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Dotato di una creatività fervida e di una personalità spiccata, Casa si caratterizzava per la rapidità e la sicurezza nell'esecuzione delle sue opere, che realizzava senza ripensamenti. La sua carriera fu segnata da una partecipazione attiva a numerose esposizioni: nel 1846 presentò a Venezia "Donna in riposo" e "La seduzione di Dalila"; nel 1861, alla Prima Mostra Italiana di Firenze, espose "Soggetto dei Promessi Sposi" e "Michelangelo che dirige i lavori di fortificazione a Firenze"; nel 1862, alla Mostra di Venezia, presentò "Episodio del diluvio universale" e "La beneficenza".
Casa fu anche un apprezzato decoratore: affrescò la volta del Teatro Verdi di Padova, le chiese di San Moisè e Santa Maria Formosa a Venezia, il soffitto dei Filippini a Chioggia e le sale Apollinee del Teatro La Fenice. Tra le sue opere su tela si ricordano "Venezia accoglie Vittorio Emanuele II", conservata nel Museo di Udine, "L'adultera" e "L'aurora" nel Museo di Padova, e il "Ritratto dell'abate Cogo" nel Museo di Bassano.
Patriota convinto, Casa partecipò ai moti del 1848-1849 per la libertà di Venezia, evento che lo costrinse a rifugiarsi a Bassano per evitare la repressione. La sua vita fu segnata da numerosi spostamenti: visse a Padova, Napoli, Roma, Pompei, Bassano, Catania, e soggiornò anche a Parigi e Londra. Dopo un lungo viaggio in Oriente, durante il quale realizzò diverse opere a tema orientale, si stabilì definitivamente a Roma nel 1883, dove visse fino alla sua morte.
La sua produzione artistica include anche opere di carattere allegorico e patriottico, come il dipinto "Raffigurante l'Unità d'Italia", in cui Vittorio Emanuele II è affiancato da Garibaldi e Cavour, con allegorie della Lombardia e del Veneto, e "Allegoria di Venezia", un olio su tela conservato al Museo Civico di Vicenza.
Giacomo Casa è ricordato come un artista prolifico e versatileGiacomo Casa, nato a Conegliano Veneto nel 1827 e scomparso a Roma nel 1887, fu un artista poliedrico del XIX secolo, distintosi come pittore, incisore e decoratore. La sua formazione artistica ebbe luogo presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia, dove nel 1845 fu premiato per il suo talento emergente.
Dotato di una creatività fervida e di una personalità spiccata, Casa si caratterizzava per la rapidità e la sicurezza nell'esecuzione delle sue opere, che realizzava senza ripensamenti. La sua carriera fu segnata da una partecipazione attiva a numerose esposizioni: nel 1846 presentò a Venezia "Donna in riposo" e "La seduzione di Dalila"; nel 1861, alla Prima Mostra Italiana di Firenze, espose "Soggetto dei Promessi Sposi" e "Michelangelo che dirige i lavori di fortificazione a Firenze"; nel 1862, alla Mostra di Venezia, presentò "Episodio del diluvio universale" e "La beneficenza".
Casa fu anche un apprezzato decoratore: affrescò la volta del Teatro Verdi di Padova, le chiese di San Moisè e Santa Maria Formosa a Venezia, il soffitto dei Filippini a Chioggia e le sale Apollinee del Teatro La Fenice. Tra le sue opere su tela si ricordano "Venezia accoglie Vittorio Emanuele II", conservata nel Museo di Udine, "L'adultera" e "L'aurora" nel Museo di Padova, e il "Ritratto dell'abate Cogo" nel Museo di Bassano.
Patriota convinto, Casa partecipò ai moti del 1848-1849 per la libertà di Venezia, evento che lo costrinse a rifugiarsi a Bassano per evitare la repressione. La sua vita fu segnata da numerosi spostamenti: visse a Padova, Napoli, Roma, Pompei, Bassano, Catania, e soggiornò anche a Parigi e Londra. Dopo un lungo viaggio in Oriente, durante il quale realizzò diverse opere a tema orientale, si stabilì definitivamente a Roma nel 1883, dove visse fino alla sua morte.
La sua produzione artistica include anche opere di carattere allegorico e patriottico, come il dipinto "Raffigurante l'Unità d'Italia", in cui Vittorio Emanuele II è affiancato da Garibaldi e Cavour, con allegorie della Lombardia e del Veneto, e "Allegoria di Venezia", un olio su tela conservato al Museo Civico di Vicenza.
Giacomo Casa è ricordato come un artista prolifico e versatile.