli della Valtellina e della Val Chiavenna.
Autodidatta nella pittura, Punzo elaborò un proprio linguaggio visivo fortemente legato all’esperienza dell’alta quota: salì in vetta con tavolozza e colori, dipingendo «en plein air» rocce, nevi perenni, altopiani e riflessi luminosi che solo chi vive la montagna può cogliere. Il suo lavoro lo portò a restituire non una semplice veduta panoramica, ma la percezione diretta del paesaggio alpino: la luce che gioca sul ghiaccio, le sfumature celesti della sera, la rapidità dei cambi di tempo, l’essenza della montagna catturata con spontaneità e sincerità.
Durante gli anni ’30, ’40 e ’50 Punzo espose con regolarità a Sondrio, Bergamo, Milano, St. Moritz e Cortina, e ben presto divenne noto, anche grazie all’attenzione della critica e della stampa, come «il pittore della montagna». Pur immerso nella tradizione dell’osservazione del vero, Punzo mostrò negli anni un’apertura verso l’espressione più libera della forma: alcuni dei suoi paesaggi liguri degli anni ’40, per esempio, rivelano una tavolozza più sciolta e un tocco meno accademico.
Lo stile di Punzo combina rigore e immediatezza: non pretende la spettacolarità, bensì la verità del momento vissuto — la vetta, il ghiacciaio, la roccia — e lo fa con una pennellata che sa essere veloce come il riflesso della luce e misurata come la pietra che scolpisce. I suoi dipinti costituiscono non solo testimonianze di luoghi alpini, ma anche segni del passaggio del tempo: oggi le sue tele dialogano con il tema del cambiamento climatico, con le montagne che mutano e con i ghiacciai che arretrano.
Paolo Punzo si spense nel 1979.