Andrea Marchisio nacque a Torino il 15 maggio 1850 da Antonio e Caterina Ferri. Fin da giovane mostrò una spiccata inclinazione per il disegno, tanto che nel 1864, a soli quattordici anni, fu ammesso all’Accademia Albertina di Belle Arti.
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Qui studiò sotto la guida di Enrico Gamba e Andrea Gastaldi, due tra le figure più rappresentative del panorama artistico torinese dell’epoca. Durante il percorso accademico ottenne numerose menzioni d’onore, a testimonianza del suo talento precoce e della solidità della sua formazione.
Completati gli studi nel 1869, esordì alla mostra annuale della Promotrice di Torino con un dipinto di genere intitolato Una bolla di sapone, che anticipava l’interesse dell’artista per scene dal carattere intimo e narrativo. In un primo momento, infatti, Marchisio si dedicò prevalentemente alla pittura di genere, per poi orientarsi progressivamente verso soggetti storici, in particolare scene in costume e ricostruzioni memoriali. Queste opere si distinguevano per la precisione del disegno e per una palette cromatica equilibrata, che ne esaltava la raffinatezza formale.
Il riconoscimento ufficiale arrivò nel 1878 con il dipinto Amore e patria, acquistato dalla Galleria d’Arte Moderna di Torino, che ne consacrò il successo nel panorama artistico italiano. A partire dagli anni Novanta dell’Ottocento, Marchisio ampliò ulteriormente il proprio repertorio artistico, dedicandosi anche alla pittura su vetro. In questo ambito realizzò pregevoli vetrate per edifici religiosi, tra cui le chiese di Quarniento e Cossano Canavese, consolidando così la sua versatilità tecnica.
Andrea Marchisio continuò a esporre con regolarità, soprattutto alla Promotrice torinese, fino alla fine del secolo. Morì nella sua città natale il 23 luglio 1927, lasciando un segno tangibile nella pittura piemontese tra Otto e Novecento, grazie a un’opera caratterizzata da rigore compositivo e sensibilità narrativa. Andrea Marchisio nacque a Torino il 15 maggio 1850 da Antonio e Caterina Ferri. Fin da giovane mostrò una spiccata inclinazione per il disegno, tanto che nel 1864, a soli quattordici anni, fu ammesso all’Accademia Albertina di Belle Arti. Qui studiò sotto la guida di Enrico Gamba e Andrea Gastaldi, due tra le figure più rappresentative del panorama artistico torinese dell’epoca. Durante il percorso accademico ottenne numerose menzioni d’onore, a testimonianza del suo talento precoce e della solidità della sua formazione.
Completati gli studi nel 1869, esordì alla mostra annuale della Promotrice di Torino con un dipinto di genere intitolato Una bolla di sapone, che anticipava l’interesse dell’artista per scene dal carattere intimo e narrativo. In un primo momento, infatti, Marchisio si dedicò prevalentemente alla pittura di genere, per poi orientarsi progressivamente verso soggetti storici, in particolare scene in costume e ricostruzioni memoriali. Queste opere si distinguevano per la precisione del disegno e per una palette cromatica equilibrata, che ne esaltava la raffinatezza formale.
Il riconoscimento ufficiale arrivò nel 1878 con il dipinto Amore e patria, acquistato dalla Galleria d’Arte Moderna di Torino, che ne consacrò il successo nel panorama artistico italiano. A partire dagli anni Novanta dell’Ottocento, Marchisio ampliò ulteriormente il proprio repertorio artistico, dedicandosi anche alla pittura su vetro. In questo ambito realizzò pregevoli vetrate per edifici religiosi, tra cui le chiese di Quarniento e Cossano Canavese, consolidando così la sua versatilità tecnica.
Andrea Marchisio continuò a esporre con regolarità, soprattutto alla Promotrice torinese, fino alla fine del secolo. Morì nella sua città natale il 23 luglio 1927, lasciando un segno tangibile nella pittura piemontese tra Otto e Novecento, grazie a un’opera caratterizzata da rigore compositivo e sensibilità narrativa.