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RICERCA LOTTI

Asta 57 - Dipinti selezionati XIX e XX secolo

dettaglio asta
  • Lotto 1  

    Allo specchio

    Attilio Toro Attilio Toro
    Italia 1892 - 1982
    Olio su tela cm 50x35 firmato in basso a dx A.Toro

    Attilio Toro nacque a Napoli il 4 dicembre 1892. Fin da giovane si avvicinò al mondo dell’arte, apprendendo i primi rudimenti della pittura nell’atelier del padre, Carmine Toro.
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    La sua formazione proseguì all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove fu allievo di Vincenzo Volpe e attirò l’attenzione del direttore Carlo Siviero, che gli offrì un incarico come assistente, proposta che Toro rifiutò per dedicarsi interamente alla sua produzione artistica.

    La pittura di Attilio Toro si sviluppò seguendo la grande tradizione ottocentesca napoletana, ma con uno stile personale caratterizzato da pennellate dense, colori sapientemente impastati e una particolare luminosità che dava vitalità ai soggetti. Realizzò ritratti di grande sensibilità, nudi femminili carichi di grazia e paesaggi semplici ma vibranti.

    Nel corso della sua carriera, partecipò a numerose esposizioni, tra cui la Prima Esposizione Biennale Nazionale d’Arte della Città di Napoli del 1921, dove presentò l’opera "Redenta". Raggiunse importanti riconoscimenti, come il premio della Columbus Association nel 1940 e la medaglia d’oro alla Mostra Nazionale di Caserta nel 1961 per il dipinto "San Gregorio d’Alife". Tra le sue opere più apprezzate si annovera anche il "Generale Clark", considerato un punto alto della sua produzione.

    Attilio Toro visse gli ultimi anni a Portici, dove si spense nel 1982. Attilio Toro nacque a Napoli il 4 dicembre 1892. Fin da giovane si avvicinò al mondo dell’arte, apprendendo i primi rudimenti della pittura nell’atelier del padre, Carmine Toro. La sua formazione proseguì all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove fu allievo di Vincenzo Volpe e attirò l’attenzione del direttore Carlo Siviero, che gli offrì un incarico come assistente, proposta che Toro rifiutò per dedicarsi interamente alla sua produzione artistica.

    La pittura di Attilio Toro si sviluppò seguendo la grande tradizione ottocentesca napoletana, ma con uno stile personale caratterizzato da pennellate dense, colori sapientemente impastati e una particolare luminosità che dava vitalità ai soggetti. Realizzò ritratti di grande sensibilità, nudi femminili carichi di grazia e paesaggi semplici ma vibranti.

    Nel corso della sua carriera, partecipò a numerose esposizioni, tra cui la Prima Esposizione Biennale Nazionale d’Arte della Città di Napoli del 1921, dove presentò l’opera "Redenta". Raggiunse importanti riconoscimenti, come il premio della Columbus Association nel 1940 e la medaglia d’oro alla Mostra Nazionale di Caserta nel 1961 per il dipinto "San Gregorio d’Alife". Tra le sue opere più apprezzate si annovera anche il "Generale Clark", considerato un punto alto della sua produzione.

    Attilio Toro visse gli ultimi anni a Portici, dove si spense nel 1982.

    STIMA:
    min € 700 - max € 800
    Base Asta:
    € 250

    1 offerte pre-asta
  • Lotto 2  

    Bel visetto

    Vincenzo Irolli Vincenzo Irolli
    Napoli 1860-1949
    Olio su tavola cm 39x30 firmato in basso a dx V.Irolli

    Nato a Napoli il 30 settembre 1860, l'artista studiò presso l'Istituto di Belle Arti di Napoli tra il 1877 e il 1880, avendo come maestri G. Toma, F.
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    Maldarelli e lo scultore S. Lista. Fu profondamente influenzato dalle opere di F. P. Michetti, A. D'Orsi e A. Mancini viste all'Esposizione Nazionale di Napoli nel 1877. Debuttò alla XV Mostra della Società Promotrice di Napoli nel 1879 con "Felice rimembranza", vincendo il primo premio.

    Negli anni successivi, espose varie opere di ispirazione storica e ritratti, come "Sesto Tarquinio" e "L'attentato all'onore di Lucrezia". Il suo ritratto di Francesco Netti del 1884 esemplifica la sua abilità nel catturare il carattere e l'individualità delle figure. Tra il 1880 e il 1883, durante il servizio militare a Pavia, continuò a dipingere, realizzando opere come "Povera madre".

    Tornato a Napoli, frequentò artisti come Michetti e Sartorio e partecipò a varie esposizioni, ottenendo riconoscimenti per opere come "Amore e dovere" e "Maddalena moderna". Tra il 1889 e il 1890, partecipò alla decorazione della birreria Gambrinus di Napoli. Verso la fine degli anni '80, si dedicò al "secondo realismo", specializzandosi in scene di vita domestica e realismo popolare, influenzato da artisti come A. Cefaly e F. Palizzi.

    Le sue opere descrivono spesso interni rustici e scene familiari, come "Focolare domestico", "Il bacio della mamma" e "Bella lavandaia", esibendo una tecnica pittorica vivace e dettagliata. Le sue pitture di genere riscossero successo nei mercati internazionali di Parigi, Londra e Berlino, sebbene l'artista stesso considerasse quel periodo come uno dei più gravosi della sua vita, dovendo produrre opere accattivanti per motivi economici.

    Nel corso del Novecento, il suo stile divenne più fluido e rapido, con composizioni all'aperto e scene cittadine. Partecipò a numerose esposizioni nazionali e internazionali, ricevendo riconoscimenti per opere come "Primavera", "La prediletta", "Sogno primaverile" e "Spannocchiatrici". Le sue ultime partecipazioni espositive risalgono agli anni '30 e '40, culminando con la sua presenza alla I Annuale Nazionale del 1948 a Cava de' Tirreni.

    STIMA:
    min € 2000 - max € 2200
    Base Asta:
    € 800

    1 offerte pre-asta
  • Francesco Sagliano Francesco Sagliano
    Santa Maria Capua Vetere, Caserta 1826 - Napoli 1890
    Olio su tela cm 58,5x56

    Francesco Sagliano nacque il 17 novembre 1826 a Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta. Fin da giovane mostrò una spiccata inclinazione per l'arte, che coltivò inizialmente sotto la guida di Nicola Palizzi, approfondendo soprattutto il genere del paesaggio, e successivamente con Giuseppe Bonolis.
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    La sua formazione venne interrotta nel 1848, quando partecipò ai moti rivoluzionari, un impegno politico che lo costrinse ad abbandonare temporaneamente Napoli per sfuggire alla repressione borbonica.

    Tornato alla vita artistica, Sagliano riprese gli studi nel 1853 presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli, entrando in contatto con personalità di spicco come Domenico Morelli e Achille Vertunni. La sua pittura si caratterizzò per una fusione tra istanze storiche, religiose e di genere, trattate sempre con uno sguardo attento alla dimensione umana e naturale dei soggetti.

    Tra le opere più celebrate vi sono "Cristo presentato al popolo", premiato con la medaglia d'oro e oggi conservato nella Pinacoteca di Capodimonte, ed "Episodio del brigantaggio nelle provincie meridionali", che suscitò grande interesse e fu acquistato direttamente dal sovrano. Il suo repertorio include anche scene storiche come "Margherita di Svevia fa seppellire gli avanzi del figlio Corradino", "L'infanzia di Corradino" e "Vittorio Emanuele a Roma il 1° luglio 1871", quest'ultima premiata in importanti esposizioni nazionali e internazionali.

    Parallelamente alla pittura, Sagliano si dedicò alla modellazione dell'argilla e alla didattica, dirigendo una Scuola di disegno applicato all'industria a Napoli. Le sue opere, spesso caratterizzate da un naturalismo vibrante e da una forte attenzione alla luce e alla resa atmosferica, mostrano un legame profondo con la tradizione e la storia italiana, come si nota nel dipinto "Zingarelle", ambientato in una rigogliosa natura mediterranea.

    Francesco Sagliano morì a Napoli il 26 gennaio 1890

    STIMA:
    min € 3500 - max € 4000
    Base Asta:
    € 1500

  • Edoardo Dalbono Edoardo Dalbono
    Napoli 1841 - Napoli 1915
    Olio su tela cm 39x31 firmato in basso a dx E.Dalbono

    Edoardo Dalbono nacque a Napoli il 10 dicembre 1841 in una famiglia profondamente immersa nel mondo culturale: il padre, Carlo Tito, era scrittore e critico d'arte, mentre la madre, Virginia Carelli, era poetessa. Fin da giovane, Edoardo fu incoraggiato a coltivare la letteratura romantica, la musica e le tradizioni popolari napoletane.
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    La sua formazione artistica iniziò a Roma, dove studiò disegno con l'incisore Augusto Marchetti. Tornato a Napoli, proseguì gli studi con Giuseppe Mancinelli e Nicola Palizzi, avvicinandosi alla Scuola di Posillipo e alla Scuola di Resina.
    Dalbono esordì con dipinti di soggetto storico, ma ben presto si dedicò con passione alla pittura di paesaggio e alle scene di genere. Le sue opere si distinguono per l'uso sapiente della luce e per la capacità di evocare atmosfere poetiche e suggestive. Tra i suoi soggetti prediletti vi erano le vedute del Golfo di Napoli, le marine e le scene di vita quotidiana. Nel 1866 partecipò a un concorso con la tela "Scomunica di re Manfredi", che fu esposta alla Società Promotrice di Belle Arti di Napoli nel 1868 e successivamente all'Esposizione Nazionale di Parma nel 1870. Nel 1871 presentò "La leggenda delle sirene" alla Società Promotrice.
    Tra il 1878 e il 1888, Dalbono soggiornò a Parigi, dove, grazie all'amico Giuseppe De Nittis, entrò in contatto con il mercante d'arte Adolphe Goupil. Durante questo periodo, la sua pittura si arricchì di elementi simbolici e sensuali, influenzata anche dall'incontro con Mariano Fortuny y Marsal. Al suo ritorno in Italia, si dedicò alla rappresentazione di Venezia e della laguna veneta, temi che divennero ricorrenti nella sua produzione.
    Nel 1897 fu nominato professore di pittura presso il Reale Istituto di Belle Arti di Napoli, dove ebbe tra i suoi allievi Roberto Carignani. Nel 1905 divenne curatore della Pinacoteca del Museo Nazionale di Napoli, oggi Museo di Capodimonte. Oltre alla pittura, Dalbono si dedicò all'illustrazione di libri e riviste, collaborando con "L'Illustrazione Italiana" e la parigina "Le Grand Monde". Realizzò anche decorazioni murali per chiese e palazzi, tra cui le tempere per il teatro municipale di Salerno e pale d'altare per la chiesa di Santa Maria di Piedigrotta a Napoli e per una chiesa di Gragnano.
    Edoardo Dalbono morì a Napoli il 23 agosto 1915.

    STIMA:
    min € 4000 - max € 5000
    Base Asta:
    € 1500

  • Lotto 5  

    Sulla spiaggia

    Egidio Tonti Egidio Tonti
    Presicce (LE) 1887 - 1922
    Olio su tela cm 30,5x67 firmato in basso a sx E.Tonti

    Egidio Tonti nacque nel 1887 a Presicce, un piccolo borgo del Salento, in provincia di Lecce. Fin da giovane mostrò una naturale inclinazione per l'arte, che lo spinse a trasferirsi nel 1905 a Napoli.
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    Qui ebbe l’opportunità di formarsi nello studio di Giuseppe Casciaro, maestro apprezzato per i suoi paesaggi, da cui apprese la padronanza del colore e la sensibilità per le atmosfere naturali.

    Dopo l’esperienza napoletana, nel 1907 Tonti si stabilì a Firenze, dove aprì un proprio studio e si immerse nell’ambiente culturale della città. La sua carriera fu interrotta dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, alla quale partecipò come soldato. Terminato il conflitto, riprese a dipingere ed esporre, presentando le sue opere in mostre personali a Firenze, Roma, Bruxelles e Bari.

    La sua pittura, improntata a un verismo delicato, si distingue per l’uso di ampie pennellate e una tavolozza raffinata, capace di cogliere la poesia delle vedute urbane e dei paesaggi. Tra i suoi soggetti preferiti si annoverano scorci veneziani, canali silenziosi e atmosfere sospese, interpretati con grande sensibilità luministica.

    Nel 1922 Tonti emigrò negli Stati Uniti, continuando la sua attività di pittore. Da quel momento le notizie su di lui si fanno più rade, sebbene alcune fonti riportino una sua presenza a Roma negli anni Cinquanta.

    STIMA:
    min € 1000 - max € 1200
    Base Asta:
    € 400

    1 offerte pre-asta
  • Luca Albino Luca Albino
    Maiori 1884 - Maiori 1952
    Olio su tela cm 34,5x50 firmato in basso a sx L.Albino

    Luca Albino nacque il 14 febbraio 1884 a Maiori, nel cuore della Costiera Amalfitana, e vi morì nell’aprile del 1952. Fin da giovane dimostrò un talento naturale per la pittura, che lo condusse prima nello studio di Raffaele D’Amato e poi all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove perfezionò la sua formazione artistica.
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    Nel 1910, spinto dalla necessità e dalla voglia di nuove esperienze, Albino si trasferì in Argentina. A Buenos Aires rimase affascinato dai colori intensi dei tramonti sudamericani, che influenzarono profondamente la sua tavolozza e il suo stile. Organizzò numerose esposizioni personali, riscuotendo successo e riuscendo a vendere gran parte delle opere realizzate durante il soggiorno.

    Rientrato a Maiori nel 1920, si dedicò con passione a immortalare la sua terra natale. Le sue tele, che lui stesso definiva "bombe di sole", raccontano scene di vita quotidiana, mercati, pescatori, angoli nascosti della costiera, sempre colti nella loro luce più viva e autentica. La sua pittura è caratterizzata da pennellate vibranti e colori brillanti, capaci di restituire l’atmosfera calda e avvolgente del Mediterraneo.

    Albino partecipò a diverse mostre collettive e personali, tra cui esposizioni a Salerno, Milano e Positano, e prese parte più volte alle Mostre del Sindacato Provinciale Fascista Belle Arti di Salerno. Tra i suoi lavori più celebri si ricordano “Barche”, “Il mio paese”, “La Chiesa dell’Annunziata di Ravello”, “Mercato”, “Cortile” e “Torre Normanna di Maiori”.

    Fu anche maestro della pittrice Pia Galise, alla quale trasmise la sua passione per la pittura e per i colori della sua terra. L’opera di Luca Albino resta ancora oggi una testimonianza luminosa della bellezza e della vitalità della Costiera Amalfitana.

    STIMA:
    min € 2000 - max € 2500
    Base Asta:
    € 900

  • Lotto 7  

    Sesto Calende (1910)

    Lorenzo Gignous Lorenzo Gignous
    Modena 1862 - Porto Ceresio (VA) 1958
    Olio su tela cm 45x90 firmato in basso a sx L.Gignous

    Lorenzo Gignous nacque a Modena nel 1862, ed è considerato uno dei principali esponenti della pittura paesaggistica italiana del XIX e XX secolo. Nipote del pittore Eugenio Gignous, intraprese gli studi all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove affermò il suo talento per la pittura di paesaggio.
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    Nel 1884, durante il suo periodo accademico, vinse il Premio Mylius per la pittura di paesaggio storico, con una veduta di Sesto Calende sul Lago Maggiore, che ricordava lo sbarco di Garibaldi e dei Cacciatori delle Alpi nel maggio del 1859. Questo tema divenne ricorrente nella sua produzione artistica, caratterizzata da un forte naturalismo.
    Nel corso della sua carriera, Gignous partecipò alle principali esposizioni nazionali, distinguendosi soprattutto per le sue rappresentazioni del Lago Maggiore, che dipinse frequentemente en plein air, spesso durante i soggiorni a Stresa con lo zio Eugenio, che si era trasferito in quella località nel 1887. La sua arte rifletteva una visione intima e dettagliata dei paesaggi naturali, contribuendo a consolidare la sua reputazione come paesaggista.
    Fino al 1922, oltre alla sua carriera pittorica, Gignous lavorò anche presso le Ferrovie dello Stato, un impiego che gli permise di entrare in contatto con importanti ambienti pubblici, ottenendo anche commissioni ufficiali. Lorenzo Gignous morì nel 1958 a Porto Ceresio, lasciando un'eredità significativa nel panorama della pittura italiana.

    STIMA:
    min € 1300 - max € 1500
    Base Asta:
    € 600

    3 offerte pre-asta
  • Lotto 8  

    Pescatori

    Leonardo Roda Leonardo Roda
    Racconigi 1868 - Torino 1933
    Olio su tela cm 70x100 firmato in basso a dx L.Roda

    Leonardo Roda è nato nel 1868 a Racconigi, Italia. Cresciuto in una famiglia di alpinisti e artisti botanici, ha coltivato sin da giovane l'amore per la montagna e l'arte.
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    Ha iniziato la sua carriera artistica nel 1889, esponendo opere presso la Promotrice di Torino.

    Roda era noto per i suoi dipinti di paesaggi alpini e scene della vita di montagna, spesso ritraendo il maestoso Cervino. Ha anche dipinto paesaggi della pianura padana e del mare ligure. Nel corso della sua carriera, ha ricevuto riconoscimenti e premi per le sue opere, ma verso la fine degli anni '20 ha abbandonato l'attività espositiva e si è ritirato dall'ambiente artistico.

    La sua pittura è stata descritta come un equilibrio tra realismo e espressionismo, con un'attenzione particolare alla luce e ai cambiamenti atmosferici. Roda è stato elogiato per la sua capacità di catturare la bellezza della natura, sia nelle montagne che nella campagna.

    La sua salute ha iniziato a declinare negli anni '30, e Roda è morto nel 1933. Sebbene la critica dell'epoca non sia stata sempre gentile con lui, le sue opere sono ancora oggi ammirate e conservate in collezioni private e musei.

    STIMA:
    min € 1500 - max € 1800
    Base Asta:
    € 900

  • Lotto 9  

    Il bouquet

    Nazzareno Sidoli Nazzareno Sidoli
    Rossoreggio di Bettola (PC) 1879 - Piacenza 1969
    Olio su tavola cm 38x29 firmato in basso a dx N.Sidoli
    STIMA:
    min € 500 - max € 700
    Base Asta:
    € 200

    1 offerte pre-asta
  • Lotto 10  

    Ragazza Lecchese

    Edoardo Galli Edoardo Galli
    Savona 1852 - Firenze 1933
    Olio su cartone cm 96x68 firmato in basso a sx E.Galli

    Edoardo Galli nacque a Napoli nel 1854 e divenne uno dei pittori italiani più apprezzati del suo tempo. Si formò sotto la guida di Antonio Licata e Domenico Morelli, due maestri che gli trasmisero la solidità accademica e un profondo legame con la tradizione artistica.
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    Tuttavia, Galli seppe coniugare questa formazione classica con un'interpretazione personale della realtà, rendendo la sua pittura distintiva per la luminosità e il realismo poetico.

    La sua produzione artistica spaziò tra ritratti, scene di genere e paesaggi, con una particolare attenzione ai dettagli e alla vita quotidiana. Nei ritratti, Galli riuscì a cogliere non solo l’aspetto esteriore dei suoi soggetti, ma anche le loro sfumature psicologiche, dando una dimensione emotiva profonda alle sue opere. Le scene di genere, invece, erano vivaci e piene di narrazione, sempre intrise di una sottile sensibilità verso la vita popolare. Una delle sue opere più note, "Trionfo del Tasso", si ispira alla letteratura rinascimentale, mentre “Scorcio di Napoli” è un omaggio alla sua città, catturata con maestria nella sua luce e atmosfera uniche.

    Galli partecipò attivamente alla vita artistica del suo tempo, esponendo in numerose mostre e ricevendo diversi riconoscimenti per la qualità delle sue opere. Nonostante le sue radici nella tradizione, la sua pittura mostrava anche una sensibilità moderna, capace di trasmettere le emozioni più intime dei soggetti che ritraeva.

    Morì nel 1920Edoardo Galli nacque a Napoli nel 1854 e divenne uno dei pittori italiani più apprezzati del suo tempo. Si formò sotto la guida di Antonio Licata e Domenico Morelli, due maestri che gli trasmisero la solidità accademica e un profondo legame con la tradizione artistica. Tuttavia, Galli seppe coniugare questa formazione classica con un'interpretazione personale della realtà, rendendo la sua pittura distintiva per la luminosità e il realismo poetico.

    La sua produzione artistica spaziò tra ritratti, scene di genere e paesaggi, con una particolare attenzione ai dettagli e alla vita quotidiana. Nei ritratti, Galli riuscì a cogliere non solo l’aspetto esteriore dei suoi soggetti, ma anche le loro sfumature psicologiche, dando una dimensione emotiva profonda alle sue opere. Le scene di genere, invece, erano vivaci e piene di narrazione, sempre intrise di una sottile sensibilità verso la vita popolare. Una delle sue opere più note, "Trionfo del Tasso", si ispira alla letteratura rinascimentale, mentre “Scorcio di Napoli” è un omaggio alla sua città, catturata con maestria nella sua luce e atmosfera uniche.

    Galli partecipò attivamente alla vita artistica del suo tempo, esponendo in numerose mostre e ricevendo diversi riconoscimenti per la qualità delle sue opere. Nonostante le sue radici nella tradizione, la sua pittura mostrava anche una sensibilità moderna, capace di trasmettere le emozioni più intime dei soggetti che ritraeva.

    Morì nel 1920.

    STIMA:
    min € 1200 - max € 1400
    Base Asta:
    € 500

  • Glauco Cambon Glauco Cambon
    Trieste 1875 - Biella 1930
    Olio su tela cm 99,5x100 firmato in basso a dx Cambon

    Glauco Cambon nacque a Trieste il 13 agosto 1875, in una famiglia benestante e culturalmente stimolante. Suo padre, Luigi Cambon, era un avvocato e deputato, mentre la madre, Elisa Tagliapietra, era una figura di spicco nei salotti culturali della città.
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    La sua formazione artistica ebbe inizio durante gli anni del liceo classico, ma ben presto abbandonò gli studi scolastici per dedicarsi completamente alla pittura.

    Nel 1892, Cambon si trasferì a Monaco di Baviera, dove si iscrisse all'Accademia di Belle Arti. Qui, il suo talento emerse rapidamente: dopo pochi mesi, ottenne una menzione d'onore al concorso di composizione con il dipinto "La Musica". Al termine del suo periodo di studi, nel 1895, tornò a Trieste, dove iniziò la sua carriera artistica partecipando alla seconda Esposizione Internazionale di Venezia. Fu l'inizio di una lunga serie di esposizioni che lo avrebbero visto protagonista della Biennale di Venezia fino al 1924.

    Oltre alla pittura, Cambon si dedicò anche alla cartellonistica pubblicitaria, rivelando una grande versatilità che lo portò a lavorare anche nel campo della grafica. Nonostante gli inviti da parte di Tommaso Marinetti ad aderire al movimento futurista, Cambon preferì restare fedele alla tradizione, ispirandosi a un linguaggio più classico e passato rispetto alle avanguardie del suo tempo.

    Nel 1914 si trasferì a Milano, dove sposò la pittrice Gilda Pansiotti. La sua carriera, segnata da un continuo impegno artistico e da un raffinato approccio pittorico, si concluse tragicamente il 7 marzo 1930, quando morì improvvisamente a Biella, dove si era recato per eseguire un ritratto.

    Le opere di Cambon, che spaziano dal ritratto alla pittura di genere, rimangono testimonianze di un talento che seppe fondere la tradizione pittorica con un linguaggio personale, ricco di eleganza e raffinatezza.

    STIMA:
    min € 7000 - max € 8000
    Base Asta:
    € 2000

    1 offerte pre-asta
  • Lotto 12  

    La massaia

    Giovanni Cavalli Giovanni Cavalli
    Torino 1865 - Milano 1932
    Olio su tela cm 55x80 firmato in basso a dx G.Cavalli

    Giovanni Cavalli nacque a Torino nel 1865 e si spense a Milano il 6 settembre 1932. Allievo di Filippo Carcano, pittore noto per la sua attenzione al paesaggio e alla luce, Cavalli sviluppò uno stile che rifletteva l'influenza del maestro, pur mantenendo una sua personalità artistica distintiva.
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    La sua produzione si concentrò principalmente su paesaggi, con particolare attenzione a vedute costiere e scorci cittadini. Opere come "Scorcio portuale", che ritrae il porto di Genova con la Lanterna, il faro più alto del Mediterraneo, testimoniano la sua abilità nel catturare l'atmosfera e la luce dei luoghi rappresentati. Altre sue opere includono "Piccola valle", "Alla marina", "Pioggia", "Viottolo al sole", "Marina", "Viale in pieno sole" e "Fra gli ulivi".

    Sebbene meno conosciuto in Italia, Cavalli ottenne riconoscimenti all'estero, partecipando a diverse esposizioni internazionali. Le sue opere sono state vendute in aste internazionali, con prezzi che variano in base alla dimensione e al mezzo utilizzato. Nel 2022, il suo dipinto "Il Porto di Genova" è stato venduto per 2. 111 USD presso Casa d’Aste Santa Giulia.

    Giovanni Cavalli morì a Milano nel 1932Giovanni Cavalli nacque a Torino nel 1865 e si spense a Milano il 6 settembre 1932. Allievo di Filippo Carcano, pittore noto per la sua attenzione al paesaggio e alla luce, Cavalli sviluppò uno stile che rifletteva l'influenza del maestro, pur mantenendo una sua personalità artistica distintiva.

    La sua produzione si concentrò principalmente su paesaggi, con particolare attenzione a vedute costiere e scorci cittadini. Opere come "Scorcio portuale", che ritrae il porto di Genova con la Lanterna, il faro più alto del Mediterraneo, testimoniano la sua abilità nel catturare l'atmosfera e la luce dei luoghi rappresentati. Altre sue opere includono "Piccola valle", "Alla marina", "Pioggia", "Viottolo al sole", "Marina", "Viale in pieno sole" e "Fra gli ulivi".

    Sebbene meno conosciuto in Italia, Cavalli ottenne riconoscimenti all'estero, partecipando a diverse esposizioni internazionali. Le sue opere sono state vendute in aste internazionali, con prezzi che variano in base alla dimensione e al mezzo utilizzato. Nel 2022, il suo dipinto "Il Porto di Genova" è stato venduto per 2. 111 USD presso Casa d’Aste Santa Giulia.

    Giovanni Cavalli morì a Milano nel 1932.

    STIMA:
    min € 1200 - max € 1400
    Base Asta:
    € 400

  • Lotto 13  

    Ponte Pietra a Verona

    Giovanni Giulio Maria Depetris Giovanni Giulio Maria Depetris
    Torino 1890 - Brescia 1940
    Olio su tela cm 35x49,5 firmato in basso a dx G.Depetris

    Giovanni Giulio Maria Depetris nacque a Torino il 28 luglio 1890 da Bartolomeo e Mossetti Maggiorina. Iniziò la sua formazione artistica presso la Scuola di Belle Arti di Torino, dove si distinse per il suo talento e la sua dedizione.
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    Successivamente, proseguì gli studi all'Accademia Albertina di Torino, approfondendo le tecniche pittoriche e sviluppando uno stile personale che lo avrebbe contraddistinto nel panorama artistico del Novecento italiano.

    La sua produzione artistica spaziò principalmente tra paesaggi e scene di genere, con una particolare attenzione alla resa luministica e atmosferica. Le sue opere sono caratterizzate da una tecnica raffinata e da una sensibilità che cattura l'essenza dei luoghi e dei momenti rappresentati. Partecipò attivamente alle principali esposizioni artistiche dell'epoca, ottenendo riconoscimenti e apprezzamenti sia in Italia che all'estero.

    Nel corso della sua carriera, Depetris collaborò con diverse gallerie e istituzioni culturali, contribuendo alla diffusione dell'arte italiana del Novecento. La sua opera riflette l'evoluzione del gusto e delle tendenze artistiche del periodo, mantenendo sempre una forte identità personale.

    Giovanni Giulio Maria Depetris morì a Torino nel 1940Giovanni Giulio Maria Depetris nacque a Torino il 28 luglio 1890 da Bartolomeo e Mossetti Maggiorina. Iniziò la sua formazione artistica presso la Scuola di Belle Arti di Torino, dove si distinse per il suo talento e la sua dedizione. Successivamente, proseguì gli studi all'Accademia Albertina di Torino, approfondendo le tecniche pittoriche e sviluppando uno stile personale che lo avrebbe contraddistinto nel panorama artistico del Novecento italiano.

    La sua produzione artistica spaziò principalmente tra paesaggi e scene di genere, con una particolare attenzione alla resa luministica e atmosferica. Le sue opere sono caratterizzate da una tecnica raffinata e da una sensibilità che cattura l'essenza dei luoghi e dei momenti rappresentati. Partecipò attivamente alle principali esposizioni artistiche dell'epoca, ottenendo riconoscimenti e apprezzamenti sia in Italia che all'estero.

    Nel corso della sua carriera, Depetris collaborò con diverse gallerie e istituzioni culturali, contribuendo alla diffusione dell'arte italiana del Novecento. La sua opera riflette l'evoluzione del gusto e delle tendenze artistiche del periodo, mantenendo sempre una forte identità personale.

    Giovanni Giulio Maria Depetris morì a Torino nel 1940.

    STIMA:
    min € 1500 - max € 2000
    Base Asta:
    € 800

  • Lotto 14  

    Giardino Villa Semenza

    Giulio Boetto Giulio Boetto
    Torino 1894 - 1967
    Olio su tavola cm 38x53 firmato in basso a sx Giulio Boetto

    Giulio Boetto è nato a Torino il 13 febbraio 1894, crescendo in un periodo di profondi cambiamenti e trasformazioni del XX secolo. La sua formazione artistica è avvenuta presso l'Accademia Albertina di Torino, rinomata istituzione frequentata da molti artisti emergenti dell'epoca.
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    Il pittore ha fatto il suo esordio nel 1919 presso una delle esposizioni più significative di Torino, la Quadriennale. Da questo momento in poi, Boetto ha presentato una serie di opere, principalmente incentrate sul paesaggio e la natura. La sua particolare attenzione è rivolta alle campagne piemontesi, con una predilezione per le zone di Saluzzo, che hanno ispirato molti dei suoi dipinti più noti.

    Tra i temi prediletti di Boetto figurano le scene di paese e di piazza, evidenziando la sua abilità nel rappresentare soggetti semplici ma incisivi, che sottolineano la sua tradizione paesaggistica. Le opere di Boetto sono state esposte in numerose mostre, tra cui quelle di Milano, Genova, Firenze e Venezia, ma ha ottenuto riconoscimenti anche all'estero, soprattutto a Londra e Barcellona.

    Gli appassionati delle sue opere possono ammirare alcuni dei suoi dipinti nei musei piemontesi, con una presenza significativa a Torino presso la Galleria d’Arte Moderna e a Saluzzo, nel Museo Civico. Boetto ha ricevuto anche l'apprezzamento del pubblico con varie mostre dedicate a Saluzzo, anche negli anni più recenti.

    Giulio Boetto si spense a Torino il 6 aprile 1967, lasciando un'eredità artistica che continua a essere apprezzata e esibita in diverse istituzioni culturali.

    STIMA:
    min € 2000 - max € 2200
    Base Asta:
    € 700

  • Giuseppe Sobrile Giuseppe Sobrile
    Torino 1879 - Forno Alpi Graie 1956
    Olio su tavola cm 41x50,5 firmato in basso a sx G.Sobrile

    Giuseppe Sobrile nacque a Torino il 13 maggio 1879 e morì a Forno Alpi Graie nel 1956. Si formò all'Accademia Albertina di Torino, dove fu allievo di Pier Celestino Gilardi e Giacomo Grosso, sviluppando una solida tecnica pittorica.
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    Nel corso della sua carriera, Sobrile si distinse per la rappresentazione di paesaggi alpini, scorci rustici e nature morte, con particolare attenzione ai fiori di campo. La sua pittura si caratterizzò per l'uso di tonalità delicate e una resa luminosa dei soggetti. Partecipò a numerose esposizioni, tra cui l'Esposizione Italiana di Londra nel 1904, dove presentò l'opera "Mother". Nel 1992, una retrospettiva a lui dedicata fu allestita presso la Mole Antonelliana di Torino.

    STIMA:
    min € 2500 - max € 3000
    Base Asta:
    € 800

    1 offerte pre-asta
  • Lotto 16  

    Nel convento

    Lodovico Raymond Lodovico Raymond
    Torino 1825 - 1898
    Olio su tela cm 46x38

    Lodovico Raymond nacque a Torino nel 1825 e morì nel 1898. Si formò all'Accademia Albertina di Torino sotto la guida di Carlo Arienti.
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    Successivamente, si trasferì a Firenze, dove soggiornò per cinque anni e venne in contatto con il gruppo dei Macchiaioli, un movimento artistico che influenzò profondamente la sua produzione. Nel 1861 partecipò all'Esposizione Nazionale di Firenze con un'opera a carattere monastico, tema che avrebbe caratterizzato gran parte della sua carriera. Molti dei suoi lavori furono acquistati dalla Casa Reale, e negli anni '70 realizzò una serie di opere ambientate nell'atmosfera veneziana, città che visitò più volte. Oltre a dipingere paesaggi e vedute, si dedicò anche alla rappresentazione di scene storiche e letterarie. Le sue opere sono oggi conservate in collezioni pubbliche e private, e continuano a essere apprezzate per la loro raffinatezza e sensibilità artistica.

    STIMA:
    min € 2500 - max € 3000
    Base Asta:
    € 1300

  • Lotto 17  

    Pomeriggio d'autunno

    Oreste Albertini Oreste Albertini
    Torre del Mangano (PV) 1887 - Besano (VA) 1953
    Olio su tavola cm 28,5x38,5 firmato in basso a dx O.Albertini

    Oreste Albertini nacque il 28 marzo 1887 a Torre del Mangano, un piccolo comune in provincia di Pavia. Fin da giovane, dimostrò un forte interesse per l'arte e, all'età di tredici anni, divenne apprendista dell'affreschista Cesare Maroni, collaborando alla realizzazione di affreschi nella chiesa di Besano, in provincia di Varese.
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    La sua formazione continuò presso la Scuola Civica di Pittura di Pavia, dove affinò le sue competenze artistiche.

    Nel 1910 si trasferì a Milano per proseguire i suoi studi. Si iscrisse alla Scuola di Decorazione dell'Umanitaria e frequentò l'Accademia di Brera. Durante questi anni, Albertini si avvicinò all'ambiente artistico milanese, partecipando alle esposizioni della Permanente e iniziando a fare esperienza nel campo della pittura decorativa e del lavoro come operaio meccanico.

    Nel 1921, Albertini si stabilì a Besano, dove trascorse il resto della sua vita. Nonostante la sua residenza in provincia, continuò a frequentare Milano, dove allestì un atelier e partecipò attivamente alle esposizioni. La sua pittura, inizialmente influenzata dal divisionismo, si concentrò principalmente su paesaggi, specialmente sulle Dolomiti e sulle campagne del Varesotto, tra cui Besano e Viconago.

    Le opere di Albertini sono note per la loro tecnica raffinata e la capacità di catturare l'essenza dei luoghi rappresentati. La sua sensibilità artistica gli permise di trasmettere la bellezza naturale dei paesaggi, con un'attenzione particolare alla luce e ai dettagli. Alcuni dei suoi lavori sono conservati in importanti collezioni pubbliche, tra cui i musei civici di Pavia e la Galleria d'Arte Moderna di Milano.

    Oreste Albertini morì il 7 luglio 1953 a BesanoOreste Albertini nacque il 28 marzo 1887 a Torre del Mangano, un piccolo comune in provincia di Pavia. Fin da giovane, dimostrò un forte interesse per l'arte e, all'età di tredici anni, divenne apprendista dell'affreschista Cesare Maroni, collaborando alla realizzazione di affreschi nella chiesa di Besano, in provincia di Varese. La sua formazione continuò presso la Scuola Civica di Pittura di Pavia, dove affinò le sue competenze artistiche.

    Nel 1910 si trasferì a Milano per proseguire i suoi studi. Si iscrisse alla Scuola di Decorazione dell'Umanitaria e frequentò l'Accademia di Brera. Durante questi anni, Albertini si avvicinò all'ambiente artistico milanese, partecipando alle esposizioni della Permanente e iniziando a fare esperienza nel campo della pittura decorativa e del lavoro come operaio meccanico.

    Nel 1921, Albertini si stabilì a Besano, dove trascorse il resto della sua vita. Nonostante la sua residenza in provincia, continuò a frequentare Milano, dove allestì un atelier e partecipò attivamente alle esposizioni. La sua pittura, inizialmente influenzata dal divisionismo, si concentrò principalmente su paesaggi, specialmente sulle Dolomiti e sulle campagne del Varesotto, tra cui Besano e Viconago.

    Le opere di Albertini sono note per la loro tecnica raffinata e la capacità di catturare l'essenza dei luoghi rappresentati. La sua sensibilità artistica gli permise di trasmettere la bellezza naturale dei paesaggi, con un'attenzione particolare alla luce e ai dettagli. Alcuni dei suoi lavori sono conservati in importanti collezioni pubbliche, tra cui i musei civici di Pavia e la Galleria d'Arte Moderna di Milano.

    Oreste Albertini morì il 7 luglio 1953 a Besano.

    STIMA:
    min € 1800 - max € 2000
    Base Asta:
    € 600

  • Lotto 18  

    Scorcio di lago

    Oreste Albertini Oreste Albertini
    Torre del Mangano (PV) 1887 - Besano (VA) 1953
    Olio su tela applicata cm 39x29,5 firmato in basso a dx O.Albertini

    Oreste Albertini nacque il 28 marzo 1887 a Torre del Mangano, un piccolo comune in provincia di Pavia. Fin da giovane, dimostrò un forte interesse per l'arte e, all'età di tredici anni, divenne apprendista dell'affreschista Cesare Maroni, collaborando alla realizzazione di affreschi nella chiesa di Besano, in provincia di Varese.
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    La sua formazione continuò presso la Scuola Civica di Pittura di Pavia, dove affinò le sue competenze artistiche.

    Nel 1910 si trasferì a Milano per proseguire i suoi studi. Si iscrisse alla Scuola di Decorazione dell'Umanitaria e frequentò l'Accademia di Brera. Durante questi anni, Albertini si avvicinò all'ambiente artistico milanese, partecipando alle esposizioni della Permanente e iniziando a fare esperienza nel campo della pittura decorativa e del lavoro come operaio meccanico.

    Nel 1921, Albertini si stabilì a Besano, dove trascorse il resto della sua vita. Nonostante la sua residenza in provincia, continuò a frequentare Milano, dove allestì un atelier e partecipò attivamente alle esposizioni. La sua pittura, inizialmente influenzata dal divisionismo, si concentrò principalmente su paesaggi, specialmente sulle Dolomiti e sulle campagne del Varesotto, tra cui Besano e Viconago.

    Le opere di Albertini sono note per la loro tecnica raffinata e la capacità di catturare l'essenza dei luoghi rappresentati. La sua sensibilità artistica gli permise di trasmettere la bellezza naturale dei paesaggi, con un'attenzione particolare alla luce e ai dettagli. Alcuni dei suoi lavori sono conservati in importanti collezioni pubbliche, tra cui i musei civici di Pavia e la Galleria d'Arte Moderna di Milano.

    Oreste Albertini morì il 7 luglio 1953 a BesanoOreste Albertini nacque il 28 marzo 1887 a Torre del Mangano, un piccolo comune in provincia di Pavia. Fin da giovane, dimostrò un forte interesse per l'arte e, all'età di tredici anni, divenne apprendista dell'affreschista Cesare Maroni, collaborando alla realizzazione di affreschi nella chiesa di Besano, in provincia di Varese. La sua formazione continuò presso la Scuola Civica di Pittura di Pavia, dove affinò le sue competenze artistiche.

    Nel 1910 si trasferì a Milano per proseguire i suoi studi. Si iscrisse alla Scuola di Decorazione dell'Umanitaria e frequentò l'Accademia di Brera. Durante questi anni, Albertini si avvicinò all'ambiente artistico milanese, partecipando alle esposizioni della Permanente e iniziando a fare esperienza nel campo della pittura decorativa e del lavoro come operaio meccanico.

    Nel 1921, Albertini si stabilì a Besano, dove trascorse il resto della sua vita. Nonostante la sua residenza in provincia, continuò a frequentare Milano, dove allestì un atelier e partecipò attivamente alle esposizioni. La sua pittura, inizialmente influenzata dal divisionismo, si concentrò principalmente su paesaggi, specialmente sulle Dolomiti e sulle campagne del Varesotto, tra cui Besano e Viconago.

    Le opere di Albertini sono note per la loro tecnica raffinata e la capacità di catturare l'essenza dei luoghi rappresentati. La sua sensibilità artistica gli permise di trasmettere la bellezza naturale dei paesaggi, con un'attenzione particolare alla luce e ai dettagli. Alcuni dei suoi lavori sono conservati in importanti collezioni pubbliche, tra cui i musei civici di Pavia e la Galleria d'Arte Moderna di Milano.

    Oreste Albertini morì il 7 luglio 1953 a Besano.

    STIMA:
    min € 2000 - max € 2500
    Base Asta:
    € 600

  • Lotto 19  

    Nevicata a Besano

    Oreste Albertini Oreste Albertini
    Torre del Mangano (PV) 1887 - Besano (VA) 1953
    Olio su tela cm 50x59 firmato in basso a dx O.Albertini

    Oreste Albertini nacque il 28 marzo 1887 a Torre del Mangano, un piccolo comune in provincia di Pavia. Fin da giovane, dimostrò un forte interesse per l'arte e, all'età di tredici anni, divenne apprendista dell'affreschista Cesare Maroni, collaborando alla realizzazione di affreschi nella chiesa di Besano, in provincia di Varese.
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    La sua formazione continuò presso la Scuola Civica di Pittura di Pavia, dove affinò le sue competenze artistiche.

    Nel 1910 si trasferì a Milano per proseguire i suoi studi. Si iscrisse alla Scuola di Decorazione dell'Umanitaria e frequentò l'Accademia di Brera. Durante questi anni, Albertini si avvicinò all'ambiente artistico milanese, partecipando alle esposizioni della Permanente e iniziando a fare esperienza nel campo della pittura decorativa e del lavoro come operaio meccanico.

    Nel 1921, Albertini si stabilì a Besano, dove trascorse il resto della sua vita. Nonostante la sua residenza in provincia, continuò a frequentare Milano, dove allestì un atelier e partecipò attivamente alle esposizioni. La sua pittura, inizialmente influenzata dal divisionismo, si concentrò principalmente su paesaggi, specialmente sulle Dolomiti e sulle campagne del Varesotto, tra cui Besano e Viconago.

    Le opere di Albertini sono note per la loro tecnica raffinata e la capacità di catturare l'essenza dei luoghi rappresentati. La sua sensibilità artistica gli permise di trasmettere la bellezza naturale dei paesaggi, con un'attenzione particolare alla luce e ai dettagli. Alcuni dei suoi lavori sono conservati in importanti collezioni pubbliche, tra cui i musei civici di Pavia e la Galleria d'Arte Moderna di Milano.

    Oreste Albertini morì il 7 luglio 1953 a BesanoOreste Albertini nacque il 28 marzo 1887 a Torre del Mangano, un piccolo comune in provincia di Pavia. Fin da giovane, dimostrò un forte interesse per l'arte e, all'età di tredici anni, divenne apprendista dell'affreschista Cesare Maroni, collaborando alla realizzazione di affreschi nella chiesa di Besano, in provincia di Varese. La sua formazione continuò presso la Scuola Civica di Pittura di Pavia, dove affinò le sue competenze artistiche.

    Nel 1910 si trasferì a Milano per proseguire i suoi studi. Si iscrisse alla Scuola di Decorazione dell'Umanitaria e frequentò l'Accademia di Brera. Durante questi anni, Albertini si avvicinò all'ambiente artistico milanese, partecipando alle esposizioni della Permanente e iniziando a fare esperienza nel campo della pittura decorativa e del lavoro come operaio meccanico.

    Nel 1921, Albertini si stabilì a Besano, dove trascorse il resto della sua vita. Nonostante la sua residenza in provincia, continuò a frequentare Milano, dove allestì un atelier e partecipò attivamente alle esposizioni. La sua pittura, inizialmente influenzata dal divisionismo, si concentrò principalmente su paesaggi, specialmente sulle Dolomiti e sulle campagne del Varesotto, tra cui Besano e Viconago.

    Le opere di Albertini sono note per la loro tecnica raffinata e la capacità di catturare l'essenza dei luoghi rappresentati. La sua sensibilità artistica gli permise di trasmettere la bellezza naturale dei paesaggi, con un'attenzione particolare alla luce e ai dettagli. Alcuni dei suoi lavori sono conservati in importanti collezioni pubbliche, tra cui i musei civici di Pavia e la Galleria d'Arte Moderna di Milano.

    Oreste Albertini morì il 7 luglio 1953 a Besano.

    STIMA:
    min € 1500 - max € 2000
    Base Asta:
    € 600

  • Lotto 20  

    Paesaggio lacustre

    Ambrogio Preda Ambrogio Preda
    Milano 1839 - Davesco ( Lugano ) 1906
    Olio su tela cm 36,5x62 firmato in basso a dx A.Preda

    Ambrogio Preda (Milano, 1839 - Davesco, 1906) nacque a Milano. Le informazioni sulla sua giovinezza sono scarse, ma si sa che partecipò alla campagna del 1859 insieme allo zio Angelo Trezzini.
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    Frequentò l'Accademia di Brera dal 1853 al 1858. Dal 1866 si stabilì a Davesco, spostandosi raramente, il che limitò forse la sua carriera artistica. Tuttavia, partecipò a diverse mostre in Italia, ricevendo riconoscimenti come una medaglia all'Esposizione artistico industriale di Asti nel 1869 e il premio Mylius nel 1875.

    Preda era principalmente un pittore di paesaggi, definito "pittore monogamo quasi senza infedeltà" da Adriano Soldini. Nonostante i problemi economici, vendeva le sue opere ai turisti tedeschi. Dipinse raramente ritratti o scene di genere. I suoi paesaggi, spesso vedute precise del lago di Lugano e dintorni, erano popolati da figure umane come contadine, lavandaie e signore con ombrellini, e talvolta animali come mucche, capre e asini.

    Pur dipingendo dal vero, Preda evitava un verismo banale e mantenne l'interesse nei suoi lavori nonostante la ripetizione dei soggetti. Occasionalmente, si spingeva a Campione, sul lago Maggiore, in Engadina e in Liguria, ma mai sul lago di Como. Sebbene alcuni suoi dipinti raffigurino paesaggi olandesi, probabilmente non visitò mai l'Olanda e potrebbe averli eseguiti da fotografie.

    Era profondamente amico del ticinese Luigi Monteverde, con il quale trascorse un'estate del 1888 sul Monte Boglia. Monteverde, in un'intervista del 1894, ricordò la loro armoniosa convivenza, affermando che la pittura non li aveva mai divisi.

    STIMA:
    min € 2500 - max € 3000
    Base Asta:
    € 800

  • Gaetano Fasanotti Gaetano Fasanotti
    Milano 1831 -1882
    Olio su tela cm 30x54,5 firmato in basso sul sasso a dx G.Fasanotti

    Gaetano Fasanotti nacque a Milano nel 1831 e si distinse nel panorama artistico del XIX secolo per la sua dedizione alla pittura di paesaggio. Inizialmente influenzato dalla pittura storica, a partire dal 1856 cominciò a orientarsi verso la rappresentazione della natura, un cambiamento che segnò l'inizio di una carriera ricca di successi.
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    La sua passione per il paesaggio lo portò a sviluppare uno stile che coniugava una resa naturale e luminosa dei soggetti con un approccio molto attento alla realtà.

    Nel 1860, Fasanotti divenne professore di pittura di paesaggio all'Accademia di Brera, dove ebbe un'influenza decisiva sulla formazione di nuove generazioni di artisti. Fu uno dei pionieri della pratica della pittura en plein air in Italia, insegnando ai suoi allievi l'importanza di dipingere all'aperto, direttamente dalla natura. Questa innovazione portò alla rinascita della scuola lombarda di paesaggio, contribuendo a un rinnovato interesse per le bellezze naturali italiane.

    Le sue opere più celebri includono vedute della Lombardia e delle Alpi, in cui riusciva a catturare l'atmosfera unica dei luoghi con una vivace resa dei colori e delle luci naturali. Opere come "Veduta dal vero nell'Oberland", "Un'Alpe in Lombardia" e "Marina con pescatori" sono ancora oggi testimonianze del suo talento e della sua capacità di fondere tradizione e modernità.

    Fasanotti morì nel 1882 a Milano,Gaetano Fasanotti nacque a Milano nel 1831 e si distinse nel panorama artistico del XIX secolo per la sua dedizione alla pittura di paesaggio. Inizialmente influenzato dalla pittura storica, a partire dal 1856 cominciò a orientarsi verso la rappresentazione della natura, un cambiamento che segnò l'inizio di una carriera ricca di successi. La sua passione per il paesaggio lo portò a sviluppare uno stile che coniugava una resa naturale e luminosa dei soggetti con un approccio molto attento alla realtà.

    Nel 1860, Fasanotti divenne professore di pittura di paesaggio all'Accademia di Brera, dove ebbe un'influenza decisiva sulla formazione di nuove generazioni di artisti. Fu uno dei pionieri della pratica della pittura en plein air in Italia, insegnando ai suoi allievi l'importanza di dipingere all'aperto, direttamente dalla natura. Questa innovazione portò alla rinascita della scuola lombarda di paesaggio, contribuendo a un rinnovato interesse per le bellezze naturali italiane.

    Le sue opere più celebri includono vedute della Lombardia e delle Alpi, in cui riusciva a catturare l'atmosfera unica dei luoghi con una vivace resa dei colori e delle luci naturali. Opere come "Veduta dal vero nell'Oberland", "Un'Alpe in Lombardia" e "Marina con pescatori" sono ancora oggi testimonianze del suo talento e della sua capacità di fondere tradizione e modernità.

    Fasanotti morì nel 1882 a Milano.

    STIMA:
    min € 1200 - max € 1400
    Base Asta:
    € 500

  • Lodovico Zambeletti Lodovico Zambeletti
    Milano 1881 - 1966
    Olio su tela cm 41,5x64 firmato in basso a dx L.Zambeletti

    Lodovico Zambeletti nacque a Milano il 19 aprile 1881 in una famiglia di industriali. Dopo aver completato gli studi classici, si dedicò alla pittura, frequentando l'Accademia di Brera, dove si formò sotto la guida di maestri come Cesare Tallone, Giuseppe Mentessi, Vespasiano Bignami e Camillo Rapetti.
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    Durante il suo percorso accademico, dimostrò fin da subito un notevole talento, ottenendo numerose medaglie e distinguendosi per la sua versatilità artistica.

    La sua carriera si sviluppò in un contesto di grande fermento culturale, e nel corso della sua vita espose in molte città italiane e internazionali, tra cui Roma, Torino, Milano, Genova, Napoli, Amsterdam, Gand e l'Aja, guadagnandosi il riconoscimento per la qualità delle sue opere. Uno dei suoi traguardi più significativi fu la partecipazione alla XIV Biennale di Venezia nel 1924, un importante appuntamento che confermò la sua rilevanza nel panorama artistico dell'epoca.

    Zambeletti si distinse per la sua ecletticità, spaziando tra paesaggi, figure di genere e ritratti. La sua attività di ritrattista fu particolarmente apprezzata, con numerosi ritratti conservati in istituzioni prestigiose come la Ca' Granda di Milano, l'Istituto dei Ciechi e il Teatro dei Filodrammatici. Oltre alla sua attività artistica, fu anche socio della Società Artistica Permanente di Milano, dove partecipò attivamente alla vita culturale della città.

    Nel 1957, la sua partecipazione alla XX Biennale Nazionale di Milano confermò ancora una volta il suo ruolo di rilievo nell'arte del Novecento. Zambeletti morì celibe nel 1966 a MilanoLodovico Zambeletti nacque a Milano il 19 aprile 1881 in una famiglia di industriali. Dopo aver completato gli studi classici, si dedicò alla pittura, frequentando l'Accademia di Brera, dove si formò sotto la guida di maestri come Cesare Tallone, Giuseppe Mentessi, Vespasiano Bignami e Camillo Rapetti. Durante il suo percorso accademico, dimostrò fin da subito un notevole talento, ottenendo numerose medaglie e distinguendosi per la sua versatilità artistica.

    La sua carriera si sviluppò in un contesto di grande fermento culturale, e nel corso della sua vita espose in molte città italiane e internazionali, tra cui Roma, Torino, Milano, Genova, Napoli, Amsterdam, Gand e l'Aja, guadagnandosi il riconoscimento per la qualità delle sue opere. Uno dei suoi traguardi più significativi fu la partecipazione alla XIV Biennale di Venezia nel 1924, un importante appuntamento che confermò la sua rilevanza nel panorama artistico dell'epoca.

    Zambeletti si distinse per la sua ecletticità, spaziando tra paesaggi, figure di genere e ritratti. La sua attività di ritrattista fu particolarmente apprezzata, con numerosi ritratti conservati in istituzioni prestigiose come la Ca' Granda di Milano, l'Istituto dei Ciechi e il Teatro dei Filodrammatici. Oltre alla sua attività artistica, fu anche socio della Società Artistica Permanente di Milano, dove partecipò attivamente alla vita culturale della città.

    Nel 1957, la sua partecipazione alla XX Biennale Nazionale di Milano confermò ancora una volta il suo ruolo di rilievo nell'arte del Novecento. Zambeletti morì nel 1966 a Milano.

    STIMA:
    min € 800 - max € 1000
    Base Asta:
    € 400

  • Lotto 23  

    La magna, Lago di Como

    Luigi Bisi Luigi Bisi
    Milano 1814 - Milano 1886
    Olio su tela cm 27x39,5 firmato in basso a dx L.Bisi

    Luigi Bisi nacque a Milano il 10 maggio 1814 in una famiglia di artisti: suo padre Michele e suo zio Giuseppe erano anch'essi pittori. Iniziò la sua formazione artistica sotto la guida del padre e dello zio, per poi perfezionarsi all'Accademia di Brera, dove fu allievo di Francesco Durelli.
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    La sua carriera si distinse per una specializzazione nella pittura prospettica, un'arte che lo portò a dedicarsi principalmente alla rappresentazione di interni ed esterni di chiese, con una particolare predilezione per il Duomo di Milano. La precisione tecnica e l'uso sapiente della luce caratterizzarono le sue opere, che riscuosero apprezzamenti in tutta Europa.

    Nel 1851, Luigi Bisi succedette a Francesco Durelli nella cattedra di prospettiva all'Accademia di Brera, un incarico che mantenne fino alla morte. Oltre alla sua attività artistica, collaborò anche ai restauri del Duomo di Milano, lavorando insieme all'architetto Giovanni Brocca. La sua attività di insegnante e la qualità delle sue opere contribuirono a consolidare il suo nome nel panorama artistico dell'epoca.

    Morì a Milano l'11 settembre 1886Luigi Bisi nacque a Milano il 10 maggio 1814 in una famiglia di artisti: suo padre Michele e suo zio Giuseppe erano anch'essi pittori. Iniziò la sua formazione artistica sotto la guida del padre e dello zio, per poi perfezionarsi all'Accademia di Brera, dove fu allievo di Francesco Durelli. La sua carriera si distinse per una specializzazione nella pittura prospettica, un'arte che lo portò a dedicarsi principalmente alla rappresentazione di interni ed esterni di chiese, con una particolare predilezione per il Duomo di Milano. La precisione tecnica e l'uso sapiente della luce caratterizzarono le sue opere, che riscuosero apprezzamenti in tutta Europa.

    Nel 1851, Luigi Bisi succedette a Francesco Durelli nella cattedra di prospettiva all'Accademia di Brera, un incarico che mantenne fino alla morte. Oltre alla sua attività artistica, collaborò anche ai restauri del Duomo di Milano, lavorando insieme all'architetto Giovanni Brocca. La sua attività di insegnante e la qualità delle sue opere contribuirono a consolidare il suo nome nel panorama artistico dell'epoca.

    Morì a Milano l'11 settembre 1886.

    STIMA:
    min € 1200 - max € 1400
    Base Asta:
    € 450

  • Lotto 24  

    Paesaggio innevato

    Luigi Frigerio Luigi Frigerio
    Milano 1873 - 1936
    Olio su tavola cm 44,5x60 firmato in basso a sx Frigerio

    Luigi Frigerio nacque a Milano il 28 dicembre 1873 e si distinse come pittore autodidatta, sviluppando una particolare predilezione per il paesaggio. La sua arte si caratterizzò per la rappresentazione di scene di vita quotidiana, paesaggi marini e vedute urbane, spesso ispirate dalla luce e dall'atmosfera dei luoghi che dipingeva.
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    L’uso di tecniche come l'olio, la tempera e il pastello gli permise di esplorare vari effetti di luce e colore, dando vita a opere vibranti e ricche di dettagli.

    Frigerio partecipò a numerose esposizioni artistiche, ottenendo il riconoscimento del pubblico e della critica. Le sue opere furono esposte a Brera, a Venezia e in altre importanti manifestazioni artistiche, tra cui la Mostra dell'Angelicum. La sua arte non si limitò solo alla partecipazione a mostre collettive, ma ottenne anche l'opportunità di tenere una personale alla Galleria della Rotonda di Bergamo nel 1949, consolidando ulteriormente la sua reputazione.

    Frigerio morì a Milano nel 1936Luigi Frigerio nacque a Milano il 28 dicembre 1873 e si distinse come pittore autodidatta, sviluppando una particolare predilezione per il paesaggio. La sua arte si caratterizzò per la rappresentazione di scene di vita quotidiana, paesaggi marini e vedute urbane, spesso ispirate dalla luce e dall'atmosfera dei luoghi che dipingeva. L’uso di tecniche come l'olio, la tempera e il pastello gli permise di esplorare vari effetti di luce e colore, dando vita a opere vibranti e ricche di dettagli.

    Frigerio partecipò a numerose esposizioni artistiche, ottenendo il riconoscimento del pubblico e della critica. Le sue opere furono esposte a Brera, a Venezia e in altre importanti manifestazioni artistiche, tra cui la Mostra dell'Angelicum. La sua arte non si limitò solo alla partecipazione a mostre collettive, ma ottenne anche l'opportunità di tenere una personale alla Galleria della Rotonda di Bergamo nel 1949, consolidando ulteriormente la sua reputazione.

    Frigerio morì a Milano nel 1936.

    STIMA:
    min € 700 - max € 800
    Base Asta:
    € 300

    1 offerte pre-asta
  • Lotto 25  

    Venezia

    Dino Rossi Dino Rossi
    Bernareggio 1904 - 1982
    Olio su tela cm 30x73 firmato in basso a sx Dino Rossi

    Dino Rossi, nato a Bernareggio nel 1904, è stato uno dei pittori italiani più rappresentativi del Novecento. Fin da giovane mostrò una spiccata inclinazione per l'arte, dedicandosi sin dai primi anni alla pittura en plein air, una tecnica che lo portò a catturare la bellezza della natura attraverso la luce naturale.
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    La sua formazione artistica lo vide impegnato in città come Londra e Parigi, dove approfondì il suo stile, immergendosi nelle influenze dell'arte europea moderna.

    Nel corso della sua carriera, Rossi intraprese numerosi viaggi che lo portarono in vari paesi, tra cui gli Stati Uniti, il Messico e il Brasile. Questi spostamenti arricchirono la sua pittura, che si arricchì di nuove prospettive e tematiche ispirate ai paesaggi e alle culture locali. Tra il 1947 e il 1950, il pittore visse in Svizzera, dove continuò la sua attività, partecipando a numerose esposizioni che lo resero conosciuto anche a livello internazionale.

    Le sue opere si caratterizzano per la luminosità e la resa atmosferica, con una particolare attenzione ai dettagli. Tra i suoi soggetti preferiti, Rossi prediligeva i paesaggi marini e le scene di vita quotidiana, ma non mancarono lavori dedicati a interni ricchi di oggetti e colori, come il celebre "La bottega dell'antiquario". L'uso della luce e il contrasto tra luci e ombre sono tratti distintivi del suo stile, che si ispira in parte all'impressionismo.

    Dino Rossi morì nel 1982Dino Rossi, nato a Bernareggio nel 1904, è stato uno dei pittori italiani più rappresentativi del Novecento. Fin da giovane mostrò una spiccata inclinazione per l'arte, dedicandosi sin dai primi anni alla pittura en plein air, una tecnica che lo portò a catturare la bellezza della natura attraverso la luce naturale. La sua formazione artistica lo vide impegnato in città come Londra e Parigi, dove approfondì il suo stile, immergendosi nelle influenze dell'arte europea moderna.

    Nel corso della sua carriera, Rossi intraprese numerosi viaggi che lo portarono in vari paesi, tra cui gli Stati Uniti, il Messico e il Brasile. Questi spostamenti arricchirono la sua pittura, che si arricchì di nuove prospettive e tematiche ispirate ai paesaggi e alle culture locali. Tra il 1947 e il 1950, il pittore visse in Svizzera, dove continuò la sua attività, partecipando a numerose esposizioni che lo resero conosciuto anche a livello internazionale.

    Le sue opere si caratterizzano per la luminosità e la resa atmosferica, con una particolare attenzione ai dettagli. Tra i suoi soggetti preferiti, Rossi prediligeva i paesaggi marini e le scene di vita quotidiana, ma non mancarono lavori dedicati a interni ricchi di oggetti e colori, come il celebre "La bottega dell'antiquario". L'uso della luce e il contrasto tra luci e ombre sono tratti distintivi del suo stile, che si ispira in parte all'impressionismo.

    Dino Rossi morì nel 1982.

    STIMA:
    min € 700 - max € 800
    Base Asta:
    € 250

  • Lotto 26  

    Vita semplice (191?)

    Antonio Piatti Antonio Piatti
    Viggiu (VA) 1875 - 1962
    Olio su cartone cm 46x66,5 firmato in basso a dx A.Piatti

    Antonio Piatti nacque a Viggiù, in provincia di Varese, il 12 giugno 1875. Cresciuto in un ambiente profondamente legato all'arte grazie al padre, lo scultore Domenico Piatti, fin da giovane si avvicinò al mondo artistico, lavorando nella bottega paterna a partire dai dodici anni.
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    Il suo talento lo portò a perfezionarsi sotto la guida dello scultore torinese Leonardo Bistolfi. Nel 1892, all'età di diciassette anni, si trasferì a Cuneo, dove frequentò la scuola di disegno dell'Istituto Tecnico, continuando a coltivare la sua passione per l'arte.

    Nel 1894, Piatti entrò all'Accademia di Brera, una delle istituzioni artistiche più prestigiose d'Italia, dove studiò sotto la direzione di Cesare Tallone. Durante gli anni accademici si concentrò soprattutto sul ritratto e sulla figura umana, sviluppando uno stile espressivo che avrebbe caratterizzato la sua carriera. Il suo talento venne riconosciuto nel 1903, quando vinse il Premio Fumagalli alla Triennale di Brera, e nel 1904 ricevette il Pensionato Oggioni, che gli permise di recarsi a Parigi per un soggiorno artistico. A Parigi, Piatti ebbe modo di entrare in contatto con artisti di fama come Giovanni Boldini e di trarre ispirazione dalla vivace atmosfera parigina. Una delle sue opere più celebri di questo periodo è "Sorriso sulla Senna", che esprime la sua affinità con la città e la sua vita sociale.

    Successivamente, Piatti si trasferì a Roma, dove guadagnò l'ammirazione della regina Margherita, che acquistò alcune delle sue opere. Il suo successo continuò a crescere, e dal 1907 al 1930 partecipò regolarmente alle Biennali di Venezia, esponendo lavori che riflettevano la sua capacità di mescolare una resa emotiva con una ricerca espressiva unica. Opere come "Mia!" (1909), "Fremiti" (1910) e "Carezza buona" (1912) furono esposte in numerosi eventi internazionali, tra cui rassegne a Basilea, Monaco, Buenos Aires, Barcellona e Amsterdam.

    L'arte di Piatti si distinse per l'intensità emotiva e per una visione della realtà che fondeva la dimensione soggettiva con la potenza delle immagini. Tra le sue opere più significative si annoverano "La Senna al Pont Neuf" (1905), "Goethe e l'origine delle sue Elegie romane" (1906) e "Ascoltando la radio" (1934), che mostrano il suo continuo evolversi, passando dal ritratto alla riflessione sulla modernità e la cultura contemporanea.

    La sua eredità artistica rimane viva nelle collezioni pubbliche, come quelle della Galleria d'Arte Moderna di Milano, della Pinacoteca di Brera, della Galleria d'Arte Moderna di Udine e del Museo Civico di Cuneo. Antonio Piatti morì il 29 agosto 1962 a ViggiùAntonio Piatti nacque a Viggiù, in provincia di Varese, il 12 giugno 1875. Cresciuto in un ambiente profondamente legato all'arte grazie al padre, lo scultore Domenico Piatti, fin da giovane si avvicinò al mondo artistico, lavorando nella bottega paterna a partire dai dodici anni. Il suo talento lo portò a perfezionarsi sotto la guida dello scultore torinese Leonardo Bistolfi. Nel 1892, all'età di diciassette anni, si trasferì a Cuneo, dove frequentò la scuola di disegno dell'Istituto Tecnico, continuando a coltivare la sua passione per l'arte.

    Nel 1894, Piatti entrò all'Accademia di Brera, una delle istituzioni artistiche più prestigiose d'Italia, dove studiò sotto la direzione di Cesare Tallone. Durante gli anni accademici si concentrò soprattutto sul ritratto e sulla figura umana, sviluppando uno stile espressivo che avrebbe caratterizzato la sua carriera. Il suo talento venne riconosciuto nel 1903, quando vinse il Premio Fumagalli alla Triennale di Brera, e nel 1904 ricevette il Pensionato Oggioni, che gli permise di recarsi a Parigi per un soggiorno artistico. A Parigi, Piatti ebbe modo di entrare in contatto con artisti di fama come Giovanni Boldini e di trarre ispirazione dalla vivace atmosfera parigina. Una delle sue opere più celebri di questo periodo è "Sorriso sulla Senna", che esprime la sua affinità con la città e la sua vita sociale.

    Successivamente, Piatti si trasferì a Roma, dove guadagnò l'ammirazione della regina Margherita, che acquistò alcune delle sue opere. Il suo successo continuò a crescere, e dal 1907 al 1930 partecipò regolarmente alle Biennali di Venezia, esponendo lavori che riflettevano la sua capacità di mescolare una resa emotiva con una ricerca espressiva unica. Opere come "Mia!" (1909), "Fremiti" (1910) e "Carezza buona" (1912) furono esposte in numerosi eventi internazionali, tra cui rassegne a Basilea, Monaco, Buenos Aires, Barcellona e Amsterdam.

    L'arte di Piatti si distinse per l'intensità emotiva e per una visione della realtà che fondeva la dimensione soggettiva con la potenza delle immagini. Tra le sue opere più significative si annoverano "La Senna al Pont Neuf" (1905), "Goethe e l'origine delle sue Elegie romane" (1906) e "Ascoltando la radio" (1934), che mostrano il suo continuo evolversi, passando dal ritratto alla riflessione sulla modernità e la cultura contemporanea.

    La sua eredità artistica rimane viva nelle collezioni pubbliche, come quelle della Galleria d'Arte Moderna di Milano, della Pinacoteca di Brera, della Galleria d'Arte Moderna di Udine e del Museo Civico di Cuneo. Antonio Piatti morì il 29 agosto 1962 a Viggiù.

    STIMA:
    min € 1200 - max € 1400
    Base Asta:
    € 500

  • Lotto 27  

    Sera d'autunno

    Vittore Antonio Cargnel Vittore Antonio Cargnel
    Venezia 1872 - Milano 1931
    Olio su tela cm 30x40 firmato in basso a dx V.Cargnel

    Vittore Antonio Cargnel, nato a Venezia nel 1872, fu un pittore italiano il cui percorso artistico si sviluppò tra la fine del XIX secolo e la prima metà del XX secolo. Nel 1888, si iscrisse all'Accademia di Venezia, ma gran parte della sua formazione avvenne nello studio di Cesare Laurenti, noto pittore simbolista.
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    Cargnel trasse ispirazione anche dalle opere di artisti come Ciardi, Favretto e Nono, dai quali trasse numerosi suggerimenti per il suo sviluppo artistico.

    Le sue capacità artistiche si manifestarono in opere sia di carattere simbolista, come "La sera di Ca’ Pesaro" del 1899, che in ritratti, tra cui il noto "Ritratto di Giuseppe Favaro" del 1905. Tuttavia, la sua vera natura artistica si rivelò come paesaggista, radicato nella tradizione del tardo Ottocento veneto. Questo filone tematico rimase costante in tutta la sua carriera, con la campagna veneta e friulana come principale soggetto delle sue opere.

    Cargnel partecipò alla I Biennale nel 1895 con l'opera "Averte faciem tuam, domine, a peccatis meis," fortemente influenzata da Nono e Laurenti. La sua partecipazione continuò anche nelle edizioni successive della Biennale e in mostre internazionali come il Salon di Parigi, San Pietroburgo e Lipsia. La sua pittura si evolse verso una maggiore attenzione alla vibrazione atmosferica, evidente nelle opere esposte all'VIII Mostra internazionale di Monaco di Baviera.

    Nel 1900, si trasferì vicino a Treviso, dove avviò una fonderia di campane, e nel 1910 si trasferì a Sacile, dove rimase fino alla disfatta di Caporetto nel 1917. Durante questo periodo, realizzò alcuni dei suoi migliori paesaggi della pedemontana pordenonese, come "Poffabro" del 1912. Dopo la guerra, tornò spesso al paesaggio pedemontano e friulano anche dopo il trasferimento a Milano nel 1918, dove trovò un ambiente favorevole alla diffusione della sua pittura. Nel 1924 divenne socio onorario della regia Accademia di belle arti di Brera.

    La sua attività espositiva continuò con successo, partecipando a mostre importanti in Italia e all'estero. Cargnel morì a Milano nel 1931, e l'anno successivo si tenne una vasta retrospettiva alla Galleria Milano. Il suo contributo artistico fu successivamente riconosciuto con la presenza di due sue opere alla mostra dei quarant'anni della Biennale nel 1935. La sua opera ricevette una nuova attenzione nel corso degli anni, con retrospettive significative nel 1968 a Pordenone, nel 1988 a Sacile e nel 1999 al Museo civico di Pordenone. Opere di Cargnel si trovano oggi presso il Museo civico d'arte e la provincia di Pordenone.

    STIMA:
    min € 700 - max € 800
    Base Asta:
    € 250

  • Lotto 28  

    Canale a Venezia

    Zaccaria Dal Bo Zaccaria Dal Bo
    Venezia 1872 - 1935
    Olio su tavola cm 40,5x28,5 firmato in basso a sx Z.Bo

    Dal Bo è stato un pittore veneziano noto per le sue rappresentazioni della laguna e delle scene veneziane. Formatosi all'Istituto di Belle Arti di Venezia, partecipò a numerose esposizioni di rilievo, tra cui diverse edizioni della Biennale di Venezia: nel 1903, 1907, 1909 e 1910.
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    Le sue opere furono esposte anche all'Esposizione Universale del Centenario di Buenos Aires nel 1910 e all'Esposizione Nazionale di Belle Arti di Brera nel 1912. Dal Bò espose inoltre a Parigi, Düsseldorf e Londra, ottenendo riconoscimenti per la sua capacità di catturare l'essenza della sua città natale. Una delle sue opere è conservata presso la Galleria Marangoni di Udine. La sua produzione artistica comprende paesaggi lagunari, vedute urbane e nature morte, caratterizzate da una tavolozza cromatica delicata e da una pennellata fluida.

    STIMA:
    min € 1200 - max € 1400
    Base Asta:
    € 500

  • Alessandro Milesi Alessandro Milesi
    Venezia 1856-1945
    Olio su tavola cm 29x49,5 firmato in basso a sx A.Milesi

    Alessandro Milesi, figlio di Giovanni Maria, un commerciante all'ingrosso di granaglie, e della sua seconda moglie Lucia Viola, vide la luce a Venezia il 29 aprile 1856. Fu battezzato il 4 maggio nella parrocchia di S.
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    Trovaso, contribuendo così alla ricca tradizione artistica di questa città lagunare.

    La sua giovinezza fu segnata da sfide economiche a causa della malattia del padre, che lo spinsero a iniziare a lavorare come tabaccaio nei pressi di S. Simeone. Tuttavia, la sua passione per l'arte lo spinse a perseguire una carriera artistica.

    A soli tredici anni, il 15 novembre 1869, Alessandro si iscrisse all'Accademia di belle arti di Venezia, un importante passo nella sua formazione. Qui studiò con impegno e ottenne risultati lodevoli, come attestato dai documenti conservati negli Archivi dell'Accademia.

    Il suo percorso artistico lo portò successivamente a Verona, dove seguì il suo insegnante Napoleone Nani. Grazie all'aiuto di Nani, ottenne commissioni importanti, tra cui il dipinto del soffitto di una chiesa a Isola della Scala e altri lavori significativi.

    Tornato a Venezia, Alessandro Milesi creò opere notevoli, tra cui i ritratti del padre e della madre, esposti in importanti gallerie d'arte. Espose in diverse mostre nazionali ed internazionali, guadagnandosi una crescente reputazione.

    Le sue opere spesso rappresentavano scene di vita quotidiana veneziana, con gruppi di persone intente al lavoro o alla conversazione, influenzate dalla tendenza artistica di quegli anni. Le sue composizioni richiamavano l'attenzione di collezionisti e artisti stranieri.

    Nel 1886, Alessandro Milesi si sposò con Maria Ciardi, anch'essa proveniente da una famiglia di artisti. Continuò a dipingere con passione, realizzando ritratti e opere di grande impegno sociale.

    Partecipò regolarmente alla Biennale di Venezia, esponendo diverse opere che ottennero apprezzamento e premi. Il suo contributo all'arte veneziana fu significativo, con opere che riflettevano la vita e la cultura della città.

    Nel 1934, realizzò una pala d'altare per la chiesa di S. Teresa a Venezia, una delle rare opere a soggetto religioso della sua carriera.

    Alessandro Milesi trascorse gran parte della sua vita a Venezia, contribuendo in modo significativo alla scena artistica della città. Morì il 29 ottobre 1945 a Venezia, lasciando un eredità duratura nel mondo dell'arte veneziana. Le sue opere continuano a essere ammirate e studiate per la loro bellezza e autenticità.

    STIMA:
    min € 2500 - max € 3000
    Base Asta:
    € 800

    1 offerte pre-asta
  • Lotto 30  

    Studi pomeridiani

    Achille Boschi Achille Boschi
    Modena 1852 - 1930
    Olio su cartone cm 44x37 firmato in basso a sx A.Boschi

    Achille Boschi nacque a Modena il 10 novembre 1852, in una famiglia di agricoltori. Fin da giovane dimostrò una spiccata inclinazione per il disegno, un talento che lo portò a intraprendere studi artistici sotto la guida del maestro Adeodato Malatesta all'Accademia di Modena.
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    Nel 1872, grazie al supporto del suo insegnante, ottenne un sussidio che gli permise di approfondire la sua formazione artistica, segnando l'inizio di una carriera brillante.

    Boschi si distinse presto nel panorama artistico. Nel 1872 partecipò alla Mostra Triennale d'Incoraggiamento con il dipinto "Savonarola al letto di morte di Lorenzo de' Medici", una prima opera che lo mise in evidenza. Nel 1875 si trasferì a Roma, dove proseguì i suoi studi all'Accademia di San Luca e si immerge nell'ambiente artistico romano, abbracciando la pittura storica e religiosa. Durante questo periodo, la sua pittura si arricchì di intensi riferimenti emotivi e un forte impatto tecnico.

    Il suo capolavoro assoluto è la grande pala d'altare commissionata per la Chiesa di San Cataldo a Modena, che testimonia la sua maestria nell'affresco e nella composizione. Altri lavori significativi includono la pala d'altare per la Chiesa di San Giovanni Valtidone e una serie di ritratti di figure illustri del tempo, che evidenziano la sua abilità nell'interpretare l'animo umano.

    Boschi fu anche un apprezzato insegnante e contribuì alla formazione di nuove generazioni di artisti, lasciando un'impronta duratura nel panorama dell'arte italiana del XIX secolo. Le sue opere, custodite in numerose collezioni pubbliche e private, continuano a essere oggetto di studio e ammirazione, rendendo Achille Boschi una figura centrale nell'arte modenese e nazionale. Morì a Modena il 30 giugno 1930.

    STIMA:
    min € 1200 - max € 1400
    Base Asta:
    € 600

  • Pittore Anonimo Del XVIII - XIX Secolo Pittore Anonimo Del XVIII - XIX Secolo
    Veneto XVIII - XIX
    Olio su tela cm 30x38 firmato non firmato

    STIMA:
    min € 3500 - max € 4000
    Base Asta:
    € 1800

  • Lotto 32  

    Passeggiata nel parco

    Pittore Anonimo Del XVIII - XIX Secolo Pittore Anonimo Del XVIII - XIX Secolo
    Italia XVIII - XIX
    Tempera su tela cm 43x59 firmato non firmato

    STIMA:
    min € 2000 - max € 2500
    Base Asta:
    € 800

  • Lotto 33  

    Il Duomo

    Ernesto Armani Ernesto Armani
    Male', Trento 1898 - Rovereto 1986
    Olio su tavola cm 39x52 firmato in basso a dx Armani

    Ernesto Armani nacque il 3 settembre 1898 a Malè, in Val di Sole, Trentino. Cresciuto in una famiglia di origine legata al mondo della natura e del paesaggio, il suo percorso artistico iniziò ben presto.
    Clicca per espandere

    Dopo il trasferimento della famiglia a Rovereto nel 1908, intraprese gli studi presso la Scuola Reale Elisabettina, dove cominciò a sviluppare il suo amore per l’arte. La sua formazione proseguì all'Accademia di Belle Arti, ma ben presto si trasferì a Milano, dove si laureò in Architettura nel 1922.

    Nel 1923, si recò a Berlino per una prima esperienza internazionale, allestendo la sua prima mostra personale al Kurfürstendamm. Questo periodo segnò l'inizio del suo interesse per il mondo del cinema, dove si distinse come scenografo. Continuò a essere attivo nel panorama artistico e cinematografico, tanto che nel 1926 fu chiamato a dirigere la Galleria “Bottega di Poesia” di Milano, organizzando mostre e consolidando la sua reputazione.

    Ernesto Armani è ricordato principalmente per i suoi acquerelli, in cui seppe catturare con eleganza e sensibilità la bellezza delle cattedrali francesi, del Duomo di Milano e delle chiese italiane. La sua pittura si caratterizzava per il lirismo verista e un naturale realismo, lontano dalle avanguardie artistiche dell’epoca. Le sue opere sono state esposte in numerose mostre sia in Italia che all’estero e sono oggi conservate in importanti collezioni pubbliche e private.

    Armani morì nel 1986 a RoveretoErnesto Armani nacque il 3 settembre 1898 a Malè, in Val di Sole, Trentino. Cresciuto in una famiglia di origine legata al mondo della natura e del paesaggio, il suo percorso artistico iniziò ben presto. Dopo il trasferimento della famiglia a Rovereto nel 1908, intraprese gli studi presso la Scuola Reale Elisabettina, dove cominciò a sviluppare il suo amore per l’arte. La sua formazione proseguì all'Accademia di Belle Arti, ma ben presto si trasferì a Milano, dove si laureò in Architettura nel 1922.

    Nel 1923, si recò a Berlino per una prima esperienza internazionale, allestendo la sua prima mostra personale al Kurfürstendamm. Questo periodo segnò l'inizio del suo interesse per il mondo del cinema, dove si distinse come scenografo. Continuò a essere attivo nel panorama artistico e cinematografico, tanto che nel 1926 fu chiamato a dirigere la Galleria “Bottega di Poesia” di Milano, organizzando mostre e consolidando la sua reputazione.

    Ernesto Armani è ricordato principalmente per i suoi acquerelli, in cui seppe catturare con eleganza e sensibilità la bellezza delle cattedrali francesi, del Duomo di Milano e delle chiese italiane. La sua pittura si caratterizzava per il lirismo verista e un naturale realismo, lontano dalle avanguardie artistiche dell’epoca. Le sue opere sono state esposte in numerose mostre sia in Italia che all’estero e sono oggi conservate in importanti collezioni pubbliche e private.

    Armani morì nel 1986 a Rovereto.

    STIMA:
    min € 1500 - max € 1800
    Base Asta:
    € 700

    1 offerte pre-asta
  • Italo Nunes Vais Italo Nunes Vais
    Tunisi 1860 - Firenze 1932
    Olio su tela cm 64x55 firmato in alto a dx ItaloNunes Vais

    Italo Nunes Vais nacque il 2 marzo 1860 a Tunisi, da una famiglia di origine sefardita proveniente da Livorno. La sua formazione artistica ebbe inizio a Firenze, dove studiò all'Accademia di Belle Arti, per poi proseguire a Napoli nel 1880, dove seguì i corsi dell'Accademia di Belle Arti sotto la guida del maestro Domenico Morelli.
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    Nel 1882, Nunes Vais realizzò uno dei suoi dipinti più celebri, "Garibaldi a Taganrok", oggi esposto nel Museo del Risorgimento di Milano. Quest'opera racconta un episodio significativo della vita di Garibaldi, quando incontrò alcuni immigrati italiani nell'osteria di Taganrok sul Mar Nero, un incontro che risvegliò in lui i sentimenti patriottici e lo spinse ad abbracciare la causa dell'Unità d'Italia.

    Oltre a essere un apprezzato ritrattista, Nunes Vais si distinse anche come paesaggista, mostrando una grande capacità nel catturare dettagli minuti e atmosfere particolari. Tra le sue opere più famose spicca "Nell'Hammam, Tunisia", un dipinto che evidenzia il suo interesse per i soggetti orientalistici e la sua abilità nel rappresentare con grande realismo ambienti esotici.

    Italo Nunes Vais morì a Firenze nel 1932Italo Nunes Vais nacque il 2 marzo 1860 a Tunisi, da una famiglia di origine sefardita proveniente da Livorno. La sua formazione artistica ebbe inizio a Firenze, dove studiò all'Accademia di Belle Arti, per poi proseguire a Napoli nel 1880, dove seguì i corsi dell'Accademia di Belle Arti sotto la guida del maestro Domenico Morelli.

    Nel 1882, Nunes Vais realizzò uno dei suoi dipinti più celebri, "Garibaldi a Taganrok", oggi esposto nel Museo del Risorgimento di Milano. Quest'opera racconta un episodio significativo della vita di Garibaldi, quando incontrò alcuni immigrati italiani nell'osteria di Taganrok sul Mar Nero, un incontro che risvegliò in lui i sentimenti patriottici e lo spinse ad abbracciare la causa dell'Unità d'Italia.

    Oltre a essere un apprezzato ritrattista, Nunes Vais si distinse anche come paesaggista, mostrando una grande capacità nel catturare dettagli minuti e atmosfere particolari. Tra le sue opere più famose spicca "Nell'Hammam, Tunisia", un dipinto che evidenzia il suo interesse per i soggetti orientalistici e la sua abilità nel rappresentare con grande realismo ambienti esotici.

    Italo Nunes Vais morì a Firenze nel 1932.

    STIMA:
    min € 2000 - max € 2200
    Base Asta:
    € 500

  • Archimede Gruden Archimede Gruden
    Nizza, Francia 1898 - Venezia 1955
    Olio su tavola cm 34,5x44,5 firmato in basso a dx A.Gruden

    Archimede Gruden nacque nel 1898 a Nizza, da genitori italiani. La sua formazione artistica iniziò in giovane età, quando si trasferì in Italia.
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    Frequentò l'Accademia di Belle Arti di Venezia e successivamente quella di Napoli, dove affinò il suo talento sotto la guida di maestri locali.

    A partire dagli anni Venti, Gruden iniziò a farsi notare nel panorama artistico italiano, partecipando a importanti esposizioni, tra cui la Biennale di Venezia e la Quadriennale di Torino. La sua pittura si caratterizzò per una profonda attenzione alla luce e ai dettagli, che lo portò a realizzare opere che riflettevano l'atmosfera unica dei luoghi che dipingeva. Tra i suoi soggetti preferiti ci furono le vedute di città, come le scene di Venezia, ma anche paesaggi e scene quotidiane. La sua abilità nel rappresentare la vita di tutti i giorni, con una spiccata attenzione agli ambienti naturali e urbani, lo rese apprezzato sia come ritrattista che come paesaggista.

    Una delle sue opere più note è "Venezia, navi ormeggiate nel bacino di San Marco" del 1924, che cattura in modo vivace e suggestivo il cuore pulsante della laguna. Negli anni successivi, Gruden continuò a evolvere il suo stile, spostandosi verso una maggiore luminosità e una più raffinata resa cromatica. La sua carriera fu affiancata da una serie di esperienze personali, tra cui la fondazione di una società di spedizioni a Venezia negli anni Trenta, attività che gestì parallelamente alla pittura.

    Gruden morì a Venezia nel 1972Archimede Gruden nacque nel 1898 a Nizza, da genitori italiani. La sua formazione artistica iniziò in giovane età, quando si trasferì in Italia. Frequentò l'Accademia di Belle Arti di Venezia e successivamente quella di Napoli, dove affinò il suo talento sotto la guida di maestri locali.

    A partire dagli anni Venti, Gruden iniziò a farsi notare nel panorama artistico italiano, partecipando a importanti esposizioni, tra cui la Biennale di Venezia e la Quadriennale di Torino. La sua pittura si caratterizzò per una profonda attenzione alla luce e ai dettagli, che lo portò a realizzare opere che riflettevano l'atmosfera unica dei luoghi che dipingeva. Tra i suoi soggetti preferiti ci furono le vedute di città, come le scene di Venezia, ma anche paesaggi e scene quotidiane. La sua abilità nel rappresentare la vita di tutti i giorni, con una spiccata attenzione agli ambienti naturali e urbani, lo rese apprezzato sia come ritrattista che come paesaggista.

    Una delle sue opere più note è "Venezia, navi ormeggiate nel bacino di San Marco" del 1924, che cattura in modo vivace e suggestivo il cuore pulsante della laguna. Negli anni successivi, Gruden continuò a evolvere il suo stile, spostandosi verso una maggiore luminosità e una più raffinata resa cromatica. La sua carriera fu affiancata da una serie di esperienze personali, tra cui la fondazione di una società di spedizioni a Venezia negli anni Trenta, attività che gestì parallelamente alla pittura.

    Gruden morì a Venezia nel 1972.

    STIMA:
    min € 1000 - max € 1200
    Base Asta:
    € 600

  • Lotto 36  

    Ritratto femminile

    Anonimo Siglato Anonimo Siglato
    Italia XIX-XX
    Olio su tela cm 46x30 firmato in basso a dx A.S.

    STIMA:
    min € 1200 - max € 1400
    Base Asta:
    € 700

  • Lotto 37  

    Montagne valdostane

    Italo Mus Italo Mus
    Chatillon AO 1892 - Saint Vincent AO 1967
    Olio su tavola cm 27,5x33,5 firmato in basso a dx I.Mus

    Italo Mus nacque il 4 aprile 1892 a Châtillon, un piccolo villaggio della Valle d'Aosta. Cresciuto in una famiglia di artisti, suo padre Eugenio Mus era uno scultore che lo avviò sin da giovane allo studio del disegno e della scultura in legno nella sua bottega.
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    Sebbene inizialmente si dedicasse all'intaglio, il giovane Italo si orientò verso la pittura, grazie anche all'incoraggiamento di Lorenzo Delleani, pittore di fama, che lo indirizzò verso una formazione accademica.

    Frequentò l'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, dove approfondì la sua preparazione sotto la guida di maestri come Paolo Gaidano, Andrea Marchisio, Giacomo Grosso e Luigi Onetti. La sua carriera artistica ebbe una svolta importante nel 1912, quando partecipò al Salone dei Giovani Pittori, ottenendo il primo premio, un riconoscimento che segnò l'inizio di una carriera brillante.

    Nel 1913, Mus ampliò la sua esperienza artistica collaborando alla realizzazione di decorazioni a fresco in città come Lione e Losanna. Ma fu la sua Valle d'Aosta, con i suoi paesaggi montani e le tradizioni rurali, a diventare la principale fonte di ispirazione per le sue opere. Le sue tele spesso raccontano scene di vita quotidiana, come il lavoro dei pastori, dei contadini e le peculiarità degli antichi edifici rurali come i rascard, tipiche costruzioni in legno e pietra delle Alpi.

    Tra le sue opere più celebri si ricordano "Pastore al lavoro", "Contadini: la semina" e "Rascard", che testimoniano la sua capacità di catturare la bellezza e la semplicità della vita montana. Con una tavolozza che riflette i toni caldi e terrosi dei paesaggi alpini, Mus riusciva a trasmettere un forte senso di identità e appartenenza alla sua terra.

    Italo Mus morì il 15 maggio 1967 a Saint-VincentItalo Mus nacque il 4 aprile 1892 a Châtillon, un piccolo villaggio della Valle d'Aosta. Cresciuto in una famiglia di artisti, suo padre Eugenio Mus era uno scultore che lo avviò sin da giovane allo studio del disegno e della scultura in legno nella sua bottega. Sebbene inizialmente si dedicasse all'intaglio, il giovane Italo si orientò verso la pittura, grazie anche all'incoraggiamento di Lorenzo Delleani, pittore di fama, che lo indirizzò verso una formazione accademica.

    Frequentò l'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, dove approfondì la sua preparazione sotto la guida di maestri come Paolo Gaidano, Andrea Marchisio, Giacomo Grosso e Luigi Onetti. La sua carriera artistica ebbe una svolta importante nel 1912, quando partecipò al Salone dei Giovani Pittori, ottenendo il primo premio, un riconoscimento che segnò l'inizio di una carriera brillante.

    Nel 1913, Mus ampliò la sua esperienza artistica collaborando alla realizzazione di decorazioni a fresco in città come Lione e Losanna. Ma fu la sua Valle d'Aosta, con i suoi paesaggi montani e le tradizioni rurali, a diventare la principale fonte di ispirazione per le sue opere. Le sue tele spesso raccontano scene di vita quotidiana, come il lavoro dei pastori, dei contadini e le peculiarità degli antichi edifici rurali come i rascard, tipiche costruzioni in legno e pietra delle Alpi.

    Tra le sue opere più celebri si ricordano "Pastore al lavoro", "Contadini: la semina" e "Rascard", che testimoniano la sua capacità di catturare la bellezza e la semplicità della vita montana. Con una tavolozza che riflette i toni caldi e terrosi dei paesaggi alpini, Mus riusciva a trasmettere un forte senso di identità e appartenenza alla sua terra.

    Italo Mus morì il 15 maggio 1967 a Saint-Vincent.

    STIMA:
    min € 2500 - max € 3000
    Base Asta:
    € 1200

  • Lotto 38  

    Cavalli da tiro

    Carlo Balestrini Carlo Balestrini
    1868-1923
    Olio su tela cm 30x60 firmato in basso a dx C.Balestrini

    Carlo Balestrini è stato un pittore italiano attivo soprattutto nella seconda metà del XX secolo, noto per il suo approccio innovativo e la sua abilità nell'uso del colore. Nato a Milano, il suo percorso artistico si sviluppa principalmente nel contesto dell'arte contemporanea, con un forte interesse per le tematiche figurative e astratte.
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    La sua arte è stata influenzata dalle principali correnti artistiche del tempo, spaziando tra il realismo e l'astrattismo, con un particolare focus sull'equilibrio delle forme e sull'armonia cromatica.

    STIMA:
    min € 1200 - max € 1400
    Base Asta:
    € 500

  • Hermann Handl Hermann Handl
    1891 - 1964
    Olio su tela cm 101x87 firmato in basso a sx Hermann Handl

    Hermann Handl nacque nel 1891 a Ofen (oggi Budapest) e morì nel 1964 a Zell am See, in Austria. La sua formazione artistica si sviluppò in Austria, dove studiò pittura e si specializzò nella rappresentazione di paesaggi montani e scene di vita quotidiana.
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    Le sue opere sono caratterizzate da una tecnica pittorica raffinata e da una particolare attenzione alla luce e all'atmosfera. Tra le sue opere più note vi sono "Wintersonne" (Sole d'inverno), un olio su tavola datato 1925, che riflette la sua abilità nel catturare la bellezza dei paesaggi invernali. La sua arte è stata apprezzata in Austria e all'estero, con alcune delle sue opere vendute in aste internazionali.

    STIMA:
    min € 1500 - max € 2000
    Base Asta:
    € 700

  • Lotto 40  

    Temporale imminente

    August Von Rentzell August Von Rentzell
    Germania 1810-1891
    Olio su tela cm 61x73 firmato in basso a dx AugustVon Rentzell 1842

    August von Rentzell, nato nel 1810 a Marienwerder (oggi Kwidzyn, Polonia) e morto nel 1891 a Berlino, è stato un pittore tedesco di genere e di animali, noto per le sue scene di vita quotidiana e paesaggi romantici. La sua formazione artistica si sviluppò in Germania, dove studiò pittura e si specializzò nella rappresentazione di scene di vita quotidiana e di animali.
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    Le sue opere sono caratterizzate da una tecnica pittorica raffinata e da una particolare attenzione alla luce e all'atmosfera.

    STIMA:
    min € 5000 - max € 6000
    Base Asta:
    € 2000

  • Lotto 1  

    Allo specchio

    Attilio Toro
    Italia 1892 - 1982
    Olio su tela cm 50x35 firmato in basso a dx A.Toro

    Attilio Toro nacque a Napoli il 4 dicembre 1892. Fin da giovane si avvicinò al mondo dell’arte, apprendendo i primi rudimenti della pittura nell’atelier del padre, Carmine Toro.
    Clicca per espandere

    La sua formazione proseguì all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove fu allievo di Vincenzo Volpe e attirò l’attenzione del direttore Carlo Siviero, che gli offrì un incarico come assistente, proposta che Toro rifiutò per dedicarsi interamente alla sua produzione artistica.

    La pittura di Attilio Toro si sviluppò seguendo la grande tradizione ottocentesca napoletana, ma con uno stile personale caratterizzato da pennellate dense, colori sapientemente impastati e una particolare luminosità che dava vitalità ai soggetti. Realizzò ritratti di grande sensibilità, nudi femminili carichi di grazia e paesaggi semplici ma vibranti.

    Nel corso della sua carriera, partecipò a numerose esposizioni, tra cui la Prima Esposizione Biennale Nazionale d’Arte della Città di Napoli del 1921, dove presentò l’opera "Redenta". Raggiunse importanti riconoscimenti, come il premio della Columbus Association nel 1940 e la medaglia d’oro alla Mostra Nazionale di Caserta nel 1961 per il dipinto "San Gregorio d’Alife". Tra le sue opere più apprezzate si annovera anche il "Generale Clark", considerato un punto alto della sua produzione.

    Attilio Toro visse gli ultimi anni a Portici, dove si spense nel 1982. Attilio Toro nacque a Napoli il 4 dicembre 1892. Fin da giovane si avvicinò al mondo dell’arte, apprendendo i primi rudimenti della pittura nell’atelier del padre, Carmine Toro. La sua formazione proseguì all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove fu allievo di Vincenzo Volpe e attirò l’attenzione del direttore Carlo Siviero, che gli offrì un incarico come assistente, proposta che Toro rifiutò per dedicarsi interamente alla sua produzione artistica.

    La pittura di Attilio Toro si sviluppò seguendo la grande tradizione ottocentesca napoletana, ma con uno stile personale caratterizzato da pennellate dense, colori sapientemente impastati e una particolare luminosità che dava vitalità ai soggetti. Realizzò ritratti di grande sensibilità, nudi femminili carichi di grazia e paesaggi semplici ma vibranti.

    Nel corso della sua carriera, partecipò a numerose esposizioni, tra cui la Prima Esposizione Biennale Nazionale d’Arte della Città di Napoli del 1921, dove presentò l’opera "Redenta". Raggiunse importanti riconoscimenti, come il premio della Columbus Association nel 1940 e la medaglia d’oro alla Mostra Nazionale di Caserta nel 1961 per il dipinto "San Gregorio d’Alife". Tra le sue opere più apprezzate si annovera anche il "Generale Clark", considerato un punto alto della sua produzione.

    Attilio Toro visse gli ultimi anni a Portici, dove si spense nel 1982.

    STIMA min € 700 - max € 800

    Lotto 1  

    Allo specchio

    Attilio Toro Attilio Toro
    Italia 1892 - 1982
    Olio su tela cm 50x35 firmato in basso a dx A.Toro

    Attilio Toro nacque a Napoli il 4 dicembre 1892. Fin da giovane si avvicinò al mondo dell’arte, apprendendo i primi rudimenti della pittura nell’atelier del padre, Carmine Toro.
    Clicca per espandere

    La sua formazione proseguì all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove fu allievo di Vincenzo Volpe e attirò l’attenzione del direttore Carlo Siviero, che gli offrì un incarico come assistente, proposta che Toro rifiutò per dedicarsi interamente alla sua produzione artistica.

    La pittura di Attilio Toro si sviluppò seguendo la grande tradizione ottocentesca napoletana, ma con uno stile personale caratterizzato da pennellate dense, colori sapientemente impastati e una particolare luminosità che dava vitalità ai soggetti. Realizzò ritratti di grande sensibilità, nudi femminili carichi di grazia e paesaggi semplici ma vibranti.

    Nel corso della sua carriera, partecipò a numerose esposizioni, tra cui la Prima Esposizione Biennale Nazionale d’Arte della Città di Napoli del 1921, dove presentò l’opera "Redenta". Raggiunse importanti riconoscimenti, come il premio della Columbus Association nel 1940 e la medaglia d’oro alla Mostra Nazionale di Caserta nel 1961 per il dipinto "San Gregorio d’Alife". Tra le sue opere più apprezzate si annovera anche il "Generale Clark", considerato un punto alto della sua produzione.

    Attilio Toro visse gli ultimi anni a Portici, dove si spense nel 1982. Attilio Toro nacque a Napoli il 4 dicembre 1892. Fin da giovane si avvicinò al mondo dell’arte, apprendendo i primi rudimenti della pittura nell’atelier del padre, Carmine Toro. La sua formazione proseguì all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove fu allievo di Vincenzo Volpe e attirò l’attenzione del direttore Carlo Siviero, che gli offrì un incarico come assistente, proposta che Toro rifiutò per dedicarsi interamente alla sua produzione artistica.

    La pittura di Attilio Toro si sviluppò seguendo la grande tradizione ottocentesca napoletana, ma con uno stile personale caratterizzato da pennellate dense, colori sapientemente impastati e una particolare luminosità che dava vitalità ai soggetti. Realizzò ritratti di grande sensibilità, nudi femminili carichi di grazia e paesaggi semplici ma vibranti.

    Nel corso della sua carriera, partecipò a numerose esposizioni, tra cui la Prima Esposizione Biennale Nazionale d’Arte della Città di Napoli del 1921, dove presentò l’opera "Redenta". Raggiunse importanti riconoscimenti, come il premio della Columbus Association nel 1940 e la medaglia d’oro alla Mostra Nazionale di Caserta nel 1961 per il dipinto "San Gregorio d’Alife". Tra le sue opere più apprezzate si annovera anche il "Generale Clark", considerato un punto alto della sua produzione.

    Attilio Toro visse gli ultimi anni a Portici, dove si spense nel 1982.



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  • Lotto 2  

    Bel visetto

    Vincenzo Irolli
    Napoli 1860-1949
    Olio su tavola cm 39x30 firmato in basso a dx V.Irolli

    Nato a Napoli il 30 settembre 1860, l'artista studiò presso l'Istituto di Belle Arti di Napoli tra il 1877 e il 1880, avendo come maestri G. Toma, F.
    Clicca per espandere

    Maldarelli e lo scultore S. Lista. Fu profondamente influenzato dalle opere di F. P. Michetti, A. D'Orsi e A. Mancini viste all'Esposizione Nazionale di Napoli nel 1877. Debuttò alla XV Mostra della Società Promotrice di Napoli nel 1879 con "Felice rimembranza", vincendo il primo premio.

    Negli anni successivi, espose varie opere di ispirazione storica e ritratti, come "Sesto Tarquinio" e "L'attentato all'onore di Lucrezia". Il suo ritratto di Francesco Netti del 1884 esemplifica la sua abilità nel catturare il carattere e l'individualità delle figure. Tra il 1880 e il 1883, durante il servizio militare a Pavia, continuò a dipingere, realizzando opere come "Povera madre".

    Tornato a Napoli, frequentò artisti come Michetti e Sartorio e partecipò a varie esposizioni, ottenendo riconoscimenti per opere come "Amore e dovere" e "Maddalena moderna". Tra il 1889 e il 1890, partecipò alla decorazione della birreria Gambrinus di Napoli. Verso la fine degli anni '80, si dedicò al "secondo realismo", specializzandosi in scene di vita domestica e realismo popolare, influenzato da artisti come A. Cefaly e F. Palizzi.

    Le sue opere descrivono spesso interni rustici e scene familiari, come "Focolare domestico", "Il bacio della mamma" e "Bella lavandaia", esibendo una tecnica pittorica vivace e dettagliata. Le sue pitture di genere riscossero successo nei mercati internazionali di Parigi, Londra e Berlino, sebbene l'artista stesso considerasse quel periodo come uno dei più gravosi della sua vita, dovendo produrre opere accattivanti per motivi economici.

    Nel corso del Novecento, il suo stile divenne più fluido e rapido, con composizioni all'aperto e scene cittadine. Partecipò a numerose esposizioni nazionali e internazionali, ricevendo riconoscimenti per opere come "Primavera", "La prediletta", "Sogno primaverile" e "Spannocchiatrici". Le sue ultime partecipazioni espositive risalgono agli anni '30 e '40, culminando con la sua presenza alla I Annuale Nazionale del 1948 a Cava de' Tirreni.

    STIMA min € 2000 - max € 2200

    Lotto 2  

    Bel visetto

    Vincenzo Irolli Vincenzo Irolli
    Napoli 1860-1949
    Olio su tavola cm 39x30 firmato in basso a dx V.Irolli

    Nato a Napoli il 30 settembre 1860, l'artista studiò presso l'Istituto di Belle Arti di Napoli tra il 1877 e il 1880, avendo come maestri G. Toma, F.
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    Maldarelli e lo scultore S. Lista. Fu profondamente influenzato dalle opere di F. P. Michetti, A. D'Orsi e A. Mancini viste all'Esposizione Nazionale di Napoli nel 1877. Debuttò alla XV Mostra della Società Promotrice di Napoli nel 1879 con "Felice rimembranza", vincendo il primo premio.

    Negli anni successivi, espose varie opere di ispirazione storica e ritratti, come "Sesto Tarquinio" e "L'attentato all'onore di Lucrezia". Il suo ritratto di Francesco Netti del 1884 esemplifica la sua abilità nel catturare il carattere e l'individualità delle figure. Tra il 1880 e il 1883, durante il servizio militare a Pavia, continuò a dipingere, realizzando opere come "Povera madre".

    Tornato a Napoli, frequentò artisti come Michetti e Sartorio e partecipò a varie esposizioni, ottenendo riconoscimenti per opere come "Amore e dovere" e "Maddalena moderna". Tra il 1889 e il 1890, partecipò alla decorazione della birreria Gambrinus di Napoli. Verso la fine degli anni '80, si dedicò al "secondo realismo", specializzandosi in scene di vita domestica e realismo popolare, influenzato da artisti come A. Cefaly e F. Palizzi.

    Le sue opere descrivono spesso interni rustici e scene familiari, come "Focolare domestico", "Il bacio della mamma" e "Bella lavandaia", esibendo una tecnica pittorica vivace e dettagliata. Le sue pitture di genere riscossero successo nei mercati internazionali di Parigi, Londra e Berlino, sebbene l'artista stesso considerasse quel periodo come uno dei più gravosi della sua vita, dovendo produrre opere accattivanti per motivi economici.

    Nel corso del Novecento, il suo stile divenne più fluido e rapido, con composizioni all'aperto e scene cittadine. Partecipò a numerose esposizioni nazionali e internazionali, ricevendo riconoscimenti per opere come "Primavera", "La prediletta", "Sogno primaverile" e "Spannocchiatrici". Le sue ultime partecipazioni espositive risalgono agli anni '30 e '40, culminando con la sua presenza alla I Annuale Nazionale del 1948 a Cava de' Tirreni.



    1 offerte pre-asta Fai Offerta Segui Lotto
  • Francesco Sagliano
    Santa Maria Capua Vetere, Caserta 1826 - Napoli 1890
    Olio su tela cm 58,5x56

    Francesco Sagliano nacque il 17 novembre 1826 a Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta. Fin da giovane mostrò una spiccata inclinazione per l'arte, che coltivò inizialmente sotto la guida di Nicola Palizzi, approfondendo soprattutto il genere del paesaggio, e successivamente con Giuseppe Bonolis.
    Clicca per espandere

    La sua formazione venne interrotta nel 1848, quando partecipò ai moti rivoluzionari, un impegno politico che lo costrinse ad abbandonare temporaneamente Napoli per sfuggire alla repressione borbonica.

    Tornato alla vita artistica, Sagliano riprese gli studi nel 1853 presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli, entrando in contatto con personalità di spicco come Domenico Morelli e Achille Vertunni. La sua pittura si caratterizzò per una fusione tra istanze storiche, religiose e di genere, trattate sempre con uno sguardo attento alla dimensione umana e naturale dei soggetti.

    Tra le opere più celebrate vi sono "Cristo presentato al popolo", premiato con la medaglia d'oro e oggi conservato nella Pinacoteca di Capodimonte, ed "Episodio del brigantaggio nelle provincie meridionali", che suscitò grande interesse e fu acquistato direttamente dal sovrano. Il suo repertorio include anche scene storiche come "Margherita di Svevia fa seppellire gli avanzi del figlio Corradino", "L'infanzia di Corradino" e "Vittorio Emanuele a Roma il 1° luglio 1871", quest'ultima premiata in importanti esposizioni nazionali e internazionali.

    Parallelamente alla pittura, Sagliano si dedicò alla modellazione dell'argilla e alla didattica, dirigendo una Scuola di disegno applicato all'industria a Napoli. Le sue opere, spesso caratterizzate da un naturalismo vibrante e da una forte attenzione alla luce e alla resa atmosferica, mostrano un legame profondo con la tradizione e la storia italiana, come si nota nel dipinto "Zingarelle", ambientato in una rigogliosa natura mediterranea.

    Francesco Sagliano morì a Napoli il 26 gennaio 1890

    STIMA min € 3500 - max € 4000

    Francesco Sagliano Francesco Sagliano
    Santa Maria Capua Vetere, Caserta 1826 - Napoli 1890
    Olio su tela cm 58,5x56

    Francesco Sagliano nacque il 17 novembre 1826 a Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta. Fin da giovane mostrò una spiccata inclinazione per l'arte, che coltivò inizialmente sotto la guida di Nicola Palizzi, approfondendo soprattutto il genere del paesaggio, e successivamente con Giuseppe Bonolis.
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    La sua formazione venne interrotta nel 1848, quando partecipò ai moti rivoluzionari, un impegno politico che lo costrinse ad abbandonare temporaneamente Napoli per sfuggire alla repressione borbonica.

    Tornato alla vita artistica, Sagliano riprese gli studi nel 1853 presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli, entrando in contatto con personalità di spicco come Domenico Morelli e Achille Vertunni. La sua pittura si caratterizzò per una fusione tra istanze storiche, religiose e di genere, trattate sempre con uno sguardo attento alla dimensione umana e naturale dei soggetti.

    Tra le opere più celebrate vi sono "Cristo presentato al popolo", premiato con la medaglia d'oro e oggi conservato nella Pinacoteca di Capodimonte, ed "Episodio del brigantaggio nelle provincie meridionali", che suscitò grande interesse e fu acquistato direttamente dal sovrano. Il suo repertorio include anche scene storiche come "Margherita di Svevia fa seppellire gli avanzi del figlio Corradino", "L'infanzia di Corradino" e "Vittorio Emanuele a Roma il 1° luglio 1871", quest'ultima premiata in importanti esposizioni nazionali e internazionali.

    Parallelamente alla pittura, Sagliano si dedicò alla modellazione dell'argilla e alla didattica, dirigendo una Scuola di disegno applicato all'industria a Napoli. Le sue opere, spesso caratterizzate da un naturalismo vibrante e da una forte attenzione alla luce e alla resa atmosferica, mostrano un legame profondo con la tradizione e la storia italiana, come si nota nel dipinto "Zingarelle", ambientato in una rigogliosa natura mediterranea.

    Francesco Sagliano morì a Napoli il 26 gennaio 1890



    0 offerte pre-asta Fai Offerta Segui Lotto
  • Edoardo Dalbono
    Napoli 1841 - Napoli 1915
    Olio su tela cm 39x31 firmato in basso a dx E.Dalbono

    Edoardo Dalbono nacque a Napoli il 10 dicembre 1841 in una famiglia profondamente immersa nel mondo culturale: il padre, Carlo Tito, era scrittore e critico d'arte, mentre la madre, Virginia Carelli, era poetessa. Fin da giovane, Edoardo fu incoraggiato a coltivare la letteratura romantica, la musica e le tradizioni popolari napoletane.
    Clicca per espandere

    La sua formazione artistica iniziò a Roma, dove studiò disegno con l'incisore Augusto Marchetti. Tornato a Napoli, proseguì gli studi con Giuseppe Mancinelli e Nicola Palizzi, avvicinandosi alla Scuola di Posillipo e alla Scuola di Resina.
    Dalbono esordì con dipinti di soggetto storico, ma ben presto si dedicò con passione alla pittura di paesaggio e alle scene di genere. Le sue opere si distinguono per l'uso sapiente della luce e per la capacità di evocare atmosfere poetiche e suggestive. Tra i suoi soggetti prediletti vi erano le vedute del Golfo di Napoli, le marine e le scene di vita quotidiana. Nel 1866 partecipò a un concorso con la tela "Scomunica di re Manfredi", che fu esposta alla Società Promotrice di Belle Arti di Napoli nel 1868 e successivamente all'Esposizione Nazionale di Parma nel 1870. Nel 1871 presentò "La leggenda delle sirene" alla Società Promotrice.
    Tra il 1878 e il 1888, Dalbono soggiornò a Parigi, dove, grazie all'amico Giuseppe De Nittis, entrò in contatto con il mercante d'arte Adolphe Goupil. Durante questo periodo, la sua pittura si arricchì di elementi simbolici e sensuali, influenzata anche dall'incontro con Mariano Fortuny y Marsal. Al suo ritorno in Italia, si dedicò alla rappresentazione di Venezia e della laguna veneta, temi che divennero ricorrenti nella sua produzione.
    Nel 1897 fu nominato professore di pittura presso il Reale Istituto di Belle Arti di Napoli, dove ebbe tra i suoi allievi Roberto Carignani. Nel 1905 divenne curatore della Pinacoteca del Museo Nazionale di Napoli, oggi Museo di Capodimonte. Oltre alla pittura, Dalbono si dedicò all'illustrazione di libri e riviste, collaborando con "L'Illustrazione Italiana" e la parigina "Le Grand Monde". Realizzò anche decorazioni murali per chiese e palazzi, tra cui le tempere per il teatro municipale di Salerno e pale d'altare per la chiesa di Santa Maria di Piedigrotta a Napoli e per una chiesa di Gragnano.
    Edoardo Dalbono morì a Napoli il 23 agosto 1915.

    STIMA min € 4000 - max € 5000

    Edoardo Dalbono Edoardo Dalbono
    Napoli 1841 - Napoli 1915
    Olio su tela cm 39x31 firmato in basso a dx E.Dalbono

    Edoardo Dalbono nacque a Napoli il 10 dicembre 1841 in una famiglia profondamente immersa nel mondo culturale: il padre, Carlo Tito, era scrittore e critico d'arte, mentre la madre, Virginia Carelli, era poetessa. Fin da giovane, Edoardo fu incoraggiato a coltivare la letteratura romantica, la musica e le tradizioni popolari napoletane.
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    La sua formazione artistica iniziò a Roma, dove studiò disegno con l'incisore Augusto Marchetti. Tornato a Napoli, proseguì gli studi con Giuseppe Mancinelli e Nicola Palizzi, avvicinandosi alla Scuola di Posillipo e alla Scuola di Resina.
    Dalbono esordì con dipinti di soggetto storico, ma ben presto si dedicò con passione alla pittura di paesaggio e alle scene di genere. Le sue opere si distinguono per l'uso sapiente della luce e per la capacità di evocare atmosfere poetiche e suggestive. Tra i suoi soggetti prediletti vi erano le vedute del Golfo di Napoli, le marine e le scene di vita quotidiana. Nel 1866 partecipò a un concorso con la tela "Scomunica di re Manfredi", che fu esposta alla Società Promotrice di Belle Arti di Napoli nel 1868 e successivamente all'Esposizione Nazionale di Parma nel 1870. Nel 1871 presentò "La leggenda delle sirene" alla Società Promotrice.
    Tra il 1878 e il 1888, Dalbono soggiornò a Parigi, dove, grazie all'amico Giuseppe De Nittis, entrò in contatto con il mercante d'arte Adolphe Goupil. Durante questo periodo, la sua pittura si arricchì di elementi simbolici e sensuali, influenzata anche dall'incontro con Mariano Fortuny y Marsal. Al suo ritorno in Italia, si dedicò alla rappresentazione di Venezia e della laguna veneta, temi che divennero ricorrenti nella sua produzione.
    Nel 1897 fu nominato professore di pittura presso il Reale Istituto di Belle Arti di Napoli, dove ebbe tra i suoi allievi Roberto Carignani. Nel 1905 divenne curatore della Pinacoteca del Museo Nazionale di Napoli, oggi Museo di Capodimonte. Oltre alla pittura, Dalbono si dedicò all'illustrazione di libri e riviste, collaborando con "L'Illustrazione Italiana" e la parigina "Le Grand Monde". Realizzò anche decorazioni murali per chiese e palazzi, tra cui le tempere per il teatro municipale di Salerno e pale d'altare per la chiesa di Santa Maria di Piedigrotta a Napoli e per una chiesa di Gragnano.
    Edoardo Dalbono morì a Napoli il 23 agosto 1915.



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  • Lotto 5  

    Sulla spiaggia

    Egidio Tonti
    Presicce (LE) 1887 - 1922
    Olio su tela cm 30,5x67 firmato in basso a sx E.Tonti

    Egidio Tonti nacque nel 1887 a Presicce, un piccolo borgo del Salento, in provincia di Lecce. Fin da giovane mostrò una naturale inclinazione per l'arte, che lo spinse a trasferirsi nel 1905 a Napoli.
    Clicca per espandere

    Qui ebbe l’opportunità di formarsi nello studio di Giuseppe Casciaro, maestro apprezzato per i suoi paesaggi, da cui apprese la padronanza del colore e la sensibilità per le atmosfere naturali.

    Dopo l’esperienza napoletana, nel 1907 Tonti si stabilì a Firenze, dove aprì un proprio studio e si immerse nell’ambiente culturale della città. La sua carriera fu interrotta dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, alla quale partecipò come soldato. Terminato il conflitto, riprese a dipingere ed esporre, presentando le sue opere in mostre personali a Firenze, Roma, Bruxelles e Bari.

    La sua pittura, improntata a un verismo delicato, si distingue per l’uso di ampie pennellate e una tavolozza raffinata, capace di cogliere la poesia delle vedute urbane e dei paesaggi. Tra i suoi soggetti preferiti si annoverano scorci veneziani, canali silenziosi e atmosfere sospese, interpretati con grande sensibilità luministica.

    Nel 1922 Tonti emigrò negli Stati Uniti, continuando la sua attività di pittore. Da quel momento le notizie su di lui si fanno più rade, sebbene alcune fonti riportino una sua presenza a Roma negli anni Cinquanta.

    STIMA min € 1000 - max € 1200

    Lotto 5  

    Sulla spiaggia

    Egidio Tonti Egidio Tonti
    Presicce (LE) 1887 - 1922
    Olio su tela cm 30,5x67 firmato in basso a sx E.Tonti

    Egidio Tonti nacque nel 1887 a Presicce, un piccolo borgo del Salento, in provincia di Lecce. Fin da giovane mostrò una naturale inclinazione per l'arte, che lo spinse a trasferirsi nel 1905 a Napoli.
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    Qui ebbe l’opportunità di formarsi nello studio di Giuseppe Casciaro, maestro apprezzato per i suoi paesaggi, da cui apprese la padronanza del colore e la sensibilità per le atmosfere naturali.

    Dopo l’esperienza napoletana, nel 1907 Tonti si stabilì a Firenze, dove aprì un proprio studio e si immerse nell’ambiente culturale della città. La sua carriera fu interrotta dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, alla quale partecipò come soldato. Terminato il conflitto, riprese a dipingere ed esporre, presentando le sue opere in mostre personali a Firenze, Roma, Bruxelles e Bari.

    La sua pittura, improntata a un verismo delicato, si distingue per l’uso di ampie pennellate e una tavolozza raffinata, capace di cogliere la poesia delle vedute urbane e dei paesaggi. Tra i suoi soggetti preferiti si annoverano scorci veneziani, canali silenziosi e atmosfere sospese, interpretati con grande sensibilità luministica.

    Nel 1922 Tonti emigrò negli Stati Uniti, continuando la sua attività di pittore. Da quel momento le notizie su di lui si fanno più rade, sebbene alcune fonti riportino una sua presenza a Roma negli anni Cinquanta.



    1 offerte pre-asta Fai Offerta Segui Lotto
  • Luca Albino
    Maiori 1884 - Maiori 1952
    Olio su tela cm 34,5x50 firmato in basso a sx L.Albino

    Luca Albino nacque il 14 febbraio 1884 a Maiori, nel cuore della Costiera Amalfitana, e vi morì nell’aprile del 1952. Fin da giovane dimostrò un talento naturale per la pittura, che lo condusse prima nello studio di Raffaele D’Amato e poi all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove perfezionò la sua formazione artistica.
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    Nel 1910, spinto dalla necessità e dalla voglia di nuove esperienze, Albino si trasferì in Argentina. A Buenos Aires rimase affascinato dai colori intensi dei tramonti sudamericani, che influenzarono profondamente la sua tavolozza e il suo stile. Organizzò numerose esposizioni personali, riscuotendo successo e riuscendo a vendere gran parte delle opere realizzate durante il soggiorno.

    Rientrato a Maiori nel 1920, si dedicò con passione a immortalare la sua terra natale. Le sue tele, che lui stesso definiva "bombe di sole", raccontano scene di vita quotidiana, mercati, pescatori, angoli nascosti della costiera, sempre colti nella loro luce più viva e autentica. La sua pittura è caratterizzata da pennellate vibranti e colori brillanti, capaci di restituire l’atmosfera calda e avvolgente del Mediterraneo.

    Albino partecipò a diverse mostre collettive e personali, tra cui esposizioni a Salerno, Milano e Positano, e prese parte più volte alle Mostre del Sindacato Provinciale Fascista Belle Arti di Salerno. Tra i suoi lavori più celebri si ricordano “Barche”, “Il mio paese”, “La Chiesa dell’Annunziata di Ravello”, “Mercato”, “Cortile” e “Torre Normanna di Maiori”.

    Fu anche maestro della pittrice Pia Galise, alla quale trasmise la sua passione per la pittura e per i colori della sua terra. L’opera di Luca Albino resta ancora oggi una testimonianza luminosa della bellezza e della vitalità della Costiera Amalfitana.

    STIMA min € 2000 - max € 2500

    Luca Albino Luca Albino
    Maiori 1884 - Maiori 1952
    Olio su tela cm 34,5x50 firmato in basso a sx L.Albino

    Luca Albino nacque il 14 febbraio 1884 a Maiori, nel cuore della Costiera Amalfitana, e vi morì nell’aprile del 1952. Fin da giovane dimostrò un talento naturale per la pittura, che lo condusse prima nello studio di Raffaele D’Amato e poi all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove perfezionò la sua formazione artistica.
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    Nel 1910, spinto dalla necessità e dalla voglia di nuove esperienze, Albino si trasferì in Argentina. A Buenos Aires rimase affascinato dai colori intensi dei tramonti sudamericani, che influenzarono profondamente la sua tavolozza e il suo stile. Organizzò numerose esposizioni personali, riscuotendo successo e riuscendo a vendere gran parte delle opere realizzate durante il soggiorno.

    Rientrato a Maiori nel 1920, si dedicò con passione a immortalare la sua terra natale. Le sue tele, che lui stesso definiva "bombe di sole", raccontano scene di vita quotidiana, mercati, pescatori, angoli nascosti della costiera, sempre colti nella loro luce più viva e autentica. La sua pittura è caratterizzata da pennellate vibranti e colori brillanti, capaci di restituire l’atmosfera calda e avvolgente del Mediterraneo.

    Albino partecipò a diverse mostre collettive e personali, tra cui esposizioni a Salerno, Milano e Positano, e prese parte più volte alle Mostre del Sindacato Provinciale Fascista Belle Arti di Salerno. Tra i suoi lavori più celebri si ricordano “Barche”, “Il mio paese”, “La Chiesa dell’Annunziata di Ravello”, “Mercato”, “Cortile” e “Torre Normanna di Maiori”.

    Fu anche maestro della pittrice Pia Galise, alla quale trasmise la sua passione per la pittura e per i colori della sua terra. L’opera di Luca Albino resta ancora oggi una testimonianza luminosa della bellezza e della vitalità della Costiera Amalfitana.



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  • Lotto 7  

    Sesto Calende (1910)

    Lorenzo Gignous
    Modena 1862 - Porto Ceresio (VA) 1958
    Olio su tela cm 45x90 firmato in basso a sx L.Gignous

    Lorenzo Gignous nacque a Modena nel 1862, ed è considerato uno dei principali esponenti della pittura paesaggistica italiana del XIX e XX secolo. Nipote del pittore Eugenio Gignous, intraprese gli studi all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove affermò il suo talento per la pittura di paesaggio.
    Clicca per espandere

    Nel 1884, durante il suo periodo accademico, vinse il Premio Mylius per la pittura di paesaggio storico, con una veduta di Sesto Calende sul Lago Maggiore, che ricordava lo sbarco di Garibaldi e dei Cacciatori delle Alpi nel maggio del 1859. Questo tema divenne ricorrente nella sua produzione artistica, caratterizzata da un forte naturalismo.
    Nel corso della sua carriera, Gignous partecipò alle principali esposizioni nazionali, distinguendosi soprattutto per le sue rappresentazioni del Lago Maggiore, che dipinse frequentemente en plein air, spesso durante i soggiorni a Stresa con lo zio Eugenio, che si era trasferito in quella località nel 1887. La sua arte rifletteva una visione intima e dettagliata dei paesaggi naturali, contribuendo a consolidare la sua reputazione come paesaggista.
    Fino al 1922, oltre alla sua carriera pittorica, Gignous lavorò anche presso le Ferrovie dello Stato, un impiego che gli permise di entrare in contatto con importanti ambienti pubblici, ottenendo anche commissioni ufficiali. Lorenzo Gignous morì nel 1958 a Porto Ceresio, lasciando un'eredità significativa nel panorama della pittura italiana.

    STIMA min € 1300 - max € 1500

    Lotto 7  

    Sesto Calende (1910)

    Lorenzo Gignous Lorenzo Gignous
    Modena 1862 - Porto Ceresio (VA) 1958
    Olio su tela cm 45x90 firmato in basso a sx L.Gignous

    Lorenzo Gignous nacque a Modena nel 1862, ed è considerato uno dei principali esponenti della pittura paesaggistica italiana del XIX e XX secolo. Nipote del pittore Eugenio Gignous, intraprese gli studi all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove affermò il suo talento per la pittura di paesaggio.
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    Nel 1884, durante il suo periodo accademico, vinse il Premio Mylius per la pittura di paesaggio storico, con una veduta di Sesto Calende sul Lago Maggiore, che ricordava lo sbarco di Garibaldi e dei Cacciatori delle Alpi nel maggio del 1859. Questo tema divenne ricorrente nella sua produzione artistica, caratterizzata da un forte naturalismo.
    Nel corso della sua carriera, Gignous partecipò alle principali esposizioni nazionali, distinguendosi soprattutto per le sue rappresentazioni del Lago Maggiore, che dipinse frequentemente en plein air, spesso durante i soggiorni a Stresa con lo zio Eugenio, che si era trasferito in quella località nel 1887. La sua arte rifletteva una visione intima e dettagliata dei paesaggi naturali, contribuendo a consolidare la sua reputazione come paesaggista.
    Fino al 1922, oltre alla sua carriera pittorica, Gignous lavorò anche presso le Ferrovie dello Stato, un impiego che gli permise di entrare in contatto con importanti ambienti pubblici, ottenendo anche commissioni ufficiali. Lorenzo Gignous morì nel 1958 a Porto Ceresio, lasciando un'eredità significativa nel panorama della pittura italiana.



    3 offerte pre-asta Fai Offerta Segui Lotto
  • Lotto 8  

    Pescatori

    Leonardo Roda
    Racconigi 1868 - Torino 1933
    Olio su tela cm 70x100 firmato in basso a dx L.Roda

    Leonardo Roda è nato nel 1868 a Racconigi, Italia. Cresciuto in una famiglia di alpinisti e artisti botanici, ha coltivato sin da giovane l'amore per la montagna e l'arte.
    Clicca per espandere

    Ha iniziato la sua carriera artistica nel 1889, esponendo opere presso la Promotrice di Torino.

    Roda era noto per i suoi dipinti di paesaggi alpini e scene della vita di montagna, spesso ritraendo il maestoso Cervino. Ha anche dipinto paesaggi della pianura padana e del mare ligure. Nel corso della sua carriera, ha ricevuto riconoscimenti e premi per le sue opere, ma verso la fine degli anni '20 ha abbandonato l'attività espositiva e si è ritirato dall'ambiente artistico.

    La sua pittura è stata descritta come un equilibrio tra realismo e espressionismo, con un'attenzione particolare alla luce e ai cambiamenti atmosferici. Roda è stato elogiato per la sua capacità di catturare la bellezza della natura, sia nelle montagne che nella campagna.

    La sua salute ha iniziato a declinare negli anni '30, e Roda è morto nel 1933. Sebbene la critica dell'epoca non sia stata sempre gentile con lui, le sue opere sono ancora oggi ammirate e conservate in collezioni private e musei.

    STIMA min € 1500 - max € 1800

    Lotto 8  

    Pescatori

    Leonardo Roda Leonardo Roda
    Racconigi 1868 - Torino 1933
    Olio su tela cm 70x100 firmato in basso a dx L.Roda

    Leonardo Roda è nato nel 1868 a Racconigi, Italia. Cresciuto in una famiglia di alpinisti e artisti botanici, ha coltivato sin da giovane l'amore per la montagna e l'arte.
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    Ha iniziato la sua carriera artistica nel 1889, esponendo opere presso la Promotrice di Torino.

    Roda era noto per i suoi dipinti di paesaggi alpini e scene della vita di montagna, spesso ritraendo il maestoso Cervino. Ha anche dipinto paesaggi della pianura padana e del mare ligure. Nel corso della sua carriera, ha ricevuto riconoscimenti e premi per le sue opere, ma verso la fine degli anni '20 ha abbandonato l'attività espositiva e si è ritirato dall'ambiente artistico.

    La sua pittura è stata descritta come un equilibrio tra realismo e espressionismo, con un'attenzione particolare alla luce e ai cambiamenti atmosferici. Roda è stato elogiato per la sua capacità di catturare la bellezza della natura, sia nelle montagne che nella campagna.

    La sua salute ha iniziato a declinare negli anni '30, e Roda è morto nel 1933. Sebbene la critica dell'epoca non sia stata sempre gentile con lui, le sue opere sono ancora oggi ammirate e conservate in collezioni private e musei.



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  • Lotto 9  

    Il bouquet

    Nazzareno Sidoli
    Rossoreggio di Bettola (PC) 1879 - Piacenza 1969
    Olio su tavola cm 38x29 firmato in basso a dx N.Sidoli
    STIMA min € 500 - max € 700

    Lotto 9  

    Il bouquet

    Nazzareno Sidoli Nazzareno Sidoli
    Rossoreggio di Bettola (PC) 1879 - Piacenza 1969
    Olio su tavola cm 38x29 firmato in basso a dx N.Sidoli


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  • Lotto 10  

    Ragazza Lecchese

    Edoardo Galli
    Savona 1852 - Firenze 1933
    Olio su cartone cm 96x68 firmato in basso a sx E.Galli

    Edoardo Galli nacque a Napoli nel 1854 e divenne uno dei pittori italiani più apprezzati del suo tempo. Si formò sotto la guida di Antonio Licata e Domenico Morelli, due maestri che gli trasmisero la solidità accademica e un profondo legame con la tradizione artistica.
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    Tuttavia, Galli seppe coniugare questa formazione classica con un'interpretazione personale della realtà, rendendo la sua pittura distintiva per la luminosità e il realismo poetico.

    La sua produzione artistica spaziò tra ritratti, scene di genere e paesaggi, con una particolare attenzione ai dettagli e alla vita quotidiana. Nei ritratti, Galli riuscì a cogliere non solo l’aspetto esteriore dei suoi soggetti, ma anche le loro sfumature psicologiche, dando una dimensione emotiva profonda alle sue opere. Le scene di genere, invece, erano vivaci e piene di narrazione, sempre intrise di una sottile sensibilità verso la vita popolare. Una delle sue opere più note, "Trionfo del Tasso", si ispira alla letteratura rinascimentale, mentre “Scorcio di Napoli” è un omaggio alla sua città, catturata con maestria nella sua luce e atmosfera uniche.

    Galli partecipò attivamente alla vita artistica del suo tempo, esponendo in numerose mostre e ricevendo diversi riconoscimenti per la qualità delle sue opere. Nonostante le sue radici nella tradizione, la sua pittura mostrava anche una sensibilità moderna, capace di trasmettere le emozioni più intime dei soggetti che ritraeva.

    Morì nel 1920Edoardo Galli nacque a Napoli nel 1854 e divenne uno dei pittori italiani più apprezzati del suo tempo. Si formò sotto la guida di Antonio Licata e Domenico Morelli, due maestri che gli trasmisero la solidità accademica e un profondo legame con la tradizione artistica. Tuttavia, Galli seppe coniugare questa formazione classica con un'interpretazione personale della realtà, rendendo la sua pittura distintiva per la luminosità e il realismo poetico.

    La sua produzione artistica spaziò tra ritratti, scene di genere e paesaggi, con una particolare attenzione ai dettagli e alla vita quotidiana. Nei ritratti, Galli riuscì a cogliere non solo l’aspetto esteriore dei suoi soggetti, ma anche le loro sfumature psicologiche, dando una dimensione emotiva profonda alle sue opere. Le scene di genere, invece, erano vivaci e piene di narrazione, sempre intrise di una sottile sensibilità verso la vita popolare. Una delle sue opere più note, "Trionfo del Tasso", si ispira alla letteratura rinascimentale, mentre “Scorcio di Napoli” è un omaggio alla sua città, catturata con maestria nella sua luce e atmosfera uniche.

    Galli partecipò attivamente alla vita artistica del suo tempo, esponendo in numerose mostre e ricevendo diversi riconoscimenti per la qualità delle sue opere. Nonostante le sue radici nella tradizione, la sua pittura mostrava anche una sensibilità moderna, capace di trasmettere le emozioni più intime dei soggetti che ritraeva.

    Morì nel 1920.

    STIMA min € 1200 - max € 1400

    Lotto 10  

    Ragazza Lecchese

    Edoardo Galli Edoardo Galli
    Savona 1852 - Firenze 1933
    Olio su cartone cm 96x68 firmato in basso a sx E.Galli

    Edoardo Galli nacque a Napoli nel 1854 e divenne uno dei pittori italiani più apprezzati del suo tempo. Si formò sotto la guida di Antonio Licata e Domenico Morelli, due maestri che gli trasmisero la solidità accademica e un profondo legame con la tradizione artistica.
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    Tuttavia, Galli seppe coniugare questa formazione classica con un'interpretazione personale della realtà, rendendo la sua pittura distintiva per la luminosità e il realismo poetico.

    La sua produzione artistica spaziò tra ritratti, scene di genere e paesaggi, con una particolare attenzione ai dettagli e alla vita quotidiana. Nei ritratti, Galli riuscì a cogliere non solo l’aspetto esteriore dei suoi soggetti, ma anche le loro sfumature psicologiche, dando una dimensione emotiva profonda alle sue opere. Le scene di genere, invece, erano vivaci e piene di narrazione, sempre intrise di una sottile sensibilità verso la vita popolare. Una delle sue opere più note, "Trionfo del Tasso", si ispira alla letteratura rinascimentale, mentre “Scorcio di Napoli” è un omaggio alla sua città, catturata con maestria nella sua luce e atmosfera uniche.

    Galli partecipò attivamente alla vita artistica del suo tempo, esponendo in numerose mostre e ricevendo diversi riconoscimenti per la qualità delle sue opere. Nonostante le sue radici nella tradizione, la sua pittura mostrava anche una sensibilità moderna, capace di trasmettere le emozioni più intime dei soggetti che ritraeva.

    Morì nel 1920Edoardo Galli nacque a Napoli nel 1854 e divenne uno dei pittori italiani più apprezzati del suo tempo. Si formò sotto la guida di Antonio Licata e Domenico Morelli, due maestri che gli trasmisero la solidità accademica e un profondo legame con la tradizione artistica. Tuttavia, Galli seppe coniugare questa formazione classica con un'interpretazione personale della realtà, rendendo la sua pittura distintiva per la luminosità e il realismo poetico.

    La sua produzione artistica spaziò tra ritratti, scene di genere e paesaggi, con una particolare attenzione ai dettagli e alla vita quotidiana. Nei ritratti, Galli riuscì a cogliere non solo l’aspetto esteriore dei suoi soggetti, ma anche le loro sfumature psicologiche, dando una dimensione emotiva profonda alle sue opere. Le scene di genere, invece, erano vivaci e piene di narrazione, sempre intrise di una sottile sensibilità verso la vita popolare. Una delle sue opere più note, "Trionfo del Tasso", si ispira alla letteratura rinascimentale, mentre “Scorcio di Napoli” è un omaggio alla sua città, catturata con maestria nella sua luce e atmosfera uniche.

    Galli partecipò attivamente alla vita artistica del suo tempo, esponendo in numerose mostre e ricevendo diversi riconoscimenti per la qualità delle sue opere. Nonostante le sue radici nella tradizione, la sua pittura mostrava anche una sensibilità moderna, capace di trasmettere le emozioni più intime dei soggetti che ritraeva.

    Morì nel 1920.



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  • Glauco Cambon
    Trieste 1875 - Biella 1930
    Olio su tela cm 99,5x100 firmato in basso a dx Cambon

    Glauco Cambon nacque a Trieste il 13 agosto 1875, in una famiglia benestante e culturalmente stimolante. Suo padre, Luigi Cambon, era un avvocato e deputato, mentre la madre, Elisa Tagliapietra, era una figura di spicco nei salotti culturali della città.
    Clicca per espandere

    La sua formazione artistica ebbe inizio durante gli anni del liceo classico, ma ben presto abbandonò gli studi scolastici per dedicarsi completamente alla pittura.

    Nel 1892, Cambon si trasferì a Monaco di Baviera, dove si iscrisse all'Accademia di Belle Arti. Qui, il suo talento emerse rapidamente: dopo pochi mesi, ottenne una menzione d'onore al concorso di composizione con il dipinto "La Musica". Al termine del suo periodo di studi, nel 1895, tornò a Trieste, dove iniziò la sua carriera artistica partecipando alla seconda Esposizione Internazionale di Venezia. Fu l'inizio di una lunga serie di esposizioni che lo avrebbero visto protagonista della Biennale di Venezia fino al 1924.

    Oltre alla pittura, Cambon si dedicò anche alla cartellonistica pubblicitaria, rivelando una grande versatilità che lo portò a lavorare anche nel campo della grafica. Nonostante gli inviti da parte di Tommaso Marinetti ad aderire al movimento futurista, Cambon preferì restare fedele alla tradizione, ispirandosi a un linguaggio più classico e passato rispetto alle avanguardie del suo tempo.

    Nel 1914 si trasferì a Milano, dove sposò la pittrice Gilda Pansiotti. La sua carriera, segnata da un continuo impegno artistico e da un raffinato approccio pittorico, si concluse tragicamente il 7 marzo 1930, quando morì improvvisamente a Biella, dove si era recato per eseguire un ritratto.

    Le opere di Cambon, che spaziano dal ritratto alla pittura di genere, rimangono testimonianze di un talento che seppe fondere la tradizione pittorica con un linguaggio personale, ricco di eleganza e raffinatezza.

    STIMA min € 7000 - max € 8000

    Glauco Cambon Glauco Cambon
    Trieste 1875 - Biella 1930
    Olio su tela cm 99,5x100 firmato in basso a dx Cambon

    Glauco Cambon nacque a Trieste il 13 agosto 1875, in una famiglia benestante e culturalmente stimolante. Suo padre, Luigi Cambon, era un avvocato e deputato, mentre la madre, Elisa Tagliapietra, era una figura di spicco nei salotti culturali della città.
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    La sua formazione artistica ebbe inizio durante gli anni del liceo classico, ma ben presto abbandonò gli studi scolastici per dedicarsi completamente alla pittura.

    Nel 1892, Cambon si trasferì a Monaco di Baviera, dove si iscrisse all'Accademia di Belle Arti. Qui, il suo talento emerse rapidamente: dopo pochi mesi, ottenne una menzione d'onore al concorso di composizione con il dipinto "La Musica". Al termine del suo periodo di studi, nel 1895, tornò a Trieste, dove iniziò la sua carriera artistica partecipando alla seconda Esposizione Internazionale di Venezia. Fu l'inizio di una lunga serie di esposizioni che lo avrebbero visto protagonista della Biennale di Venezia fino al 1924.

    Oltre alla pittura, Cambon si dedicò anche alla cartellonistica pubblicitaria, rivelando una grande versatilità che lo portò a lavorare anche nel campo della grafica. Nonostante gli inviti da parte di Tommaso Marinetti ad aderire al movimento futurista, Cambon preferì restare fedele alla tradizione, ispirandosi a un linguaggio più classico e passato rispetto alle avanguardie del suo tempo.

    Nel 1914 si trasferì a Milano, dove sposò la pittrice Gilda Pansiotti. La sua carriera, segnata da un continuo impegno artistico e da un raffinato approccio pittorico, si concluse tragicamente il 7 marzo 1930, quando morì improvvisamente a Biella, dove si era recato per eseguire un ritratto.

    Le opere di Cambon, che spaziano dal ritratto alla pittura di genere, rimangono testimonianze di un talento che seppe fondere la tradizione pittorica con un linguaggio personale, ricco di eleganza e raffinatezza.



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  • Lotto 12  

    La massaia

    Giovanni Cavalli
    Torino 1865 - Milano 1932
    Olio su tela cm 55x80 firmato in basso a dx G.Cavalli

    Giovanni Cavalli nacque a Torino nel 1865 e si spense a Milano il 6 settembre 1932. Allievo di Filippo Carcano, pittore noto per la sua attenzione al paesaggio e alla luce, Cavalli sviluppò uno stile che rifletteva l'influenza del maestro, pur mantenendo una sua personalità artistica distintiva.
    Clicca per espandere



    La sua produzione si concentrò principalmente su paesaggi, con particolare attenzione a vedute costiere e scorci cittadini. Opere come "Scorcio portuale", che ritrae il porto di Genova con la Lanterna, il faro più alto del Mediterraneo, testimoniano la sua abilità nel catturare l'atmosfera e la luce dei luoghi rappresentati. Altre sue opere includono "Piccola valle", "Alla marina", "Pioggia", "Viottolo al sole", "Marina", "Viale in pieno sole" e "Fra gli ulivi".

    Sebbene meno conosciuto in Italia, Cavalli ottenne riconoscimenti all'estero, partecipando a diverse esposizioni internazionali. Le sue opere sono state vendute in aste internazionali, con prezzi che variano in base alla dimensione e al mezzo utilizzato. Nel 2022, il suo dipinto "Il Porto di Genova" è stato venduto per 2. 111 USD presso Casa d’Aste Santa Giulia.

    Giovanni Cavalli morì a Milano nel 1932Giovanni Cavalli nacque a Torino nel 1865 e si spense a Milano il 6 settembre 1932. Allievo di Filippo Carcano, pittore noto per la sua attenzione al paesaggio e alla luce, Cavalli sviluppò uno stile che rifletteva l'influenza del maestro, pur mantenendo una sua personalità artistica distintiva.

    La sua produzione si concentrò principalmente su paesaggi, con particolare attenzione a vedute costiere e scorci cittadini. Opere come "Scorcio portuale", che ritrae il porto di Genova con la Lanterna, il faro più alto del Mediterraneo, testimoniano la sua abilità nel catturare l'atmosfera e la luce dei luoghi rappresentati. Altre sue opere includono "Piccola valle", "Alla marina", "Pioggia", "Viottolo al sole", "Marina", "Viale in pieno sole" e "Fra gli ulivi".

    Sebbene meno conosciuto in Italia, Cavalli ottenne riconoscimenti all'estero, partecipando a diverse esposizioni internazionali. Le sue opere sono state vendute in aste internazionali, con prezzi che variano in base alla dimensione e al mezzo utilizzato. Nel 2022, il suo dipinto "Il Porto di Genova" è stato venduto per 2. 111 USD presso Casa d’Aste Santa Giulia.

    Giovanni Cavalli morì a Milano nel 1932.

    STIMA min € 1200 - max € 1400

    Lotto 12  

    La massaia

    Giovanni Cavalli Giovanni Cavalli
    Torino 1865 - Milano 1932
    Olio su tela cm 55x80 firmato in basso a dx G.Cavalli

    Giovanni Cavalli nacque a Torino nel 1865 e si spense a Milano il 6 settembre 1932. Allievo di Filippo Carcano, pittore noto per la sua attenzione al paesaggio e alla luce, Cavalli sviluppò uno stile che rifletteva l'influenza del maestro, pur mantenendo una sua personalità artistica distintiva.
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    La sua produzione si concentrò principalmente su paesaggi, con particolare attenzione a vedute costiere e scorci cittadini. Opere come "Scorcio portuale", che ritrae il porto di Genova con la Lanterna, il faro più alto del Mediterraneo, testimoniano la sua abilità nel catturare l'atmosfera e la luce dei luoghi rappresentati. Altre sue opere includono "Piccola valle", "Alla marina", "Pioggia", "Viottolo al sole", "Marina", "Viale in pieno sole" e "Fra gli ulivi".

    Sebbene meno conosciuto in Italia, Cavalli ottenne riconoscimenti all'estero, partecipando a diverse esposizioni internazionali. Le sue opere sono state vendute in aste internazionali, con prezzi che variano in base alla dimensione e al mezzo utilizzato. Nel 2022, il suo dipinto "Il Porto di Genova" è stato venduto per 2. 111 USD presso Casa d’Aste Santa Giulia.

    Giovanni Cavalli morì a Milano nel 1932Giovanni Cavalli nacque a Torino nel 1865 e si spense a Milano il 6 settembre 1932. Allievo di Filippo Carcano, pittore noto per la sua attenzione al paesaggio e alla luce, Cavalli sviluppò uno stile che rifletteva l'influenza del maestro, pur mantenendo una sua personalità artistica distintiva.

    La sua produzione si concentrò principalmente su paesaggi, con particolare attenzione a vedute costiere e scorci cittadini. Opere come "Scorcio portuale", che ritrae il porto di Genova con la Lanterna, il faro più alto del Mediterraneo, testimoniano la sua abilità nel catturare l'atmosfera e la luce dei luoghi rappresentati. Altre sue opere includono "Piccola valle", "Alla marina", "Pioggia", "Viottolo al sole", "Marina", "Viale in pieno sole" e "Fra gli ulivi".

    Sebbene meno conosciuto in Italia, Cavalli ottenne riconoscimenti all'estero, partecipando a diverse esposizioni internazionali. Le sue opere sono state vendute in aste internazionali, con prezzi che variano in base alla dimensione e al mezzo utilizzato. Nel 2022, il suo dipinto "Il Porto di Genova" è stato venduto per 2. 111 USD presso Casa d’Aste Santa Giulia.

    Giovanni Cavalli morì a Milano nel 1932.



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  • Lotto 13  

    Ponte Pietra a Verona

    Giovanni Giulio Maria Depetris
    Torino 1890 - Brescia 1940
    Olio su tela cm 35x49,5 firmato in basso a dx G.Depetris

    Giovanni Giulio Maria Depetris nacque a Torino il 28 luglio 1890 da Bartolomeo e Mossetti Maggiorina. Iniziò la sua formazione artistica presso la Scuola di Belle Arti di Torino, dove si distinse per il suo talento e la sua dedizione.
    Clicca per espandere

    Successivamente, proseguì gli studi all'Accademia Albertina di Torino, approfondendo le tecniche pittoriche e sviluppando uno stile personale che lo avrebbe contraddistinto nel panorama artistico del Novecento italiano.

    La sua produzione artistica spaziò principalmente tra paesaggi e scene di genere, con una particolare attenzione alla resa luministica e atmosferica. Le sue opere sono caratterizzate da una tecnica raffinata e da una sensibilità che cattura l'essenza dei luoghi e dei momenti rappresentati. Partecipò attivamente alle principali esposizioni artistiche dell'epoca, ottenendo riconoscimenti e apprezzamenti sia in Italia che all'estero.

    Nel corso della sua carriera, Depetris collaborò con diverse gallerie e istituzioni culturali, contribuendo alla diffusione dell'arte italiana del Novecento. La sua opera riflette l'evoluzione del gusto e delle tendenze artistiche del periodo, mantenendo sempre una forte identità personale.

    Giovanni Giulio Maria Depetris morì a Torino nel 1940Giovanni Giulio Maria Depetris nacque a Torino il 28 luglio 1890 da Bartolomeo e Mossetti Maggiorina. Iniziò la sua formazione artistica presso la Scuola di Belle Arti di Torino, dove si distinse per il suo talento e la sua dedizione. Successivamente, proseguì gli studi all'Accademia Albertina di Torino, approfondendo le tecniche pittoriche e sviluppando uno stile personale che lo avrebbe contraddistinto nel panorama artistico del Novecento italiano.

    La sua produzione artistica spaziò principalmente tra paesaggi e scene di genere, con una particolare attenzione alla resa luministica e atmosferica. Le sue opere sono caratterizzate da una tecnica raffinata e da una sensibilità che cattura l'essenza dei luoghi e dei momenti rappresentati. Partecipò attivamente alle principali esposizioni artistiche dell'epoca, ottenendo riconoscimenti e apprezzamenti sia in Italia che all'estero.

    Nel corso della sua carriera, Depetris collaborò con diverse gallerie e istituzioni culturali, contribuendo alla diffusione dell'arte italiana del Novecento. La sua opera riflette l'evoluzione del gusto e delle tendenze artistiche del periodo, mantenendo sempre una forte identità personale.

    Giovanni Giulio Maria Depetris morì a Torino nel 1940.

    STIMA min € 1500 - max € 2000

    Lotto 13  

    Ponte Pietra a Verona

    Giovanni Giulio Maria Depetris Giovanni Giulio Maria Depetris
    Torino 1890 - Brescia 1940
    Olio su tela cm 35x49,5 firmato in basso a dx G.Depetris

    Giovanni Giulio Maria Depetris nacque a Torino il 28 luglio 1890 da Bartolomeo e Mossetti Maggiorina. Iniziò la sua formazione artistica presso la Scuola di Belle Arti di Torino, dove si distinse per il suo talento e la sua dedizione.
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    Successivamente, proseguì gli studi all'Accademia Albertina di Torino, approfondendo le tecniche pittoriche e sviluppando uno stile personale che lo avrebbe contraddistinto nel panorama artistico del Novecento italiano.

    La sua produzione artistica spaziò principalmente tra paesaggi e scene di genere, con una particolare attenzione alla resa luministica e atmosferica. Le sue opere sono caratterizzate da una tecnica raffinata e da una sensibilità che cattura l'essenza dei luoghi e dei momenti rappresentati. Partecipò attivamente alle principali esposizioni artistiche dell'epoca, ottenendo riconoscimenti e apprezzamenti sia in Italia che all'estero.

    Nel corso della sua carriera, Depetris collaborò con diverse gallerie e istituzioni culturali, contribuendo alla diffusione dell'arte italiana del Novecento. La sua opera riflette l'evoluzione del gusto e delle tendenze artistiche del periodo, mantenendo sempre una forte identità personale.

    Giovanni Giulio Maria Depetris morì a Torino nel 1940Giovanni Giulio Maria Depetris nacque a Torino il 28 luglio 1890 da Bartolomeo e Mossetti Maggiorina. Iniziò la sua formazione artistica presso la Scuola di Belle Arti di Torino, dove si distinse per il suo talento e la sua dedizione. Successivamente, proseguì gli studi all'Accademia Albertina di Torino, approfondendo le tecniche pittoriche e sviluppando uno stile personale che lo avrebbe contraddistinto nel panorama artistico del Novecento italiano.

    La sua produzione artistica spaziò principalmente tra paesaggi e scene di genere, con una particolare attenzione alla resa luministica e atmosferica. Le sue opere sono caratterizzate da una tecnica raffinata e da una sensibilità che cattura l'essenza dei luoghi e dei momenti rappresentati. Partecipò attivamente alle principali esposizioni artistiche dell'epoca, ottenendo riconoscimenti e apprezzamenti sia in Italia che all'estero.

    Nel corso della sua carriera, Depetris collaborò con diverse gallerie e istituzioni culturali, contribuendo alla diffusione dell'arte italiana del Novecento. La sua opera riflette l'evoluzione del gusto e delle tendenze artistiche del periodo, mantenendo sempre una forte identità personale.

    Giovanni Giulio Maria Depetris morì a Torino nel 1940.



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  • Lotto 14  

    Giardino Villa Semenza

    Giulio Boetto
    Torino 1894 - 1967
    Olio su tavola cm 38x53 firmato in basso a sx Giulio Boetto

    Giulio Boetto è nato a Torino il 13 febbraio 1894, crescendo in un periodo di profondi cambiamenti e trasformazioni del XX secolo. La sua formazione artistica è avvenuta presso l'Accademia Albertina di Torino, rinomata istituzione frequentata da molti artisti emergenti dell'epoca.
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    Il pittore ha fatto il suo esordio nel 1919 presso una delle esposizioni più significative di Torino, la Quadriennale. Da questo momento in poi, Boetto ha presentato una serie di opere, principalmente incentrate sul paesaggio e la natura. La sua particolare attenzione è rivolta alle campagne piemontesi, con una predilezione per le zone di Saluzzo, che hanno ispirato molti dei suoi dipinti più noti.

    Tra i temi prediletti di Boetto figurano le scene di paese e di piazza, evidenziando la sua abilità nel rappresentare soggetti semplici ma incisivi, che sottolineano la sua tradizione paesaggistica. Le opere di Boetto sono state esposte in numerose mostre, tra cui quelle di Milano, Genova, Firenze e Venezia, ma ha ottenuto riconoscimenti anche all'estero, soprattutto a Londra e Barcellona.

    Gli appassionati delle sue opere possono ammirare alcuni dei suoi dipinti nei musei piemontesi, con una presenza significativa a Torino presso la Galleria d’Arte Moderna e a Saluzzo, nel Museo Civico. Boetto ha ricevuto anche l'apprezzamento del pubblico con varie mostre dedicate a Saluzzo, anche negli anni più recenti.

    Giulio Boetto si spense a Torino il 6 aprile 1967, lasciando un'eredità artistica che continua a essere apprezzata e esibita in diverse istituzioni culturali.

    STIMA min € 2000 - max € 2200

    Lotto 14  

    Giardino Villa Semenza

    Giulio Boetto Giulio Boetto
    Torino 1894 - 1967
    Olio su tavola cm 38x53 firmato in basso a sx Giulio Boetto

    Giulio Boetto è nato a Torino il 13 febbraio 1894, crescendo in un periodo di profondi cambiamenti e trasformazioni del XX secolo. La sua formazione artistica è avvenuta presso l'Accademia Albertina di Torino, rinomata istituzione frequentata da molti artisti emergenti dell'epoca.
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    Il pittore ha fatto il suo esordio nel 1919 presso una delle esposizioni più significative di Torino, la Quadriennale. Da questo momento in poi, Boetto ha presentato una serie di opere, principalmente incentrate sul paesaggio e la natura. La sua particolare attenzione è rivolta alle campagne piemontesi, con una predilezione per le zone di Saluzzo, che hanno ispirato molti dei suoi dipinti più noti.

    Tra i temi prediletti di Boetto figurano le scene di paese e di piazza, evidenziando la sua abilità nel rappresentare soggetti semplici ma incisivi, che sottolineano la sua tradizione paesaggistica. Le opere di Boetto sono state esposte in numerose mostre, tra cui quelle di Milano, Genova, Firenze e Venezia, ma ha ottenuto riconoscimenti anche all'estero, soprattutto a Londra e Barcellona.

    Gli appassionati delle sue opere possono ammirare alcuni dei suoi dipinti nei musei piemontesi, con una presenza significativa a Torino presso la Galleria d’Arte Moderna e a Saluzzo, nel Museo Civico. Boetto ha ricevuto anche l'apprezzamento del pubblico con varie mostre dedicate a Saluzzo, anche negli anni più recenti.

    Giulio Boetto si spense a Torino il 6 aprile 1967, lasciando un'eredità artistica che continua a essere apprezzata e esibita in diverse istituzioni culturali.



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  • Giuseppe Sobrile
    Torino 1879 - Forno Alpi Graie 1956
    Olio su tavola cm 41x50,5 firmato in basso a sx G.Sobrile

    Giuseppe Sobrile nacque a Torino il 13 maggio 1879 e morì a Forno Alpi Graie nel 1956. Si formò all'Accademia Albertina di Torino, dove fu allievo di Pier Celestino Gilardi e Giacomo Grosso, sviluppando una solida tecnica pittorica.
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    Nel corso della sua carriera, Sobrile si distinse per la rappresentazione di paesaggi alpini, scorci rustici e nature morte, con particolare attenzione ai fiori di campo. La sua pittura si caratterizzò per l'uso di tonalità delicate e una resa luminosa dei soggetti. Partecipò a numerose esposizioni, tra cui l'Esposizione Italiana di Londra nel 1904, dove presentò l'opera "Mother". Nel 1992, una retrospettiva a lui dedicata fu allestita presso la Mole Antonelliana di Torino.

    STIMA min € 2500 - max € 3000

    Giuseppe Sobrile Giuseppe Sobrile
    Torino 1879 - Forno Alpi Graie 1956
    Olio su tavola cm 41x50,5 firmato in basso a sx G.Sobrile

    Giuseppe Sobrile nacque a Torino il 13 maggio 1879 e morì a Forno Alpi Graie nel 1956. Si formò all'Accademia Albertina di Torino, dove fu allievo di Pier Celestino Gilardi e Giacomo Grosso, sviluppando una solida tecnica pittorica.
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    Nel corso della sua carriera, Sobrile si distinse per la rappresentazione di paesaggi alpini, scorci rustici e nature morte, con particolare attenzione ai fiori di campo. La sua pittura si caratterizzò per l'uso di tonalità delicate e una resa luminosa dei soggetti. Partecipò a numerose esposizioni, tra cui l'Esposizione Italiana di Londra nel 1904, dove presentò l'opera "Mother". Nel 1992, una retrospettiva a lui dedicata fu allestita presso la Mole Antonelliana di Torino.



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  • Lotto 16  

    Nel convento

    Lodovico Raymond
    Torino 1825 - 1898
    Olio su tela cm 46x38

    Lodovico Raymond nacque a Torino nel 1825 e morì nel 1898. Si formò all'Accademia Albertina di Torino sotto la guida di Carlo Arienti.
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    Successivamente, si trasferì a Firenze, dove soggiornò per cinque anni e venne in contatto con il gruppo dei Macchiaioli, un movimento artistico che influenzò profondamente la sua produzione. Nel 1861 partecipò all'Esposizione Nazionale di Firenze con un'opera a carattere monastico, tema che avrebbe caratterizzato gran parte della sua carriera. Molti dei suoi lavori furono acquistati dalla Casa Reale, e negli anni '70 realizzò una serie di opere ambientate nell'atmosfera veneziana, città che visitò più volte. Oltre a dipingere paesaggi e vedute, si dedicò anche alla rappresentazione di scene storiche e letterarie. Le sue opere sono oggi conservate in collezioni pubbliche e private, e continuano a essere apprezzate per la loro raffinatezza e sensibilità artistica.

    STIMA min € 2500 - max € 3000

    Lotto 16  

    Nel convento

    Lodovico Raymond Lodovico Raymond
    Torino 1825 - 1898
    Olio su tela cm 46x38

    Lodovico Raymond nacque a Torino nel 1825 e morì nel 1898. Si formò all'Accademia Albertina di Torino sotto la guida di Carlo Arienti.
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    Successivamente, si trasferì a Firenze, dove soggiornò per cinque anni e venne in contatto con il gruppo dei Macchiaioli, un movimento artistico che influenzò profondamente la sua produzione. Nel 1861 partecipò all'Esposizione Nazionale di Firenze con un'opera a carattere monastico, tema che avrebbe caratterizzato gran parte della sua carriera. Molti dei suoi lavori furono acquistati dalla Casa Reale, e negli anni '70 realizzò una serie di opere ambientate nell'atmosfera veneziana, città che visitò più volte. Oltre a dipingere paesaggi e vedute, si dedicò anche alla rappresentazione di scene storiche e letterarie. Le sue opere sono oggi conservate in collezioni pubbliche e private, e continuano a essere apprezzate per la loro raffinatezza e sensibilità artistica.



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  • Lotto 17  

    Pomeriggio d'autunno

    Oreste Albertini
    Torre del Mangano (PV) 1887 - Besano (VA) 1953
    Olio su tavola cm 28,5x38,5 firmato in basso a dx O.Albertini

    Oreste Albertini nacque il 28 marzo 1887 a Torre del Mangano, un piccolo comune in provincia di Pavia. Fin da giovane, dimostrò un forte interesse per l'arte e, all'età di tredici anni, divenne apprendista dell'affreschista Cesare Maroni, collaborando alla realizzazione di affreschi nella chiesa di Besano, in provincia di Varese.
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    La sua formazione continuò presso la Scuola Civica di Pittura di Pavia, dove affinò le sue competenze artistiche.

    Nel 1910 si trasferì a Milano per proseguire i suoi studi. Si iscrisse alla Scuola di Decorazione dell'Umanitaria e frequentò l'Accademia di Brera. Durante questi anni, Albertini si avvicinò all'ambiente artistico milanese, partecipando alle esposizioni della Permanente e iniziando a fare esperienza nel campo della pittura decorativa e del lavoro come operaio meccanico.

    Nel 1921, Albertini si stabilì a Besano, dove trascorse il resto della sua vita. Nonostante la sua residenza in provincia, continuò a frequentare Milano, dove allestì un atelier e partecipò attivamente alle esposizioni. La sua pittura, inizialmente influenzata dal divisionismo, si concentrò principalmente su paesaggi, specialmente sulle Dolomiti e sulle campagne del Varesotto, tra cui Besano e Viconago.

    Le opere di Albertini sono note per la loro tecnica raffinata e la capacità di catturare l'essenza dei luoghi rappresentati. La sua sensibilità artistica gli permise di trasmettere la bellezza naturale dei paesaggi, con un'attenzione particolare alla luce e ai dettagli. Alcuni dei suoi lavori sono conservati in importanti collezioni pubbliche, tra cui i musei civici di Pavia e la Galleria d'Arte Moderna di Milano.

    Oreste Albertini morì il 7 luglio 1953 a BesanoOreste Albertini nacque il 28 marzo 1887 a Torre del Mangano, un piccolo comune in provincia di Pavia. Fin da giovane, dimostrò un forte interesse per l'arte e, all'età di tredici anni, divenne apprendista dell'affreschista Cesare Maroni, collaborando alla realizzazione di affreschi nella chiesa di Besano, in provincia di Varese. La sua formazione continuò presso la Scuola Civica di Pittura di Pavia, dove affinò le sue competenze artistiche.

    Nel 1910 si trasferì a Milano per proseguire i suoi studi. Si iscrisse alla Scuola di Decorazione dell'Umanitaria e frequentò l'Accademia di Brera. Durante questi anni, Albertini si avvicinò all'ambiente artistico milanese, partecipando alle esposizioni della Permanente e iniziando a fare esperienza nel campo della pittura decorativa e del lavoro come operaio meccanico.

    Nel 1921, Albertini si stabilì a Besano, dove trascorse il resto della sua vita. Nonostante la sua residenza in provincia, continuò a frequentare Milano, dove allestì un atelier e partecipò attivamente alle esposizioni. La sua pittura, inizialmente influenzata dal divisionismo, si concentrò principalmente su paesaggi, specialmente sulle Dolomiti e sulle campagne del Varesotto, tra cui Besano e Viconago.

    Le opere di Albertini sono note per la loro tecnica raffinata e la capacità di catturare l'essenza dei luoghi rappresentati. La sua sensibilità artistica gli permise di trasmettere la bellezza naturale dei paesaggi, con un'attenzione particolare alla luce e ai dettagli. Alcuni dei suoi lavori sono conservati in importanti collezioni pubbliche, tra cui i musei civici di Pavia e la Galleria d'Arte Moderna di Milano.

    Oreste Albertini morì il 7 luglio 1953 a Besano.

    STIMA min € 1800 - max € 2000

    Lotto 17  

    Pomeriggio d'autunno

    Oreste Albertini Oreste Albertini
    Torre del Mangano (PV) 1887 - Besano (VA) 1953
    Olio su tavola cm 28,5x38,5 firmato in basso a dx O.Albertini

    Oreste Albertini nacque il 28 marzo 1887 a Torre del Mangano, un piccolo comune in provincia di Pavia. Fin da giovane, dimostrò un forte interesse per l'arte e, all'età di tredici anni, divenne apprendista dell'affreschista Cesare Maroni, collaborando alla realizzazione di affreschi nella chiesa di Besano, in provincia di Varese.
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    La sua formazione continuò presso la Scuola Civica di Pittura di Pavia, dove affinò le sue competenze artistiche.

    Nel 1910 si trasferì a Milano per proseguire i suoi studi. Si iscrisse alla Scuola di Decorazione dell'Umanitaria e frequentò l'Accademia di Brera. Durante questi anni, Albertini si avvicinò all'ambiente artistico milanese, partecipando alle esposizioni della Permanente e iniziando a fare esperienza nel campo della pittura decorativa e del lavoro come operaio meccanico.

    Nel 1921, Albertini si stabilì a Besano, dove trascorse il resto della sua vita. Nonostante la sua residenza in provincia, continuò a frequentare Milano, dove allestì un atelier e partecipò attivamente alle esposizioni. La sua pittura, inizialmente influenzata dal divisionismo, si concentrò principalmente su paesaggi, specialmente sulle Dolomiti e sulle campagne del Varesotto, tra cui Besano e Viconago.

    Le opere di Albertini sono note per la loro tecnica raffinata e la capacità di catturare l'essenza dei luoghi rappresentati. La sua sensibilità artistica gli permise di trasmettere la bellezza naturale dei paesaggi, con un'attenzione particolare alla luce e ai dettagli. Alcuni dei suoi lavori sono conservati in importanti collezioni pubbliche, tra cui i musei civici di Pavia e la Galleria d'Arte Moderna di Milano.

    Oreste Albertini morì il 7 luglio 1953 a BesanoOreste Albertini nacque il 28 marzo 1887 a Torre del Mangano, un piccolo comune in provincia di Pavia. Fin da giovane, dimostrò un forte interesse per l'arte e, all'età di tredici anni, divenne apprendista dell'affreschista Cesare Maroni, collaborando alla realizzazione di affreschi nella chiesa di Besano, in provincia di Varese. La sua formazione continuò presso la Scuola Civica di Pittura di Pavia, dove affinò le sue competenze artistiche.

    Nel 1910 si trasferì a Milano per proseguire i suoi studi. Si iscrisse alla Scuola di Decorazione dell'Umanitaria e frequentò l'Accademia di Brera. Durante questi anni, Albertini si avvicinò all'ambiente artistico milanese, partecipando alle esposizioni della Permanente e iniziando a fare esperienza nel campo della pittura decorativa e del lavoro come operaio meccanico.

    Nel 1921, Albertini si stabilì a Besano, dove trascorse il resto della sua vita. Nonostante la sua residenza in provincia, continuò a frequentare Milano, dove allestì un atelier e partecipò attivamente alle esposizioni. La sua pittura, inizialmente influenzata dal divisionismo, si concentrò principalmente su paesaggi, specialmente sulle Dolomiti e sulle campagne del Varesotto, tra cui Besano e Viconago.

    Le opere di Albertini sono note per la loro tecnica raffinata e la capacità di catturare l'essenza dei luoghi rappresentati. La sua sensibilità artistica gli permise di trasmettere la bellezza naturale dei paesaggi, con un'attenzione particolare alla luce e ai dettagli. Alcuni dei suoi lavori sono conservati in importanti collezioni pubbliche, tra cui i musei civici di Pavia e la Galleria d'Arte Moderna di Milano.

    Oreste Albertini morì il 7 luglio 1953 a Besano.



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  • Lotto 18  

    Scorcio di lago

    Oreste Albertini
    Torre del Mangano (PV) 1887 - Besano (VA) 1953
    Olio su tela applicata cm 39x29,5 firmato in basso a dx O.Albertini

    Oreste Albertini nacque il 28 marzo 1887 a Torre del Mangano, un piccolo comune in provincia di Pavia. Fin da giovane, dimostrò un forte interesse per l'arte e, all'età di tredici anni, divenne apprendista dell'affreschista Cesare Maroni, collaborando alla realizzazione di affreschi nella chiesa di Besano, in provincia di Varese.
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    La sua formazione continuò presso la Scuola Civica di Pittura di Pavia, dove affinò le sue competenze artistiche.

    Nel 1910 si trasferì a Milano per proseguire i suoi studi. Si iscrisse alla Scuola di Decorazione dell'Umanitaria e frequentò l'Accademia di Brera. Durante questi anni, Albertini si avvicinò all'ambiente artistico milanese, partecipando alle esposizioni della Permanente e iniziando a fare esperienza nel campo della pittura decorativa e del lavoro come operaio meccanico.

    Nel 1921, Albertini si stabilì a Besano, dove trascorse il resto della sua vita. Nonostante la sua residenza in provincia, continuò a frequentare Milano, dove allestì un atelier e partecipò attivamente alle esposizioni. La sua pittura, inizialmente influenzata dal divisionismo, si concentrò principalmente su paesaggi, specialmente sulle Dolomiti e sulle campagne del Varesotto, tra cui Besano e Viconago.

    Le opere di Albertini sono note per la loro tecnica raffinata e la capacità di catturare l'essenza dei luoghi rappresentati. La sua sensibilità artistica gli permise di trasmettere la bellezza naturale dei paesaggi, con un'attenzione particolare alla luce e ai dettagli. Alcuni dei suoi lavori sono conservati in importanti collezioni pubbliche, tra cui i musei civici di Pavia e la Galleria d'Arte Moderna di Milano.

    Oreste Albertini morì il 7 luglio 1953 a BesanoOreste Albertini nacque il 28 marzo 1887 a Torre del Mangano, un piccolo comune in provincia di Pavia. Fin da giovane, dimostrò un forte interesse per l'arte e, all'età di tredici anni, divenne apprendista dell'affreschista Cesare Maroni, collaborando alla realizzazione di affreschi nella chiesa di Besano, in provincia di Varese. La sua formazione continuò presso la Scuola Civica di Pittura di Pavia, dove affinò le sue competenze artistiche.

    Nel 1910 si trasferì a Milano per proseguire i suoi studi. Si iscrisse alla Scuola di Decorazione dell'Umanitaria e frequentò l'Accademia di Brera. Durante questi anni, Albertini si avvicinò all'ambiente artistico milanese, partecipando alle esposizioni della Permanente e iniziando a fare esperienza nel campo della pittura decorativa e del lavoro come operaio meccanico.

    Nel 1921, Albertini si stabilì a Besano, dove trascorse il resto della sua vita. Nonostante la sua residenza in provincia, continuò a frequentare Milano, dove allestì un atelier e partecipò attivamente alle esposizioni. La sua pittura, inizialmente influenzata dal divisionismo, si concentrò principalmente su paesaggi, specialmente sulle Dolomiti e sulle campagne del Varesotto, tra cui Besano e Viconago.

    Le opere di Albertini sono note per la loro tecnica raffinata e la capacità di catturare l'essenza dei luoghi rappresentati. La sua sensibilità artistica gli permise di trasmettere la bellezza naturale dei paesaggi, con un'attenzione particolare alla luce e ai dettagli. Alcuni dei suoi lavori sono conservati in importanti collezioni pubbliche, tra cui i musei civici di Pavia e la Galleria d'Arte Moderna di Milano.

    Oreste Albertini morì il 7 luglio 1953 a Besano.

    STIMA min € 2000 - max € 2500

    Lotto 18  

    Scorcio di lago

    Oreste Albertini Oreste Albertini
    Torre del Mangano (PV) 1887 - Besano (VA) 1953
    Olio su tela applicata cm 39x29,5 firmato in basso a dx O.Albertini

    Oreste Albertini nacque il 28 marzo 1887 a Torre del Mangano, un piccolo comune in provincia di Pavia. Fin da giovane, dimostrò un forte interesse per l'arte e, all'età di tredici anni, divenne apprendista dell'affreschista Cesare Maroni, collaborando alla realizzazione di affreschi nella chiesa di Besano, in provincia di Varese.
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    La sua formazione continuò presso la Scuola Civica di Pittura di Pavia, dove affinò le sue competenze artistiche.

    Nel 1910 si trasferì a Milano per proseguire i suoi studi. Si iscrisse alla Scuola di Decorazione dell'Umanitaria e frequentò l'Accademia di Brera. Durante questi anni, Albertini si avvicinò all'ambiente artistico milanese, partecipando alle esposizioni della Permanente e iniziando a fare esperienza nel campo della pittura decorativa e del lavoro come operaio meccanico.

    Nel 1921, Albertini si stabilì a Besano, dove trascorse il resto della sua vita. Nonostante la sua residenza in provincia, continuò a frequentare Milano, dove allestì un atelier e partecipò attivamente alle esposizioni. La sua pittura, inizialmente influenzata dal divisionismo, si concentrò principalmente su paesaggi, specialmente sulle Dolomiti e sulle campagne del Varesotto, tra cui Besano e Viconago.

    Le opere di Albertini sono note per la loro tecnica raffinata e la capacità di catturare l'essenza dei luoghi rappresentati. La sua sensibilità artistica gli permise di trasmettere la bellezza naturale dei paesaggi, con un'attenzione particolare alla luce e ai dettagli. Alcuni dei suoi lavori sono conservati in importanti collezioni pubbliche, tra cui i musei civici di Pavia e la Galleria d'Arte Moderna di Milano.

    Oreste Albertini morì il 7 luglio 1953 a BesanoOreste Albertini nacque il 28 marzo 1887 a Torre del Mangano, un piccolo comune in provincia di Pavia. Fin da giovane, dimostrò un forte interesse per l'arte e, all'età di tredici anni, divenne apprendista dell'affreschista Cesare Maroni, collaborando alla realizzazione di affreschi nella chiesa di Besano, in provincia di Varese. La sua formazione continuò presso la Scuola Civica di Pittura di Pavia, dove affinò le sue competenze artistiche.

    Nel 1910 si trasferì a Milano per proseguire i suoi studi. Si iscrisse alla Scuola di Decorazione dell'Umanitaria e frequentò l'Accademia di Brera. Durante questi anni, Albertini si avvicinò all'ambiente artistico milanese, partecipando alle esposizioni della Permanente e iniziando a fare esperienza nel campo della pittura decorativa e del lavoro come operaio meccanico.

    Nel 1921, Albertini si stabilì a Besano, dove trascorse il resto della sua vita. Nonostante la sua residenza in provincia, continuò a frequentare Milano, dove allestì un atelier e partecipò attivamente alle esposizioni. La sua pittura, inizialmente influenzata dal divisionismo, si concentrò principalmente su paesaggi, specialmente sulle Dolomiti e sulle campagne del Varesotto, tra cui Besano e Viconago.

    Le opere di Albertini sono note per la loro tecnica raffinata e la capacità di catturare l'essenza dei luoghi rappresentati. La sua sensibilità artistica gli permise di trasmettere la bellezza naturale dei paesaggi, con un'attenzione particolare alla luce e ai dettagli. Alcuni dei suoi lavori sono conservati in importanti collezioni pubbliche, tra cui i musei civici di Pavia e la Galleria d'Arte Moderna di Milano.

    Oreste Albertini morì il 7 luglio 1953 a Besano.



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  • Lotto 19  

    Nevicata a Besano

    Oreste Albertini
    Torre del Mangano (PV) 1887 - Besano (VA) 1953
    Olio su tela cm 50x59 firmato in basso a dx O.Albertini

    Oreste Albertini nacque il 28 marzo 1887 a Torre del Mangano, un piccolo comune in provincia di Pavia. Fin da giovane, dimostrò un forte interesse per l'arte e, all'età di tredici anni, divenne apprendista dell'affreschista Cesare Maroni, collaborando alla realizzazione di affreschi nella chiesa di Besano, in provincia di Varese.
    Clicca per espandere

    La sua formazione continuò presso la Scuola Civica di Pittura di Pavia, dove affinò le sue competenze artistiche.

    Nel 1910 si trasferì a Milano per proseguire i suoi studi. Si iscrisse alla Scuola di Decorazione dell'Umanitaria e frequentò l'Accademia di Brera. Durante questi anni, Albertini si avvicinò all'ambiente artistico milanese, partecipando alle esposizioni della Permanente e iniziando a fare esperienza nel campo della pittura decorativa e del lavoro come operaio meccanico.

    Nel 1921, Albertini si stabilì a Besano, dove trascorse il resto della sua vita. Nonostante la sua residenza in provincia, continuò a frequentare Milano, dove allestì un atelier e partecipò attivamente alle esposizioni. La sua pittura, inizialmente influenzata dal divisionismo, si concentrò principalmente su paesaggi, specialmente sulle Dolomiti e sulle campagne del Varesotto, tra cui Besano e Viconago.

    Le opere di Albertini sono note per la loro tecnica raffinata e la capacità di catturare l'essenza dei luoghi rappresentati. La sua sensibilità artistica gli permise di trasmettere la bellezza naturale dei paesaggi, con un'attenzione particolare alla luce e ai dettagli. Alcuni dei suoi lavori sono conservati in importanti collezioni pubbliche, tra cui i musei civici di Pavia e la Galleria d'Arte Moderna di Milano.

    Oreste Albertini morì il 7 luglio 1953 a BesanoOreste Albertini nacque il 28 marzo 1887 a Torre del Mangano, un piccolo comune in provincia di Pavia. Fin da giovane, dimostrò un forte interesse per l'arte e, all'età di tredici anni, divenne apprendista dell'affreschista Cesare Maroni, collaborando alla realizzazione di affreschi nella chiesa di Besano, in provincia di Varese. La sua formazione continuò presso la Scuola Civica di Pittura di Pavia, dove affinò le sue competenze artistiche.

    Nel 1910 si trasferì a Milano per proseguire i suoi studi. Si iscrisse alla Scuola di Decorazione dell'Umanitaria e frequentò l'Accademia di Brera. Durante questi anni, Albertini si avvicinò all'ambiente artistico milanese, partecipando alle esposizioni della Permanente e iniziando a fare esperienza nel campo della pittura decorativa e del lavoro come operaio meccanico.

    Nel 1921, Albertini si stabilì a Besano, dove trascorse il resto della sua vita. Nonostante la sua residenza in provincia, continuò a frequentare Milano, dove allestì un atelier e partecipò attivamente alle esposizioni. La sua pittura, inizialmente influenzata dal divisionismo, si concentrò principalmente su paesaggi, specialmente sulle Dolomiti e sulle campagne del Varesotto, tra cui Besano e Viconago.

    Le opere di Albertini sono note per la loro tecnica raffinata e la capacità di catturare l'essenza dei luoghi rappresentati. La sua sensibilità artistica gli permise di trasmettere la bellezza naturale dei paesaggi, con un'attenzione particolare alla luce e ai dettagli. Alcuni dei suoi lavori sono conservati in importanti collezioni pubbliche, tra cui i musei civici di Pavia e la Galleria d'Arte Moderna di Milano.

    Oreste Albertini morì il 7 luglio 1953 a Besano.

    STIMA min € 1500 - max € 2000

    Lotto 19  

    Nevicata a Besano

    Oreste Albertini Oreste Albertini
    Torre del Mangano (PV) 1887 - Besano (VA) 1953
    Olio su tela cm 50x59 firmato in basso a dx O.Albertini

    Oreste Albertini nacque il 28 marzo 1887 a Torre del Mangano, un piccolo comune in provincia di Pavia. Fin da giovane, dimostrò un forte interesse per l'arte e, all'età di tredici anni, divenne apprendista dell'affreschista Cesare Maroni, collaborando alla realizzazione di affreschi nella chiesa di Besano, in provincia di Varese.
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    La sua formazione continuò presso la Scuola Civica di Pittura di Pavia, dove affinò le sue competenze artistiche.

    Nel 1910 si trasferì a Milano per proseguire i suoi studi. Si iscrisse alla Scuola di Decorazione dell'Umanitaria e frequentò l'Accademia di Brera. Durante questi anni, Albertini si avvicinò all'ambiente artistico milanese, partecipando alle esposizioni della Permanente e iniziando a fare esperienza nel campo della pittura decorativa e del lavoro come operaio meccanico.

    Nel 1921, Albertini si stabilì a Besano, dove trascorse il resto della sua vita. Nonostante la sua residenza in provincia, continuò a frequentare Milano, dove allestì un atelier e partecipò attivamente alle esposizioni. La sua pittura, inizialmente influenzata dal divisionismo, si concentrò principalmente su paesaggi, specialmente sulle Dolomiti e sulle campagne del Varesotto, tra cui Besano e Viconago.

    Le opere di Albertini sono note per la loro tecnica raffinata e la capacità di catturare l'essenza dei luoghi rappresentati. La sua sensibilità artistica gli permise di trasmettere la bellezza naturale dei paesaggi, con un'attenzione particolare alla luce e ai dettagli. Alcuni dei suoi lavori sono conservati in importanti collezioni pubbliche, tra cui i musei civici di Pavia e la Galleria d'Arte Moderna di Milano.

    Oreste Albertini morì il 7 luglio 1953 a BesanoOreste Albertini nacque il 28 marzo 1887 a Torre del Mangano, un piccolo comune in provincia di Pavia. Fin da giovane, dimostrò un forte interesse per l'arte e, all'età di tredici anni, divenne apprendista dell'affreschista Cesare Maroni, collaborando alla realizzazione di affreschi nella chiesa di Besano, in provincia di Varese. La sua formazione continuò presso la Scuola Civica di Pittura di Pavia, dove affinò le sue competenze artistiche.

    Nel 1910 si trasferì a Milano per proseguire i suoi studi. Si iscrisse alla Scuola di Decorazione dell'Umanitaria e frequentò l'Accademia di Brera. Durante questi anni, Albertini si avvicinò all'ambiente artistico milanese, partecipando alle esposizioni della Permanente e iniziando a fare esperienza nel campo della pittura decorativa e del lavoro come operaio meccanico.

    Nel 1921, Albertini si stabilì a Besano, dove trascorse il resto della sua vita. Nonostante la sua residenza in provincia, continuò a frequentare Milano, dove allestì un atelier e partecipò attivamente alle esposizioni. La sua pittura, inizialmente influenzata dal divisionismo, si concentrò principalmente su paesaggi, specialmente sulle Dolomiti e sulle campagne del Varesotto, tra cui Besano e Viconago.

    Le opere di Albertini sono note per la loro tecnica raffinata e la capacità di catturare l'essenza dei luoghi rappresentati. La sua sensibilità artistica gli permise di trasmettere la bellezza naturale dei paesaggi, con un'attenzione particolare alla luce e ai dettagli. Alcuni dei suoi lavori sono conservati in importanti collezioni pubbliche, tra cui i musei civici di Pavia e la Galleria d'Arte Moderna di Milano.

    Oreste Albertini morì il 7 luglio 1953 a Besano.



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  • Lotto 20  

    Paesaggio lacustre

    Ambrogio Preda
    Milano 1839 - Davesco ( Lugano ) 1906
    Olio su tela cm 36,5x62 firmato in basso a dx A.Preda

    Ambrogio Preda (Milano, 1839 - Davesco, 1906) nacque a Milano. Le informazioni sulla sua giovinezza sono scarse, ma si sa che partecipò alla campagna del 1859 insieme allo zio Angelo Trezzini.
    Clicca per espandere

    Frequentò l'Accademia di Brera dal 1853 al 1858. Dal 1866 si stabilì a Davesco, spostandosi raramente, il che limitò forse la sua carriera artistica. Tuttavia, partecipò a diverse mostre in Italia, ricevendo riconoscimenti come una medaglia all'Esposizione artistico industriale di Asti nel 1869 e il premio Mylius nel 1875.

    Preda era principalmente un pittore di paesaggi, definito "pittore monogamo quasi senza infedeltà" da Adriano Soldini. Nonostante i problemi economici, vendeva le sue opere ai turisti tedeschi. Dipinse raramente ritratti o scene di genere. I suoi paesaggi, spesso vedute precise del lago di Lugano e dintorni, erano popolati da figure umane come contadine, lavandaie e signore con ombrellini, e talvolta animali come mucche, capre e asini.

    Pur dipingendo dal vero, Preda evitava un verismo banale e mantenne l'interesse nei suoi lavori nonostante la ripetizione dei soggetti. Occasionalmente, si spingeva a Campione, sul lago Maggiore, in Engadina e in Liguria, ma mai sul lago di Como. Sebbene alcuni suoi dipinti raffigurino paesaggi olandesi, probabilmente non visitò mai l'Olanda e potrebbe averli eseguiti da fotografie.

    Era profondamente amico del ticinese Luigi Monteverde, con il quale trascorse un'estate del 1888 sul Monte Boglia. Monteverde, in un'intervista del 1894, ricordò la loro armoniosa convivenza, affermando che la pittura non li aveva mai divisi.

    STIMA min € 2500 - max € 3000

    Lotto 20  

    Paesaggio lacustre

    Ambrogio Preda Ambrogio Preda
    Milano 1839 - Davesco ( Lugano ) 1906
    Olio su tela cm 36,5x62 firmato in basso a dx A.Preda

    Ambrogio Preda (Milano, 1839 - Davesco, 1906) nacque a Milano. Le informazioni sulla sua giovinezza sono scarse, ma si sa che partecipò alla campagna del 1859 insieme allo zio Angelo Trezzini.
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    Frequentò l'Accademia di Brera dal 1853 al 1858. Dal 1866 si stabilì a Davesco, spostandosi raramente, il che limitò forse la sua carriera artistica. Tuttavia, partecipò a diverse mostre in Italia, ricevendo riconoscimenti come una medaglia all'Esposizione artistico industriale di Asti nel 1869 e il premio Mylius nel 1875.

    Preda era principalmente un pittore di paesaggi, definito "pittore monogamo quasi senza infedeltà" da Adriano Soldini. Nonostante i problemi economici, vendeva le sue opere ai turisti tedeschi. Dipinse raramente ritratti o scene di genere. I suoi paesaggi, spesso vedute precise del lago di Lugano e dintorni, erano popolati da figure umane come contadine, lavandaie e signore con ombrellini, e talvolta animali come mucche, capre e asini.

    Pur dipingendo dal vero, Preda evitava un verismo banale e mantenne l'interesse nei suoi lavori nonostante la ripetizione dei soggetti. Occasionalmente, si spingeva a Campione, sul lago Maggiore, in Engadina e in Liguria, ma mai sul lago di Como. Sebbene alcuni suoi dipinti raffigurino paesaggi olandesi, probabilmente non visitò mai l'Olanda e potrebbe averli eseguiti da fotografie.

    Era profondamente amico del ticinese Luigi Monteverde, con il quale trascorse un'estate del 1888 sul Monte Boglia. Monteverde, in un'intervista del 1894, ricordò la loro armoniosa convivenza, affermando che la pittura non li aveva mai divisi.



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  • Gaetano Fasanotti
    Milano 1831 -1882
    Olio su tela cm 30x54,5 firmato in basso sul sasso a dx G.Fasanotti

    Gaetano Fasanotti nacque a Milano nel 1831 e si distinse nel panorama artistico del XIX secolo per la sua dedizione alla pittura di paesaggio. Inizialmente influenzato dalla pittura storica, a partire dal 1856 cominciò a orientarsi verso la rappresentazione della natura, un cambiamento che segnò l'inizio di una carriera ricca di successi.
    Clicca per espandere

    La sua passione per il paesaggio lo portò a sviluppare uno stile che coniugava una resa naturale e luminosa dei soggetti con un approccio molto attento alla realtà.

    Nel 1860, Fasanotti divenne professore di pittura di paesaggio all'Accademia di Brera, dove ebbe un'influenza decisiva sulla formazione di nuove generazioni di artisti. Fu uno dei pionieri della pratica della pittura en plein air in Italia, insegnando ai suoi allievi l'importanza di dipingere all'aperto, direttamente dalla natura. Questa innovazione portò alla rinascita della scuola lombarda di paesaggio, contribuendo a un rinnovato interesse per le bellezze naturali italiane.

    Le sue opere più celebri includono vedute della Lombardia e delle Alpi, in cui riusciva a catturare l'atmosfera unica dei luoghi con una vivace resa dei colori e delle luci naturali. Opere come "Veduta dal vero nell'Oberland", "Un'Alpe in Lombardia" e "Marina con pescatori" sono ancora oggi testimonianze del suo talento e della sua capacità di fondere tradizione e modernità.

    Fasanotti morì nel 1882 a Milano,Gaetano Fasanotti nacque a Milano nel 1831 e si distinse nel panorama artistico del XIX secolo per la sua dedizione alla pittura di paesaggio. Inizialmente influenzato dalla pittura storica, a partire dal 1856 cominciò a orientarsi verso la rappresentazione della natura, un cambiamento che segnò l'inizio di una carriera ricca di successi. La sua passione per il paesaggio lo portò a sviluppare uno stile che coniugava una resa naturale e luminosa dei soggetti con un approccio molto attento alla realtà.

    Nel 1860, Fasanotti divenne professore di pittura di paesaggio all'Accademia di Brera, dove ebbe un'influenza decisiva sulla formazione di nuove generazioni di artisti. Fu uno dei pionieri della pratica della pittura en plein air in Italia, insegnando ai suoi allievi l'importanza di dipingere all'aperto, direttamente dalla natura. Questa innovazione portò alla rinascita della scuola lombarda di paesaggio, contribuendo a un rinnovato interesse per le bellezze naturali italiane.

    Le sue opere più celebri includono vedute della Lombardia e delle Alpi, in cui riusciva a catturare l'atmosfera unica dei luoghi con una vivace resa dei colori e delle luci naturali. Opere come "Veduta dal vero nell'Oberland", "Un'Alpe in Lombardia" e "Marina con pescatori" sono ancora oggi testimonianze del suo talento e della sua capacità di fondere tradizione e modernità.

    Fasanotti morì nel 1882 a Milano.

    STIMA min € 1200 - max € 1400

    Gaetano Fasanotti Gaetano Fasanotti
    Milano 1831 -1882
    Olio su tela cm 30x54,5 firmato in basso sul sasso a dx G.Fasanotti

    Gaetano Fasanotti nacque a Milano nel 1831 e si distinse nel panorama artistico del XIX secolo per la sua dedizione alla pittura di paesaggio. Inizialmente influenzato dalla pittura storica, a partire dal 1856 cominciò a orientarsi verso la rappresentazione della natura, un cambiamento che segnò l'inizio di una carriera ricca di successi.
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    La sua passione per il paesaggio lo portò a sviluppare uno stile che coniugava una resa naturale e luminosa dei soggetti con un approccio molto attento alla realtà.

    Nel 1860, Fasanotti divenne professore di pittura di paesaggio all'Accademia di Brera, dove ebbe un'influenza decisiva sulla formazione di nuove generazioni di artisti. Fu uno dei pionieri della pratica della pittura en plein air in Italia, insegnando ai suoi allievi l'importanza di dipingere all'aperto, direttamente dalla natura. Questa innovazione portò alla rinascita della scuola lombarda di paesaggio, contribuendo a un rinnovato interesse per le bellezze naturali italiane.

    Le sue opere più celebri includono vedute della Lombardia e delle Alpi, in cui riusciva a catturare l'atmosfera unica dei luoghi con una vivace resa dei colori e delle luci naturali. Opere come "Veduta dal vero nell'Oberland", "Un'Alpe in Lombardia" e "Marina con pescatori" sono ancora oggi testimonianze del suo talento e della sua capacità di fondere tradizione e modernità.

    Fasanotti morì nel 1882 a Milano,Gaetano Fasanotti nacque a Milano nel 1831 e si distinse nel panorama artistico del XIX secolo per la sua dedizione alla pittura di paesaggio. Inizialmente influenzato dalla pittura storica, a partire dal 1856 cominciò a orientarsi verso la rappresentazione della natura, un cambiamento che segnò l'inizio di una carriera ricca di successi. La sua passione per il paesaggio lo portò a sviluppare uno stile che coniugava una resa naturale e luminosa dei soggetti con un approccio molto attento alla realtà.

    Nel 1860, Fasanotti divenne professore di pittura di paesaggio all'Accademia di Brera, dove ebbe un'influenza decisiva sulla formazione di nuove generazioni di artisti. Fu uno dei pionieri della pratica della pittura en plein air in Italia, insegnando ai suoi allievi l'importanza di dipingere all'aperto, direttamente dalla natura. Questa innovazione portò alla rinascita della scuola lombarda di paesaggio, contribuendo a un rinnovato interesse per le bellezze naturali italiane.

    Le sue opere più celebri includono vedute della Lombardia e delle Alpi, in cui riusciva a catturare l'atmosfera unica dei luoghi con una vivace resa dei colori e delle luci naturali. Opere come "Veduta dal vero nell'Oberland", "Un'Alpe in Lombardia" e "Marina con pescatori" sono ancora oggi testimonianze del suo talento e della sua capacità di fondere tradizione e modernità.

    Fasanotti morì nel 1882 a Milano.



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  • Lodovico Zambeletti
    Milano 1881 - 1966
    Olio su tela cm 41,5x64 firmato in basso a dx L.Zambeletti

    Lodovico Zambeletti nacque a Milano il 19 aprile 1881 in una famiglia di industriali. Dopo aver completato gli studi classici, si dedicò alla pittura, frequentando l'Accademia di Brera, dove si formò sotto la guida di maestri come Cesare Tallone, Giuseppe Mentessi, Vespasiano Bignami e Camillo Rapetti.
    Clicca per espandere

    Durante il suo percorso accademico, dimostrò fin da subito un notevole talento, ottenendo numerose medaglie e distinguendosi per la sua versatilità artistica.

    La sua carriera si sviluppò in un contesto di grande fermento culturale, e nel corso della sua vita espose in molte città italiane e internazionali, tra cui Roma, Torino, Milano, Genova, Napoli, Amsterdam, Gand e l'Aja, guadagnandosi il riconoscimento per la qualità delle sue opere. Uno dei suoi traguardi più significativi fu la partecipazione alla XIV Biennale di Venezia nel 1924, un importante appuntamento che confermò la sua rilevanza nel panorama artistico dell'epoca.

    Zambeletti si distinse per la sua ecletticità, spaziando tra paesaggi, figure di genere e ritratti. La sua attività di ritrattista fu particolarmente apprezzata, con numerosi ritratti conservati in istituzioni prestigiose come la Ca' Granda di Milano, l'Istituto dei Ciechi e il Teatro dei Filodrammatici. Oltre alla sua attività artistica, fu anche socio della Società Artistica Permanente di Milano, dove partecipò attivamente alla vita culturale della città.

    Nel 1957, la sua partecipazione alla XX Biennale Nazionale di Milano confermò ancora una volta il suo ruolo di rilievo nell'arte del Novecento. Zambeletti morì celibe nel 1966 a MilanoLodovico Zambeletti nacque a Milano il 19 aprile 1881 in una famiglia di industriali. Dopo aver completato gli studi classici, si dedicò alla pittura, frequentando l'Accademia di Brera, dove si formò sotto la guida di maestri come Cesare Tallone, Giuseppe Mentessi, Vespasiano Bignami e Camillo Rapetti. Durante il suo percorso accademico, dimostrò fin da subito un notevole talento, ottenendo numerose medaglie e distinguendosi per la sua versatilità artistica.

    La sua carriera si sviluppò in un contesto di grande fermento culturale, e nel corso della sua vita espose in molte città italiane e internazionali, tra cui Roma, Torino, Milano, Genova, Napoli, Amsterdam, Gand e l'Aja, guadagnandosi il riconoscimento per la qualità delle sue opere. Uno dei suoi traguardi più significativi fu la partecipazione alla XIV Biennale di Venezia nel 1924, un importante appuntamento che confermò la sua rilevanza nel panorama artistico dell'epoca.

    Zambeletti si distinse per la sua ecletticità, spaziando tra paesaggi, figure di genere e ritratti. La sua attività di ritrattista fu particolarmente apprezzata, con numerosi ritratti conservati in istituzioni prestigiose come la Ca' Granda di Milano, l'Istituto dei Ciechi e il Teatro dei Filodrammatici. Oltre alla sua attività artistica, fu anche socio della Società Artistica Permanente di Milano, dove partecipò attivamente alla vita culturale della città.

    Nel 1957, la sua partecipazione alla XX Biennale Nazionale di Milano confermò ancora una volta il suo ruolo di rilievo nell'arte del Novecento. Zambeletti morì nel 1966 a Milano.

    STIMA min € 800 - max € 1000

    Lodovico Zambeletti Lodovico Zambeletti
    Milano 1881 - 1966
    Olio su tela cm 41,5x64 firmato in basso a dx L.Zambeletti

    Lodovico Zambeletti nacque a Milano il 19 aprile 1881 in una famiglia di industriali. Dopo aver completato gli studi classici, si dedicò alla pittura, frequentando l'Accademia di Brera, dove si formò sotto la guida di maestri come Cesare Tallone, Giuseppe Mentessi, Vespasiano Bignami e Camillo Rapetti.
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    Durante il suo percorso accademico, dimostrò fin da subito un notevole talento, ottenendo numerose medaglie e distinguendosi per la sua versatilità artistica.

    La sua carriera si sviluppò in un contesto di grande fermento culturale, e nel corso della sua vita espose in molte città italiane e internazionali, tra cui Roma, Torino, Milano, Genova, Napoli, Amsterdam, Gand e l'Aja, guadagnandosi il riconoscimento per la qualità delle sue opere. Uno dei suoi traguardi più significativi fu la partecipazione alla XIV Biennale di Venezia nel 1924, un importante appuntamento che confermò la sua rilevanza nel panorama artistico dell'epoca.

    Zambeletti si distinse per la sua ecletticità, spaziando tra paesaggi, figure di genere e ritratti. La sua attività di ritrattista fu particolarmente apprezzata, con numerosi ritratti conservati in istituzioni prestigiose come la Ca' Granda di Milano, l'Istituto dei Ciechi e il Teatro dei Filodrammatici. Oltre alla sua attività artistica, fu anche socio della Società Artistica Permanente di Milano, dove partecipò attivamente alla vita culturale della città.

    Nel 1957, la sua partecipazione alla XX Biennale Nazionale di Milano confermò ancora una volta il suo ruolo di rilievo nell'arte del Novecento. Zambeletti morì celibe nel 1966 a MilanoLodovico Zambeletti nacque a Milano il 19 aprile 1881 in una famiglia di industriali. Dopo aver completato gli studi classici, si dedicò alla pittura, frequentando l'Accademia di Brera, dove si formò sotto la guida di maestri come Cesare Tallone, Giuseppe Mentessi, Vespasiano Bignami e Camillo Rapetti. Durante il suo percorso accademico, dimostrò fin da subito un notevole talento, ottenendo numerose medaglie e distinguendosi per la sua versatilità artistica.

    La sua carriera si sviluppò in un contesto di grande fermento culturale, e nel corso della sua vita espose in molte città italiane e internazionali, tra cui Roma, Torino, Milano, Genova, Napoli, Amsterdam, Gand e l'Aja, guadagnandosi il riconoscimento per la qualità delle sue opere. Uno dei suoi traguardi più significativi fu la partecipazione alla XIV Biennale di Venezia nel 1924, un importante appuntamento che confermò la sua rilevanza nel panorama artistico dell'epoca.

    Zambeletti si distinse per la sua ecletticità, spaziando tra paesaggi, figure di genere e ritratti. La sua attività di ritrattista fu particolarmente apprezzata, con numerosi ritratti conservati in istituzioni prestigiose come la Ca' Granda di Milano, l'Istituto dei Ciechi e il Teatro dei Filodrammatici. Oltre alla sua attività artistica, fu anche socio della Società Artistica Permanente di Milano, dove partecipò attivamente alla vita culturale della città.

    Nel 1957, la sua partecipazione alla XX Biennale Nazionale di Milano confermò ancora una volta il suo ruolo di rilievo nell'arte del Novecento. Zambeletti morì nel 1966 a Milano.



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  • Lotto 23  

    La magna, Lago di Como

    Luigi Bisi
    Milano 1814 - Milano 1886
    Olio su tela cm 27x39,5 firmato in basso a dx L.Bisi

    Luigi Bisi nacque a Milano il 10 maggio 1814 in una famiglia di artisti: suo padre Michele e suo zio Giuseppe erano anch'essi pittori. Iniziò la sua formazione artistica sotto la guida del padre e dello zio, per poi perfezionarsi all'Accademia di Brera, dove fu allievo di Francesco Durelli.
    Clicca per espandere

    La sua carriera si distinse per una specializzazione nella pittura prospettica, un'arte che lo portò a dedicarsi principalmente alla rappresentazione di interni ed esterni di chiese, con una particolare predilezione per il Duomo di Milano. La precisione tecnica e l'uso sapiente della luce caratterizzarono le sue opere, che riscuosero apprezzamenti in tutta Europa.

    Nel 1851, Luigi Bisi succedette a Francesco Durelli nella cattedra di prospettiva all'Accademia di Brera, un incarico che mantenne fino alla morte. Oltre alla sua attività artistica, collaborò anche ai restauri del Duomo di Milano, lavorando insieme all'architetto Giovanni Brocca. La sua attività di insegnante e la qualità delle sue opere contribuirono a consolidare il suo nome nel panorama artistico dell'epoca.

    Morì a Milano l'11 settembre 1886Luigi Bisi nacque a Milano il 10 maggio 1814 in una famiglia di artisti: suo padre Michele e suo zio Giuseppe erano anch'essi pittori. Iniziò la sua formazione artistica sotto la guida del padre e dello zio, per poi perfezionarsi all'Accademia di Brera, dove fu allievo di Francesco Durelli. La sua carriera si distinse per una specializzazione nella pittura prospettica, un'arte che lo portò a dedicarsi principalmente alla rappresentazione di interni ed esterni di chiese, con una particolare predilezione per il Duomo di Milano. La precisione tecnica e l'uso sapiente della luce caratterizzarono le sue opere, che riscuosero apprezzamenti in tutta Europa.

    Nel 1851, Luigi Bisi succedette a Francesco Durelli nella cattedra di prospettiva all'Accademia di Brera, un incarico che mantenne fino alla morte. Oltre alla sua attività artistica, collaborò anche ai restauri del Duomo di Milano, lavorando insieme all'architetto Giovanni Brocca. La sua attività di insegnante e la qualità delle sue opere contribuirono a consolidare il suo nome nel panorama artistico dell'epoca.

    Morì a Milano l'11 settembre 1886.

    STIMA min € 1200 - max € 1400

    Lotto 23  

    La magna, Lago di Como

    Luigi Bisi Luigi Bisi
    Milano 1814 - Milano 1886
    Olio su tela cm 27x39,5 firmato in basso a dx L.Bisi

    Luigi Bisi nacque a Milano il 10 maggio 1814 in una famiglia di artisti: suo padre Michele e suo zio Giuseppe erano anch'essi pittori. Iniziò la sua formazione artistica sotto la guida del padre e dello zio, per poi perfezionarsi all'Accademia di Brera, dove fu allievo di Francesco Durelli.
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    La sua carriera si distinse per una specializzazione nella pittura prospettica, un'arte che lo portò a dedicarsi principalmente alla rappresentazione di interni ed esterni di chiese, con una particolare predilezione per il Duomo di Milano. La precisione tecnica e l'uso sapiente della luce caratterizzarono le sue opere, che riscuosero apprezzamenti in tutta Europa.

    Nel 1851, Luigi Bisi succedette a Francesco Durelli nella cattedra di prospettiva all'Accademia di Brera, un incarico che mantenne fino alla morte. Oltre alla sua attività artistica, collaborò anche ai restauri del Duomo di Milano, lavorando insieme all'architetto Giovanni Brocca. La sua attività di insegnante e la qualità delle sue opere contribuirono a consolidare il suo nome nel panorama artistico dell'epoca.

    Morì a Milano l'11 settembre 1886Luigi Bisi nacque a Milano il 10 maggio 1814 in una famiglia di artisti: suo padre Michele e suo zio Giuseppe erano anch'essi pittori. Iniziò la sua formazione artistica sotto la guida del padre e dello zio, per poi perfezionarsi all'Accademia di Brera, dove fu allievo di Francesco Durelli. La sua carriera si distinse per una specializzazione nella pittura prospettica, un'arte che lo portò a dedicarsi principalmente alla rappresentazione di interni ed esterni di chiese, con una particolare predilezione per il Duomo di Milano. La precisione tecnica e l'uso sapiente della luce caratterizzarono le sue opere, che riscuosero apprezzamenti in tutta Europa.

    Nel 1851, Luigi Bisi succedette a Francesco Durelli nella cattedra di prospettiva all'Accademia di Brera, un incarico che mantenne fino alla morte. Oltre alla sua attività artistica, collaborò anche ai restauri del Duomo di Milano, lavorando insieme all'architetto Giovanni Brocca. La sua attività di insegnante e la qualità delle sue opere contribuirono a consolidare il suo nome nel panorama artistico dell'epoca.

    Morì a Milano l'11 settembre 1886.



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  • Lotto 24  

    Paesaggio innevato

    Luigi Frigerio
    Milano 1873 - 1936
    Olio su tavola cm 44,5x60 firmato in basso a sx Frigerio

    Luigi Frigerio nacque a Milano il 28 dicembre 1873 e si distinse come pittore autodidatta, sviluppando una particolare predilezione per il paesaggio. La sua arte si caratterizzò per la rappresentazione di scene di vita quotidiana, paesaggi marini e vedute urbane, spesso ispirate dalla luce e dall'atmosfera dei luoghi che dipingeva.
    Clicca per espandere

    L’uso di tecniche come l'olio, la tempera e il pastello gli permise di esplorare vari effetti di luce e colore, dando vita a opere vibranti e ricche di dettagli.

    Frigerio partecipò a numerose esposizioni artistiche, ottenendo il riconoscimento del pubblico e della critica. Le sue opere furono esposte a Brera, a Venezia e in altre importanti manifestazioni artistiche, tra cui la Mostra dell'Angelicum. La sua arte non si limitò solo alla partecipazione a mostre collettive, ma ottenne anche l'opportunità di tenere una personale alla Galleria della Rotonda di Bergamo nel 1949, consolidando ulteriormente la sua reputazione.

    Frigerio morì a Milano nel 1936Luigi Frigerio nacque a Milano il 28 dicembre 1873 e si distinse come pittore autodidatta, sviluppando una particolare predilezione per il paesaggio. La sua arte si caratterizzò per la rappresentazione di scene di vita quotidiana, paesaggi marini e vedute urbane, spesso ispirate dalla luce e dall'atmosfera dei luoghi che dipingeva. L’uso di tecniche come l'olio, la tempera e il pastello gli permise di esplorare vari effetti di luce e colore, dando vita a opere vibranti e ricche di dettagli.

    Frigerio partecipò a numerose esposizioni artistiche, ottenendo il riconoscimento del pubblico e della critica. Le sue opere furono esposte a Brera, a Venezia e in altre importanti manifestazioni artistiche, tra cui la Mostra dell'Angelicum. La sua arte non si limitò solo alla partecipazione a mostre collettive, ma ottenne anche l'opportunità di tenere una personale alla Galleria della Rotonda di Bergamo nel 1949, consolidando ulteriormente la sua reputazione.

    Frigerio morì a Milano nel 1936.

    STIMA min € 700 - max € 800

    Lotto 24  

    Paesaggio innevato

    Luigi Frigerio Luigi Frigerio
    Milano 1873 - 1936
    Olio su tavola cm 44,5x60 firmato in basso a sx Frigerio

    Luigi Frigerio nacque a Milano il 28 dicembre 1873 e si distinse come pittore autodidatta, sviluppando una particolare predilezione per il paesaggio. La sua arte si caratterizzò per la rappresentazione di scene di vita quotidiana, paesaggi marini e vedute urbane, spesso ispirate dalla luce e dall'atmosfera dei luoghi che dipingeva.
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    L’uso di tecniche come l'olio, la tempera e il pastello gli permise di esplorare vari effetti di luce e colore, dando vita a opere vibranti e ricche di dettagli.

    Frigerio partecipò a numerose esposizioni artistiche, ottenendo il riconoscimento del pubblico e della critica. Le sue opere furono esposte a Brera, a Venezia e in altre importanti manifestazioni artistiche, tra cui la Mostra dell'Angelicum. La sua arte non si limitò solo alla partecipazione a mostre collettive, ma ottenne anche l'opportunità di tenere una personale alla Galleria della Rotonda di Bergamo nel 1949, consolidando ulteriormente la sua reputazione.

    Frigerio morì a Milano nel 1936Luigi Frigerio nacque a Milano il 28 dicembre 1873 e si distinse come pittore autodidatta, sviluppando una particolare predilezione per il paesaggio. La sua arte si caratterizzò per la rappresentazione di scene di vita quotidiana, paesaggi marini e vedute urbane, spesso ispirate dalla luce e dall'atmosfera dei luoghi che dipingeva. L’uso di tecniche come l'olio, la tempera e il pastello gli permise di esplorare vari effetti di luce e colore, dando vita a opere vibranti e ricche di dettagli.

    Frigerio partecipò a numerose esposizioni artistiche, ottenendo il riconoscimento del pubblico e della critica. Le sue opere furono esposte a Brera, a Venezia e in altre importanti manifestazioni artistiche, tra cui la Mostra dell'Angelicum. La sua arte non si limitò solo alla partecipazione a mostre collettive, ma ottenne anche l'opportunità di tenere una personale alla Galleria della Rotonda di Bergamo nel 1949, consolidando ulteriormente la sua reputazione.

    Frigerio morì a Milano nel 1936.



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  • Lotto 25  

    Venezia

    Dino Rossi
    Bernareggio 1904 - 1982
    Olio su tela cm 30x73 firmato in basso a sx Dino Rossi

    Dino Rossi, nato a Bernareggio nel 1904, è stato uno dei pittori italiani più rappresentativi del Novecento. Fin da giovane mostrò una spiccata inclinazione per l'arte, dedicandosi sin dai primi anni alla pittura en plein air, una tecnica che lo portò a catturare la bellezza della natura attraverso la luce naturale.
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    La sua formazione artistica lo vide impegnato in città come Londra e Parigi, dove approfondì il suo stile, immergendosi nelle influenze dell'arte europea moderna.

    Nel corso della sua carriera, Rossi intraprese numerosi viaggi che lo portarono in vari paesi, tra cui gli Stati Uniti, il Messico e il Brasile. Questi spostamenti arricchirono la sua pittura, che si arricchì di nuove prospettive e tematiche ispirate ai paesaggi e alle culture locali. Tra il 1947 e il 1950, il pittore visse in Svizzera, dove continuò la sua attività, partecipando a numerose esposizioni che lo resero conosciuto anche a livello internazionale.

    Le sue opere si caratterizzano per la luminosità e la resa atmosferica, con una particolare attenzione ai dettagli. Tra i suoi soggetti preferiti, Rossi prediligeva i paesaggi marini e le scene di vita quotidiana, ma non mancarono lavori dedicati a interni ricchi di oggetti e colori, come il celebre "La bottega dell'antiquario". L'uso della luce e il contrasto tra luci e ombre sono tratti distintivi del suo stile, che si ispira in parte all'impressionismo.

    Dino Rossi morì nel 1982Dino Rossi, nato a Bernareggio nel 1904, è stato uno dei pittori italiani più rappresentativi del Novecento. Fin da giovane mostrò una spiccata inclinazione per l'arte, dedicandosi sin dai primi anni alla pittura en plein air, una tecnica che lo portò a catturare la bellezza della natura attraverso la luce naturale. La sua formazione artistica lo vide impegnato in città come Londra e Parigi, dove approfondì il suo stile, immergendosi nelle influenze dell'arte europea moderna.

    Nel corso della sua carriera, Rossi intraprese numerosi viaggi che lo portarono in vari paesi, tra cui gli Stati Uniti, il Messico e il Brasile. Questi spostamenti arricchirono la sua pittura, che si arricchì di nuove prospettive e tematiche ispirate ai paesaggi e alle culture locali. Tra il 1947 e il 1950, il pittore visse in Svizzera, dove continuò la sua attività, partecipando a numerose esposizioni che lo resero conosciuto anche a livello internazionale.

    Le sue opere si caratterizzano per la luminosità e la resa atmosferica, con una particolare attenzione ai dettagli. Tra i suoi soggetti preferiti, Rossi prediligeva i paesaggi marini e le scene di vita quotidiana, ma non mancarono lavori dedicati a interni ricchi di oggetti e colori, come il celebre "La bottega dell'antiquario". L'uso della luce e il contrasto tra luci e ombre sono tratti distintivi del suo stile, che si ispira in parte all'impressionismo.

    Dino Rossi morì nel 1982.

    STIMA min € 700 - max € 800

    Lotto 25  

    Venezia

    Dino Rossi Dino Rossi
    Bernareggio 1904 - 1982
    Olio su tela cm 30x73 firmato in basso a sx Dino Rossi

    Dino Rossi, nato a Bernareggio nel 1904, è stato uno dei pittori italiani più rappresentativi del Novecento. Fin da giovane mostrò una spiccata inclinazione per l'arte, dedicandosi sin dai primi anni alla pittura en plein air, una tecnica che lo portò a catturare la bellezza della natura attraverso la luce naturale.
    Clicca per espandere

    La sua formazione artistica lo vide impegnato in città come Londra e Parigi, dove approfondì il suo stile, immergendosi nelle influenze dell'arte europea moderna.

    Nel corso della sua carriera, Rossi intraprese numerosi viaggi che lo portarono in vari paesi, tra cui gli Stati Uniti, il Messico e il Brasile. Questi spostamenti arricchirono la sua pittura, che si arricchì di nuove prospettive e tematiche ispirate ai paesaggi e alle culture locali. Tra il 1947 e il 1950, il pittore visse in Svizzera, dove continuò la sua attività, partecipando a numerose esposizioni che lo resero conosciuto anche a livello internazionale.

    Le sue opere si caratterizzano per la luminosità e la resa atmosferica, con una particolare attenzione ai dettagli. Tra i suoi soggetti preferiti, Rossi prediligeva i paesaggi marini e le scene di vita quotidiana, ma non mancarono lavori dedicati a interni ricchi di oggetti e colori, come il celebre "La bottega dell'antiquario". L'uso della luce e il contrasto tra luci e ombre sono tratti distintivi del suo stile, che si ispira in parte all'impressionismo.

    Dino Rossi morì nel 1982Dino Rossi, nato a Bernareggio nel 1904, è stato uno dei pittori italiani più rappresentativi del Novecento. Fin da giovane mostrò una spiccata inclinazione per l'arte, dedicandosi sin dai primi anni alla pittura en plein air, una tecnica che lo portò a catturare la bellezza della natura attraverso la luce naturale. La sua formazione artistica lo vide impegnato in città come Londra e Parigi, dove approfondì il suo stile, immergendosi nelle influenze dell'arte europea moderna.

    Nel corso della sua carriera, Rossi intraprese numerosi viaggi che lo portarono in vari paesi, tra cui gli Stati Uniti, il Messico e il Brasile. Questi spostamenti arricchirono la sua pittura, che si arricchì di nuove prospettive e tematiche ispirate ai paesaggi e alle culture locali. Tra il 1947 e il 1950, il pittore visse in Svizzera, dove continuò la sua attività, partecipando a numerose esposizioni che lo resero conosciuto anche a livello internazionale.

    Le sue opere si caratterizzano per la luminosità e la resa atmosferica, con una particolare attenzione ai dettagli. Tra i suoi soggetti preferiti, Rossi prediligeva i paesaggi marini e le scene di vita quotidiana, ma non mancarono lavori dedicati a interni ricchi di oggetti e colori, come il celebre "La bottega dell'antiquario". L'uso della luce e il contrasto tra luci e ombre sono tratti distintivi del suo stile, che si ispira in parte all'impressionismo.

    Dino Rossi morì nel 1982.



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  • Lotto 26  

    Vita semplice (191?)

    Antonio Piatti
    Viggiu (VA) 1875 - 1962
    Olio su cartone cm 46x66,5 firmato in basso a dx A.Piatti

    Antonio Piatti nacque a Viggiù, in provincia di Varese, il 12 giugno 1875. Cresciuto in un ambiente profondamente legato all'arte grazie al padre, lo scultore Domenico Piatti, fin da giovane si avvicinò al mondo artistico, lavorando nella bottega paterna a partire dai dodici anni.
    Clicca per espandere

    Il suo talento lo portò a perfezionarsi sotto la guida dello scultore torinese Leonardo Bistolfi. Nel 1892, all'età di diciassette anni, si trasferì a Cuneo, dove frequentò la scuola di disegno dell'Istituto Tecnico, continuando a coltivare la sua passione per l'arte.

    Nel 1894, Piatti entrò all'Accademia di Brera, una delle istituzioni artistiche più prestigiose d'Italia, dove studiò sotto la direzione di Cesare Tallone. Durante gli anni accademici si concentrò soprattutto sul ritratto e sulla figura umana, sviluppando uno stile espressivo che avrebbe caratterizzato la sua carriera. Il suo talento venne riconosciuto nel 1903, quando vinse il Premio Fumagalli alla Triennale di Brera, e nel 1904 ricevette il Pensionato Oggioni, che gli permise di recarsi a Parigi per un soggiorno artistico. A Parigi, Piatti ebbe modo di entrare in contatto con artisti di fama come Giovanni Boldini e di trarre ispirazione dalla vivace atmosfera parigina. Una delle sue opere più celebri di questo periodo è "Sorriso sulla Senna", che esprime la sua affinità con la città e la sua vita sociale.

    Successivamente, Piatti si trasferì a Roma, dove guadagnò l'ammirazione della regina Margherita, che acquistò alcune delle sue opere. Il suo successo continuò a crescere, e dal 1907 al 1930 partecipò regolarmente alle Biennali di Venezia, esponendo lavori che riflettevano la sua capacità di mescolare una resa emotiva con una ricerca espressiva unica. Opere come "Mia!" (1909), "Fremiti" (1910) e "Carezza buona" (1912) furono esposte in numerosi eventi internazionali, tra cui rassegne a Basilea, Monaco, Buenos Aires, Barcellona e Amsterdam.

    L'arte di Piatti si distinse per l'intensità emotiva e per una visione della realtà che fondeva la dimensione soggettiva con la potenza delle immagini. Tra le sue opere più significative si annoverano "La Senna al Pont Neuf" (1905), "Goethe e l'origine delle sue Elegie romane" (1906) e "Ascoltando la radio" (1934), che mostrano il suo continuo evolversi, passando dal ritratto alla riflessione sulla modernità e la cultura contemporanea.

    La sua eredità artistica rimane viva nelle collezioni pubbliche, come quelle della Galleria d'Arte Moderna di Milano, della Pinacoteca di Brera, della Galleria d'Arte Moderna di Udine e del Museo Civico di Cuneo. Antonio Piatti morì il 29 agosto 1962 a ViggiùAntonio Piatti nacque a Viggiù, in provincia di Varese, il 12 giugno 1875. Cresciuto in un ambiente profondamente legato all'arte grazie al padre, lo scultore Domenico Piatti, fin da giovane si avvicinò al mondo artistico, lavorando nella bottega paterna a partire dai dodici anni. Il suo talento lo portò a perfezionarsi sotto la guida dello scultore torinese Leonardo Bistolfi. Nel 1892, all'età di diciassette anni, si trasferì a Cuneo, dove frequentò la scuola di disegno dell'Istituto Tecnico, continuando a coltivare la sua passione per l'arte.

    Nel 1894, Piatti entrò all'Accademia di Brera, una delle istituzioni artistiche più prestigiose d'Italia, dove studiò sotto la direzione di Cesare Tallone. Durante gli anni accademici si concentrò soprattutto sul ritratto e sulla figura umana, sviluppando uno stile espressivo che avrebbe caratterizzato la sua carriera. Il suo talento venne riconosciuto nel 1903, quando vinse il Premio Fumagalli alla Triennale di Brera, e nel 1904 ricevette il Pensionato Oggioni, che gli permise di recarsi a Parigi per un soggiorno artistico. A Parigi, Piatti ebbe modo di entrare in contatto con artisti di fama come Giovanni Boldini e di trarre ispirazione dalla vivace atmosfera parigina. Una delle sue opere più celebri di questo periodo è "Sorriso sulla Senna", che esprime la sua affinità con la città e la sua vita sociale.

    Successivamente, Piatti si trasferì a Roma, dove guadagnò l'ammirazione della regina Margherita, che acquistò alcune delle sue opere. Il suo successo continuò a crescere, e dal 1907 al 1930 partecipò regolarmente alle Biennali di Venezia, esponendo lavori che riflettevano la sua capacità di mescolare una resa emotiva con una ricerca espressiva unica. Opere come "Mia!" (1909), "Fremiti" (1910) e "Carezza buona" (1912) furono esposte in numerosi eventi internazionali, tra cui rassegne a Basilea, Monaco, Buenos Aires, Barcellona e Amsterdam.

    L'arte di Piatti si distinse per l'intensità emotiva e per una visione della realtà che fondeva la dimensione soggettiva con la potenza delle immagini. Tra le sue opere più significative si annoverano "La Senna al Pont Neuf" (1905), "Goethe e l'origine delle sue Elegie romane" (1906) e "Ascoltando la radio" (1934), che mostrano il suo continuo evolversi, passando dal ritratto alla riflessione sulla modernità e la cultura contemporanea.

    La sua eredità artistica rimane viva nelle collezioni pubbliche, come quelle della Galleria d'Arte Moderna di Milano, della Pinacoteca di Brera, della Galleria d'Arte Moderna di Udine e del Museo Civico di Cuneo. Antonio Piatti morì il 29 agosto 1962 a Viggiù.

    STIMA min € 1200 - max € 1400

    Lotto 26  

    Vita semplice (191?)

    Antonio Piatti Antonio Piatti
    Viggiu (VA) 1875 - 1962
    Olio su cartone cm 46x66,5 firmato in basso a dx A.Piatti

    Antonio Piatti nacque a Viggiù, in provincia di Varese, il 12 giugno 1875. Cresciuto in un ambiente profondamente legato all'arte grazie al padre, lo scultore Domenico Piatti, fin da giovane si avvicinò al mondo artistico, lavorando nella bottega paterna a partire dai dodici anni.
    Clicca per espandere

    Il suo talento lo portò a perfezionarsi sotto la guida dello scultore torinese Leonardo Bistolfi. Nel 1892, all'età di diciassette anni, si trasferì a Cuneo, dove frequentò la scuola di disegno dell'Istituto Tecnico, continuando a coltivare la sua passione per l'arte.

    Nel 1894, Piatti entrò all'Accademia di Brera, una delle istituzioni artistiche più prestigiose d'Italia, dove studiò sotto la direzione di Cesare Tallone. Durante gli anni accademici si concentrò soprattutto sul ritratto e sulla figura umana, sviluppando uno stile espressivo che avrebbe caratterizzato la sua carriera. Il suo talento venne riconosciuto nel 1903, quando vinse il Premio Fumagalli alla Triennale di Brera, e nel 1904 ricevette il Pensionato Oggioni, che gli permise di recarsi a Parigi per un soggiorno artistico. A Parigi, Piatti ebbe modo di entrare in contatto con artisti di fama come Giovanni Boldini e di trarre ispirazione dalla vivace atmosfera parigina. Una delle sue opere più celebri di questo periodo è "Sorriso sulla Senna", che esprime la sua affinità con la città e la sua vita sociale.

    Successivamente, Piatti si trasferì a Roma, dove guadagnò l'ammirazione della regina Margherita, che acquistò alcune delle sue opere. Il suo successo continuò a crescere, e dal 1907 al 1930 partecipò regolarmente alle Biennali di Venezia, esponendo lavori che riflettevano la sua capacità di mescolare una resa emotiva con una ricerca espressiva unica. Opere come "Mia!" (1909), "Fremiti" (1910) e "Carezza buona" (1912) furono esposte in numerosi eventi internazionali, tra cui rassegne a Basilea, Monaco, Buenos Aires, Barcellona e Amsterdam.

    L'arte di Piatti si distinse per l'intensità emotiva e per una visione della realtà che fondeva la dimensione soggettiva con la potenza delle immagini. Tra le sue opere più significative si annoverano "La Senna al Pont Neuf" (1905), "Goethe e l'origine delle sue Elegie romane" (1906) e "Ascoltando la radio" (1934), che mostrano il suo continuo evolversi, passando dal ritratto alla riflessione sulla modernità e la cultura contemporanea.

    La sua eredità artistica rimane viva nelle collezioni pubbliche, come quelle della Galleria d'Arte Moderna di Milano, della Pinacoteca di Brera, della Galleria d'Arte Moderna di Udine e del Museo Civico di Cuneo. Antonio Piatti morì il 29 agosto 1962 a ViggiùAntonio Piatti nacque a Viggiù, in provincia di Varese, il 12 giugno 1875. Cresciuto in un ambiente profondamente legato all'arte grazie al padre, lo scultore Domenico Piatti, fin da giovane si avvicinò al mondo artistico, lavorando nella bottega paterna a partire dai dodici anni. Il suo talento lo portò a perfezionarsi sotto la guida dello scultore torinese Leonardo Bistolfi. Nel 1892, all'età di diciassette anni, si trasferì a Cuneo, dove frequentò la scuola di disegno dell'Istituto Tecnico, continuando a coltivare la sua passione per l'arte.

    Nel 1894, Piatti entrò all'Accademia di Brera, una delle istituzioni artistiche più prestigiose d'Italia, dove studiò sotto la direzione di Cesare Tallone. Durante gli anni accademici si concentrò soprattutto sul ritratto e sulla figura umana, sviluppando uno stile espressivo che avrebbe caratterizzato la sua carriera. Il suo talento venne riconosciuto nel 1903, quando vinse il Premio Fumagalli alla Triennale di Brera, e nel 1904 ricevette il Pensionato Oggioni, che gli permise di recarsi a Parigi per un soggiorno artistico. A Parigi, Piatti ebbe modo di entrare in contatto con artisti di fama come Giovanni Boldini e di trarre ispirazione dalla vivace atmosfera parigina. Una delle sue opere più celebri di questo periodo è "Sorriso sulla Senna", che esprime la sua affinità con la città e la sua vita sociale.

    Successivamente, Piatti si trasferì a Roma, dove guadagnò l'ammirazione della regina Margherita, che acquistò alcune delle sue opere. Il suo successo continuò a crescere, e dal 1907 al 1930 partecipò regolarmente alle Biennali di Venezia, esponendo lavori che riflettevano la sua capacità di mescolare una resa emotiva con una ricerca espressiva unica. Opere come "Mia!" (1909), "Fremiti" (1910) e "Carezza buona" (1912) furono esposte in numerosi eventi internazionali, tra cui rassegne a Basilea, Monaco, Buenos Aires, Barcellona e Amsterdam.

    L'arte di Piatti si distinse per l'intensità emotiva e per una visione della realtà che fondeva la dimensione soggettiva con la potenza delle immagini. Tra le sue opere più significative si annoverano "La Senna al Pont Neuf" (1905), "Goethe e l'origine delle sue Elegie romane" (1906) e "Ascoltando la radio" (1934), che mostrano il suo continuo evolversi, passando dal ritratto alla riflessione sulla modernità e la cultura contemporanea.

    La sua eredità artistica rimane viva nelle collezioni pubbliche, come quelle della Galleria d'Arte Moderna di Milano, della Pinacoteca di Brera, della Galleria d'Arte Moderna di Udine e del Museo Civico di Cuneo. Antonio Piatti morì il 29 agosto 1962 a Viggiù.



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  • Lotto 27  

    Sera d'autunno

    Vittore Antonio Cargnel
    Venezia 1872 - Milano 1931
    Olio su tela cm 30x40 firmato in basso a dx V.Cargnel

    Vittore Antonio Cargnel, nato a Venezia nel 1872, fu un pittore italiano il cui percorso artistico si sviluppò tra la fine del XIX secolo e la prima metà del XX secolo. Nel 1888, si iscrisse all'Accademia di Venezia, ma gran parte della sua formazione avvenne nello studio di Cesare Laurenti, noto pittore simbolista.
    Clicca per espandere

    Cargnel trasse ispirazione anche dalle opere di artisti come Ciardi, Favretto e Nono, dai quali trasse numerosi suggerimenti per il suo sviluppo artistico.

    Le sue capacità artistiche si manifestarono in opere sia di carattere simbolista, come "La sera di Ca’ Pesaro" del 1899, che in ritratti, tra cui il noto "Ritratto di Giuseppe Favaro" del 1905. Tuttavia, la sua vera natura artistica si rivelò come paesaggista, radicato nella tradizione del tardo Ottocento veneto. Questo filone tematico rimase costante in tutta la sua carriera, con la campagna veneta e friulana come principale soggetto delle sue opere.

    Cargnel partecipò alla I Biennale nel 1895 con l'opera "Averte faciem tuam, domine, a peccatis meis," fortemente influenzata da Nono e Laurenti. La sua partecipazione continuò anche nelle edizioni successive della Biennale e in mostre internazionali come il Salon di Parigi, San Pietroburgo e Lipsia. La sua pittura si evolse verso una maggiore attenzione alla vibrazione atmosferica, evidente nelle opere esposte all'VIII Mostra internazionale di Monaco di Baviera.

    Nel 1900, si trasferì vicino a Treviso, dove avviò una fonderia di campane, e nel 1910 si trasferì a Sacile, dove rimase fino alla disfatta di Caporetto nel 1917. Durante questo periodo, realizzò alcuni dei suoi migliori paesaggi della pedemontana pordenonese, come "Poffabro" del 1912. Dopo la guerra, tornò spesso al paesaggio pedemontano e friulano anche dopo il trasferimento a Milano nel 1918, dove trovò un ambiente favorevole alla diffusione della sua pittura. Nel 1924 divenne socio onorario della regia Accademia di belle arti di Brera.

    La sua attività espositiva continuò con successo, partecipando a mostre importanti in Italia e all'estero. Cargnel morì a Milano nel 1931, e l'anno successivo si tenne una vasta retrospettiva alla Galleria Milano. Il suo contributo artistico fu successivamente riconosciuto con la presenza di due sue opere alla mostra dei quarant'anni della Biennale nel 1935. La sua opera ricevette una nuova attenzione nel corso degli anni, con retrospettive significative nel 1968 a Pordenone, nel 1988 a Sacile e nel 1999 al Museo civico di Pordenone. Opere di Cargnel si trovano oggi presso il Museo civico d'arte e la provincia di Pordenone.

    STIMA min € 700 - max € 800

    Lotto 27  

    Sera d'autunno

    Vittore Antonio Cargnel Vittore Antonio Cargnel
    Venezia 1872 - Milano 1931
    Olio su tela cm 30x40 firmato in basso a dx V.Cargnel

    Vittore Antonio Cargnel, nato a Venezia nel 1872, fu un pittore italiano il cui percorso artistico si sviluppò tra la fine del XIX secolo e la prima metà del XX secolo. Nel 1888, si iscrisse all'Accademia di Venezia, ma gran parte della sua formazione avvenne nello studio di Cesare Laurenti, noto pittore simbolista.
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    Cargnel trasse ispirazione anche dalle opere di artisti come Ciardi, Favretto e Nono, dai quali trasse numerosi suggerimenti per il suo sviluppo artistico.

    Le sue capacità artistiche si manifestarono in opere sia di carattere simbolista, come "La sera di Ca’ Pesaro" del 1899, che in ritratti, tra cui il noto "Ritratto di Giuseppe Favaro" del 1905. Tuttavia, la sua vera natura artistica si rivelò come paesaggista, radicato nella tradizione del tardo Ottocento veneto. Questo filone tematico rimase costante in tutta la sua carriera, con la campagna veneta e friulana come principale soggetto delle sue opere.

    Cargnel partecipò alla I Biennale nel 1895 con l'opera "Averte faciem tuam, domine, a peccatis meis," fortemente influenzata da Nono e Laurenti. La sua partecipazione continuò anche nelle edizioni successive della Biennale e in mostre internazionali come il Salon di Parigi, San Pietroburgo e Lipsia. La sua pittura si evolse verso una maggiore attenzione alla vibrazione atmosferica, evidente nelle opere esposte all'VIII Mostra internazionale di Monaco di Baviera.

    Nel 1900, si trasferì vicino a Treviso, dove avviò una fonderia di campane, e nel 1910 si trasferì a Sacile, dove rimase fino alla disfatta di Caporetto nel 1917. Durante questo periodo, realizzò alcuni dei suoi migliori paesaggi della pedemontana pordenonese, come "Poffabro" del 1912. Dopo la guerra, tornò spesso al paesaggio pedemontano e friulano anche dopo il trasferimento a Milano nel 1918, dove trovò un ambiente favorevole alla diffusione della sua pittura. Nel 1924 divenne socio onorario della regia Accademia di belle arti di Brera.

    La sua attività espositiva continuò con successo, partecipando a mostre importanti in Italia e all'estero. Cargnel morì a Milano nel 1931, e l'anno successivo si tenne una vasta retrospettiva alla Galleria Milano. Il suo contributo artistico fu successivamente riconosciuto con la presenza di due sue opere alla mostra dei quarant'anni della Biennale nel 1935. La sua opera ricevette una nuova attenzione nel corso degli anni, con retrospettive significative nel 1968 a Pordenone, nel 1988 a Sacile e nel 1999 al Museo civico di Pordenone. Opere di Cargnel si trovano oggi presso il Museo civico d'arte e la provincia di Pordenone.



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  • Lotto 28  

    Canale a Venezia

    Zaccaria Dal Bo
    Venezia 1872 - 1935
    Olio su tavola cm 40,5x28,5 firmato in basso a sx Z.Bo

    Dal Bo è stato un pittore veneziano noto per le sue rappresentazioni della laguna e delle scene veneziane. Formatosi all'Istituto di Belle Arti di Venezia, partecipò a numerose esposizioni di rilievo, tra cui diverse edizioni della Biennale di Venezia: nel 1903, 1907, 1909 e 1910.
    Clicca per espandere

    Le sue opere furono esposte anche all'Esposizione Universale del Centenario di Buenos Aires nel 1910 e all'Esposizione Nazionale di Belle Arti di Brera nel 1912. Dal Bò espose inoltre a Parigi, Düsseldorf e Londra, ottenendo riconoscimenti per la sua capacità di catturare l'essenza della sua città natale. Una delle sue opere è conservata presso la Galleria Marangoni di Udine. La sua produzione artistica comprende paesaggi lagunari, vedute urbane e nature morte, caratterizzate da una tavolozza cromatica delicata e da una pennellata fluida.

    STIMA min € 1200 - max € 1400

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    Canale a Venezia

    Zaccaria Dal Bo Zaccaria Dal Bo
    Venezia 1872 - 1935
    Olio su tavola cm 40,5x28,5 firmato in basso a sx Z.Bo

    Dal Bo è stato un pittore veneziano noto per le sue rappresentazioni della laguna e delle scene veneziane. Formatosi all'Istituto di Belle Arti di Venezia, partecipò a numerose esposizioni di rilievo, tra cui diverse edizioni della Biennale di Venezia: nel 1903, 1907, 1909 e 1910.
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    Le sue opere furono esposte anche all'Esposizione Universale del Centenario di Buenos Aires nel 1910 e all'Esposizione Nazionale di Belle Arti di Brera nel 1912. Dal Bò espose inoltre a Parigi, Düsseldorf e Londra, ottenendo riconoscimenti per la sua capacità di catturare l'essenza della sua città natale. Una delle sue opere è conservata presso la Galleria Marangoni di Udine. La sua produzione artistica comprende paesaggi lagunari, vedute urbane e nature morte, caratterizzate da una tavolozza cromatica delicata e da una pennellata fluida.



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  • Alessandro Milesi
    Venezia 1856-1945
    Olio su tavola cm 29x49,5 firmato in basso a sx A.Milesi

    Alessandro Milesi, figlio di Giovanni Maria, un commerciante all'ingrosso di granaglie, e della sua seconda moglie Lucia Viola, vide la luce a Venezia il 29 aprile 1856. Fu battezzato il 4 maggio nella parrocchia di S.
    Clicca per espandere

    Trovaso, contribuendo così alla ricca tradizione artistica di questa città lagunare.

    La sua giovinezza fu segnata da sfide economiche a causa della malattia del padre, che lo spinsero a iniziare a lavorare come tabaccaio nei pressi di S. Simeone. Tuttavia, la sua passione per l'arte lo spinse a perseguire una carriera artistica.

    A soli tredici anni, il 15 novembre 1869, Alessandro si iscrisse all'Accademia di belle arti di Venezia, un importante passo nella sua formazione. Qui studiò con impegno e ottenne risultati lodevoli, come attestato dai documenti conservati negli Archivi dell'Accademia.

    Il suo percorso artistico lo portò successivamente a Verona, dove seguì il suo insegnante Napoleone Nani. Grazie all'aiuto di Nani, ottenne commissioni importanti, tra cui il dipinto del soffitto di una chiesa a Isola della Scala e altri lavori significativi.

    Tornato a Venezia, Alessandro Milesi creò opere notevoli, tra cui i ritratti del padre e della madre, esposti in importanti gallerie d'arte. Espose in diverse mostre nazionali ed internazionali, guadagnandosi una crescente reputazione.

    Le sue opere spesso rappresentavano scene di vita quotidiana veneziana, con gruppi di persone intente al lavoro o alla conversazione, influenzate dalla tendenza artistica di quegli anni. Le sue composizioni richiamavano l'attenzione di collezionisti e artisti stranieri.

    Nel 1886, Alessandro Milesi si sposò con Maria Ciardi, anch'essa proveniente da una famiglia di artisti. Continuò a dipingere con passione, realizzando ritratti e opere di grande impegno sociale.

    Partecipò regolarmente alla Biennale di Venezia, esponendo diverse opere che ottennero apprezzamento e premi. Il suo contributo all'arte veneziana fu significativo, con opere che riflettevano la vita e la cultura della città.

    Nel 1934, realizzò una pala d'altare per la chiesa di S. Teresa a Venezia, una delle rare opere a soggetto religioso della sua carriera.

    Alessandro Milesi trascorse gran parte della sua vita a Venezia, contribuendo in modo significativo alla scena artistica della città. Morì il 29 ottobre 1945 a Venezia, lasciando un eredità duratura nel mondo dell'arte veneziana. Le sue opere continuano a essere ammirate e studiate per la loro bellezza e autenticità.

    STIMA min € 2500 - max € 3000

    Alessandro Milesi Alessandro Milesi
    Venezia 1856-1945
    Olio su tavola cm 29x49,5 firmato in basso a sx A.Milesi

    Alessandro Milesi, figlio di Giovanni Maria, un commerciante all'ingrosso di granaglie, e della sua seconda moglie Lucia Viola, vide la luce a Venezia il 29 aprile 1856. Fu battezzato il 4 maggio nella parrocchia di S.
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    Trovaso, contribuendo così alla ricca tradizione artistica di questa città lagunare.

    La sua giovinezza fu segnata da sfide economiche a causa della malattia del padre, che lo spinsero a iniziare a lavorare come tabaccaio nei pressi di S. Simeone. Tuttavia, la sua passione per l'arte lo spinse a perseguire una carriera artistica.

    A soli tredici anni, il 15 novembre 1869, Alessandro si iscrisse all'Accademia di belle arti di Venezia, un importante passo nella sua formazione. Qui studiò con impegno e ottenne risultati lodevoli, come attestato dai documenti conservati negli Archivi dell'Accademia.

    Il suo percorso artistico lo portò successivamente a Verona, dove seguì il suo insegnante Napoleone Nani. Grazie all'aiuto di Nani, ottenne commissioni importanti, tra cui il dipinto del soffitto di una chiesa a Isola della Scala e altri lavori significativi.

    Tornato a Venezia, Alessandro Milesi creò opere notevoli, tra cui i ritratti del padre e della madre, esposti in importanti gallerie d'arte. Espose in diverse mostre nazionali ed internazionali, guadagnandosi una crescente reputazione.

    Le sue opere spesso rappresentavano scene di vita quotidiana veneziana, con gruppi di persone intente al lavoro o alla conversazione, influenzate dalla tendenza artistica di quegli anni. Le sue composizioni richiamavano l'attenzione di collezionisti e artisti stranieri.

    Nel 1886, Alessandro Milesi si sposò con Maria Ciardi, anch'essa proveniente da una famiglia di artisti. Continuò a dipingere con passione, realizzando ritratti e opere di grande impegno sociale.

    Partecipò regolarmente alla Biennale di Venezia, esponendo diverse opere che ottennero apprezzamento e premi. Il suo contributo all'arte veneziana fu significativo, con opere che riflettevano la vita e la cultura della città.

    Nel 1934, realizzò una pala d'altare per la chiesa di S. Teresa a Venezia, una delle rare opere a soggetto religioso della sua carriera.

    Alessandro Milesi trascorse gran parte della sua vita a Venezia, contribuendo in modo significativo alla scena artistica della città. Morì il 29 ottobre 1945 a Venezia, lasciando un eredità duratura nel mondo dell'arte veneziana. Le sue opere continuano a essere ammirate e studiate per la loro bellezza e autenticità.



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  • Lotto 30  

    Studi pomeridiani

    Achille Boschi
    Modena 1852 - 1930
    Olio su cartone cm 44x37 firmato in basso a sx A.Boschi

    Achille Boschi nacque a Modena il 10 novembre 1852, in una famiglia di agricoltori. Fin da giovane dimostrò una spiccata inclinazione per il disegno, un talento che lo portò a intraprendere studi artistici sotto la guida del maestro Adeodato Malatesta all'Accademia di Modena.
    Clicca per espandere

    Nel 1872, grazie al supporto del suo insegnante, ottenne un sussidio che gli permise di approfondire la sua formazione artistica, segnando l'inizio di una carriera brillante.

    Boschi si distinse presto nel panorama artistico. Nel 1872 partecipò alla Mostra Triennale d'Incoraggiamento con il dipinto "Savonarola al letto di morte di Lorenzo de' Medici", una prima opera che lo mise in evidenza. Nel 1875 si trasferì a Roma, dove proseguì i suoi studi all'Accademia di San Luca e si immerge nell'ambiente artistico romano, abbracciando la pittura storica e religiosa. Durante questo periodo, la sua pittura si arricchì di intensi riferimenti emotivi e un forte impatto tecnico.

    Il suo capolavoro assoluto è la grande pala d'altare commissionata per la Chiesa di San Cataldo a Modena, che testimonia la sua maestria nell'affresco e nella composizione. Altri lavori significativi includono la pala d'altare per la Chiesa di San Giovanni Valtidone e una serie di ritratti di figure illustri del tempo, che evidenziano la sua abilità nell'interpretare l'animo umano.

    Boschi fu anche un apprezzato insegnante e contribuì alla formazione di nuove generazioni di artisti, lasciando un'impronta duratura nel panorama dell'arte italiana del XIX secolo. Le sue opere, custodite in numerose collezioni pubbliche e private, continuano a essere oggetto di studio e ammirazione, rendendo Achille Boschi una figura centrale nell'arte modenese e nazionale. Morì a Modena il 30 giugno 1930.

    STIMA min € 1200 - max € 1400

    Lotto 30  

    Studi pomeridiani

    Achille Boschi Achille Boschi
    Modena 1852 - 1930
    Olio su cartone cm 44x37 firmato in basso a sx A.Boschi

    Achille Boschi nacque a Modena il 10 novembre 1852, in una famiglia di agricoltori. Fin da giovane dimostrò una spiccata inclinazione per il disegno, un talento che lo portò a intraprendere studi artistici sotto la guida del maestro Adeodato Malatesta all'Accademia di Modena.
    Clicca per espandere

    Nel 1872, grazie al supporto del suo insegnante, ottenne un sussidio che gli permise di approfondire la sua formazione artistica, segnando l'inizio di una carriera brillante.

    Boschi si distinse presto nel panorama artistico. Nel 1872 partecipò alla Mostra Triennale d'Incoraggiamento con il dipinto "Savonarola al letto di morte di Lorenzo de' Medici", una prima opera che lo mise in evidenza. Nel 1875 si trasferì a Roma, dove proseguì i suoi studi all'Accademia di San Luca e si immerge nell'ambiente artistico romano, abbracciando la pittura storica e religiosa. Durante questo periodo, la sua pittura si arricchì di intensi riferimenti emotivi e un forte impatto tecnico.

    Il suo capolavoro assoluto è la grande pala d'altare commissionata per la Chiesa di San Cataldo a Modena, che testimonia la sua maestria nell'affresco e nella composizione. Altri lavori significativi includono la pala d'altare per la Chiesa di San Giovanni Valtidone e una serie di ritratti di figure illustri del tempo, che evidenziano la sua abilità nell'interpretare l'animo umano.

    Boschi fu anche un apprezzato insegnante e contribuì alla formazione di nuove generazioni di artisti, lasciando un'impronta duratura nel panorama dell'arte italiana del XIX secolo. Le sue opere, custodite in numerose collezioni pubbliche e private, continuano a essere oggetto di studio e ammirazione, rendendo Achille Boschi una figura centrale nell'arte modenese e nazionale. Morì a Modena il 30 giugno 1930.



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  • Pittore Anonimo Del XVIII - XIX Secolo
    Veneto XVIII - XIX
    Olio su tela cm 30x38 firmato non firmato

    STIMA min € 3500 - max € 4000

    Pittore Anonimo Del XVIII - XIX Secolo Pittore Anonimo Del XVIII - XIX Secolo
    Veneto XVIII - XIX
    Olio su tela cm 30x38 firmato non firmato



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  • Lotto 32  

    Passeggiata nel parco

    Pittore Anonimo Del XVIII - XIX Secolo
    Italia XVIII - XIX
    Tempera su tela cm 43x59 firmato non firmato

    STIMA min € 2000 - max € 2500

    Lotto 32  

    Passeggiata nel parco

    Pittore Anonimo Del XVIII - XIX Secolo Pittore Anonimo Del XVIII - XIX Secolo
    Italia XVIII - XIX
    Tempera su tela cm 43x59 firmato non firmato



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  • Lotto 33  

    Il Duomo

    Ernesto Armani
    Male', Trento 1898 - Rovereto 1986
    Olio su tavola cm 39x52 firmato in basso a dx Armani

    Ernesto Armani nacque il 3 settembre 1898 a Malè, in Val di Sole, Trentino. Cresciuto in una famiglia di origine legata al mondo della natura e del paesaggio, il suo percorso artistico iniziò ben presto.
    Clicca per espandere

    Dopo il trasferimento della famiglia a Rovereto nel 1908, intraprese gli studi presso la Scuola Reale Elisabettina, dove cominciò a sviluppare il suo amore per l’arte. La sua formazione proseguì all'Accademia di Belle Arti, ma ben presto si trasferì a Milano, dove si laureò in Architettura nel 1922.

    Nel 1923, si recò a Berlino per una prima esperienza internazionale, allestendo la sua prima mostra personale al Kurfürstendamm. Questo periodo segnò l'inizio del suo interesse per il mondo del cinema, dove si distinse come scenografo. Continuò a essere attivo nel panorama artistico e cinematografico, tanto che nel 1926 fu chiamato a dirigere la Galleria “Bottega di Poesia” di Milano, organizzando mostre e consolidando la sua reputazione.

    Ernesto Armani è ricordato principalmente per i suoi acquerelli, in cui seppe catturare con eleganza e sensibilità la bellezza delle cattedrali francesi, del Duomo di Milano e delle chiese italiane. La sua pittura si caratterizzava per il lirismo verista e un naturale realismo, lontano dalle avanguardie artistiche dell’epoca. Le sue opere sono state esposte in numerose mostre sia in Italia che all’estero e sono oggi conservate in importanti collezioni pubbliche e private.

    Armani morì nel 1986 a RoveretoErnesto Armani nacque il 3 settembre 1898 a Malè, in Val di Sole, Trentino. Cresciuto in una famiglia di origine legata al mondo della natura e del paesaggio, il suo percorso artistico iniziò ben presto. Dopo il trasferimento della famiglia a Rovereto nel 1908, intraprese gli studi presso la Scuola Reale Elisabettina, dove cominciò a sviluppare il suo amore per l’arte. La sua formazione proseguì all'Accademia di Belle Arti, ma ben presto si trasferì a Milano, dove si laureò in Architettura nel 1922.

    Nel 1923, si recò a Berlino per una prima esperienza internazionale, allestendo la sua prima mostra personale al Kurfürstendamm. Questo periodo segnò l'inizio del suo interesse per il mondo del cinema, dove si distinse come scenografo. Continuò a essere attivo nel panorama artistico e cinematografico, tanto che nel 1926 fu chiamato a dirigere la Galleria “Bottega di Poesia” di Milano, organizzando mostre e consolidando la sua reputazione.

    Ernesto Armani è ricordato principalmente per i suoi acquerelli, in cui seppe catturare con eleganza e sensibilità la bellezza delle cattedrali francesi, del Duomo di Milano e delle chiese italiane. La sua pittura si caratterizzava per il lirismo verista e un naturale realismo, lontano dalle avanguardie artistiche dell’epoca. Le sue opere sono state esposte in numerose mostre sia in Italia che all’estero e sono oggi conservate in importanti collezioni pubbliche e private.

    Armani morì nel 1986 a Rovereto.

    STIMA min € 1500 - max € 1800

    Lotto 33  

    Il Duomo

    Ernesto Armani Ernesto Armani
    Male', Trento 1898 - Rovereto 1986
    Olio su tavola cm 39x52 firmato in basso a dx Armani

    Ernesto Armani nacque il 3 settembre 1898 a Malè, in Val di Sole, Trentino. Cresciuto in una famiglia di origine legata al mondo della natura e del paesaggio, il suo percorso artistico iniziò ben presto.
    Clicca per espandere

    Dopo il trasferimento della famiglia a Rovereto nel 1908, intraprese gli studi presso la Scuola Reale Elisabettina, dove cominciò a sviluppare il suo amore per l’arte. La sua formazione proseguì all'Accademia di Belle Arti, ma ben presto si trasferì a Milano, dove si laureò in Architettura nel 1922.

    Nel 1923, si recò a Berlino per una prima esperienza internazionale, allestendo la sua prima mostra personale al Kurfürstendamm. Questo periodo segnò l'inizio del suo interesse per il mondo del cinema, dove si distinse come scenografo. Continuò a essere attivo nel panorama artistico e cinematografico, tanto che nel 1926 fu chiamato a dirigere la Galleria “Bottega di Poesia” di Milano, organizzando mostre e consolidando la sua reputazione.

    Ernesto Armani è ricordato principalmente per i suoi acquerelli, in cui seppe catturare con eleganza e sensibilità la bellezza delle cattedrali francesi, del Duomo di Milano e delle chiese italiane. La sua pittura si caratterizzava per il lirismo verista e un naturale realismo, lontano dalle avanguardie artistiche dell’epoca. Le sue opere sono state esposte in numerose mostre sia in Italia che all’estero e sono oggi conservate in importanti collezioni pubbliche e private.

    Armani morì nel 1986 a RoveretoErnesto Armani nacque il 3 settembre 1898 a Malè, in Val di Sole, Trentino. Cresciuto in una famiglia di origine legata al mondo della natura e del paesaggio, il suo percorso artistico iniziò ben presto. Dopo il trasferimento della famiglia a Rovereto nel 1908, intraprese gli studi presso la Scuola Reale Elisabettina, dove cominciò a sviluppare il suo amore per l’arte. La sua formazione proseguì all'Accademia di Belle Arti, ma ben presto si trasferì a Milano, dove si laureò in Architettura nel 1922.

    Nel 1923, si recò a Berlino per una prima esperienza internazionale, allestendo la sua prima mostra personale al Kurfürstendamm. Questo periodo segnò l'inizio del suo interesse per il mondo del cinema, dove si distinse come scenografo. Continuò a essere attivo nel panorama artistico e cinematografico, tanto che nel 1926 fu chiamato a dirigere la Galleria “Bottega di Poesia” di Milano, organizzando mostre e consolidando la sua reputazione.

    Ernesto Armani è ricordato principalmente per i suoi acquerelli, in cui seppe catturare con eleganza e sensibilità la bellezza delle cattedrali francesi, del Duomo di Milano e delle chiese italiane. La sua pittura si caratterizzava per il lirismo verista e un naturale realismo, lontano dalle avanguardie artistiche dell’epoca. Le sue opere sono state esposte in numerose mostre sia in Italia che all’estero e sono oggi conservate in importanti collezioni pubbliche e private.

    Armani morì nel 1986 a Rovereto.



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  • Italo Nunes Vais
    Tunisi 1860 - Firenze 1932
    Olio su tela cm 64x55 firmato in alto a dx ItaloNunes Vais

    Italo Nunes Vais nacque il 2 marzo 1860 a Tunisi, da una famiglia di origine sefardita proveniente da Livorno. La sua formazione artistica ebbe inizio a Firenze, dove studiò all'Accademia di Belle Arti, per poi proseguire a Napoli nel 1880, dove seguì i corsi dell'Accademia di Belle Arti sotto la guida del maestro Domenico Morelli.
    Clicca per espandere



    Nel 1882, Nunes Vais realizzò uno dei suoi dipinti più celebri, "Garibaldi a Taganrok", oggi esposto nel Museo del Risorgimento di Milano. Quest'opera racconta un episodio significativo della vita di Garibaldi, quando incontrò alcuni immigrati italiani nell'osteria di Taganrok sul Mar Nero, un incontro che risvegliò in lui i sentimenti patriottici e lo spinse ad abbracciare la causa dell'Unità d'Italia.

    Oltre a essere un apprezzato ritrattista, Nunes Vais si distinse anche come paesaggista, mostrando una grande capacità nel catturare dettagli minuti e atmosfere particolari. Tra le sue opere più famose spicca "Nell'Hammam, Tunisia", un dipinto che evidenzia il suo interesse per i soggetti orientalistici e la sua abilità nel rappresentare con grande realismo ambienti esotici.

    Italo Nunes Vais morì a Firenze nel 1932Italo Nunes Vais nacque il 2 marzo 1860 a Tunisi, da una famiglia di origine sefardita proveniente da Livorno. La sua formazione artistica ebbe inizio a Firenze, dove studiò all'Accademia di Belle Arti, per poi proseguire a Napoli nel 1880, dove seguì i corsi dell'Accademia di Belle Arti sotto la guida del maestro Domenico Morelli.

    Nel 1882, Nunes Vais realizzò uno dei suoi dipinti più celebri, "Garibaldi a Taganrok", oggi esposto nel Museo del Risorgimento di Milano. Quest'opera racconta un episodio significativo della vita di Garibaldi, quando incontrò alcuni immigrati italiani nell'osteria di Taganrok sul Mar Nero, un incontro che risvegliò in lui i sentimenti patriottici e lo spinse ad abbracciare la causa dell'Unità d'Italia.

    Oltre a essere un apprezzato ritrattista, Nunes Vais si distinse anche come paesaggista, mostrando una grande capacità nel catturare dettagli minuti e atmosfere particolari. Tra le sue opere più famose spicca "Nell'Hammam, Tunisia", un dipinto che evidenzia il suo interesse per i soggetti orientalistici e la sua abilità nel rappresentare con grande realismo ambienti esotici.

    Italo Nunes Vais morì a Firenze nel 1932.

    STIMA min € 2000 - max € 2200

    Italo Nunes Vais Italo Nunes Vais
    Tunisi 1860 - Firenze 1932
    Olio su tela cm 64x55 firmato in alto a dx ItaloNunes Vais

    Italo Nunes Vais nacque il 2 marzo 1860 a Tunisi, da una famiglia di origine sefardita proveniente da Livorno. La sua formazione artistica ebbe inizio a Firenze, dove studiò all'Accademia di Belle Arti, per poi proseguire a Napoli nel 1880, dove seguì i corsi dell'Accademia di Belle Arti sotto la guida del maestro Domenico Morelli.
    Clicca per espandere



    Nel 1882, Nunes Vais realizzò uno dei suoi dipinti più celebri, "Garibaldi a Taganrok", oggi esposto nel Museo del Risorgimento di Milano. Quest'opera racconta un episodio significativo della vita di Garibaldi, quando incontrò alcuni immigrati italiani nell'osteria di Taganrok sul Mar Nero, un incontro che risvegliò in lui i sentimenti patriottici e lo spinse ad abbracciare la causa dell'Unità d'Italia.

    Oltre a essere un apprezzato ritrattista, Nunes Vais si distinse anche come paesaggista, mostrando una grande capacità nel catturare dettagli minuti e atmosfere particolari. Tra le sue opere più famose spicca "Nell'Hammam, Tunisia", un dipinto che evidenzia il suo interesse per i soggetti orientalistici e la sua abilità nel rappresentare con grande realismo ambienti esotici.

    Italo Nunes Vais morì a Firenze nel 1932Italo Nunes Vais nacque il 2 marzo 1860 a Tunisi, da una famiglia di origine sefardita proveniente da Livorno. La sua formazione artistica ebbe inizio a Firenze, dove studiò all'Accademia di Belle Arti, per poi proseguire a Napoli nel 1880, dove seguì i corsi dell'Accademia di Belle Arti sotto la guida del maestro Domenico Morelli.

    Nel 1882, Nunes Vais realizzò uno dei suoi dipinti più celebri, "Garibaldi a Taganrok", oggi esposto nel Museo del Risorgimento di Milano. Quest'opera racconta un episodio significativo della vita di Garibaldi, quando incontrò alcuni immigrati italiani nell'osteria di Taganrok sul Mar Nero, un incontro che risvegliò in lui i sentimenti patriottici e lo spinse ad abbracciare la causa dell'Unità d'Italia.

    Oltre a essere un apprezzato ritrattista, Nunes Vais si distinse anche come paesaggista, mostrando una grande capacità nel catturare dettagli minuti e atmosfere particolari. Tra le sue opere più famose spicca "Nell'Hammam, Tunisia", un dipinto che evidenzia il suo interesse per i soggetti orientalistici e la sua abilità nel rappresentare con grande realismo ambienti esotici.

    Italo Nunes Vais morì a Firenze nel 1932.



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  • Archimede Gruden
    Nizza, Francia 1898 - Venezia 1955
    Olio su tavola cm 34,5x44,5 firmato in basso a dx A.Gruden

    Archimede Gruden nacque nel 1898 a Nizza, da genitori italiani. La sua formazione artistica iniziò in giovane età, quando si trasferì in Italia.
    Clicca per espandere

    Frequentò l'Accademia di Belle Arti di Venezia e successivamente quella di Napoli, dove affinò il suo talento sotto la guida di maestri locali.

    A partire dagli anni Venti, Gruden iniziò a farsi notare nel panorama artistico italiano, partecipando a importanti esposizioni, tra cui la Biennale di Venezia e la Quadriennale di Torino. La sua pittura si caratterizzò per una profonda attenzione alla luce e ai dettagli, che lo portò a realizzare opere che riflettevano l'atmosfera unica dei luoghi che dipingeva. Tra i suoi soggetti preferiti ci furono le vedute di città, come le scene di Venezia, ma anche paesaggi e scene quotidiane. La sua abilità nel rappresentare la vita di tutti i giorni, con una spiccata attenzione agli ambienti naturali e urbani, lo rese apprezzato sia come ritrattista che come paesaggista.

    Una delle sue opere più note è "Venezia, navi ormeggiate nel bacino di San Marco" del 1924, che cattura in modo vivace e suggestivo il cuore pulsante della laguna. Negli anni successivi, Gruden continuò a evolvere il suo stile, spostandosi verso una maggiore luminosità e una più raffinata resa cromatica. La sua carriera fu affiancata da una serie di esperienze personali, tra cui la fondazione di una società di spedizioni a Venezia negli anni Trenta, attività che gestì parallelamente alla pittura.

    Gruden morì a Venezia nel 1972Archimede Gruden nacque nel 1898 a Nizza, da genitori italiani. La sua formazione artistica iniziò in giovane età, quando si trasferì in Italia. Frequentò l'Accademia di Belle Arti di Venezia e successivamente quella di Napoli, dove affinò il suo talento sotto la guida di maestri locali.

    A partire dagli anni Venti, Gruden iniziò a farsi notare nel panorama artistico italiano, partecipando a importanti esposizioni, tra cui la Biennale di Venezia e la Quadriennale di Torino. La sua pittura si caratterizzò per una profonda attenzione alla luce e ai dettagli, che lo portò a realizzare opere che riflettevano l'atmosfera unica dei luoghi che dipingeva. Tra i suoi soggetti preferiti ci furono le vedute di città, come le scene di Venezia, ma anche paesaggi e scene quotidiane. La sua abilità nel rappresentare la vita di tutti i giorni, con una spiccata attenzione agli ambienti naturali e urbani, lo rese apprezzato sia come ritrattista che come paesaggista.

    Una delle sue opere più note è "Venezia, navi ormeggiate nel bacino di San Marco" del 1924, che cattura in modo vivace e suggestivo il cuore pulsante della laguna. Negli anni successivi, Gruden continuò a evolvere il suo stile, spostandosi verso una maggiore luminosità e una più raffinata resa cromatica. La sua carriera fu affiancata da una serie di esperienze personali, tra cui la fondazione di una società di spedizioni a Venezia negli anni Trenta, attività che gestì parallelamente alla pittura.

    Gruden morì a Venezia nel 1972.

    STIMA min € 1000 - max € 1200

    Archimede Gruden Archimede Gruden
    Nizza, Francia 1898 - Venezia 1955
    Olio su tavola cm 34,5x44,5 firmato in basso a dx A.Gruden

    Archimede Gruden nacque nel 1898 a Nizza, da genitori italiani. La sua formazione artistica iniziò in giovane età, quando si trasferì in Italia.
    Clicca per espandere

    Frequentò l'Accademia di Belle Arti di Venezia e successivamente quella di Napoli, dove affinò il suo talento sotto la guida di maestri locali.

    A partire dagli anni Venti, Gruden iniziò a farsi notare nel panorama artistico italiano, partecipando a importanti esposizioni, tra cui la Biennale di Venezia e la Quadriennale di Torino. La sua pittura si caratterizzò per una profonda attenzione alla luce e ai dettagli, che lo portò a realizzare opere che riflettevano l'atmosfera unica dei luoghi che dipingeva. Tra i suoi soggetti preferiti ci furono le vedute di città, come le scene di Venezia, ma anche paesaggi e scene quotidiane. La sua abilità nel rappresentare la vita di tutti i giorni, con una spiccata attenzione agli ambienti naturali e urbani, lo rese apprezzato sia come ritrattista che come paesaggista.

    Una delle sue opere più note è "Venezia, navi ormeggiate nel bacino di San Marco" del 1924, che cattura in modo vivace e suggestivo il cuore pulsante della laguna. Negli anni successivi, Gruden continuò a evolvere il suo stile, spostandosi verso una maggiore luminosità e una più raffinata resa cromatica. La sua carriera fu affiancata da una serie di esperienze personali, tra cui la fondazione di una società di spedizioni a Venezia negli anni Trenta, attività che gestì parallelamente alla pittura.

    Gruden morì a Venezia nel 1972Archimede Gruden nacque nel 1898 a Nizza, da genitori italiani. La sua formazione artistica iniziò in giovane età, quando si trasferì in Italia. Frequentò l'Accademia di Belle Arti di Venezia e successivamente quella di Napoli, dove affinò il suo talento sotto la guida di maestri locali.

    A partire dagli anni Venti, Gruden iniziò a farsi notare nel panorama artistico italiano, partecipando a importanti esposizioni, tra cui la Biennale di Venezia e la Quadriennale di Torino. La sua pittura si caratterizzò per una profonda attenzione alla luce e ai dettagli, che lo portò a realizzare opere che riflettevano l'atmosfera unica dei luoghi che dipingeva. Tra i suoi soggetti preferiti ci furono le vedute di città, come le scene di Venezia, ma anche paesaggi e scene quotidiane. La sua abilità nel rappresentare la vita di tutti i giorni, con una spiccata attenzione agli ambienti naturali e urbani, lo rese apprezzato sia come ritrattista che come paesaggista.

    Una delle sue opere più note è "Venezia, navi ormeggiate nel bacino di San Marco" del 1924, che cattura in modo vivace e suggestivo il cuore pulsante della laguna. Negli anni successivi, Gruden continuò a evolvere il suo stile, spostandosi verso una maggiore luminosità e una più raffinata resa cromatica. La sua carriera fu affiancata da una serie di esperienze personali, tra cui la fondazione di una società di spedizioni a Venezia negli anni Trenta, attività che gestì parallelamente alla pittura.

    Gruden morì a Venezia nel 1972.



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  • Lotto 36  

    Ritratto femminile

    Anonimo Siglato
    Italia XIX-XX
    Olio su tela cm 46x30 firmato in basso a dx A.S.

    STIMA min € 1200 - max € 1400

    Lotto 36  

    Ritratto femminile

    Anonimo Siglato Anonimo Siglato
    Italia XIX-XX
    Olio su tela cm 46x30 firmato in basso a dx A.S.



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  • Lotto 37  

    Montagne valdostane

    Italo Mus
    Chatillon AO 1892 - Saint Vincent AO 1967
    Olio su tavola cm 27,5x33,5 firmato in basso a dx I.Mus

    Italo Mus nacque il 4 aprile 1892 a Châtillon, un piccolo villaggio della Valle d'Aosta. Cresciuto in una famiglia di artisti, suo padre Eugenio Mus era uno scultore che lo avviò sin da giovane allo studio del disegno e della scultura in legno nella sua bottega.
    Clicca per espandere

    Sebbene inizialmente si dedicasse all'intaglio, il giovane Italo si orientò verso la pittura, grazie anche all'incoraggiamento di Lorenzo Delleani, pittore di fama, che lo indirizzò verso una formazione accademica.

    Frequentò l'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, dove approfondì la sua preparazione sotto la guida di maestri come Paolo Gaidano, Andrea Marchisio, Giacomo Grosso e Luigi Onetti. La sua carriera artistica ebbe una svolta importante nel 1912, quando partecipò al Salone dei Giovani Pittori, ottenendo il primo premio, un riconoscimento che segnò l'inizio di una carriera brillante.

    Nel 1913, Mus ampliò la sua esperienza artistica collaborando alla realizzazione di decorazioni a fresco in città come Lione e Losanna. Ma fu la sua Valle d'Aosta, con i suoi paesaggi montani e le tradizioni rurali, a diventare la principale fonte di ispirazione per le sue opere. Le sue tele spesso raccontano scene di vita quotidiana, come il lavoro dei pastori, dei contadini e le peculiarità degli antichi edifici rurali come i rascard, tipiche costruzioni in legno e pietra delle Alpi.

    Tra le sue opere più celebri si ricordano "Pastore al lavoro", "Contadini: la semina" e "Rascard", che testimoniano la sua capacità di catturare la bellezza e la semplicità della vita montana. Con una tavolozza che riflette i toni caldi e terrosi dei paesaggi alpini, Mus riusciva a trasmettere un forte senso di identità e appartenenza alla sua terra.

    Italo Mus morì il 15 maggio 1967 a Saint-VincentItalo Mus nacque il 4 aprile 1892 a Châtillon, un piccolo villaggio della Valle d'Aosta. Cresciuto in una famiglia di artisti, suo padre Eugenio Mus era uno scultore che lo avviò sin da giovane allo studio del disegno e della scultura in legno nella sua bottega. Sebbene inizialmente si dedicasse all'intaglio, il giovane Italo si orientò verso la pittura, grazie anche all'incoraggiamento di Lorenzo Delleani, pittore di fama, che lo indirizzò verso una formazione accademica.

    Frequentò l'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, dove approfondì la sua preparazione sotto la guida di maestri come Paolo Gaidano, Andrea Marchisio, Giacomo Grosso e Luigi Onetti. La sua carriera artistica ebbe una svolta importante nel 1912, quando partecipò al Salone dei Giovani Pittori, ottenendo il primo premio, un riconoscimento che segnò l'inizio di una carriera brillante.

    Nel 1913, Mus ampliò la sua esperienza artistica collaborando alla realizzazione di decorazioni a fresco in città come Lione e Losanna. Ma fu la sua Valle d'Aosta, con i suoi paesaggi montani e le tradizioni rurali, a diventare la principale fonte di ispirazione per le sue opere. Le sue tele spesso raccontano scene di vita quotidiana, come il lavoro dei pastori, dei contadini e le peculiarità degli antichi edifici rurali come i rascard, tipiche costruzioni in legno e pietra delle Alpi.

    Tra le sue opere più celebri si ricordano "Pastore al lavoro", "Contadini: la semina" e "Rascard", che testimoniano la sua capacità di catturare la bellezza e la semplicità della vita montana. Con una tavolozza che riflette i toni caldi e terrosi dei paesaggi alpini, Mus riusciva a trasmettere un forte senso di identità e appartenenza alla sua terra.

    Italo Mus morì il 15 maggio 1967 a Saint-Vincent.

    STIMA min € 2500 - max € 3000

    Lotto 37  

    Montagne valdostane

    Italo Mus Italo Mus
    Chatillon AO 1892 - Saint Vincent AO 1967
    Olio su tavola cm 27,5x33,5 firmato in basso a dx I.Mus

    Italo Mus nacque il 4 aprile 1892 a Châtillon, un piccolo villaggio della Valle d'Aosta. Cresciuto in una famiglia di artisti, suo padre Eugenio Mus era uno scultore che lo avviò sin da giovane allo studio del disegno e della scultura in legno nella sua bottega.
    Clicca per espandere

    Sebbene inizialmente si dedicasse all'intaglio, il giovane Italo si orientò verso la pittura, grazie anche all'incoraggiamento di Lorenzo Delleani, pittore di fama, che lo indirizzò verso una formazione accademica.

    Frequentò l'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, dove approfondì la sua preparazione sotto la guida di maestri come Paolo Gaidano, Andrea Marchisio, Giacomo Grosso e Luigi Onetti. La sua carriera artistica ebbe una svolta importante nel 1912, quando partecipò al Salone dei Giovani Pittori, ottenendo il primo premio, un riconoscimento che segnò l'inizio di una carriera brillante.

    Nel 1913, Mus ampliò la sua esperienza artistica collaborando alla realizzazione di decorazioni a fresco in città come Lione e Losanna. Ma fu la sua Valle d'Aosta, con i suoi paesaggi montani e le tradizioni rurali, a diventare la principale fonte di ispirazione per le sue opere. Le sue tele spesso raccontano scene di vita quotidiana, come il lavoro dei pastori, dei contadini e le peculiarità degli antichi edifici rurali come i rascard, tipiche costruzioni in legno e pietra delle Alpi.

    Tra le sue opere più celebri si ricordano "Pastore al lavoro", "Contadini: la semina" e "Rascard", che testimoniano la sua capacità di catturare la bellezza e la semplicità della vita montana. Con una tavolozza che riflette i toni caldi e terrosi dei paesaggi alpini, Mus riusciva a trasmettere un forte senso di identità e appartenenza alla sua terra.

    Italo Mus morì il 15 maggio 1967 a Saint-VincentItalo Mus nacque il 4 aprile 1892 a Châtillon, un piccolo villaggio della Valle d'Aosta. Cresciuto in una famiglia di artisti, suo padre Eugenio Mus era uno scultore che lo avviò sin da giovane allo studio del disegno e della scultura in legno nella sua bottega. Sebbene inizialmente si dedicasse all'intaglio, il giovane Italo si orientò verso la pittura, grazie anche all'incoraggiamento di Lorenzo Delleani, pittore di fama, che lo indirizzò verso una formazione accademica.

    Frequentò l'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, dove approfondì la sua preparazione sotto la guida di maestri come Paolo Gaidano, Andrea Marchisio, Giacomo Grosso e Luigi Onetti. La sua carriera artistica ebbe una svolta importante nel 1912, quando partecipò al Salone dei Giovani Pittori, ottenendo il primo premio, un riconoscimento che segnò l'inizio di una carriera brillante.

    Nel 1913, Mus ampliò la sua esperienza artistica collaborando alla realizzazione di decorazioni a fresco in città come Lione e Losanna. Ma fu la sua Valle d'Aosta, con i suoi paesaggi montani e le tradizioni rurali, a diventare la principale fonte di ispirazione per le sue opere. Le sue tele spesso raccontano scene di vita quotidiana, come il lavoro dei pastori, dei contadini e le peculiarità degli antichi edifici rurali come i rascard, tipiche costruzioni in legno e pietra delle Alpi.

    Tra le sue opere più celebri si ricordano "Pastore al lavoro", "Contadini: la semina" e "Rascard", che testimoniano la sua capacità di catturare la bellezza e la semplicità della vita montana. Con una tavolozza che riflette i toni caldi e terrosi dei paesaggi alpini, Mus riusciva a trasmettere un forte senso di identità e appartenenza alla sua terra.

    Italo Mus morì il 15 maggio 1967 a Saint-Vincent.



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  • Lotto 38  

    Cavalli da tiro

    Carlo Balestrini
    1868-1923
    Olio su tela cm 30x60 firmato in basso a dx C.Balestrini

    Carlo Balestrini è stato un pittore italiano attivo soprattutto nella seconda metà del XX secolo, noto per il suo approccio innovativo e la sua abilità nell'uso del colore. Nato a Milano, il suo percorso artistico si sviluppa principalmente nel contesto dell'arte contemporanea, con un forte interesse per le tematiche figurative e astratte.
    Clicca per espandere

    La sua arte è stata influenzata dalle principali correnti artistiche del tempo, spaziando tra il realismo e l'astrattismo, con un particolare focus sull'equilibrio delle forme e sull'armonia cromatica.

    STIMA min € 1200 - max € 1400

    Lotto 38  

    Cavalli da tiro

    Carlo Balestrini Carlo Balestrini
    1868-1923
    Olio su tela cm 30x60 firmato in basso a dx C.Balestrini

    Carlo Balestrini è stato un pittore italiano attivo soprattutto nella seconda metà del XX secolo, noto per il suo approccio innovativo e la sua abilità nell'uso del colore. Nato a Milano, il suo percorso artistico si sviluppa principalmente nel contesto dell'arte contemporanea, con un forte interesse per le tematiche figurative e astratte.
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    La sua arte è stata influenzata dalle principali correnti artistiche del tempo, spaziando tra il realismo e l'astrattismo, con un particolare focus sull'equilibrio delle forme e sull'armonia cromatica.



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  • Hermann Handl
    1891 - 1964
    Olio su tela cm 101x87 firmato in basso a sx Hermann Handl

    Hermann Handl nacque nel 1891 a Ofen (oggi Budapest) e morì nel 1964 a Zell am See, in Austria. La sua formazione artistica si sviluppò in Austria, dove studiò pittura e si specializzò nella rappresentazione di paesaggi montani e scene di vita quotidiana.
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    Le sue opere sono caratterizzate da una tecnica pittorica raffinata e da una particolare attenzione alla luce e all'atmosfera. Tra le sue opere più note vi sono "Wintersonne" (Sole d'inverno), un olio su tavola datato 1925, che riflette la sua abilità nel catturare la bellezza dei paesaggi invernali. La sua arte è stata apprezzata in Austria e all'estero, con alcune delle sue opere vendute in aste internazionali.

    STIMA min € 1500 - max € 2000

    Hermann Handl Hermann Handl
    1891 - 1964
    Olio su tela cm 101x87 firmato in basso a sx Hermann Handl

    Hermann Handl nacque nel 1891 a Ofen (oggi Budapest) e morì nel 1964 a Zell am See, in Austria. La sua formazione artistica si sviluppò in Austria, dove studiò pittura e si specializzò nella rappresentazione di paesaggi montani e scene di vita quotidiana.
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    Le sue opere sono caratterizzate da una tecnica pittorica raffinata e da una particolare attenzione alla luce e all'atmosfera. Tra le sue opere più note vi sono "Wintersonne" (Sole d'inverno), un olio su tavola datato 1925, che riflette la sua abilità nel catturare la bellezza dei paesaggi invernali. La sua arte è stata apprezzata in Austria e all'estero, con alcune delle sue opere vendute in aste internazionali.



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  • Lotto 40  

    Temporale imminente

    August Von Rentzell
    Germania 1810-1891
    Olio su tela cm 61x73 firmato in basso a dx AugustVon Rentzell 1842

    August von Rentzell, nato nel 1810 a Marienwerder (oggi Kwidzyn, Polonia) e morto nel 1891 a Berlino, è stato un pittore tedesco di genere e di animali, noto per le sue scene di vita quotidiana e paesaggi romantici. La sua formazione artistica si sviluppò in Germania, dove studiò pittura e si specializzò nella rappresentazione di scene di vita quotidiana e di animali.
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    Le sue opere sono caratterizzate da una tecnica pittorica raffinata e da una particolare attenzione alla luce e all'atmosfera.

    STIMA min € 5000 - max € 6000

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    Temporale imminente

    August Von Rentzell August Von Rentzell
    Germania 1810-1891
    Olio su tela cm 61x73 firmato in basso a dx AugustVon Rentzell 1842

    August von Rentzell, nato nel 1810 a Marienwerder (oggi Kwidzyn, Polonia) e morto nel 1891 a Berlino, è stato un pittore tedesco di genere e di animali, noto per le sue scene di vita quotidiana e paesaggi romantici. La sua formazione artistica si sviluppò in Germania, dove studiò pittura e si specializzò nella rappresentazione di scene di vita quotidiana e di animali.
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    Le sue opere sono caratterizzate da una tecnica pittorica raffinata e da una particolare attenzione alla luce e all'atmosfera.



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