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Tuttavia, difficoltà economiche lo costrinsero a interrompere gli studi, affrontando un periodo di precarietà durante il quale lavorò come fotografo e illustratore per riviste. Successivamente, riuscì a riprendere la formazione artistica sotto la guida di Enrico Pollastrini, sebbene per un solo anno.
Contrariamente alla tendenza accademica dell'epoca, che privilegiava soggetti storici o naturalistici, Vinea sviluppò uno stile personale, caratterizzato da scene di genere ambientate in epoche passate, con personaggi in costumi settecenteschi o rococò, ritratti in interni sontuosamente arredati. Le sue opere, spesso intrise di eleganza e ironia, raffigurano momenti di vita quotidiana con un tocco teatrale e decorativo.
Il successo delle sue opere fu notevole, soprattutto in Francia e Inghilterra, dove vennero apprezzate per la raffinatezza e la vivacità cromatica. Questo gli permise di condurre una vita agiata, stabilendosi in una villa a Pracchia, località appenninica, e mantenendo uno studio a Firenze, descritto come un ambiente ricco di oggetti d'arte e arredi eclettici, che spesso comparivano nei suoi dipinti.
Tra le sue opere più note si annoverano "Baccanale di soldati", "Alla più bella", "La visita alla nonna", "Un rapimento", "Una bagnante", "Il Vescovo" e "Un appuntamento". Vinea si dedicò anche alla tecnica dell'acquerello, dimostrando versatilità e padronanza in diverse modalità espressive.
Francesco Vinea morì a Firenze il 22 ottobre 1902.