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Il suo talento lo portò a perfezionarsi sotto la guida dello scultore torinese Leonardo Bistolfi. Nel 1892, all'età di diciassette anni, si trasferì a Cuneo, dove frequentò la scuola di disegno dell'Istituto Tecnico, continuando a coltivare la sua passione per l'arte.
Nel 1894, Piatti entrò all'Accademia di Brera, una delle istituzioni artistiche più prestigiose d'Italia, dove studiò sotto la direzione di Cesare Tallone. Durante gli anni accademici si concentrò soprattutto sul ritratto e sulla figura umana, sviluppando uno stile espressivo che avrebbe caratterizzato la sua carriera. Il suo talento venne riconosciuto nel 1903, quando vinse il Premio Fumagalli alla Triennale di Brera, e nel 1904 ricevette il Pensionato Oggioni, che gli permise di recarsi a Parigi per un soggiorno artistico. A Parigi, Piatti ebbe modo di entrare in contatto con artisti di fama come Giovanni Boldini e di trarre ispirazione dalla vivace atmosfera parigina. Una delle sue opere più celebri di questo periodo è "Sorriso sulla Senna", che esprime la sua affinità con la città e la sua vita sociale.
Successivamente, Piatti si trasferì a Roma, dove guadagnò l'ammirazione della regina Margherita, che acquistò alcune delle sue opere. Il suo successo continuò a crescere, e dal 1907 al 1930 partecipò regolarmente alle Biennali di Venezia, esponendo lavori che riflettevano la sua capacità di mescolare una resa emotiva con una ricerca espressiva unica. Opere come "Mia!" (1909), "Fremiti" (1910) e "Carezza buona" (1912) furono esposte in numerosi eventi internazionali, tra cui rassegne a Basilea, Monaco, Buenos Aires, Barcellona e Amsterdam.
L'arte di Piatti si distinse per l'intensità emotiva e per una visione della realtà che fondeva la dimensione soggettiva con la potenza delle immagini. Tra le sue opere più significative si annoverano "La Senna al Pont Neuf" (1905), "Goethe e l'origine delle sue Elegie romane" (1906) e "Ascoltando la radio" (1934), che mostrano il suo continuo evolversi, passando dal ritratto alla riflessione sulla modernità e la cultura contemporanea.
La sua eredità artistica rimane viva nelle collezioni pubbliche, come quelle della Galleria d'Arte Moderna di Milano, della Pinacoteca di Brera, della Galleria d'Arte Moderna di Udine e del Museo Civico di Cuneo. Antonio Piatti morì il 29 agosto 1962 a ViggiùAntonio Piatti nacque a Viggiù, in provincia di Varese, il 12 giugno 1875. Cresciuto in un ambiente profondamente legato all'arte grazie al padre, lo scultore Domenico Piatti, fin da giovane si avvicinò al mondo artistico, lavorando nella bottega paterna a partire dai dodici anni. Il suo talento lo portò a perfezionarsi sotto la guida dello scultore torinese Leonardo Bistolfi. Nel 1892, all'età di diciassette anni, si trasferì a Cuneo, dove frequentò la scuola di disegno dell'Istituto Tecnico, continuando a coltivare la sua passione per l'arte.
Nel 1894, Piatti entrò all'Accademia di Brera, una delle istituzioni artistiche più prestigiose d'Italia, dove studiò sotto la direzione di Cesare Tallone. Durante gli anni accademici si concentrò soprattutto sul ritratto e sulla figura umana, sviluppando uno stile espressivo che avrebbe caratterizzato la sua carriera. Il suo talento venne riconosciuto nel 1903, quando vinse il Premio Fumagalli alla Triennale di Brera, e nel 1904 ricevette il Pensionato Oggioni, che gli permise di recarsi a Parigi per un soggiorno artistico. A Parigi, Piatti ebbe modo di entrare in contatto con artisti di fama come Giovanni Boldini e di trarre ispirazione dalla vivace atmosfera parigina. Una delle sue opere più celebri di questo periodo è "Sorriso sulla Senna", che esprime la sua affinità con la città e la sua vita sociale.
Successivamente, Piatti si trasferì a Roma, dove guadagnò l'ammirazione della regina Margherita, che acquistò alcune delle sue opere. Il suo successo continuò a crescere, e dal 1907 al 1930 partecipò regolarmente alle Biennali di Venezia, esponendo lavori che riflettevano la sua capacità di mescolare una resa emotiva con una ricerca espressiva unica. Opere come "Mia!" (1909), "Fremiti" (1910) e "Carezza buona" (1912) furono esposte in numerosi eventi internazionali, tra cui rassegne a Basilea, Monaco, Buenos Aires, Barcellona e Amsterdam.
L'arte di Piatti si distinse per l'intensità emotiva e per una visione della realtà che fondeva la dimensione soggettiva con la potenza delle immagini. Tra le sue opere più significative si annoverano "La Senna al Pont Neuf" (1905), "Goethe e l'origine delle sue Elegie romane" (1906) e "Ascoltando la radio" (1934), che mostrano il suo continuo evolversi, passando dal ritratto alla riflessione sulla modernità e la cultura contemporanea.
La sua eredità artistica rimane viva nelle collezioni pubbliche, come quelle della Galleria d'Arte Moderna di Milano, della Pinacoteca di Brera, della Galleria d'Arte Moderna di Udine e del Museo Civico di Cuneo. Antonio Piatti morì il 29 agosto 1962 a Viggiù.