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Nel 1901 entrò a far parte della cerchia di allievi del pittore Lorenzo Delleani, dal quale apprese la pittura «dal vero», ossia fatta sul posto, lungo i boschi e le valli del Biellese e della Valle d’Aosta. Da quell’esperienza ereditò la capacità di cogliere la luce mutevole e i riflessi che animano gli ambienti naturali: pini, massi, ruscelli, atmosfere alpine.
L’attività artistica di Levis si sviluppò in parallelo – e non separatamente – alla sua partecipazione alla vita pubblica: fu consigliere comunale nel suo paese, poi sindaco di Chiomonte, e mantenne cariche locali che testimoniano l’impegno civico dello stesso artista. Durante la Prima Guerra Mondiale partecipò volontario al Genio Ferrovieri, esperienza che lo segnò anche come uomo e come pittore.
Nel suo lavoro pittorico gli anni ‘10 e ‘20 videro una produzione intensa: paesaggi montani, boschi carichi di luce, vallate inondati da sole o avvolti da nebbie, ma anche scene di vita contadina, processioni nelle valli alpine, momenti collettivi che s’immergono nel luogo. Lo stile di Levis è figurativo, radicato nella tradizione della pittura piemontese del paesaggio e dell’ambiente alpino, ma con una sensibilità personale che privilegia l’istantaneità della luce, la pennellata materica, la vibrazione cromatica. Non si trattava di una pittura di puro decoro, ma di una pittura che sente la natura, la vive, la interpreta.
Sul piano tecnico, Levis usa tele e tavolette, segna spesso in basso la data precisa dell’esecuzione, e le sue composizioni mostrano una qualità «tattile»: la materia pittorica è visibile, le pennellate sono piene, il contorno non sempre raccolto al minimo dettaglio ma suggerito nella luce e nell’atmosfera. Il soggetto più ricorrente è il paesaggio montano: boschi, ruscelli, montagne, nevicate, accampamenti militari; secondo alcuni, anche aspetti della guerra stessa.
Giuseppe Augusto Levis morì nel 1926 a RacconigiGiuseppe Augusto Levis nacque a Chiomonte (in Val di Susa, Piemonte) nel 1873, da una famiglia di buone condizioni economiche: il padre era un impresario edile di origini biellesi, la madre una donna di famiglia agiata con proprietà nella valle. Dopo gli studi classici e alcuni anni iscritti alla facoltà di Giurisprudenza a Torino, Levis decise di dedicarsi alla pittura, appassionato della natura e del paesaggio alpino.
Nel 1901 entrò a far parte della cerchia di allievi del pittore Lorenzo Delleani, dal quale apprese la pittura «dal vero», ossia fatta sul posto, lungo i boschi e le valli del Biellese e della Valle d’Aosta. Da quell’esperienza ereditò la capacità di cogliere la luce mutevole e i riflessi che animano gli ambienti naturali: pini, massi, ruscelli, atmosfere alpine.
L’attività artistica di Levis si sviluppò in parallelo – e non separatamente – alla sua partecipazione alla vita pubblica: fu consigliere comunale nel suo paese, poi sindaco di Chiomonte, e mantenne cariche locali che testimoniano l’impegno civico dello stesso artista. Durante la Prima Guerra Mondiale partecipò volontario al Genio Ferrovieri, esperienza che lo segnò anche come uomo e come pittore.
Nel suo lavoro pittorico gli anni ‘10 e ‘20 videro una produzione intensa: paesaggi montani, boschi carichi di luce, vallate inondati da sole o avvolti da nebbie, ma anche scene di vita contadina, processioni nelle valli alpine, momenti collettivi che s’immergono nel luogo. Lo stile di Levis è figurativo, radicato nella tradizione della pittura piemontese del paesaggio e dell’ambiente alpino, ma con una sensibilità personale che privilegia l’istantaneità della luce, la pennellata materica, la vibrazione cromatica. Non si trattava di una pittura di puro decoro, ma di una pittura che sente la natura, la vive, la interpreta.
Sul piano tecnico, Levis usa tele e tavolette, segna spesso in basso la data precisa dell’esecuzione, e le sue composizioni mostrano una qualità «tattile»: la materia pittorica è visibile, le pennellate sono piene, il contorno non sempre raccolto al minimo dettaglio ma suggerito nella luce e nell’atmosfera. Il soggetto più ricorrente è il paesaggio montano: boschi, ruscelli, montagne, nevicate, accampamenti militari; secondo alcuni, anche aspetti della guerra stessa.
Giuseppe Augusto Levis morì nel 1926 a Racconigi.